Il mio amore mi ha fatto cornuto! - Capitolo 4
di
Bobbi
genere
tradimenti
Ero caduto nella depressione più nera. L’unica donna che avevo veramente amato nella mia vita mi tradiva quotidianamente con un mio amico. Passavano i giorni e sempre più spesso, svegliandomi durante la notte, mi ritrovavo solo nel letto e sentivo rumori inconfondibili provenire dalle altre stanze. Ormai Giulia non si faceva molti problemi a nascondere l’intesa nata con Marco, forse credendo che il mio silenzio fosse sintomo della mia inconsapevolezza. Ma io ne ero consapevole, eccome… non sapevo però cosa stesse succedendo nella mia testa. Le immagini di quel bastardo che si scopava la mia ragazza erano nella mia testa tutto il giorno, tutti i giorni. Il mio cazzo diventava di marmo al solo pensiero e non facevo altro che segarmi pensando a loro due. Ormai non le chiedevo nemmeno più di fare sesso… io ero privo di voglia e lei veniva soddisfatta da qualcun altro.
Come dicevo ormai non tentavano più di nascondersi completamente a me. Si lanciavano in sguardi lussuriosi, lui le sfiorava il culo o le tette davanti a me, facendo finta di niente, lei invece non perdeva occasione per stringersi al suo corpo atletico. Ci mancava solo che si mettessero a farlo sul tavolo della cucina durante la cena… e sinceramente non credo avrei avuto nulla da dire. La mia mente perversa mi avrebbe solo dato un semplice ordine: vieni. E lo avrei fatto.
Era un po’ che io ormai non uscivo più a parte che per andare in facoltà e loro due avevano iniziato a uscire insieme come “amici”. Io sapevo che era follia lasciarli uscire da soli, ma ormai mi ero arreso. Fuori, in casa, in macchina, in un parco… che differenza faceva in che luogo avrebbero continuato a umiliarmi?
“Amore, stasera hai voglia di uscire?”
“No, tesoro. Sono stanco, te l’ho già detto”
“m… ok, peccato. Ti dispiace se io e Marco usciamo insieme? Non ho voglia di stare tappata in casa”
Certo, tappata… meglio essere “tappata” dal cazzo di Marco…
“Certo che no, andate pure. Divertitevi.” Dissi continuando a fissare lo schermo della tv.
“Grazie amore! Lo faremo!” si avvicinò alla porta e gridò “Marco, andiamo!”. Aprì il portone e iniziò a scendere le scale. Dopo qualche secondo, fece capolino lui dal corridoio.
“Non esci nemmeno stasera? Vabbè… non ti preoccupare… ci penso io a Giulia” e dicendolo mi guardò come a dire ‘povero coglione’.
Dopo che si chiuse la porta alle spalle, aspettai trenta secondi e li seguii. Volevo vedere cosa facevano durante le loro uscite in amicizia. Siccome il nostro appartamento era al centro si muovevano a piedi, e io feci lo stesso tenendomi a debita distanza. Per prima cosa si fermarono in un bar a bere un caffè e poi di corsa in un locale per ballare. Quando entrai ci misi parecchio a scorgerli tra la fiumana di gente, ma quando li vidi non ebbi uno spettacolo piacevole davanti ai miei occhi. Sembravano due assatanati. Si baciavano, si strusciavano, si palpavano… incuranti chi ci fosse attorno a loro o di chi avrebbe potuto riconoscerli. La mano di lei accarezzava il pacco gonfio, mentre la sua era già sparita sotto la sua gonna e l’espressione dipinta sul volto della mia donna era di inequivocabile goduria. Decisi che avevo visto fin troppo, tornai a casa.
Una volta rientrato cercai di prendere sonno, ma era impossibile. La mia mente continuava a tornare sulle immagini di loro due che “ballavano” e il mio cazzo non voleva saperne di dormire. Provai a segarmi, ma non servì a nulla. L’eccitazione era troppa.
Rimasi per ore disteso a fissare il soffitto.
Sentii il portone aprirsi e richiudersi. Erano tornati. Sentii Giulia ridacchiare.
