L'incaricato

di
genere
bisex

Stiamo sorseggiando due calici di Pinot grigio seduti sul divano di casa, io e mia moglie Marilù, quando suona il campanello e lei ha un sobbalzo. Sa chi sta arrivando e ne ha un poco di timore. Ci guardiamo negli occhi, in silenzio. Possiamo anche non rispondere al citofono e non accadrebbe nulla. Lui se ne andrebbe, magari, anzi di certo, bestemmiando, ma lei mi stringe la mano ed è il segnale che posso rispondere al citofono. O almeno così lo interpreto.
Mi alzo, guardo nel video citofono e chiedo:
“Chi è?”
“Sono l’incaricato.”
Già, l’incaricato. È il nome convenuto, giusto per evitare inutili presentazioni, tanto nessuno dirà il proprio nome, quello vero.
“Sesto piano.”
Faccio scattare la serratura del portone. Avverto un lieve sudore alle mani. Ho preparato tutto nei minimi particolari, ma si sa, come nei film gialli, basta un minimo dettaglio e l’affare salta. Non voglio sbagliare, la materia è delicata e in gioco c’è qualcosa d’importante, non solo quello per cui lui è incaricato.
L’ho cercato a lungo, visionato diversi siti internet che trattano la materia. Doveva avere una ben precisa caratteristica e invece molti puntavano proprio su ciò che a me e Marilù non interessava: la super dotazione erotica; insomma, un super cazzo, sogno di molte donne, invidia di molti uomini, per il semplice motivo che un super cazzo ce l’ho già io. Anzi, ne ho troppo.
Sì, no, guardate, non voglio fare lo sborone, ho davvero un cazzo fuori dal normale, non tanto in lunghezza, comunque un ragguardevole venti centimetri, quanto in larghezza, e lì davvero esagero, o per lo meno, ha esagerato mia madre a farmi così, o la Natura, o Gesù Bambino, non so chi, so solo che ho un cazzo enorme! Decisamente largo, perfetto per soddisfare la fica della donna più esigente. La magica fessura, si sa, è elastica e pure se stretta si adatta con una certa facilità e in quel caso l’attrito
diviene notevole, il clitoride viene tormentato e gli orgasmi ne risentono, in quantità e qualità.
Forse anche per questo mi sposò Marilù. Ci conoscemmo giovanissimi, lei aveva diciotto anni e io ventidue. Aveva già avuto esperienze sessuali. La verginità, mi raccontò, la perse a sedici anni sul sedile posteriore di una Fiat Punto. Io invece ero più navigato e tutto per merito del mio enorme arnese. Capirete bene, quando iniziai a scopare, ben presto le ragazze che frequentavo si passarono la voce e dovevo mettere il conta numeri come dal panettiere. Praticamente me le scopai quasi tutte, fino a stufarmi. Non ridete, ci si può stancare di trombare, in particolare quando ti accorgi di essere quasi un fenomeno da baraccone, quando scopri che le ragazze vengono da te pur avendo il fidanzato; aprono le gambe subito, senza che neppure glielo chiedi, si fanno montare urlando come galline strozzate, anche di dolore, perché da giovani non tutte sono ben allargate là sotto, ma pur di provare la misura king size sono pronte a tutto e alla fine ti accorgi di essere una macchina da sesso. Un giorno ne dovetti scopare sette e alla fine di vuoto non avevo solo i coglioni, ma anche l’anima.
Avevo voglia di innamorarmi, di avere una sola donna, coltivare un affetto, uscire a passeggio, andare al cinema e guardare il film! Sono un sentimentale? Sì, e allora? Che male c’è? Mica solo le donne amano l’amore. E poi certo, la sera si trombava con sommo gaudio, ma che non era sesso, c’era amore. Guardate che stanca anche quello, se fatto come un rullo compressore. Marilù era la donna perfetta per me: intelligente, bella, porca quanto basta e dolcissima. La sposai dopo quattro anni di fidanzamento e avemmo due bellissimi figli, una femmina e un maschio che ora sono al campeggio e quindi la casa è libera per noi due. E continuo ad amarla come allora ed è proprio perché la amo e perché la nostra accresciuta maturità sessuale ci ha portati, insieme, a toccare più ampi limiti nel sesso, che ho deciso di accontentarla e ho assoldato un gigolò con un cazzo normale, quasi sottile al mio confronto, per rompere il culo a mia moglie.
Con il mio è praticamente impossibile. Ci abbiamo provato più
volte, ma con grandi difficoltà. A parte il sado-maso, le frustate e cose simili che non ci interessano, facciamo di tutto nel sesso, meno quello anale. Lei non riesce proprio, e la comprendo, ma lo desidera molto. A dire il vero, il suo culo non è del tutto vergine. Le ho infilato diversi modelli di vibratori procurandole deliziosi orgasmi, ma un cazzo, un vero cazzo è un’altra cosa. Lo sa lei e lo immagino io. Se in più sommate il fatto che da tempo ho una fantasia cuckold, sapete di quegli uomini - e siamo in tanti, anche se nessuno lo ammette ma poi basta consultare i siti di scambio moglie e vi accorgete che gli annunci sono migliaia - che si eccitano a vedere la propria moglie montata da un altro uomo davanti a loro…ecco, ora capite perché sto facendo salire nel nostro appartamento un uomo incaricato di inculare mia moglie Marilù davanti a me.
Sono dietro la porta di casa, è socchiusa e attendo l’arrivo dell’ascensore.
La porta scorrevole si apre illuminando il pianerottolo tenuto volutamente al buio. Ne esce un giovane uomo, alto circa un metro e ottanta, abito blu, camicia bianca aperta sul petto glabro e senza cravatta. Si avvicina e apro. Tendo la mano e lui, sicuro, me la stringe.
“Ciao, accomodati.”
“Ciao” e mi sorride. Che mi stia prendendo per il culo? In fondo sa perché è qui, cosa dovrà fare e perché lo farà.
Entra e si ferma, attende che gli presenti mia moglie. Pare educato. Ha un buon profumo. Lo guardo meglio e… porca puttana, è davvero bello!
Per un attimo mi pento, ma passa subito, però un po’ ritorna quando vedo l’espressione di Marilù. Il suo tremore, l’emozione, sembra tutto svanito. Si alza dal divano e gli va incontro con un sorriso radioso. Si vede proprio che le piace.
Non è che potevo sceglierne uno meno bello?
Mi do dello stupido. Non si devono fidanzare, devono fare quello e basta. Lo pagherò, quattrocento euro, mica noccioline, ed è giusto che abbia scelto bene per mia moglie. La amo, anche se so che qualcuno non capirà ma non importa. Voglio il suo bene, voglio
che si tolga questa soddisfazione. Poi lei non sa dove io lo abbia trovato questo incaricato, in quale sito, il numero di cellulare. Le romperà il culo, la farà godere, spero molto e poi sparirà per sempre dalla nostra vita.
