Io sono il suo premio
di
Anonimo
genere
dominazione
Il combattimento stava per avere inizio. Lara vista di fronte era ancora più forte e statuaria di quanto prevedessi; mi dava circa 10 cm di altezza, e era più in forma che mai, con quelle cosce e quei polpacci spessi e sodi, e il petto che figurava una potenza distruttiva. Anche come vestiva mi metteva una certa soggezione, aveva una canotta bianca e scollata che lasciava trasparire perfettamente il suo seno debordante dentro un reggiseno nero e fine, e un paio di mutandine bianche che lasciavano le gambe vestite solo di un paio di stivali bianchi. Era abbronzata e questo le faceva risaltare i lunghi capelli mogano e gli occhi verdi. Era una tigre feroce. Io mi sentivo bene e non vedevo l'ora che la lotta iniziasse, nonostante la tensione. Gli ultimi incontri li avevo vinti agevolmente e le avversarie cominciavano a conoscermi e a temermi. Anche Lara sembrava abbastanza tesa, probabilmente aveva visto come avevo distrutto Tina nel match di qualche giorno prima. Avevo deciso di essere più sexy che mai, così mi ero messa un intimo coordinato in pizzo e dei collant neri con giarrettiera, degli stivali in pelle, e un ciondolo d'oro che finiva proprio sul mio seno. Ero al massimo della forma, e volevo che gli uomini presenti al match mi mangiassero con gli occhi, perché sapevo bene quanto in un incontro sia fondamentale il tifo. Intanto lo speaker era entrato sul quadrato: "Ladies and gentlemen, per il titolo femminile di lotta libera del nostro locale abbiamo oggi l'onore di presentarvi: nell'angolo alla mia sinistra, la sfidante, per un'altezza di 1,68 e un peso di 67 kg, con un record di 11 vittorie e 2 sconfitte... JENNA! E nell'angolo alla mia destra, la campionessa, per un'altezza di 1,76 e un peso di 77 kg, e un record di 42 vittorie e 1 no contest... LARA!". L'arbitro era un tipo sulla 30ina, molto carino, ci fece le raccomandazioni: niente strangolamenti e non tirare i capelli... E diede il via al match!
Subito Lara mi aggredì attaccandomi con un destro al volto che riuscii a schivare con agilità: mantenendo la guardia alta tentai di allontanarmi, ma il suo incedere sicuro mi costrinse con le spalle alla parete; si avvicinò fino a afferrarmi le spalle per fare una presa, e proprio in quel momento sferrai il mio primo colpo, un devastante pugno diretto sul suo fianco sinistro che andò perfettamente a segno. Lara fu sorpresa dal mio sinistro e si piegò dal dolore sbuffando; ero quindi già in vantaggio, e ne approfittai per saltarle addosso e spingerla al tappeto; la cavalcai sopra bloccandole con le gambe ogni possibilità di fuga e cominciai a mettere a segno una terribile serie di pugni sul suo volto. Il pubblico cominciava a riscaldarsi, eccitato com'era a vedermi dare tutta me stessa in un vortice di violenza e fisicità. Mentre tentava di respingermi, le afferrai il collo e spinsi con forza la sua testa a terra. Lara subì il colpo, e dopo averla ulteriormente indebolita con pugno diretto alla tempia, mi diedi con i piedi la spinta per assestarle un colpo volante di ginocchio che andò dritto a sfondare il suo addome. Stavo distruggendo la mia opponente con colpi di una potenza inaudita, costringendola a urlare di dolore. In un colmo di sadica eccitazione, e sapendo che non si sarebbe mai arresa, decisi che, anziché finirla, avrei fatto continuare quel combattimento ancora un po', così mollai la presa e mi rimisi in piedi e in guardia, aspettando che quella puttana si rialzasse. Il pubblico spronò Lara a combattere, ma ci vollero almeno 30 secondi prima che si mettesse di nuovo in piedi, provata dai colpi che le avevo inferto e barcollante. Mi avvicinai per sferrarle un calcio al volto ma proprio in quel momento fui bloccata; con un riflesso felino mi afferrò la gamba sinistra e mi colpì con un gancio all'inguine che non potei parare in nessun modo. Il mio grido di dolore fu altrettanto forte, e Lara ne approfittò per avventarsi su di me, in un impeto di orgoglio che sembrava averle anche restituito le energie perse in precedenza. Forte di questa rinnovata vena distruttiva, e vedendomi sofferente al tappeto, la puttana mi aggredì immediatamente, cingendomi le mani sul collo e cominciando a strangolarmi, e