Mi alzai piano dal letto e mi nascosi come sempre all’ombra del mobile nel corridoio. Si stavano baciando con passione. A quanto pare non gli era bastato quello che avevano fatto prima. Lui le alzò immediatamente la gonna, le tolse le mutandine (un mio regalo…) e si lanciò sulla sua fighetta inondata. Giulia godeva come una cagna in calore, con una mano a tappare i gemiti di piacere. Era un lago, si vedeva chiaramente una macchia scura allargarsi sul divano su cui era sdraiata. Quando Marco infilò tre dita nel suo buchetto venne subito. Rimase in estasi per qualche secondo, a fissare il soffitto con uno sguardo fuori dal mondo. Si riprese piano… si alzò in piedi e scaraventò marco sul divano. Gli aprì la patta dei pantaloni con la stessa trepidazione con cui una bambina apre i regali sotto l’albero. Ed eccolo il suo specialissimo regalo: un cazzo enorme fatto apposta per farla godere come non mai. Subito inizia a leccare su e giù l’asta, fermandosi a leccare con movimenti rapidi il frenulo. Nel frattempo, con una mano accarezzava le palle mastodontiche di quell’animale.
“Eddai! Ma che cazzo di pompino è questo? Ficcatelo in gola, troia!” e dicendolo le raccolse i capelli in una coda e le spinse il cazzo tutto dentro la bocca.
“Brava così” dalla bocca della mia ragazza giungevano suoni gutturali “Sei proprio una gran pompinara tu”
A ogni insulto che le faceva lei sembrava godere perché aumentava il ritmo della pompa e mugolava.
Nel frattempo. la mano di lui era scese a giocare con la sua fica. Il rumore mi faceva impazzire. Mi rendeva impossibile non toccarmi nonostante fossi già venuto molte volte quel giorno.
A un certo punto tirò fuori le dita dalla fica e con il medio iniziò ad accarezzare il buco del culo.
Il mio cuore saltò un battito.
Giulia si prese una pausa dal suo lavoretto.
“Che stai facendo?” aveva un’espressione contrariata.
“Niente, lo sto solo accarezzando” il solito ghigno stampato in faccia “E magari ci infilo un dito o due”.
Mentre lo diceva infilò il dito medio, lubrificato dagli umori della troia, tutto dentro il suo culo.
“Ahia!” lanciò un grido strozzato. “Sei un bastardo… potevi almeno chiedere se volevo!”
“Che differenza avrebbe fatto? Sei una troia, era ovvio che avresti voluto… una che cornifica il ragazzo con un suo amico non può certo farsi problemi a farsi infilare qualche dito nel culo”.
“Ma che cazzo… dici…?” iniziava a provare piacere anche così… e pensare che io non potevo neanche guardarle il buco perché la imbarazzava.
Due dita.
Tre.
Quattro.
Ormai il buco era bello largo e lei si godeva quella nuova sensazione. Aveva anche smesso di spompinarlo, perché troppo presa da quello che le stava facendo e lui non protestava, il suo era uno scopo più alto di quello di farsi fare un misero pompino.
La alzò di peso e la rimise sul divano, seduta con le gambe spalancate e tirate su. Iniziò di nuovo a leccarle la fica, ma dopo poco scese più in basso e infilò la lingua nel culo ormai aperto.
“Fermo! Ma che fai! È sporco lì!”
“Non è assolutamente vero, ha proprio un buon sapore”
“No dai… questo no… mi fa schifo…”
“Non rompere il cazzo troia, se io lo voglio fare lo faccio e poi a me non fa schifo leccarti dentro il culo”
Lei lo guardò come se le avesse detto che lei era la sua principessa. Uno sguardo incantato.
“Allora ok… se ti piace…”.
Marco tornò a leccare tra le sue chiappe. La sua lingua si insinuava tutta dentro, facendo dei cerchi all’interno. Giulia aveva spasmi di piacere intensissimi e inarcava la schiena in preda alla goduria. Era vicinissima all’orgasmo.
Tolse il viso da quel paradiso lussurioso e puntando il cazzo verso il buco bello largo “Ora te lo sfondo questo bel culo da puttanella che ti ritrovi!”
“No ti prego! No”.
Giulia scattò come se le avesse dato la scossa e si mise subito a sedere per impedirglielo.
“No questo no! Non ci pensare nemmeno.”
“E perché mai? Ti sei fatta infilare quasi tutta la mano, ti sei fatta leccare… ora fatti scopare no? Il resto ti è piaciuto, ti piacerà di sicuro anche questo fidati”
“Ho detto no… basta…”
Marco la fissò dritto negli occhi.
“Hai il culo vergine, vero?”