Cazzo! Anche il baciamano le fa e pure in maniera corretta. Un cenno del capo, la mano di Marilù nella sua e solo avvicinata alla bocca, nessun contatto. E ha pure i capezzoli già eretti, mia moglie! Le piace proprio l’incaricato!
“Come da accordi non ti chiederò il nome, e tu chiamami Paola.”
“E tu chiamami Luca. Sei molto bella, Paola.”
Le cinge la vita, le sorride, viene ricambiato, le palpa pure un seno, ma con grazia. È bravo, non c’è che dire e tremendamente bello. Moro, un vero mediterraneo, anche se l’accento è del nord come noi. Denti candidi, barba corta e ben curata, sorriso strappamutande. Uno così ha successo con le donne pure se normodotato, difatti… e poi avrà trent’anni, per una quarantaduenne come mia moglie, che pure è una splendida donna, in formissima, deve essere piacevole essere corteggiata da un bellissimo giovane. Sorvoliamo che lo fa per soldi, suvvia.
“Vieni Luca, ti verso da bere, Pinot grigio ti aggrada?”
“Molto, è tra i vini che preferisco.”
Vedo mia moglie più sciolta, direi quasi rilassata, gli versa da bere e riempie anche il mio bicchiere, guardandomi e facendomi l’occhiolino. Cosa vorrà dirmi? Mi sto rincoglionendo. Ho voluto io questa cosa, sono io che le ho proposto di aggiungere un terzo alla nostra coppia per soddisfare la sua… come dire… legittima voglia e anche perché mi eccita da impazzire l’idea di vederla posseduta da un altro maschio davanti a me, nel culo poi, dove io non sono mai potuto entrare.
Ora che ci penso, sempre per quel dettaglio sulle dimensioni, non ho mai inculato nessuna donna! Mi tocco, ma potevo fare a meno. Lo sento benissimo quanto sia di marmo il mio cazzo perché ve lo confermo: sono eccitatissimo. Un poco geloso e non pensavo, ma eccitato e immagino già la mia Marilù che geme sotto i colpi dell’incaricato. Mi sorprendo a pensare… a desiderare che le faccia
un poco, ma poco, male. Mi eccita anche la sua eventuale sofferenza. In fondo è giusto. Ti faccio il regalo di una inculata che tanto agognavi, almeno soffri un po’!
Brindiamo.
“Cin cin! Alla nostra…”
Stavo per dire amicizia. Beviamo, che è meglio.
“Siete una bella coppia” e girandosi verso Marilù “e tu una gran bella donna e molto fortunata. Hai un marito intelligente che ti ama, e presto ti farò godere.”
Si avvicina a mia moglie e le sfiora le labbra. Marilù è leggermente rigida, mi lancia un’occhiata, poverina non sa come comportarsi. Le sorrido mentre finisco il vino, lo prende come un mio segnale; si gira e lo bacia. Cazzo, e che bacio! Lingue incrociate! Sento una fitta alle palle, me le strizzo, conosco il mio corpo. Mi accade quando sono molto, molto eccitato ed è un pre orgasmo. Se me lo tirassi fuori ora, vedrei in punta una goccia, grossa, trasparente. Mi piace anche prenderla tra le dita e succhiarla, è dolce e mi piace molto. In effetti potrei anche farlo, in fondo tra poco saremo tutti nudi e mi farò una sega grandiosa, spaziale, mentre la mia donna viene penetrata davanti a me.
Mi manca solo decidere dove sborrare. Sul viso di Marilù? In bocca? Sulla schiena, visto che, immagino, sarà a pecorina? Magari la inculerà distesa, in posizione ginecologica, allora potrei riempirle le tette, quelle bellissime tette sode che ha. Ne abbiamo già parlato con mia moglie, lei dice che le va bene tutto, che potrò scegliere io. Adora bere la mia sborra, la eccita, mi confessò quando ne parlammo, che le sarebbe piaciuto farsela schizzare sul viso accompagnato da un “prendi, puttana, godi come una troia.” Ci piace il linguaggio sporco quando facciamo l’amore e oggi sarà molto sporco.
Stanno limonando alla grande e lui le ha messo una mano nella scollatura. Bella forza: Marilù ha indossato un abito aderente, scollato e senza biancheria intima, ma pure lei è “partita”: gli sta palpando il pacco. Non sarà enorme come il mio, ma è duro e si vede bene anche sotto i calzoni. Vaffanculo, lo faccio. Tiro fuori il mio
cannone e lo sego davanti a loro che si sono distesi sul divano mentre l’incaricato sta palpando la fica di mia moglie.
“Mmmhhh, sei bella pronta, già tutta nuda sotto e hai una voglia matta, vero?”
La provoca e lei ci casca.
“Sì, Luca, ho molta voglia, ma sai bene che non è lì che devi entrare.”
Sembrano due innamoratini.
“Certo, tesoro, so tutto, però adoro toccare la fica e sentirne il gusto.”
Con quelle parole, sfila due dita dalla passera gocciolante di mia moglie e se le porta alla bocca, succhiandole con calcolata abilità. Che porco!
“Sei buonissima” magari, anzi, certamente lo dirà a tutte, nel caso di mia moglie non può che essere sincero. Confermo che ha un sapore buonissimo!
Incrocio lo sguardo di Marilù che allarga gli occhi vedendomi con il cazzo in mano mentre accenno a una sega. A proposito, è uscita una seconda goccia, segno che mi basterebbero pochi colpi di mano per schizzare, e non voglio farlo subito, però me la sono gustata. Luca, o come accidenti si chiama, nota lo sguardo di sorpresa di Marilù e si gira verso me. Ora è lui a sbarrare gli occhi.
“Cazzo!” Eh caro, qui ti volevo.
“Straordinario…”
Si alza dal divano lasciando esterrefatta mia moglie e soprattutto lasciandola là, a gambe aperte con un’espressione di sorpresa, e si avvicina a me, me lo fissa, sembra perfino piacergli.
“Giuro che non ne avevo mai visto uno così grosso, è proprio… largo! E sì che ne vedo molti, mi capita spesso di fare sesso a tre con anche l’uomo della coppia. A proposito… se poi ti interessa…”
Si gira verso Marilù.
“Paola, se a te fa piacere, potremmo far divertire anche tuo marito, gli facciamo un pompino a due bocche, che ne dici? Se ti va, se gradisce anche a lui.”
Attimo di gelo, non so cosa dire, mi ha spiazzato e, se non
bastava, ancor più eccitato. Marilù, da donna intelligente e porca quale è, capisce subito e replica.
