Un desiderio mai sopito
di
Moe
genere
etero
Non ci incontravamo da anni. Eppure quella volta che ci siamo conosciuti, casualmente, fu abbastanza intenso. Ma come molte avventure estive, ci perdemmo presto di vista per ritrovarci, dopo tanto tempo. È stato il mio lavoro di consulenza a portarmi presso la sua attività. Nel frattempo era diventata una donna in carriera, felicemente sposata. Eppure quando ci siamo rivisti, come se si fosse riaccesa una lampadina in lei. Mentre discutevamo di lavoro, non disdegnava di rivolgermi battute piccanti, richiamando quanto vissuto anni prima. Chiuso il contratto di consulenza, ci salutammo. Non tardarono a giungermi i suoi sms in cui scriveva che ero il suo sogno erotico ricorrente. Presto, a quei messaggi, si accompagnarono foto sexy di lei e puntuale il suo "Ecco cosa ti perdi". Effettivamente era innegabile il suo fascino. Arrivò il giorno della consulenza presso la sua attività. Lei mi fece accomodare in una stanza, mentre i clienti affollavano il suo locale. Conclusa la consulenza, lei partí all'attacco "Ti ho mostrato le foto, ma ora devi vedere dal vivo". E mentre chiude a chiave la porta si sfila la divisa da lavoro, rimanendo in reggiseno. Toglie i leggins scuri. Indossa una brasiliana di seta. "Adesso ti faccio vedere come sono diventa brava". Si inginocchia, lo tira fuori e comincia a baciarlo, leccarlo, massaggiando le palle. "A quanto pare, mi aspettavi anche tu" mi dice. Le tolgo la brasiliana, la volto, con il palmo della mia mano, le accarezzo la fica depilata e glielo infilo da dietro. "Schiaffeggiami il culo", mi dice. Mi chiede di non fermarmi, le piace da morire. Si volta, me lo lecca nuovamente. Si accomoda sulla scrivania, divarica le gambe. "Mettimelo dentro". Non posso rifiutare. Il clitoride è estroverso, lo sento. Lei ansima e si aggrappa a me. "Quando stai per venire, te lo prendo in bocca". Si china, lo succhia avidamente e dice "Vieni, dai". Lo fa talmente bene che le vengo in bocca, come chiesto. Si riveste. "A presto, abbiamo un contratto lungo".
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