Giulia esitò a rispondere.
“Non l’ho mai fatto… nemmeno con Andrea…” Sembrava quasi vergognarsene, come se avesse paura di avergli dato una delusione.
“Ah… il cornuto è proprio un coglione… va bene, allora mi dovrò accontentare di questa fica allagata.”
La mise a pecorina e le sbatté il cazzo dentro. Iniziò subito a pompare con forza, quasi con violenza e la mia ragazza era in estasi. A un certo punto le infilò di nuovo due dita nel culo e continuò così, a scoparla in figa e a masturbarle il culo.
La cosa ormai andava avanti da parecchi minuti e il buco era ormai larghissimo. Giulia sembrava godere molto di più delle altre volte, ed ero pronto a scommettere che il motivo fosse tutto da ricercare in quella novità.
“Sei sempre sicura di non voler provare?”
“S-sì… sicura…” riuscì a dire tra un gemito e l’altro.
“Da come godi si direbbe tutt’altro”
“Sì… è piacevole… ma non voglio…”
“Ora vediamo cosa decidi, troia…”
Sfilò il cazzo e tenendo due dita dentro il culo e iniziò a muovere il braccio il più velocemente possibile. Il culo della mia ragazza faceva rumori osceni.
“OH MIO DIOOO!”
“Ti piace eh, schifosa cagna in calore? Ammettilo che ti piace! Di’ che vuoi prenderlo nel culo!”
“Va bene… ma solo un poco”
“Poco? Tu ti farai sbattere per quanto tempo decido io… e implorami”
“Cosa?” Giulia non capiva.
“Implorami di sverginarti il culo, proprio come una cagna”
“O-ok… per favore mi-“
“Che cazzo è questa roba?” le tirò uno schiaffo “Implora come si deve puttana!”
Giulia era sotto shock.
“Ti prego… sfondami… il culo…”
“Urlalo!”.
“No… Andrea potrebbe sentirci”
Un altro schiaffo.
“Meglio così! Urla!” riprese a masturbarle il culo con foga.
“Sfondami il culo! Ti prego!”
“Brava troia, ci voleva tanto?”
Lo vidi mettersi in posizione e puntare il cazzo verso il buco che non mi era mai stato concesso. La gelosia occupava tutta la mia mente, ma l’eccitazione la contrastava. E vinceva ogni volta.
Marco non perse tempo, il culo di Giulia era bello largo. Ci sbatté dentro il cazzo fino alle palle con il primo affondo.
“Ahia… fai piano… per favore”
“Ma quale piano e piano che hai il culo che sembra una galleria!”
Iniziò subito a scoparle il culo con un ritmo forsennato, le sue mani afferravano il culo della mia lei e la sbatteva con violenza verso di sé.
Il rumore dello scontro tra le sue palle e il suo inguine con il culo di Giulia aveva un effetto quasi ipnotico su di me. Nel frattempo, avevo iniziato a segarmi per l’ennesima volta quel giorno. Il cazzo mi faceva male ed era sensibilissimo, ma lo spettacolo di fronte ai miei occhi era fuori dal mondo.
“Oh mio dio… è bellissimo… il tuo cazzo mi riempie tutto il culo… lo sento fino alla pancia…”
“Te l’avevo detto! Alle troie piace farsi sfondare il culo, è una cosa naturale!”
“Scopami più forte! Rompimelo!”
Marco non si fece pregare.
Dopo qualche minuto di pecorina decise di cambiare posizione. La prese per i capelli e la fece stendere sul tavolo, pancia a terra, con le gambe fuori. La afferrò per i fianchi e riprese a fotterla.
Non doveva essere una posizione comoda per lei, anzi doveva farle male vista la violenza con cui la muoveva, ma lei sembrava godere più che mai. E la macchia che si allargava sul tavolo lo testimoniava.
“Ancora! Ancora!”
La spinse tutta sul tavolo, ci salì sopra e la inculò sdraiandosi sopra di lei. Era il mio sogno. Avevo sempre desiderato fottere la mia ragazza in quel modo, per di più inculandola. Era davvero ingiusto.
“Dillo che il mio cazzo è molto meglio di quello del cornuto! Dillo che ti piace persino prenderlo nel culo, mentre col coglione non sentiresti nulla” Le diede uno schiaffo molto forte sulle chiappe.