“Certo, perché no, ma prima…”
Si alza e con grandissima calma solleva le braccia, le porta dietro la schiena, abbassa la zip e inizia a fra scivolare verso l’alto l’abito che piano piano sale scoprendo le cosce abbronzate, poi il pelo nero.
A me piace pelosa e bello lungo, quel pelo da tirare quando le infilo la mano nelle mutandine. Sale ancora, il ventre ancora piatto, quasi, ma che mi frega, io la amo così come è, è mia moglie, la mia donna di quarantadue anni, bella più che mai. La conferma arriva con l’uscita dal bordo dell’abito, che continua inesorabilmente a salire, dei seni, fantastici.
Ora è completamente nuda, getta il vestito su una spalla, si gira e in silenzio, ancheggiando, si avvia verso la nostra camera, come dire: sbrigatevi con le vostre cose.
Eh sì, le nostre cose. Rimetto il cazzo nei pantaloni, con non poca fatica; mi avvicino a un mobile, apro un cassetto, prendo una busta con dentro i quattrocento euro pattuiti e li consegno all’incaricato che la fa sparire nella tasca interna della giacca. Mi fa un sorriso.
“Guarda che non sono gay, anzi, stravedo per la fica, solo che posso essere bisex, se richiesto. Vedi tu.”
Offerta inattesa, ma attraente. Più sorprendente è l’altro pensiero che mi fulmina il cervello: e se glielo succhiassi io a lui? In fondo mi son sempre chiesto perché le donne siano pazze per i pompini.
Che accidenti sto pensando? L’emozione deve avermi dato alla testa, scaccio questo pensiero ed entro in camera, con lui dietro. La mia bella Marilù è distesa sul letto già pronta, adagiata su un fianco, la testa appoggiata a una mano. Ci guarda sorridendo. Era così tesa… direi che è passato tutto! Però… ma sì, cazzo, è meglio così che stare rigidi come un baccalà. Come già convenuto al telefono, mi calo nel ruolo: mi siedo su una poltrona a lato del letto, abbiamo una camera piuttosto ampia, e mi accingo a godermi lo spettacolo della imminente inculata della mia adorata moglie.
Intanto lo spettacolo lo offre l’incaricato. Si sta spogliando, anche lui lentamente. Giacca appoggiata a una sedia. Lo so, gettata per
terra fa tanto pirata bastardo, ma poi ci deve uscire con gli abiti sgualciti. La camicia, di un candore abbagliante, ha pochi bottoni chiusi e si apre in breve tempo e quando la sfila, vien quasi da dire: wow!
Marilù si trattiene ma son certo che lo ha pensato. Luca ha un fisico notevole, muscoli pennellati, nulla di esagerato, tipo culturista, ma davvero ben fatto. Non ha un pelo manco a pagarlo, la pelle è liscia come quella di un neonato e quella carne deve essere soda come il granito. È bello, lo sa e si mostra come un pavone, se avesse la ruota, la sventaglierebbe. Sposto lo sguardo su Marilù, è estasiata. Come darle torto. Ho scelto bene per il mio amore. Ne avevo visti di quelli con un viso che sapevo non le sarebbero piaciuti, e certamente sarei stato meno “geloso”, ma ho voluto il meglio, è un regalo per lei, la amo e voglio che sia una serata speciale, da ricordare. Ora Luca si slaccia la cintura, la sfila dai passanti. Tutto calcolato, si percepisce che è un professionista, non c’è che dire. Sempre lentamente, mi raccomando, eh? Si apre la cerniera e fa scendere i calzoni. Ma porca puttana, sta venendo duro anche a me! Alberto, sta calmo, mi dico. Alberto sono io, naturalmente, non è che ora mi piacciono gli uomini, è che effettivamente è tutto il contesto che è eccitante e tra poco mi spoglierò anch’io, avevamo deciso che saremmo stati tutti nudi.
E poi che c’entra, sono a casa mia, faccio un po’ quel che mi pare, eccheccazzo! Dunque, via anche i pantaloni dell’incaricato, i mocassini li aveva già tolti, calze non ne porta, restano solo i boxer. Ebbè, un gigolò mica si presenta in slip con disegnato Babbo Natale come vedi in certe vetrine nei centri commerciali. Sotto, si intuisce che è pronto o quasi, d’altronde ha davanti a se, e se la mangia con gli occhi, un gran bel pezzo di fica tutta nuda: mia moglie Marilù.
Con ancora più lentezza fa scendere l’ultimo baluardo prima di mostrarci il suo strumento del piacere. Eh, qui me la rido io. Come fa passare l’elastico dei boxer volutamente tenuto aderente al ventre, il suo cazzo scatta come una molla verso il cielo. L’istinto mi porta a girare immediatamente lo sguardo verso Marilù. Si sta leccando le labbra! Va bene, lo ammetto, è un bello spettacolo.
Cazzo normalissimo, ma comunque bello, dritto verso il cielo come è giusto a trent’anni, ben scappellato, totalmente depilato, anche le palle, lisce e sode. Questo è sodo anche nei coglioni. Nulla da dire, io sarò super nell’uccello e difatti ora mi spoglio anch’io, ma lui è super nel complesso generale e dagli sguardi che ci scambiamo io e Marilù, comprendo il suo legittimo apprezzamento.
“Bene, ora iniziamo, vi informo che ho fatto una doccia appena prima di venire qui, ma se gradite ne posso fare un'altra, voglio che stiate tranquilli e sulla pulizia non transigo.”
Sto per rispondere al suo tono professionale, ma mia moglie mi anticipa.
“Anche noi siamo già docciati, quindi…possiamo procedere.”
E si adagia sul letto, divaricando leggermente le gambe. Deve avere un gran voglia e la comprendo. L’incaricato si avvicina al letto e prende un cuscino. Che fa?
“Vieni, Paola, prima facciamo un bel giochino. Alzati per favore, devo sistemare il cuscino.”
Marilù è sorpresa ma esegue diligente. Luca sistema il cuscino al centro del letto, di traverso. Che vuol fare?
“Tesoro, distenditi sul cuscino, a pancia in giù, sistemalo al centro del corpo, voglio che testa e passerina stiano come sospese. Ti farò godere e già questo varrà la serata, servirà a predisporre la muscolatura e l’animo.”
Mi fa un certo effetto sentirlo chiamare mia moglie tesoro e son curioso per ciò che vuol fare. Non se la doveva solo inculare? Difatti accade una cosa strana. Marilù è distesa come ha disposto l’incaricato e ora anche lui si stende su di lei, come nella posizione del 69, solo che non sono di fronte, lui è contro la schiena di mia moglie, il suo viso è ora all’altezza del culo di Marilù e il cazzo è appoggiato sulla spalla della mia dolce consorte che si gira a guardarmi come a chiedermi: ma che cazzo fa questo?
