Il tradimento di Maria

di
genere
saffico

Maria aveva fretta di arrivare a casa. Lavora part-time in un negozio di vestiti e anche per quel giorno aveva finito il suo turno. Era il suo compleanno e sapeva con certezza che Sergio la stava aspettando e che c'era qualche sorpresa ad attenderla. Una cenetta romantica? Un regalo inaspettato? Non lo sapeva, ma Sergio sarebbe riuscito a stupirla come sempre.

Erano sposati da 3 anni quasi, ma stavano insieme da quando avevano vent'anni. Maria era molto innamorata di suo marito e sapeva che non avrebbe potuto desiderare un compagno migliore. Tenero, attento, la trattava come se fosse ancora il loro primo giorno di fidanzamento.

Maria compiva 32 anni e Sergio ne aveva 34. Avevano iniziato a parlare da qualche tempo della possibilità di avere dei figli. La maggior parte delle coppie di loro amici avevano già dei bambini, e sapevano che si stava avvicinando anche il loro momento. Maria desiderava molto avere dei bambini con Sergio, ma lui aveva appena iniziato un nuovo lavoro e stavano aspettando che le cose si stabilizzassero prima di iniziare a provarci seriamente.

Anche la loro intesa sessuale non era male. Certo non era certo come i primi anni, quando la passione li ardeva e potevano passare ore a divorarsi come se volessero consumarsi a forza di baci. La tenerezza aveva preso il posto del sesso, e anche se continuavano ad avere momenti intimi con una certa regolarità, la fantasia dei primi tempi se n'era andata, e ormai si limitavano principalmente alla posizione del missionario. I loro amplessi erano abbastanza standard, con molto amore e poco sesso. Sergio era abbastanza ben fornito, ma la durata nel rapporto sessuale non era mai stato il suo punto forte, e ultimamente non sempre lei raggiungeva l'orgasmo. Ma a Maria andava bene cosi, era contenta quando lui godeva e gli piaceva renderlo felice.

Quando lo aveva conosciuto Sergio era un gran bel ragazzo, biondo, alto, occhi azzurri. Non aveva una corporatura asciutta, ma praticava vari sport, e negli anni si era mantenuto abbastanza in forma. Anche Maria, quando si guardava allo specchio non si sentiva insoddisfatta, era riuscita a mantenere il corpo di quando aveva dieci anni di meno. I suoi seni erano ancora sodi, non grandi ma tondi e con piccoli capezzoli scuri, i suoi fianchi erano ancora stretti e il suo sedere era ancora sodo, grazie alla piscina che frequentava due volte a settimana. Il suo orgoglio era la sua pelle, ancora liscia e elastica come seta. Ma il lato migliore di Maria era il suo viso, dolce, con grandi occhi azzurri, e un caschetto biondo sbarazzino che gli conferiva un'aria giovane e fresca.

Quando Maria arrivò a casa trovò Sergio ad aspettarla come previsto. Sapeva che aveva dovuto prendere qualche ora di permesso per poter uscire prima dal lavoro e avere il tempo di preparare tutto. Quant'era dolce e premuroso. La tavola era apparecchiata con candele a dare un tocco romantico alla sala, e una bottiglia di buon vino rosso completava la scena.
“Ti amo tesoro” gli sussurrò Sergio abbracciandola da dietro e baciandola teneramente sul collo.
“Ti amo anch'io, mio caro” gli rispose Maria di rimando.
“Tanti auguri per i tuoi splendidi 32 anni, dolcezza”
“Grazie amore mio”
Iniziarono la cena, e risero e bevvero tutto il vino mangiando pesce al forno preparato da Sergio.
Finalmente arrivò il momento dei regali e Sergio gli consegnò una busta con occhi trepidanti, ansioso di vedere la reazione di sua moglie.
Maria aprì la busta e trovò un tagliando rosso. Lo lesse attentamente e poi saltò sulla sedia per la gioia.
“Mi hai iscritta al corso di ceramica! Ci tenevo tanto! Ma come facevi a ricordartelo?”
Sergio la guardò con occhi pieni d'amore. Erano già alcuni anni che lei gli diceva quanto gli sarebbe piaciuto partecipare ad un corso di ceramica. Era da quando era ragazza che aveva questo interesse, e visto che il suo lavoro era noioso ma gli lasciava tempo libero le sarebbe piaciuto avere un hobby.