“Il tuo cazzo è magnifico! Il cazzetto di quel coglione non si può neanche paragonare! Non sento nulla con lui! Sto per venire!”
“E allora ecco il tuo premio, troia”.
Aumentò il ritmo e riversò una quantità enorme di sperma nel suo culo. Giulia venne insieme a lui.
Io insieme a loro.
Tirò fuori il cazzo dal culo e lo allargò con le mani. La sua sborra colava giù… la raccolse con la mano e la portò di fronte alla bocca di Giulia.
“Mangia tutto… te lo sei guadagnato”
E lei lo fece.
Come dicevo ormai non tentavano più di nascondersi completamente a me. Si lanciavano in sguardi lussuriosi, lui le sfiorava il culo o le tette davanti a me, facendo finta di niente, lei invece non perdeva occasione per stringersi al suo corpo atletico. Ci mancava solo che si mettessero a farlo sul tavolo della cucina durante la cena… e sinceramente non credo avrei avuto nulla da dire. La mia mente perversa mi avrebbe solo dato un semplice ordine: vieni. E lo avrei fatto.
Era un po’ che io ormai non uscivo più a parte che per andare in facoltà e loro due avevano iniziato a uscire insieme come “amici”. Io sapevo che era follia lasciarli uscire da soli, ma ormai mi ero arreso. Fuori, in casa, in macchina, in un parco… che differenza faceva in che luogo avrebbero continuato a umiliarmi?
“Amore, stasera hai voglia di uscire?”
“No, tesoro. Sono stanco, te l’ho già detto”
“m… ok, peccato. Ti dispiace se io e Marco usciamo insieme? Non ho voglia di stare tappata in casa”
Certo, tappata… meglio essere “tappata” dal cazzo di Marco…
“Certo che no, andate pure. Divertitevi.” Dissi continuando a fissare lo schermo della tv.
“Grazie amore! Lo faremo!” si avvicinò alla porta e gridò “Marco, andiamo!”. Aprì il portone e iniziò a scendere le scale. Dopo qualche secondo, fece capolino lui dal corridoio.
“Non esci nemmeno stasera? Vabbè… non ti preoccupare… ci penso io a Giulia” e dicendolo mi guardò come a dire ‘povero coglione’.
Dopo che si chiuse la porta alle spalle, aspettai trenta secondi e li seguii. Volevo vedere cosa facevano durante le loro uscite in amicizia. Siccome il nostro appartamento era al centro si muovevano a piedi, e io feci lo stesso tenendomi a debita distanza. Per prima cosa si fermarono in un bar a bere un caffè e poi di corsa in un locale per ballare. Quando entrai ci misi parecchio a scorgerli tra la fiumana di gente, ma quando li vidi non ebbi uno spettacolo piacevole davanti ai miei occhi. Sembravano due assatanati. Si baciavano, si strusciavano, si palpavano… incuranti chi ci fosse attorno a loro o di chi avrebbe potuto riconoscerli. La mano di lei accarezzava il pacco gonfio, mentre la sua era già sparita sotto la sua gonna e l’espressione dipinta sul volto della mia donna era di inequivocabile goduria. Decisi che avevo visto fin troppo, tornai a casa.
Una volta rientrato cercai di prendere sonno, ma era impossibile. La mia mente continuava a tornare sulle immagini di loro due che “ballavano” e il mio cazzo non voleva saperne di dormire. Provai a segarmi, ma non servì a nulla. L’eccitazione era troppa.
Rimasi per ore disteso a fissare il soffitto.
Sentii il portone aprirsi e richiudersi. Erano tornati. Sentii Giulia ridacchiare.
Mi alzai piano dal letto e mi nascosi come sempre all’ombra del mobile nel corridoio. Si stavano baciando con passione. A quanto pare non gli era bastato quello che avevano fatto prima. Lui le alzò immediatamente la gonna, le tolse le mutandine (un mio regalo…) e si lanciò sulla sua fighetta inondata. Giulia godeva come una cagna in calore, con una mano a tappare i gemiti di piacere. Era un lago, si vedeva chiaramente una macchia scura allargarsi sul divano su cui era sdraiata. Quando Marco infilò tre dita nel suo buchetto venne subito. Rimase in estasi per qualche secondo, a fissare il soffitto con uno sguardo fuori dal mondo. Si riprese piano… si alzò in piedi e scaraventò marco sul divano. Gli aprì la patta dei pantaloni con la stessa trepidazione con cui una bambina apre i regali sotto l’albero. Ed eccolo il suo specialissimo regalo: un cazzo enorme fatto apposta per farla godere come non mai. Subito inizia a leccare su e giù l’asta, fermandosi a leccare con movimenti rapidi il frenulo. Nel frattempo, con una mano accarezzava le palle mastodontiche di quell’animale.