mollando la presa solo in seguito alla minaccia di squalifica dell'arbitro, che la allontanò da me cingendole l'addome in una sorta di presa di lotta. Lara, urlando come una belva in gabbia, si liberò con forza dell'arbitro e, vedendomi ancora a terra mi colpì con un fortissimo gancio a mano aperta che si stampò dritto sul mio mento, poi si rialzò e senza attendere un secondo tentò di finirmi saltando con le ginocchia sul mio addome... Non credo che avrei resistito a quegli 83 kg di potenza nonostante i miei addominali fossero sufficientemente forti per affrontare un combattimento come quello, ma per fortuna mi accorsi subito del pericolo, e con un guizzo felino riuscii a proteggere il mio stomaco con le gambe. Lara saltò lo stesso finendo dritta sulle mie ginocchia, che per fortuna non subirono danni irreparabili. Lara così perse l'equilibrio e cadde petto a terra a corpo morto. Proprio mentre io fui capace con le ultime forze di rialzarmi. La aggredii immediatamente alla schiena, cingendole il collo col mio braccio destro e rimettendola in piedi, e poi colpendole la guancia sinistra con un terrificante gancio che andò a stamparsi dritto sulla mascella della mia nemica. Lei tentò di difendersi con una gomitata, ma io la parai tanto da farle quasi perdere l'equilibrio. Mi rivolsi al pubblico inneggiandolo al tifo, e loro risposero con un'ovazione che mi caricò enormemente. Così, con un'incredibile serie di pugni in volto la portai ad un angolo; poi infierii con tre ginocchiate assestate sul suo stomaco ormai devastato, la presi ai fianchi, sollevandola in aria e finendo per stroncarla gettandola di faccia al tappeto. Lara era ormai finita. Il suo corpo statuario era ridotto a dimenarsi, sofferente. Io mi alzai in piedi e con la gamba la voltai di schiena per poterle poggiarle un piede sul seno, in segno di dominio, mentre Lara sputava sangue e piangeva di disperazione e di dolore.
Avevo vinto ancora. Il pubblico era ridotto al colmo dell'eccitazione, e mentre l'arbitro decretò la vincitrice, lo speaker diceva: "rendiamo omaggio alla nuova campionessa: Jenna!" Io alzai le braccia in segno di vittoria, e mi fermai un secondo a guardare Lara che veniva portata via dagli addetti del Pronto Soccorso. E più mi rendevo conto di come lei soffriva, e più ero felice ed eccitata. Ma avevo bisogno di un uomo per scaricare quell'eccitazione. Così presi il microfono dello speaker, e mi rivolsi a loro.
"Mi rivolgo a tutti gli uomini... Questa notte ho voglia di festeggiare con qualcuno di veramente potente... C'è qualcuno che vuole battersi qui, stanotte, per me, in un combattimento senza esclusione di colpi?"
Il pubblico era ormai in completa eccitazione, ma nessuno ebbe subito il coraggio di farsi avanti. Allora ripresi il microfono e dissi: "Allora? Siete forse tutti froci? Oppure... Non vi piaccio..." E così facendo mi piegai in avanti per evidenziare, se ancora ce ne fosse bisogno, le mie morbide e prosperose qualità di femmina...
Vidi finalmente qualcosa muoversi... Un uomo si stava facendo largo tra il pubblico... Sì, stava proprio facendosi largo per raggiungere il perimetro di combattimento... E sembrava proprio un gran figo, grosso come voglio io, anche se da vestito non potevo vedere bene il suo fisico, coi capelli neri e cortissimi, gli occhi azzurri e la carnagione scura. Lo invitai a scavalcare le transenne e venire... Lo salutai e ci demmo un bacio sulle guance. "Nome?" "Ivan".
"Signori, abbiamo il primo sfidante...: Ivan! Allora, chi vuole battersi con quest'uomo per me? Su, il primo che si alza avrà questa possibilità imperdibile!!" Passarono 30 secondi, quando da un angolo del locale si sentì un brusio e dei movimenti. Aguzzai la vista e vidi avvicinarsi lo sfidante. Era un uomo veramente possente, vestito in jeans e canottiera, così che potevo ammirarne gli spessissimi bicipiti e parte dei potenti pettorali. Entrò anche lui nel perimetro, guardando con aria di sfida dritto agli occhi di Ivan. Aveva i capelli rossicci e lunghi e la carnagione sanguigna. "Nome?" "Johannes". "Ed ecco a voi il secondo sfidante, signori... Johannes! Chi di loro vincerà questo eccitante combattimento all'ultimo sangue avrà me come premio! Ma adesso basta con i convenevoli, combattete!"