Il corso era solo di un settimana e durava tre giorni, il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 16 alle 18. Maria non vedeva l'ora di iniziare e quando finalmente arrivo il primo giorno non stava in se dall'eccitazione. Arrivò in anticipo alla sede del corso, una sala polivalente messa a disposizione del Comune, e incontro le altre partecipanti. Erano solo in sei, ma Maria ne fu felice: “Meglio così penso, almeno l'insegnante avrà più tempo per dedicarsi ad ognuna di noi.” Le altre partecipanti erano tutte più vecchie di lei, non le conosceva ma le sembravano avere tutte facce simpatiche. Entrarono e cominciarono ad aspettare con trepidazione che arrivasse l'insegnante.

Carmela arrivò con cinque minuti di ritardo. Guardandola, la parola bella non era il primo aggettivo che ti veniva in mente, ma quella attraente signora intorno ai cinquant’anni era sicuramente difficile da non notare, Era alta, molto ben curata a sorridente, ed emanava un’area sofisticata e carismatica. Alcuni suoi antenati dovevano probabilmente aver avuto origini arabe o mediorientali, che avevano lasciato tracce nel suo bel volto dai tratti vagamente persiani e nella carnagione color caffellatte. Aveva capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi scuri e profondi e una bella bocca, le cui labbra carnose erano evidenziate da un rossetto rosso scuro. Indossava una gonna nera, alti tacchi e una camicetta bianca. Maria notò solo vagamente che doveva avere un bel seno naturale, evidenziato dalla camicetta che lo conteneva a stento. Il suo grosso seno era impossibile da non notare del resto, sembrava così enorme e pieno sotto la camicetta. Aveva un ciondolo d'oro, dalla forma bizzarra, che dondolava all'inizio della scollatura appena accennata.

Il corso iniziò e Carmela si rivelò essere un'ottima insegnante. Era molto simpatica e aveva sempre una battuta pronta con la quale riusciva a far ridere l'intera classe. Maria rimaneva come ipnotizzata ad ammirare la maestria con la quale le mani ben curate di Carmela accarezzavano e modellavano l'argilla. Aveva dita affusolate e una pelle morbida, con unghie perfette smaltate di rosso. Quando Carmela gli si avvicinò per la prima volta, Maria rimase quasi stordita dall'intensità del suo profumo, dolce ed esotico come una notte orientale.

Il corso sembrò volare via, le lezioni di Carmela erano divertenti e utili, passavano così rapide che a Maria sembrava ogni volta che finissero troppo presto. Carmela era un’insegnante meravigliosa, ed oltre a questo era una donna anche incredibilmente solare e colta. A Maria sembrava che la maestra avesse una simpatia speciale verso di lei, la dedicava sempre un po' più di tempo rispetto alle altre, non perdeva occasione per parlare con lei e chiederle della sua vita, del suo lavoro, di suo marito, e cercava sempre di insegnarle qualche trucco speciale con l’argilla. Capitava a volte che Carmela per spiegarle come modellare meglio l'argilla le girasse attorno, sfiorandola con il seno, e in un paio di occasioni Maria notò distrattamente una soffice pressione sul collo o sulle spalle, quando Carmela glielo appoggiava casualmente contro nel chinarsi in avanti per farle mettere meglio le mani.

Si creò una bella sintonia all'interno del gruppo e si giunse rapidamente all'ultima lezione.
“Care ragazze, siamo giunti alla fine dell'ultimo giorno, ma mi dispiace dovervi già lasciare, siete state delle ottime alunne, simpatiche e piene di talento, perciò ho voglia di festeggiare. Cosa ne dite di una serata tra ragazze? Vi invito tutte a cena fuori!”
Le ragazze applaudirono e la ringraziarono per tutte le cose che gli aveva insegnato. Una di loro non sarebbe potuta andare a cena perché il marito era in viaggio e il figlio piccolo sarebbe rimasto a casa da solo. Ma le altre iniziarono subito ad organizzarsi e a decidere dove andare a mangiare. Maria era indecisa, era venerdì sera e sapeva quando fosse importante per Sergio, era la fine della settimana di lavoro e normalmente festeggiavano con una cenetta intima.
Mentre era lì che pensava indecisa, senti una presenza alle sue spalle accompagnato da quell'indistinguibile profumo e capì che era Carmela. Si volto e trovo l'insegnate che la guardava sorridendo.
“Allora Maria, cosa aspetti a dire che varrai?”
“Oh Carmela, davvero non lo so, è venerdì sera e di solito faccio una cenetta speciale per mio marito dopo la settimana di lavoro.”
“Oh andiamo, scommetto che arriverà a casa stanco e non avrà tempo da dedicare alla sua bella mogliettina”. Dicendo questo gli fece l'occhiolino sorridendo. Mise le mani su fianchi e questo gesto le fece portare le spalle leggermente all'indietro. Quella postura faceva risaltare ancor di più il suo seno, che doveva essere davvero enorme, pensò Maria. Resto anche vagamente stupida di come sembrasse ancora pieno e sodo non ostante la sua età non più giovanissima.
Maria arrossì lievemente e finalmente si decise: “Oh, e va bene, in fondo è un'occasione speciale, è l'ultimo giorno del corso!” In fondo le dispiaceva che non avrebbe più visto le sue compagne e, per qualche ragione, le dispiaceva soprattutto che non avrebbe più rivisto la sua insegnante.
“Esatto, brava Maria” Dicendo questo Carmela la prese sottobraccio per trascinarla dalle altre, e nel farlo struscio involontariamente il braccio di Maria con il suo seno prorompente. Mentre veniva trascinata via Maria chiamo Sergio, per avvertirlo che non ci sarebbe stata per cena. Lui ci rimase un po' male, ma da ottimo marito qual era capì le esigenze della moglie e l'assecondo senza farglielo pesare: “Ok tesoro, vai e divertiti”