“Eddai! Ma che cazzo di pompino è questo? Ficcatelo in gola, troia!” e dicendolo le raccolse i capelli in una coda e le spinse il cazzo tutto dentro la bocca.
“Brava così” dalla bocca della mia ragazza giungevano suoni gutturali “Sei proprio una gran pompinara tu”
A ogni insulto che le faceva lei sembrava godere perché aumentava il ritmo della pompa e mugolava.
Nel frattempo. la mano di lui era scese a giocare con la sua fica. Il rumore mi faceva impazzire. Mi rendeva impossibile non toccarmi nonostante fossi già venuto molte volte quel giorno.
A un certo punto tirò fuori le dita dalla fica e con il medio iniziò ad accarezzare il buco del culo.
Il mio cuore saltò un battito.
Giulia si prese una pausa dal suo lavoretto.
“Che stai facendo?” aveva un’espressione contrariata.
“Niente, lo sto solo accarezzando” il solito ghigno stampato in faccia “E magari ci infilo un dito o due”.
Mentre lo diceva infilò il dito medio, lubrificato dagli umori della troia, tutto dentro il suo culo.
“Ahia!” lanciò un grido strozzato. “Sei un bastardo… potevi almeno chiedere se volevo!”
“Che differenza avrebbe fatto? Sei una troia, era ovvio che avresti voluto… una che cornifica il ragazzo con un suo amico non può certo farsi problemi a farsi infilare qualche dito nel culo”.
“Ma che cazzo… dici…?” iniziava a provare piacere anche così… e pensare che io non potevo neanche guardarle il buco perché la imbarazzava.
Due dita.
Tre.
Quattro.
Ormai il buco era bello largo e lei si godeva quella nuova sensazione. Aveva anche smesso di spompinarlo, perché troppo presa da quello che le stava facendo e lui non protestava, il suo era uno scopo più alto di quello di farsi fare un misero pompino.
La alzò di peso e la rimise sul divano, seduta con le gambe spalancate e tirate su. Iniziò di nuovo a leccarle la fica, ma dopo poco scese più in basso e infilò la lingua nel culo ormai aperto.
“Fermo! Ma che fai! È sporco lì!”
“Non è assolutamente vero, ha proprio un buon sapore”
“No dai… questo no… mi fa schifo…”
“Non rompere il cazzo troia, se io lo voglio fare lo faccio e poi a me non fa schifo leccarti dentro il culo”
Lei lo guardò come se le avesse detto che lei era la sua principessa. Uno sguardo incantato.
“Allora ok… se ti piace…”.
Marco tornò a leccare tra le sue chiappe. La sua lingua si insinuava tutta dentro, facendo dei cerchi all’interno. Giulia aveva spasmi di piacere intensissimi e inarcava la schiena in preda alla goduria. Era vicinissima all’orgasmo.
Tolse il viso da quel paradiso lussurioso e puntando il cazzo verso il buco bello largo “Ora te lo sfondo questo bel culo da puttanella che ti ritrovi!”
“No ti prego! No”.
Giulia scattò come se le avesse dato la scossa e si mise subito a sedere per impedirglielo.
“No questo no! Non ci pensare nemmeno.”
“E perché mai? Ti sei fatta infilare quasi tutta la mano, ti sei fatta leccare… ora fatti scopare no? Il resto ti è piaciuto, ti piacerà di sicuro anche questo fidati”
“Ho detto no… basta…”
Marco la fissò dritto negli occhi.
“Hai il culo vergine, vero?”
Giulia esitò a rispondere.
“Non l’ho mai fatto… nemmeno con Andrea…” Sembrava quasi vergognarsene, come se avesse paura di avergli dato una delusione.
“Ah… il cornuto è proprio un coglione… va bene, allora mi dovrò accontentare di questa fica allagata.”
La mise a pecorina e le sbatté il cazzo dentro. Iniziò subito a pompare con forza, quasi con violenza e la mia ragazza era in estasi. A un certo punto le infilò di nuovo due dita nel culo e continuò così, a scoparla in figa e a masturbarle il culo.
