Il dopo festa con la vicina

di
genere
etero

Fine dell’estate di qualche anno fa. Io e la mi famiglia eravamo stati invitati ad una festa di compleanno della figlia di amici. Dalle nostre parti vi è l’usanza di festeggiare il primo compleanno, presso un ristorante. Tra gli invitati anche la nostra vicina di casa, donna di quasi 50 anni. E’ separata, con figlia, ma per l’occasione era sola. “Andiamo con la mia auto, ma guida tu” mi disse. Il giorno della festa, i miei si avviarono al ristorante, mentre io rimasi ad attendere che la nostra vicina fosse pronta. Uscì di casa: abbronzata, capelli neri mossi, vestitino color aragosta, occhiali da sole. “Passiamo a prendere la mia amica e andiamo”, disse porgendomi le chiavi della sua utilitaria. “E’ stata invitata anche lei? E dove abita?”. Lei prese posto in auto e mi indicò la strada verso casa della sua amica. Anche la sua amica, divorziata, tardava ad arrivare. Nel frattempo, la vicina non mi disdegnava complimenti “Stai benissimo”, “Se avessi vent’anni di meno…”. Le dissi “Guarda che anche con vent’anni in più, sei molto bella. Per me, si può fare”. Lei sembrò apprezzare e affondò la battuta “Tra un po’ pranzeremo, dopo facciamo palestra”. Non ebbi il tempo di controbattere che la sua amica era entrata in auto. Durante la festa, eravamo seduti allo stesso tavolo. Mangiammo e bevemmo come è solito dalle mie parti. Il compleanno si concluse che era sera inoltrata. Al rientro verso casa, facemmo una deviazione per accompagnare la sua amica a casa di amici. A quel punto eravamo io e la vicina, in auto. Mi aspettavo che volesse rientrare, vista l’ora e, comunque pensai che la sua provocazione della mattina fosse solo una battuta. Invece, mi disse “Andiamo a fare un giro, ma restiamo in auto”. Guidai per qualche chilometro e mi accostai. Le ricordai ciò che quella mattina lei mi aveva detto, ma disse “Se non conoscessi i tuoi, ti avrei già scopato”. Puntando un po’ sulla mia ironia, stemperai la tensione. Decisi di affondare “E’ tutto il giorno che penso alla scollatura del tuo vestito, anche mentre eravamo a tavola”. Il suo vestito color aragosta aveva una scollatura incrociata all’altezza del seno. Tutt’altro che imbarazzata, lei mi chiese “Ti piace il mio seno?”. Le risposi “Molto” e cominciai ad accarezzarle le tette. Taglia quarta abbondante e nonostante l’età, sodo e rotondo. Le spostai il vestito, uno di quelli con le coppe reggiseno incorporate, cosicché un seno venne fuori. La mia mano aperta lo conteneva. Il capezzolo color marroncino, turgido, duro e sporgente. L’aoreola proporzionata. “Come ti sembra dal vivo?” chiese. Senza risponderle, mi chinai e cominciai a leccarglielo. Succhiavo il capezzolo e lei mi accarezzava, ansimando. Poi toccò all’altro seno. Con la mano, passai da sotto il suo vestito. La fica era tutta bagnata. Gliela massaggiai, stuzzicandola con due dita. Le spostai lo slip e sentivo che la fica era completamente depilata, oltre che fradicia. “Cosa stiamo facendo?” chiese. Ma io presi la sua mano e la appoggiai sul mio pacco che, nel frattempo, era cresciuto. Lo tirò fuori e cominciò a segarmi. Quando capì che era il momento giusto, si chinò di lato e cominciò a leccarmelo. Lo baciava, lo succhiava. “Ha un buon sapore”, disse. Riuscì ad abbassare il mio sedile, mentre lei continuava a succhiarmelo. Si mise a cavalcioni su di me e mentre faceva su e giù, mi chiese di stringerle le tette. “Quando stai per venire, avvisami” disse. Era talmente abile ed esperta che quasi rischiai di venirle dentro. Appena in tempo, riuscì ad avvertirla. Lei si spostò di lato e abbracciò il mio arnese tra le sue tette. Per qualche secondo, andò su e giù, stringendo i seni e mi fece venire. Il mio liquido caldo finì tra le sue tette, sul suo petto. Si sollevò, si massaggiò i seni lubrificandoli con il mio liquido caldo, baciò la mia cappella e disse “Adesso possiamo rientrare”.
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2020-09-30
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