Sarà capitato anche a voi

di
genere
dominazione

É notte fonda, ma non riesco a dormire.
Sanno le preoccupazioni del lavoro o la crisi economica, sarà che ormai da tempo litigo spesso con mia moglie, ma mi trovo sveglio come un grillo, a guardare il soffitto e ad ascoltare il respiro profondo della casa che dorme.
Mi giro e rigiro nel letto, cercando la posizione ma niente – il sonno non viene proprio.
Mi alzo, vado in bagno, bevo un po' d'acqua – tutto meno che assonnato.
Vado in sala e decido di accendere il pc.
Forse leggendo qualcosa on line mi rilasserò.
I siti dei tanti giornali danno però le solite, deprimenti notizie che conosco già; non mi piace il porno e a scaricare un film ci vuole troppo tempo...
Poi ricordo di una chat di cui ho sentito parlare in ufficio.
Mi collego, ma c'è poca gente e nessuna donna che vuole parlare con me.
Sto per desistere definitivamente, quando vedo che c'è anche una stanza per lesbiche.
Mi invento un nick e un profilo femminile ed entro.
Data l'ora non c'è quasi nessuna e non sembra buttare meglio di prima, quando un altro nome femminile mi invita in pvt.
Parliamo del più e del meno, abbiamo in comune diverse cose, figli ed ansie per il futuro... poi finalmente sento la testa che mi ciondola – con una scusa stacco e vado a dormire.

Per un paio di giorni non penso particolarmente a quella notte: quanti di noi hanno avuto l'esperienza di conversazioni coinvolgenti che sono svanite al chiudersi della pagina... eppure quel breve incontro con sorrisi e battute discrete mi ha stuzzicato un po'.
Una sera, con una scusa, mi allontano dal gruppo famigliare – che tanto sta guardando la tv, immusonito – e mi collego.
Stesso nick, stessa stanza, profilo discreto ma – spero – chiaro “mamma 51, f x f, no sex, no m”.
Dopo alcuni minuti di attesa appare anche lei: senza metterci d'accordo anche lei ha mantenuto il suo nick, quindi riconoscersi è possibile.
Non so se farmi avanti – non voglio mai tradire il mio gioco e so che di solito in chat l'approccio diretto è molto più maschile che femminile – e quindi aspetto.
E dopo poco lei mi contatta.
Riprendiamo il filo del discorso, come se i giorni passati siano solo poche ore.
Un paio di volte ho quasi la tentazione di spostare il discorso su qualcosa di più intimo, ma attendo: non voglio essere io a fare il primo passo – non per questioni di principio, ma per evitare di compromettermi: sono maschio, come faccio ad entrare nei meandri della sensualità femminile?
E la mia amica sembra simpaticamente intrigante e complice, non mi va di perderla per uno stupido errore.
E poi abbiamo già chiarito in precedenza che abitiamo abbastanza lontane da non correre il rischio di pensare di incontrarci di persona...

La conversazioni della serata è durata poco, perché il continuo via vai dei parenti miei nella stanza mi impediva una chattata troppo impegnativa – ma è stata importante, perché ci siamo scambiate la mail, per darci un appuntamento appena si può.