La cosa ormai andava avanti da parecchi minuti e il buco era ormai larghissimo. Giulia sembrava godere molto di più delle altre volte, ed ero pronto a scommettere che il motivo fosse tutto da ricercare in quella novità.
“Sei sempre sicura di non voler provare?”
“S-sì… sicura…” riuscì a dire tra un gemito e l’altro.
“Da come godi si direbbe tutt’altro”
“Sì… è piacevole… ma non voglio…”
“Ora vediamo cosa decidi, troia…”
Sfilò il cazzo e tenendo due dita dentro il culo e iniziò a muovere il braccio il più velocemente possibile. Il culo della mia ragazza faceva rumori osceni.
“OH MIO DIOOO!”
“Ti piace eh, schifosa cagna in calore? Ammettilo che ti piace! Di’ che vuoi prenderlo nel culo!”
“Va bene… ma solo un poco”
“Poco? Tu ti farai sbattere per quanto tempo decido io… e implorami”
“Cosa?” Giulia non capiva.
“Implorami di sverginarti il culo, proprio come una cagna”
“O-ok… per favore mi-“
“Che cazzo è questa roba?” le tirò uno schiaffo “Implora come si deve puttana!”
Giulia era sotto shock.
“Ti prego… sfondami… il culo…”
“Urlalo!”.
“No… Andrea potrebbe sentirci”
Un altro schiaffo.
“Meglio così! Urla!” riprese a masturbarle il culo con foga.
“Sfondami il culo! Ti prego!”
“Brava troia, ci voleva tanto?”
Lo vidi mettersi in posizione e puntare il cazzo verso il buco che non mi era mai stato concesso. La gelosia occupava tutta la mia mente, ma l’eccitazione la contrastava. E vinceva ogni volta.
Marco non perse tempo, il culo di Giulia era bello largo. Ci sbatté dentro il cazzo fino alle palle con il primo affondo.
“Ahia… fai piano… per favore”
“Ma quale piano e piano che hai il culo che sembra una galleria!”
Iniziò subito a scoparle il culo con un ritmo forsennato, le sue mani afferravano il culo della mia lei e la sbatteva con violenza verso di sé.
Il rumore dello scontro tra le sue palle e il suo inguine con il culo di Giulia aveva un effetto quasi ipnotico su di me. Nel frattempo, avevo iniziato a segarmi per l’ennesima volta quel giorno. Il cazzo mi faceva male ed era sensibilissimo, ma lo spettacolo di fronte ai miei occhi era fuori dal mondo.
“Oh mio dio… è bellissimo… il tuo cazzo mi riempie tutto il culo… lo sento fino alla pancia…”
“Te l’avevo detto! Alle troie piace farsi sfondare il culo, è una cosa naturale!”
“Scopami più forte! Rompimelo!”
Marco non si fece pregare.
Dopo qualche minuto di pecorina decise di cambiare posizione. La prese per i capelli e la fece stendere sul tavolo, pancia a terra, con le gambe fuori. La afferrò per i fianchi e riprese a fotterla.
Non doveva essere una posizione comoda per lei, anzi doveva farle male vista la violenza con cui la muoveva, ma lei sembrava godere più che mai. E la macchia che si allargava sul tavolo lo testimoniava.
“Ancora! Ancora!”
La spinse tutta sul tavolo, ci salì sopra e la inculò sdraiandosi sopra di lei. Era il mio sogno. Avevo sempre desiderato fottere la mia ragazza in quel modo, per di più inculandola. Era davvero ingiusto.
“Dillo che il mio cazzo è molto meglio di quello del cornuto! Dillo che ti piace persino prenderlo nel culo, mentre col coglione non sentiresti nulla” Le diede uno schiaffo molto forte sulle chiappe.
“Il tuo cazzo è magnifico! Il cazzetto di quel coglione non si può neanche paragonare! Non sento nulla con lui! Sto per venire!”
“E allora ecco il tuo premio, troia”.
Aumentò il ritmo e riversò una quantità enorme di sperma nel suo culo. Giulia venne insieme a lui.
Io insieme a loro.
Tirò fuori il cazzo dal culo e lo allargò con le mani. La sua sborra colava giù… la raccolse con la mano e la portò di fronte alla bocca di Giulia.
“Mangia tutto… te lo sei guadagnato”
E lei lo fece.
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