Lo comprende, e certamente apprezza, subito. L’incaricato le apre dolcemente le natiche, fa colare un poco di saliva sulla rosellina in mezzo e inizia a leccarle il buchino del culetto.
“Mmmhhhh.”
Marilù mugola come una cagna in calore e le credo, ci garba molto quella pratica erotica, l’abbiamo sperimentata più volte, anche se non in quella curiosa posizione. È bravo, il giovane. L’osservo, lappa con cura, passando dalla lingua piatta alla versione a punta e talvolta cerca di penetrarla con la lingua e i risultati si sentono: quando ci prova, Marilù si agita e geme rumorosamente. Che bello, il mio amore sta godendo!
Quando lo facciamo tra di noi, finisce sempre con un dito nel culo e lo apprezziamo entrambi, anzi, quando sono un poco scarico, un bel massaggio prostatico e il mio corpo riesce a trovare, non so dove, le ultime gocce di sperma e i miei orgasmi son sempre gradevolissimi. Pensare che ho amici che mi dicono che non si farebbero mai mettere un dito nel culo da una donna. Asini, non hanno capito nulla del sesso. E sì che di cazzi in culo ne prendiamo tanti, tutti i giorni, dai nostri amati governanti.
Attenzione, c’è una variazione. Caspita, adesso ho capito il perché di quella strana posizione e del cuscino sotto la pancia. Luca ha infilato una mano sotto il corpo di Marilù e le sta titillando il clitoride! Le sta facendo un bel ditalino mentre le lecca il buco del culo! Perché io non ci avevo mai pensato?
Il risultato è strepitoso. Marilù sta urlando per il piacere, geme, si contorce, apre le gambe in maniera scomposta, vorrebbe saltare sul letto e non può, lui la schiaccia con il suo corpo massiccio. Un urlo finale, possente, sancisce l’esplosione dell’orgasmo di mia moglie. Mi avvicino al suo viso, è paonazza, sudata, spettinata, quasi irriconoscibile, ma mi sorride appagata. Io mi son quasi dimenticato che dovevo, cioè, volevo, farmi una bella sega. Se è per quello, è ancora come una colonna, e non lo dico a caso, solo che la novità inattesa mi ha come… distratto. Avevo poi deciso dove schizzarle il mio succo: in viso. Penserete a un gesto di disprezzo. Al contrario, a lei piace, non sarebbe certo la prima volta. Tutto rimandato, farlo ora sarebbe fuori luogo. L’incaricato si è alzato e io mi avvicino al viso di Marilù.
“Amore, tutto bene?” Le sorrido dolcemente. L’amo.
“Tutto bene? Alberto, quell’uomo mi ha fatto andare fuori di
testa! Cazzo, credevo mi scoppiasse il cuore. Un orgasmo folle. Sai tesoro, ti avrei voluto più vicino a me, avevo voglia di prendertelo in bocca, anche se forse è stato meglio così, te lo avrei morso sul più bello” hai capito la mogliettina…
Ora è in piedi anche lei, ancora un poco ansimante e sorride a Luca che ricambia.
“Soddisfatta?”
Se la tira un poco però devo ammettere che è stato bravo, almeno guardando dall’esterno e ascoltando il parere di Marilù.
“Molto, mio caro, molto. Non è che ora te ne vai?” L’incaricato scoppia in una sonora risata. Ecco, pure la risata è bella e fresca.
“No, mia dolce signora, questo era l’antipasto.”
Azz! Ho pensato io ma son certo anche mia moglie.
“Vi spiace se vado a farmi una doccia? Sono sudata come una… vabbè vado a lavarmi. A dopo.”
E nell’accomiatarsi, afferra il cazzo dell’incaricato e gli dà una lieve strizzatina. Come darsi la mano dopo un incontro di lavoro. Ma guarda sta stronza…
No, dai, scherzo, non è una stronza la mia Marilù.
È una vera femmina, una donna straordinaria. Aveva un desiderio erotico, quello comune a quasi tutte le donne, e io non potevo appagarlo. Avrebbe potuto farsi un amante, tradirmi senza dirmi nulla, divertirsi alle mie spalle, invece da persona intelligente quale è, ne ha parlato con me e insieme abbiamo deciso questa esperienza.
Dite ciò che volete, ma io ne sono lieto e questa cosa rafforzerà la nostra unione. Il sesso, anche estremo, se condiviso, unisce, non divide. È il cemento della coppia.
Abbiamo il bagno in camera, sento bene lo scroscio della doccia. Sono nella stanza da letto con questo sconosciuto, siamo nudi, ora un poco afflosciati. Mi fa l’occhiolino, forse per rompere l’imbarazzo che si sta creando tra noi e che mi affretto a smorzare.
“Sei stato bravo, una tecnica originale, immagino che piaccia molto alle tue clienti.”
“Molto, sì, c’è chi mi richiama solo per questo, anche se poi quasi tutte vogliono l’happy ending, esattamente ciò che avrà tra poco la
tua bella moglie.”
Termina la frase agitando il suo cazzo, un gesto non proprio finissimo.
Per fortuna ritorna Marilù, ha l’asciugamano stretto sul seno, qualche goccia d’acqua che scivola dai capelli e le imperla le spalle. Dio, quanto è bella, è radiosa e mi sta tornando duro a vederla così. Ancora dopo vent’anni, vedere mia moglie seminuda mi eccita.
“Amore, mi prendi da bere? Luca, tu ne vuoi?”
“Grazie, ma poco, voglio essere lucido ed efficiente.”
Minchia! Sembra di sentir parlare un chirurgo prima di un trapianto.
I bicchieri tintinnano ancora, il Pinot è terminato, ma non c’è problema, a casa mia la cantina è fornitissima. Per il finale, se tutto andrà bene - e perché no? - ho preparato una bottiglia di Champagne rosé che mia moglie adora e pure io a dire il vero.
È una situazione lievemente surreale: l’incaricato e mia moglie seduti sul letto che bevono, io seduto sulla poltrona dove normalmente poso gli abiti quando mi spoglio per andare a dormire. Ci guardiamo. È giunto il momento, tutti lo sappiamo, la tensione è salita all’improvviso e il mio cazzo ha uno scatto. Ha compreso che qualcosa sta per accadere. L’incaricato si alza, posa il bicchiere, si avvicina a mia moglie, la bacia, le apre l’asciugamano e di colpo l’aria fresca sulla pelle umida fa partire i capezzoli di Marilù. Lui li afferra con indice e pollice e li strizza in maniera decisa, sta saggiando il grado di sofferenza accettata da mia moglie. Elevato. Dona una piacevole scossa alla predestinata che da donna intelligente capisce che deve aiutarlo a ottenere la massima erezione. Si china e glielo prende in bocca offrendogli uno dei suoi mirabolanti pompini.