Ivan si sbottonò la camicia e rimase a torso nudo con i soli pantaloni di fustagno marroni... Che dire, era ancora meglio di quanto mi immaginassi! Un fisico veramente scultoreo, quasi da culturista... I bicipiti non avevano niente da invidiare a quelli di Johannes, con pettorali sporgenti e addominali ben definiti. Anche Johannes si tolse la canottiera, e mostrò il suo petto villoso e massiccio, forse ancor più di quello di Ivan; a differenza del suo sfidante il suo addome sembrava un po' più vissuto e meno definito, e inoltre restituiva a Ivan qualcosa in altezza, ma nel complesso sembrava potere fare più male.
Entrambi mi diedero i loro vestiti, e io diedi il via alle ostilità gridando: "lottate!"
In sala calò il silenzio. I due uomini si misero in guardia circospetti girando intorno al centro del quadrato, e nessuno di loro sembrava voler prendere l'iniziativa... Poi Johannes cominciò ad avvicinarsi tentando di far valere la sua possenza e di stanare Ivan, o perlomeno costringerlo al muro. Ivan tentò prima di aggirare l'ostacolo, ma vistosi assalito, abbozzò un colpo di destro, che Johannes parò agevolmente, e contrattaccò con un preciso calcio all'inguine che, complici gli scarponi, doveva aver fatto davvero male. Il match era girato a favore di Johannes. Ivan era piegato in due dal dolore per il colpo ricevuto, quando Johannes dimostrò la sua forza sollevando Ivan come fosse un peso da un quintale, facendo cadere la sua spina dorsale sulle sue spalle, e gettandolo a terra. Il pubblico era quasi spaventato da quella dimostrazione di forza; Ivan si contorceva già dal dolore per i due colpi ricevuti; la sua schiena doveva aver subito dei danni giacché rialzandosi non riusciva a tenere una posizione dritta; Johannes attendeva sicuro che il suo avversario tentasse di avvicinarsi per riportare il combattimento in parità. Ivan tentò di accostarsi, anche se senza grande convinzione, e di colpire Johannes con un destro, ma il biondo schivò senza alcun problema e colpì duramente Ivan allo stomaco. Ivan si piegò ancora una volta in due e si accasciò, e Johannes lo prese dal collo sollevandolo nuovamente, e facendolo sbattere pesantemente al muro; prima che Ivan facesse a tempo a cadere, Johannes lo colpì al naso con un destro terrificante il cui eco sembrò risuonare per tutto il locale, frantumandogli il setto e finendo definitivamente l'avversario in un lago di sangue.
Gli infermieri si prodigarono immediatamente per prendere Ivan e portarlo al Pronto Soccorso, prima che un'emmoragia lo uccidesse. Il pubblico urlava inneggiando al vincitore e applaudendo, mentre Johannes, con una maestosa esultanza, provocava un ulteriore boato degli astanti.
Mi avvicinai al vincitore e poggiai una mano sul suo petto, poi lo baciai. E mentre il pubblico si dileguava, portai Johannes nel mio spogliatoio, aprii la doccia, e la notte ebbe inizio.