E il giorno dell'appuntamento finalmente arriva: non sono molto in forma per via dei classici malanni stagionali, mia moglie è al lavoro, i figli a scuola... sono solo.
La sera prima le ho scritto furtivamente una mail, breve ma chiara; mi ha risposto a tono: stessa chat, stesso nick.
Cominciamo a parlare del più e del meno, ma si sente che c'è nell'aria una certa tensione.
Impercettibilmente passiamo da argomenti leggeri, quasi aggiornamenti sulla nostra vita quotidiana, quando lei comincia a farmi domande intime.
All'inizio fingo di non capire, cambio discorso, rispondo evasivamente – ma lei insiste, anche se in maniera dolce e simpatica.
Le mie difese arretrano e le risposte diventano più precise.
Alcune domande sono tutto sommato normali, da chatroom, senza pretese – se mi piace il sesso orale o se sono più vaginale o clitoridea (e non è facile, per me maschio, rispondere, ma bluffo!).
Poi seguono domande più perverse – se ho mai spiato parenti e amici, se non ho mai avuto desideri sadomaso, se mi vesto mai da servetta o addirittura cosa penso di chi fa sesso con animali... io tento di rispondere a tono e di deviare i discorsi, ma è chiaro che è l'altra a dettare le fila, non io.
Devo riconoscere che è molto discreta, e quando mi oppongo a una sua richiesta accetta senza troppe storie: mi rifiuto di scambiare il cell, con l'improbabile scusa che mio marito mi vieta di possederlo per gelosia...
Eppure l'eccitazione cresce: percepisco la dalla velocità o lentezza con cui replica – mentre la mia non ho difficoltà a notarla.
A un certo punto non resisto più e, per la prima volta nella conversazione, mi sbilancio e le chiedo se si sta toccando.
La chat per un attimo di blocca.
Mi viene il dubbio di aver domandato troppo – anche se era la prima domanda diretta mia – e, col passare dei secondi, comincio a pensare che se ne sia andata.
Ma dopo un po' sento il “din” inconfondibile della risposta che arriva: “sì”, risponde lei.
A questo punto le parti si sono invertite e tocca a me scoprirmi.
Le dico che lo sto facendo anche io – anche se non è del tutto vero.
Però abbiamo fatto un passo troppo avanti, adesso palesemente nessuna delle due sa cosa fare: continuare a giocare al dico-non-dico, sbilanciarsi, uscire?
Prendo tempo ma... vengo anticipato, in maniera inattesa.
Mi giunge infatti la richiesta di accettare una video chiamata da parte sua.
Sono preso dal panico e titubante, ma gli automatismi del rapporto uomo-macchina prende il sopravvento e do l'ok.
Davvero non so cosa aspettarmi: certo non credo che sia la bionda prosperosa quarantenne che ha detto di essere fin dalla prima sera, ma, al di là di ciò, non so proprio cosa sto per avere davanti agli occhi.

E la sorpresa è davvero grande: mi trovo di fronte un omino calvo, sessantenne se non di più, che guarda con occhi miopi la webcam e si agita imbarazzato.
Sono preso dal panico, da un lato vorrei spegnere, ma una parte malvagia di me vorrebbe continuare, per vedere come va a finire.
Ma compio un errore fatale: anche la cam del mio pc si accende, non faccio a tempo a scostarmi che la mia facciona di quarantenne barbuto compare sullo schermo.

Di entrambi.

I suoi occhi anziani prima si mettono a fuoco e poi si spalancano: anche per lui la mia virilità è una sorpresa, chiaramente!

Un pensiero mi attraversa la mente: “la poesia è finita”.
Forse pensa anche lui la stessa cosa e sta per chiudere la conversazione...

Ma è destino che rimanga ancora sorpreso: lui si alza in piedi e vedo apparire un'erezione veramente ragguardevole a livello dell'inquadratura.
Un uomo così smilzo e insignificante, un pene così rigoglioso?

Si siede nuovamente davanti al pc – adesso vedo di nuovo solo il suo mezzobusto – e mi domanda, con fare imperioso: “cosa facciamo adesso? Mi hai ridotto così, devi rimediare!”
Da quel punto in poi i miei ricordi si fanno confusi: sono come sottomesso alla volontà di sesso del mio interlocutore.
Prima, con la forza delle sue parole e della sua volontà mi fa alzare, sbottonare i pantaloni e calare gli indumenti intimi.
Poi, nudo come sono, mi costringe a mettermi a quattro zampe, mostrando alla sua vista tutto quel che vuole.
Poi, ancora, mi fa sodomizzare con un pennarello che vede sulla mia scrivania.
Infine mi costringe a guardarlo, mentre si masturba lungamente ed emette un getto di seme, che gli cola tra le mani e sporca il tavolo davanti alla tastiera.

Finisce che, dopo una buona mezz'ora di questa situazione, trovo il coraggio di spegnere il pc e buttarmi sul letto, senza saper bene se pensare o non pensare a quel che è successo.

Ma un giorno, andando in ufficio in autobus, mi è parso di vedere un dignitoso sessantenne che gli assomigliava – almeno di faccia...
scritto il
2011-11-18
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