Cazzo, vedere mia moglie per la prima volta con in bocca l’uccello di un altro uomo, è straordinario, esaltante e riprendo a segarmi, lentamente perché voglio schizzare al momento giusto.
“Brava la mia Paoletta, se non fosse perché ho un lavoretto da compiere, ti lascerei continuare, lo succhi davvero bene. Ora mettiti a quattro zampe.”
Luca si avvicina alla sua giacca e prende un oggetto. Ci spiega:
“È un gel lubrificante e disinfettante, ideale per il sesso anale.”
Poi si rivolge a Marilù.
“Preferisci il preservativo? Se vado in fica, lo uso sempre, nel lato B si può anche non usare, ma se vuoi…”
“Senza! Voglio sentirti schizzare dentro.”
Come sanno essere determinate le donne in certe cose, nessuno! L’incaricato sorride. Magari sta pensando: vieni qui brutta troia che ti spacco il culo una volta per tutte. O magari: che s’ha da fa pè campà.
Di certo io sto pensando: finalmente, è l’ora. O forse lo pensa Marilù più di me.
Lui le afferra i fianchi e la guida. La mette a pecorina e le spalma del gel in mezzo alle chiappe. Le accarezza il buchino che poco fa stava meravigliosamente leccando e difatti la porca torna a dimenarsi. Le piace proprio…
Entra con un dito e fin lì, dejà-vu. Lo ruota dentro, sì da iniziare ad allargare e a lubrificare l’interno. Fa con calma, sa come muoversi, non forza mai. Ora son due dita dentro ed ecco il primo modesto lamento. Luca si blocca.
“Faccio male?”
“No… poco, ma continua.”
Aggiunge altro gel e le riempie bene l’ano. Ora tocca al suo uccello, se lo spalma accuratamente, è lucido, eretto, scappellato, pronto per la monta. L’incaricato si posiziona, appoggia la cappella sul buchino. Momento di silenzio, io e mia moglie tratteniamo il fiato, quasi dovesse avvenire un miracolo.
Luca si distende ad afferrare i seni di mia moglie, di nuovo li strizza; ha compreso che Marilù è sensibile lì e difatti ne ottiene dei dolci mugolii. Era una manovra diversiva perché ora sta iniziando a spingere, delicatamente, ma inesorabilmente. Lo comprendo dalla bocca spalancata di mia moglie che mescola dolore a piacere. Lui è esperto, si ferma, attende che l’ano di allarghi piano, le palpa il culo e poi di nuovo i seni, sente la tensione allentarsi, attende qualche secondo, poi affonda, tutto, dentro, fino ai coglioni!
“Ahhhh!”
Geme, la porca e stavolta lui non chiede più se tutto va bene, se fa male, tanto è tutto dentro e la sta stantuffando. La sta montando, la sta inculando!
Gli “ahhhh” di Marilù cambiano tono, ora sono di manifesto piacere e anche io lo sento quel piacere, quasi che quel cazzo fosse dentro di me. Condivido le sensazioni, i colpi di bacino, lo sbattere delle palle levigate dell’incaricato che colpiscono sul culo della mia deliziosa, meravigliosa, puttana moglie. Accompagno la scena segandomi di brutto, sono stato più volte vicino all’orgasmo e ora sento che, nonostante la grande eccitazione, posso resistere e godermi lo spettacolo e la mia potente sega.
I due amanti gemono rumorosamente, lei lo incita a spingere.
“Sì, cazzo, dai, mi hai sfondata, spingi al massimo, voglio godere, sìì.”
Marilù è decisamente partita, sta godendo come una pazza, si vede e io godo per lei.
È esaltante ammirare la sua eccitazione, di riflesso eccita me. Ci scambiamo sguardi d’intesa, di complicità. Ci è sempre piaciuto esplorare nuovi confini del sesso e ci rendiamo conto di essere sulla strada giusta.
Luca o come accidenti si chiama, si prende una pausa, forse stava per venire, lo tira fuori, si gusta lo spettacolo del buco allargato, cose che solo gli uomini posso comprendere e apprezzare e lo rimette dentro, poi di nuovo fuori, dentro, sembra divertirsi. Marilù si gira a guardare e ordina.
“Non ti fermare, scopami!”
Hai capito la mia dolce troia…
L’incaricato sorride come a dire: vuoi la guerra? E lo risbatte dentro con un colpo secco riprendendo a ritmo sostenuto, ogni tanto piegandosi in avanti in cerca dei capezzoli duri come diamanti.
Che spettacolo vedere mia moglie montata da un altro uomo davanti a me. Ebbene sì, lo desideravo da tempo e se non fosse stata per la scusa del culo da sverginare, le avrei proposto una normale scopata con un altro, in un club privè o a casa, ma lo volevo e anche
lei. Ora è di nuovo girata e mi fissa, cerca i miei occhi, la mia approvazione, cerca la mia eccitazione affinché si trasferisca a lei e ci unisca in questo gioco perverso e condiviso.
Sale il tono, gli orgasmi si avvicinano, l’incaricato è prossimo a esplodere ma è Marilù che batte tutti sul tempo.
“Sììì godo, godo, godo come una vacca!”
Luca ne approfitta accelera al massimo e con un grugnito liberatorio inonda le viscere di mia moglie con la sua sborra. Io mi sento impazzire, sto menando il cazzo a una velocità folle. Mi alzo dalla poltrona, mi avvicino al viso di Marilù e le disegno un arabesco di crema bianca e densa. Lei si è girata per accogliere meglio il frutto del mio piacere. Io non venivo appositamente da cinque giorni per avere i serbatoi colmi e si vede dal primo getto impetuoso che le segna il viso. Il secondo finisce in bocca, l’ha aperta al massimo ed è come un ordine: lo voglio in bocca per dissetarmi. Dio, che orgasmo!
Siamo tutti e tre ansimanti, appagati e sudati. L’incaricato ha terminato il suo compito, egregiamente eseguito. Marilù rimane fissa a pecorina a guardare me, con la mia sborra che cola dal suo bel viso e va a bagnare le lenzuola. Io che mi meno l’uccello, faccio uscire le ultime preziose gocce in bocca alla mia puttana che diligentemente le succhia. Mi fa un sorriso d’amore e mi dice:
“Mi piace essere puttana per te.”
La amo da morire.
“Vado in bagno, permesso.”
A parte la legittima necessità di un’abluzione, ho come l’impressione che ci voglia lasciare soli a goderci questo momento d’intimità. Mi piace questo ragazzo, sa come si fa e lo fa bene. Difatti c’è una grande tenerezza tra me e mia moglie.
Ci baciamo a lungo. Marilù mi guarda e mi pare che sia perfino commossa.