Subito Lara mi aggredì attaccandomi con un destro al volto che riuscii a schivare con agilità: mantenendo la guardia alta tentai di allontanarmi, ma il suo incedere sicuro mi costrinse con le spalle alla parete; si avvicinò fino a afferrarmi le spalle per fare una presa, e proprio in quel momento sferrai il mio primo colpo, un devastante pugno diretto sul suo fianco sinistro che andò perfettamente a segno. Lara fu sorpresa dal mio sinistro e si piegò dal dolore sbuffando; ero quindi già in vantaggio, e ne approfittai per saltarle addosso e spingerla al tappeto; la cavalcai sopra bloccandole con le gambe ogni possibilità di fuga e cominciai a mettere a segno una terribile serie di pugni sul suo volto. Il pubblico cominciava a riscaldarsi, eccitato com'era a vedermi dare tutta me stessa in un vortice di violenza e fisicità. Mentre tentava di respingermi, le afferrai il collo e spinsi con forza la sua testa a terra. Lara subì il colpo, e dopo averla ulteriormente indebolita con pugno diretto alla tempia, mi diedi con i piedi la spinta per assestarle un colpo volante di ginocchio che andò dritto a sfondare il suo addome. Stavo distruggendo la mia opponente con colpi di una potenza inaudita, costringendola a urlare di dolore. In un colmo di sadica eccitazione, e sapendo che non si sarebbe mai arresa, decisi che, anziché finirla, avrei fatto continuare quel combattimento ancora un po', così mollai la presa e mi rimisi in piedi e in guardia, aspettando che quella puttana si rialzasse. Il pubblico spronò Lara a combattere, ma ci vollero almeno 30 secondi prima che si mettesse di nuovo in piedi, provata dai colpi che le avevo inferto e barcollante. Mi avvicinai per sferrarle un calcio al volto ma proprio in quel momento fui bloccata; con un riflesso felino mi afferrò la gamba sinistra e mi colpì con un gancio all'inguine che non potei parare in nessun modo. Il mio grido di dolore fu altrettanto forte, e Lara ne approfittò per avventarsi su di me, in un impeto di orgoglio che sembrava averle anche restituito le energie perse in precedenza. Forte di questa rinnovata vena distruttiva, e vedendomi sofferente al tappeto, la puttana mi aggredì immediatamente, cingendomi le mani sul collo e cominciando a strangolarmi, e mollando la presa solo in seguito alla minaccia di squalifica dell'arbitro, che la allontanò da me cingendole l'addome in una sorta di presa di lotta. Lara, urlando come una belva in gabbia, si liberò con forza dell'arbitro e, vedendomi ancora a terra mi colpì con un fortissimo gancio a mano aperta che si stampò dritto sul mio mento, poi si rialzò e senza attendere un secondo tentò di finirmi saltando con le ginocchia sul mio addome... Non credo che avrei resistito a quegli 83 kg di potenza nonostante i miei addominali fossero sufficientemente forti per affrontare un combattimento come quello, ma per fortuna mi accorsi subito del pericolo, e con un guizzo felino riuscii a proteggere il mio stomaco con le gambe. Lara saltò lo stesso finendo dritta sulle mie ginocchia, che per fortuna non subirono danni irreparabili. Lara così perse l'equilibrio e cadde petto a terra a corpo morto. Proprio mentre io fui capace con le ultime forze di rialzarmi. La aggredii immediatamente alla schiena, cingendole il collo col mio braccio destro e rimettendola in piedi, e poi colpendole la guancia sinistra con un terrificante gancio che andò a stamparsi dritto sulla mascella della mia nemica. Lei tentò di difendersi con una gomitata, ma io la parai tanto da farle quasi perdere l'equilibrio. Mi rivolsi al pubblico inneggiandolo al tifo, e loro risposero con un'ovazione che mi caricò enormemente. Così, con un'incredibile serie di pugni in volto la portai ad un angolo; poi infierii con tre ginocchiate assestate sul suo stomaco ormai devastato, la presi ai fianchi, sollevandola in aria e finendo per stroncarla gettandola di faccia al tappeto. Lara era ormai finita. Il suo corpo statuario era ridotto a dimenarsi, sofferente. Io mi alzai in piedi e con la gamba la voltai di schiena per poterle poggiarle un piede sul seno, in segno di dominio, mentre Lara sputava sangue e piangeva di disperazione e di dolore.
Avevo vinto ancora. Il pubblico era ridotto al colmo dell'eccitazione, e mentre l'arbitro decretò la vincitrice, lo speaker diceva: "rendiamo omaggio alla nuova campionessa: Jenna!" Io alzai le braccia in segno di vittoria, e mi fermai un secondo a guardare Lara che veniva portata via dagli addetti del Pronto Soccorso. E più mi rendevo conto di come lei soffriva, e più ero felice ed eccitata. Ma avevo bisogno di un uomo per scaricare quell'eccitazione. Così presi il microfono dello speaker, e mi rivolsi a loro.
"Mi rivolgo a tutti gli uomini... Questa notte ho voglia di festeggiare con qualcuno di veramente potente... C'è qualcuno che vuole battersi qui, stanotte, per me, in un combattimento senza esclusione di colpi?"
Il pubblico era ormai in completa eccitazione, ma nessuno ebbe subito il coraggio di farsi avanti. Allora ripresi il microfono e dissi: "Allora? Siete forse tutti froci? Oppure... Non vi piaccio..." E così facendo mi piegai in avanti per evidenziare, se ancora ce ne fosse bisogno, le mie morbide e prosperose qualità di femmina...