Scelsero un ristorante di cucina francese, con un'atmosfera molto accogliente e luci soffuse. In un caminetto nell'angolo bruciava scoppiettando della legna, che conferiva un simpatico calore a tutto l'ambiente. Si sedettero e Carmela prese posto proprio di fronte a Maria. Il tempo di ordinare del vino e le altre quattro ragazze iniziarono subito a parlare dei rispettivi mariti. Carmela non sembrava molto interessata all'argomento e iniziò a chiacchierare con Maria.
“Sai Maria, sei stata davvero un'ottima alunna, molto dotata, dico davvero. Anzi, sai cosa ti dico? Ma non dirlo alle altre però… Sei sempre stata la mia preferita...” E così dicendo le soffiò un bacio da sopra il tavolo, e per la seconda volta quel giorno le fece un occhiolino furbo. Maria per qualche ragione arrossì e si senti leggermente turbata da quell'espressione.
Dopo un po' che chiacchieravano del più e del meno Carmela sbuffo, e sventolando l'aria vicino al volto con una mano disse: “Uff, che caldo che fa qua dentro! Mi sento soffocare.” E dicendo questo si tolse il cardigan rosso che portava, mostrando la scollata maglietta nera che indossava sotto. Il scollo della maglietta era evidenziato da una cascata di brillantini e il ciondolo che aveva luccicava nella profonda valle disegnata da quel seno morbido. Persino Maria, che le sedeva di fronte, non potè fare a meno di lanciare una rapida occhiata in quella direzione.
Non era mai stata attratta dalle donne, e nemmeno quando era più giovane aveva fatto giochini con le sue amichette del liceo. Ma come tutte le donne riconosceva la bellezza del corpo femminile, e in questo caso un così bel seno era impossibile da non ammirare. “Chissà come saranno impazziti tutti i ragazzi che sono andati a letto con lei” pensò Maria, ben conoscendo l'amore dei maschi per le tette. Anche a Sergio piacevano, e il suo petting preferito consisteva nel toccarle e poi succhiarle le tette. A lei piaceva la sensazione, ma non aveva mai capito cosa lui ci trovasse in attaccarglisi ai capezzoli come un neonato.
Maria fu interrotta nei suoi pensieri da una sua amica, che disse rivolgendosi a Carmela “E tu cosa ci racconti, cara professoressa, non c'è un marito che ti aspetta a casa?”
Carmela ridacchio portandosi una mano davanti alla bocca. “ Oh no mia cara, un marito no di certo!”
“E non sei mai stata sposata?”
“No, ma non preoccupatevi per me, quando ne ho voglia non ho problemi a trovare qualcuno con cui scaldare il letto!” Dicendo questo fece per l'ennesima volta l'occhiolino a Maria di nascosto, che rimase stupita senza capire il perché di quel gesto.
“Non ci dirai mica che sei lesbica!” Rispose la loro amica. Tutte scoppiarono a ridere, del resto il vino stava facendo il suo effetto, e qualcun'altra cambiò argomento, ma Maria notò di sfuggita che Carmela si limitò a sorridere, senza rispondere ne si ne no.