“Amore mio, ti sono grata per questo particolare regalo che mi hai fatta, sei un grande uomo e io orgogliosa di averti al mio fianco. Per sempre. Ti amo e ti amerò in eterno.”
Ecco, adesso quello commosso sono io.
“Anche io ti amo tantissimo e voglio confessartelo: sono stato un pizzico geloso. Ho quasi temuto di aver scelto troppo bene, ma poi mi son detto stupido da solo. Per te voglio solo il meglio e comunque vederti godere sotto le spinte di un altro maschio… Mmmmm tremendamente eccitante! E quando i nostri sguardi complici si incontravano, vedevo la tua eccitazione. Straordinario!”
“No, sono io che ho goduto della tua eccitazione, sapevo che ti avrebbe arrapato e vederti esaltato mi ha dato ancora più voglia e appagamento. Dopo, quando se ne sarà andato via, scoperemo tu e io, alla grande!”
“Certo, ne ho già voglia.”
Marilù sente premere sul ventre quel tronco di carne che ben conosce e che si è nuovamente irrigidito, lo stringe forte come piace a me, scende con la testa e se lo prende in bocca.
Meno male che se il culo lo ha stretto, la bocca è ampia.
L’uscita dalla doccia dell’incaricato interrompe quel delizioso pompino.
“Oh, scusate, ma proseguite pure” ci incita il bel porco.
“Non ti preoccupare, proseguiremo dopo. Ora andiamo in salotto, stapperemo una bottiglia di rosé, di quello da ricordare, come questa esperienza, vero amore?”
“Sì, tesoro, grazie ancora. Dai andiamo.”
Si alza dal letto per prima Marilù, passa davanti a Luca e di nuovo gli palpa l’uccello, stavolta moscio, voltandosi però verso di me e facendomi l’occhiolino, maliziosa.
“Lo sai che mi piace fare la troietta, l’ho sempre fatta solo con te, oggi mi sfogo un po’.”
Le sorrido, è bella da morire e ha un culo meraviglioso. Direi perfino che la sto vedendo con occhi nuovi e lei sembra saperlo. Ondeggia, sculetta mentre va in salotto, come una battona da strada. Anche l’incaricato è ammaliato e noto che fissa con cupidigia quel culo che ha appena violato.
Non so cosa mi prende. È un attimo, forse follia.
Mi chino davanti a lui e glielo prendo in bocca, visto che sta già ricrescendo. Mi guarda e non pare molto sorpreso, chissà quanti
clienti maschi ha soddisfatto.
“Ehi, lo sapevo che lo avresti fatto, sono in tanti che si vogliono togliere questa soddisfazione o curiosità. Stai andando bene, vedi, è giù duro per te, mmhh…” Incredibile! Sto facendo un pompino a un uomo! Beh, certo, a una donna no. Lo confesso: bramavo l’idea di scoprire cosa provano le donne a tenere in bocca lo scettro del comando. Vabbè, scherzo. Volevo dire il cazzo.
Porca miseria, ma sapete che è piacevole? Niente male sentire questa carne soda, ma che dico soda, di marmo, in bocca. Sentire i contorni della cappella, scorrere con la lingua sull’asta, percepire i rigonfiamenti delle vene. Sto cercando di entrare nella mente di una donna, capire cosa sente e ricordare come lo fa mia moglie. Non ci avevo mai pensato, quando metto a disposizione il mio cazzone. Mi occupo solo del mio piacere e non rifletto su cosa la mia donna provando. Devo imparare tutto.
“Cazzo, sei bravissimo, quasi meglio di tua moglie, che pure è un fenomeno. È proprio vero, ci vuole un uomo per fare una pompa perfetta, difatti noi gigolò subiamo molto la concorrenza dei trans.”
Ecco, come non detto, sono già un’autorità. Un inatteso tocco di mani sulle mie spalle mi fa trasalire. Cielo, mia moglie, si direbbe in questi casi.
“Ma tu guarda questi due porcelli, e io che vi stavo aspettando per aprire lo Champagne… non vi vedevo arrivare ma non credevo che vi steste divertendo così bene. Prosegui, amore, mi piace guardarti in questa bella novità.”
Sono sincero, un poco mi vergogno, anche se le parole incoraggianti di Marilù mi fan comprendere che non mi vede come un finocchio. Aggiungo una sega al pompino e… lo ammetto, avrei voglia di assaggiarla. Non che non conosca il gusto della sborra, l’ho leccata dal viso o dalle tette di mia moglie e dopo ci siamo baciati. Una volta le venni in bocca, lei la trattenne tutta, mi volle baciare e la trasferì nella mia bocca, intimandomi di ingoiarla. Naturalmente lo feci.
Non accadrà, non può, è appena venuto e di certo non potrà sborrare per la prossima mezzoretta a occhio e croce. Mi alzo e
stavolta lancio io una proposta.
“Ora brindiamo, ci rilassiamo un attimo e poi proviamo un gioco, se mia moglie è d’accordo.”
Mi volto verso di lei che mi sorride. Ha già compreso e annuisce con il capo.
“Bene, caro Luca, ti faremo un pompino a due bocche e dopo voi due lo farete a me! Ovviamente pagherò per lo straordinario.”
“Mmhh per me ci sto e non ti preoccupare, dopo faremo i conti.”
Sembra divertirsi il ragazzo. Che situazione; siamo sul divano, io a fianco di Marilù, lui sulla poltrona, completamente nudi, che sorseggiamo un eccellente Champagne Roederer rosé, parliamo amabilmente di pompini come parlassimo dei figli a scuola e dei compiti da fare e a me è venuto bello duro in questa situazione.
Stronzi. Stanno ridacchiando di me, d’altra parte, con quella specie di colonna che mi ritrovo tra le gambe, quando si erge non puoi certo non notarla. L’imbarazzo sta passando e che me lo guardino pure, non dico per mia moglie, ovviamente, ma per l’incaricato del cazzo, che si goda questo spettacolo della natura, porca puttana!
“Luca, ti va di fumare una sigaretta?”
“Certo, volentieri, non osavo chiedere perché so che a molti non piace fumare in casa.”
Oh cazzo, ma non aveva smesso di fumare, Marilù?
“Amore, che storia è questa? Avevi smesso…”
“Sì, lo so, ma dopo più di un anno mi è tornata la voglia, colpa di Luisa, quando esco con lei fuma in continuazione ed è una continua tentazione, ma ti giuro che ne fumo pochissime, guarda” e prende la borsetta “questo pacchetto l’ho comprato dieci giorni fa e ne mancano solo tre” ora quattro, anzi, cinque, ne offre una anche al tipo.