Vidi finalmente qualcosa muoversi... Un uomo si stava facendo largo tra il pubblico... Sì, stava proprio facendosi largo per raggiungere il perimetro di combattimento... E sembrava proprio un gran figo, grosso come voglio io, anche se da vestito non potevo vedere bene il suo fisico, coi capelli neri e cortissimi, gli occhi azzurri e la carnagione scura. Lo invitai a scavalcare le transenne e venire... Lo salutai e ci demmo un bacio sulle guance. "Nome?" "Ivan".
"Signori, abbiamo il primo sfidante...: Ivan! Allora, chi vuole battersi con quest'uomo per me? Su, il primo che si alza avrà questa possibilità imperdibile!!" Passarono 30 secondi, quando da un angolo del locale si sentì un brusio e dei movimenti. Aguzzai la vista e vidi avvicinarsi lo sfidante. Era un uomo veramente possente, vestito in jeans e canottiera, così che potevo ammirarne gli spessissimi bicipiti e parte dei potenti pettorali. Entrò anche lui nel perimetro, guardando con aria di sfida dritto agli occhi di Ivan. Aveva i capelli rossicci e lunghi e la carnagione sanguigna. "Nome?" "Johannes". "Ed ecco a voi il secondo sfidante, signori... Johannes! Chi di loro vincerà questo eccitante combattimento all'ultimo sangue avrà me come premio! Ma adesso basta con i convenevoli, combattete!"
Ivan si sbottonò la camicia e rimase a torso nudo con i soli pantaloni di fustagno marroni... Che dire, era ancora meglio di quanto mi immaginassi! Un fisico veramente scultoreo, quasi da culturista... I bicipiti non avevano niente da invidiare a quelli di Johannes, con pettorali sporgenti e addominali ben definiti. Anche Johannes si tolse la canottiera, e mostrò il suo petto villoso e massiccio, forse ancor più di quello di Ivan; a differenza del suo sfidante il suo addome sembrava un po' più vissuto e meno definito, e inoltre restituiva a Ivan qualcosa in altezza, ma nel complesso sembrava potere fare più male.
Entrambi mi diedero i loro vestiti, e io diedi il via alle ostilità gridando: "lottate!"
In sala calò il silenzio. I due uomini si misero in guardia circospetti girando intorno al centro del quadrato, e nessuno di loro sembrava voler prendere l'iniziativa... Poi Johannes cominciò ad avvicinarsi tentando di far valere la sua possenza e di stanare Ivan, o perlomeno costringerlo al muro. Ivan tentò prima di aggirare l'ostacolo, ma vistosi assalito, abbozzò un colpo di destro, che Johannes parò agevolmente, e contrattaccò con un preciso calcio all'inguine che, complici gli scarponi, doveva aver fatto davvero male. Il match era girato a favore di Johannes. Ivan era piegato in due dal dolore per il colpo ricevuto, quando Johannes dimostrò la sua forza sollevando Ivan come fosse un peso da un quintale, facendo cadere la sua spina dorsale sulle sue spalle, e gettandolo a terra. Il pubblico era quasi spaventato da quella dimostrazione di forza; Ivan si contorceva già dal dolore per i due colpi ricevuti; la sua schiena doveva aver subito dei danni giacché rialzandosi non riusciva a tenere una posizione dritta; Johannes attendeva sicuro che il suo avversario tentasse di avvicinarsi per riportare il combattimento in parità. Ivan tentò di accostarsi, anche se senza grande convinzione, e di colpire Johannes con un destro, ma il biondo schivò senza alcun problema e colpì duramente Ivan allo stomaco. Ivan si piegò ancora una volta in due e si accasciò, e Johannes lo prese dal collo sollevandolo nuovamente, e facendolo sbattere pesantemente al muro; prima che Ivan facesse a tempo a cadere, Johannes lo colpì al naso con un destro terrificante il cui eco sembrò risuonare per tutto il locale, frantumandogli il setto e finendo definitivamente l'avversario in un lago di sangue.
Gli infermieri si prodigarono immediatamente per prendere Ivan e portarlo al Pronto Soccorso, prima che un'emmoragia lo uccidesse. Il pubblico urlava inneggiando al vincitore e applaudendo, mentre Johannes, con una maestosa esultanza, provocava un ulteriore boato degli astanti.
Mi avvicinai al vincitore e poggiai una mano sul suo petto, poi lo baciai. E mentre il pubblico si dileguava, portai Johannes nel mio spogliatoio, aprii la doccia, e la notte ebbe inizio.
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