Eh vabbè, per fortuna siamo in estate, le finestre sono aperte e lo possiamo fare, visto che siamo nudi, perché viviamo in un attico al sesto piano e almeno da questo lato dell’appartamento nessuno ci può vedere. A me non va, ho smesso da molti anni, quasi non ricordo più e non ho più avuto crisi. Marilù e Luca si alzano e vanno in
terrazzo, si affacciano al muretto del bordo bello alto e che impedisce di essere visti da sotto. E ci credo, sono nudi. E belli…
Li guardo, chiacchierano mentre fumano, ridono.
Lui, sarà perché ci sa fare, ma sembra davvero corteggiarla e la gelosia in me lascia spazio a una nuova eccitazione.
Nella mia mente prende corpo una nuova immagine: lui che le cinge la vita, la bacia, si stringono stretti stretti, lei risponde molto positivamente, cerca di attorcigliare una gamba dietro al corpo di lui, si avviluppa come una pianta di edera. Gli affonda le unghie nelle chiappe, cioè, cerca di farlo ma quello ha un culo di granito. Ora mia moglie si china e glielo prende in bocca. Cazzo come succhia! Io intanto mi strizzo i coglioni, mi piace farmi male quando sono eccitato e questa cosa contribuisce ad aumentare la mia già possente erezione. Ora lui la prende e la piazza con le mani sul muretto. Lei acconsente, allarga le gambe, gli fa intendere che lo pretende dentro e lui, il porco, la scopa! Stavolta in fica e la sbatte come un ossesso, gridano come pazzi. Noo ci sentiranno i vicini. Va bene che nessuno sa che mia moglie è montata da un estraneo, penseranno che siamo noi due, magari domani in ascensore qualche vicino mi farà l’occhiolino, mi darà di gomito come a dire: complimenti dottore… intanto lui la sventra, la sbatte, vedo le tette ondeggiare paurosamente, le contrazioni dei glutei marmorei del maiale che la sta possedendo e le dice gli insulti più volgari.
“Godi puttana, ti spacco la fica, godi maiala, prendi sto cazzo, non sarà come quello di tuo marito, ma io ti monto meglio di sicuro!”
E le sborra dentro con un urlo!
“Amore? Ehi Alberto, ma che hai? Sembri imbambolato e che razza d’uccello hai? Ti sarai mica eccitato a guardarci fumare?”
Una carezza sul viso e un dolcissimo bacio di Marilù mi risvegliano da questo sogno a occhi aperti. Faccio finta di niente, ma doveva essere chiaro che ero in bambola. Ora ne son certo: sono un cuckold!
“Vieni, rientriamo.”
E mi afferra il pistolone, la mia dolce moglie che sogno più troia
di quanto non lo sia. Mi sto riprendendo, ritorno alla realtà. Questa lunga notte di sesso sembra non voler finire. Mi piace un sacco questo cambio di ruoli, in fondo il sesso è un gioco, il migliore e a noi piace giocare. Ora è l’incaricato che prende l’iniziativa. Ci porta in camera nostra, sale in piedi sul letto in uno degli angoli esterni in modo che io e Marilù possiamo avere la migliore posizione per spompinarlo in due. Porca miseria, ma le sa tutte! In quella posizione sembra il colosso di Rodi.
In piedi, fisico scultoreo, mani sui fianchi, cazzo ben sporgente e noi due ai suoi piedi. In questa posizione lo possiamo succhiare in due senza ostacolarci troppo. In particolare io mi dedico alla cappella e Marilù alle palle. Le ha tutte in bocca e il signorino sta mugolando come un maiale. Lo so che i maiali non mugolano, ma lasciamo perdere.
Lo dico: mi piace sentire quel bastone in bocca e anche sapere che la mia donna partecipa vicino a me. Ogni tanto ci cerchiamo con lo sguardo. Che bella che è, porca e bella, e porco, molto, pure io.
Cambio. Almeno così decide la signora, ora le palle toccano a me e lei si prende lo scettro. Chi non cambia è l’incaricato che sta godendo come un pazzo.
Pausa. In effetti succhiare è faticoso, occorre una piccola sosta.
Bacio mia moglie e sento che sa di cazzo… che strana cosa. Mi piace, sì, mi piace. Lei alza lo sguardo verso il fortunato.
“E tu avvisaci quando stai per venire, dobbiamo litigarci la sborra io e mio marito, vero amore?”
Sfida accettata.
“Vince chi arriva per primo.”
Stiamo diventando due bei maiali, cioè, lo siamo già.
Torniamo all’attacco, lecchiamo l’asta dritta e dura come un fuso, io da sinistra, lei da destra, su e giù e ci godiamo i complimenti del gigolò mentre Marilù gli strizza i coglioni grondanti saliva. Mai avrei pensato di finire questa serata succhiando un cazzo, ma lo sto facendo e mi piace e ho deciso che il finale sarà mio. Un pompino, vero, si conclude solo con l’ingoio o non è un pompino! E non gli occorre molto, è giovane, ha ampie riserve e noi siamo bravi.
Mi approprio dell’asta e non la mollo più, Marilù tenta di contrastarmi ma io succhio con cattiveria e sento il primo fiotto potente. Ora so cosa provano le donne! Bevo, succhio, ma poi devo lasciare, mia moglie me lo strappa letteralmente di mano e si beve le ultime preziose gocce. Mi basta così, per essere il primo bocchino della mia vita, posso dire di essermelo gustato. Ci fa pure i complimenti, il porcello mercenario. Ci sorride beato… e te credo! Scende dal letto e mi accarezza sotto. Non ci avevo fatto caso, ce l’ho bello dritto pure io. Cazzo, ora tocca a me. Ma che fa? Si avvicina al viso, lentamente ma inesorabilmente. Vorrà mica baciarmi? Sei scemo? Si ferma vedendo la mia espressione, ma non indietreggia e qui interviene mia moglie… ma brava!
“Amore, fallo per me.”
“Che cosa dovrei fare?”
“Bacialo, dai. Io una volta ho baciato un’amica a lingua in bocca e credimi, è come farlo con me, ma mi piacerebbe molto vedervi baciare. Non temere, non ti giudico gay. Dai, fallo per me.”
Ma perché? Neppure il tempo di pormi la domanda e sento le labbra di sto cazzo di incaricato sulle mie e subito la lingua che scivola dentro, non vuole darmi il tempo di pensare. Pazzesco! Che notte. Prima ho permesso a mia moglie di farsi inculare davanti a me, poi ho spompinato un bel giovane e ora mi sto facendo baciare.
Ha ragione Marilù. È solo un fattore psicologico, il bacio è identico a quello di una donna e… mi piace, che dire, mi piace. Le uniche differenze sono una leggera ruvidezza per la barba, sì rasata ma che a quest’ora inizia appena a farsi sentire e il fatto che abbiamo due sventole di cazzi in mezzo che ti stanno toccando, che ostacolano. Insiste. Che intenzioni ha? Non mi molla, forse sente gli incitamenti di quella stronzetta di mia moglie. Neppure io però mollo. Sarò diventato frocio, che devo dire?
È stato un solo bacio, ma porca puttana non finiva mai. Volete sapere se lo rifarei? Sì.
“Amore, mi prenderesti da bere? Finiamo la bottiglia.”
Sono in bambola, ma appagato.
“Bevo volentieri pure io, è molto buono il vostro rosé.”
Che carino il mio amante… sto scherzando! Eccheccazzo!
Però sì, ci vuole un goccio. Perché non è finita qui. Ora devono fare lo stesso gioco loro due a me. Giuro che non avevo mai fatto una notte di sesso così. So solo che non vorrei smettere.
Ora siamo in cucina, Marilù ha voluto prendere tre bicchieri puliti. Siamo appoggiati al bancone dove la mattina la famiglia si riunisce per fare la colazione, tutti e tre nudi, eccitati, esaltati. Me ne ricorderò le prossime mattine mentre spalmerò burro e marmellata sulle fette del pan brioscé.
Sorridiamo. L’alcol è certamente un bell’aiuto per affrontare queste situazioni decisamente anomale. Beviamo, ci guardiamo. Marilù ha tirato fuori delle noccioline salate; ecco, così berremo anche di più.
Si lanciano uno sguardo d’intesa, i due complici maiali. Mia moglie mi spinge sullo sgabello dove la mattina mi siedo per bere il caffè, l’incaricato si avvicina: è il mio momento. Appoggio il culo e sono in piedi alla loro mercé.
Chiudo gli occhi e assaporo il tatto di due bocche sul mio uccellone e sulle magiche sfere là sotto. Ma come parlo? Si vede che son brillo. Non li guardo, li sento e basta; non so perché faccio così, ma mi piace. Forse perché voglio indovinare chi mi sta spompinando e chi mi sta leccando i coglioni. Sento che si alternano ma fatico a dire chi è più bravo o brava. Ansimo, godo intensamente, sudo, ho la pressione che deve essere a livelli di guardia, sento il cuore che spinge forte il sangue verso ogni capillare del mio corpo. Mi pare di stare in Paradiso, anche perché sto per riempire una bocca, e non so di chi, con la mia sborra.
“Sì, sì, sto venendo, bevete puttane!”
Sto diventando volgare, sarà l’età, sarà il vino.
Là sotto pure godono, mugolano, slinguazzano, succhiano, fanno anche un certo casino. Ho gli occhi chiusi, le gambe cedenti, per fortuna appoggiato. Sto bene, sto bene. Ho goduto davvero intensamente, come poche volte.
Ora riapro gli occhi, abbasso lo sguardo e vedo mia moglie che sta limonando voracemente con l’incaricato. Hanno le bocche
sporche del mio seme e la scena è da ricordare. Ancora attaccati alle labbra, alzano insieme lo sguardo e mi sorridono.
Ci siamo divertiti.
Cazzo che esperienza!
Qualcuno propone un’ultima doccia in tre, ma per quanto sia grande il nostro box, staremmo troppo stretti. Entriamo io e Marilù e il bel giovane si limita a un bidet, in fondo si era appena lavato.
Ci rivestiamo, chiedo al solerte incaricato cosa gli devo per l’extra prestazione.
“Per questa volta nulla, mi siete simpatici, spero di rivedervi.”
Apprezzo il gesto, ma senza che se ne accorga, infilo due banconote da cento nella tasca della sua giacca.
“Bene, ora che ci siamo ricomposti, ben soddisfatti, propongo un ultimo brindisi. Ho un rum invecchiato trenta cinque anni, preso alla Martinica un anno fa e attendevo solo l’occasione giusta per aprirlo. Ho anche la cioccolata fondente, di quella buona.”
“Con molto piacere.” Risponde il bel ragazzo, mentre Marilù si alza per riprendere il pacchetto di sigarette.
“Amore, sai che ne fumerei una anch’io?”
Stasera è la sera delle sorprese, ricomincio a fumare? Spero di no, ma intanto ora ne ho voglia e me la fumo. Lo so, con un rum straordinario come questo occorrerebbero dei sigari cubani, ma non li reggo. In gioventù provai a fumarli, vomitavo ogni volta e quindi, nisba. Non intendo rovinare una così bella serata, anzi, notte. Sono la una e trenta. E poi sigari cubani non ho, quindi è belle che risolto il problema.
Fumiamo tutti e tre, io tossisco un poco, capirai, dopo otto o nove anni che non fumavo, mangiamo cioccolata fondente piemontese, deliziosa, e degustiamo un rum da sballo. Tre giri di rum, più lo Champagne rosé, più il Pinot grigio, come tasso alcolico siamo ok. Cioè ciucchi.
Sì, sbronzi ma non da non comprendere che abbiamo avuto una bella esperienza, che siamo persone intelligenti che si sono incontrate e hanno goduto dei piaceri della vita, del sesso.
“Bene, è stata una magnifica serata, spero molto di esservi
piaciuto, voi a me molto e anche se lo faccio per mestiere, non crediate che sia sempre così gradevole. Grazie a Paola, o come ti chiami ma non importa, grazie ad Alberto e buonanotte, me ne vado a nanna.”
Ci alziamo tutti e tre, l’incaricato ripete il baciamano a mia moglie, quasi ridicolo dopo tutto ciò che hanno e abbiamo fatto insieme, ma ci sta. Lo accompagno alla porta mentre Marilù sparisce in camera. Per noi due non credo che sia finita qui.
La notte è lunga.
Luca esce, sembra indugiare, si ferma sulla porta, mi mette una mano su una spalla come fosse un vecchio amico.
“Io mi chiamo Claudio.
“Ma dai?” Gli sorrido, sincero.
“Hai sempre il mio numero di cellulare?”
“Certo.”
“Mi richiamerai?” Che strano, non me lo aspettavo detto così, con un tono suadente.
“Può essere, siamo stati bene, ma preferisco sentire mia moglie, sai come son fatte le donne, oggi le piace, domani chissà…”
“Alberto… Dicevo a te. Solo a te. Mi chiamerai?”
“Io? …Perché?”
“Ti voglio rompere il culo.”
Cazzo! Mi ha tolto il fiato. Resto lì come un baccalà.
Mi giro, e non so perché, per vedere se c’è mia moglie. È in camera. Nessuno dietro me. Ho il fiato mozzato, devo respirare, l’alcol sta sviluppando tutto il suo potenziale. Mi appoggio alla porta, la testa mi gira, devo avere una faccia strana quando gli rispondo.
“Sì.”
Mi sorride, sto stronzo, si gira e svanisce nello stesso ascensore da dove era comparso.
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scritto il
2020-10-10
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