La serata giunse rapidamente al termine, e lasciarono il locale tutte un po' brille. Maria chiamò Sergio per venirla a prendere e nel frattempo le altre si avviarono ognuna verso la propria casa, scambiandosi affettuosi saluti e promesse di rivedersi presto. Mentre aspettava Sergio, restò sola con Carmela.
“Sai Maria, mi dispiace davvero molto non rivederti più, dicevo sul serio quando ho detto che eri la mia preferita. Hai un talento naturale per la ceramica ed un peccato non metterlo a frutto. Anzi, senti cosa ti propongo, perché non continui ad esercitarti? Potrei darti lezioni private a casa mia, così impareresti più in fretta.” Dicendo questo le si avvicinò sorridendo, prendendo le mani tra le sue. Fuori faceva più freddo che dentro al ristorante, ma Carmela era ancora in maglietta, e i suoi capezzoli turgidi si notavano sotto la maglietta.
“Oh Carmela, grazie mille per l'invito, non so davvero cosa dire, ma non so se è il caso, non abbiamo molti soldi in questo periodo e le lezioni private immagino costeranno parecchio” In realtà non gli mancavano i soldi, e anzi le sarebbe piaciuto imparare meglio l'arte della ceramica, ma per qualche ragione Carmela iniziava a metterla a disagio, forse a causa di tutti quegli occhiolini. Presa alla sprovvista aveva cercato di trovare una scusa qualsiasi per non dover accettare l'invito.
“Oh andiamo Maria, non ti preoccupare per i soldi, davvero, ti voglio offrire almeno una lezione gratuita come amica, poi deciderai tu se vuoi continuare. Allora, cosa ne dici? Ci terrei davvero molto. Sento come un feeling speciale verso di te.” Dicendo questo le si avvicino ancora di più, quasi troppo, tanto che il suo profumo esotico investi Maria con tutta la sua fragranza, guardandola intensamente negli occhi.
Maria si sentì confusa e persa per un attimo in quello sguardo profondo, e non sapendo cosa replicare si senti rispondere “Oh beh, se la metti così Carmela, allora non so proprio come potrei rifiutare. Grazie per l'invito, sarò felice di venire.”
“Ne sono proprio contenta, vedrai, ti piacerà” Carmela sorrise e sempre tenendole le mani nelle proprie le si avvicino ancora di un passo, sorridendo. Maria per un attimo quasi pensò che stesse per baciarla, ma proprio in quel momento sentì il clacson di una macchina suonare dietro di lei. Sergio era arrivato.
“Beh, il tuo cavaliere è arrivato. Ciao allora, ti aspetto dopodomani alle cinque. Qua trovi il mio indirizzo.” Le infilò in mano un biglietto, e senza lasciare tempo a Maria di pensare alcunché l'attirò a se le poso un bacio sulla guancia, ma quasi all'angolo con la bocca, e se ne andò.

Maria salì in macchina leggermente scombussolata. “Era la tua insegnante quella?” chiese Sergio.
“Si, si chiama Carmela, perché?”
“Caspita, gran bella donna.”
Maria gli diede una gomitata “ Stupido, siete tutti uguali voi uomini, vedete un bel paio di tette e non capite più niente!”
“Con due tette così, farebbe innamorare persino una donna!” si giustificò Sergio, ridendo.
“Beh, stai attento allora, perché tua moglie andrà a fare una lezione privata a casa sua dopodomani, se capisci cosa intendo.” rispose Maria, stuzzicandolo.
“Uhmm, basta che poi mi racconti tutto!” Disse Sergio scherzando. Con un rombo accese il motore, e tornarono verso casa.

Quando arrivò il giorno della lezione privata Maria non poteva negare di essere un po' nervosa. Cosa le stava succedendo? Durante la notte aveva sognato che andava al ristorante con Sergio, e mente erano seduti al loro tavolo improvvisamente era arrivava Carmela tenendo per mano un’altra giovane donna, stranamente molto simile a Maria stessa. Quando entrava in sala Carmela l’aveva guardata sorridendo e le aveva fatto l'occhiolino. Si era svegliata sudata e con il cuore a mille, come se avesse avuto un incubo. Perché Carmela la turbava così profondamente? Possibile che fosse davvero lesbica? Oh andiamo, si disse Maria, è solo la mia fantasia, mi sono fatta suggestionare stupidamente. Non che Maria avesse niente contro le lesbiche, anzi, è solo che durante la sua via in quella piccola cittadina di provincia non ne aveva incontrate molte, e le sembrava impossibile che proprio Carmela, la sua insegnante di ceramica, fosse una di loro. Tuttavia, per qualche ragione, si sentiva un po' nervosa all'idea di restare da sola con quella signora formosa. “E anche se fosse lesbica comunque, figurati se ci proverebbe con me, sa che sono sposata con un uomo!” si disse Maria per tranquillizzarsi.

Alle 17 suonò il campanello della casa di Carmela. Era una bella villetta, con un giardino piene di rose. Carmela aprì quasi subito la porta. Era truccata, con rossetto rosso e mascara a sottolinearne lo sguardo intenso. Aveva una camicetta nera, leggermente sbottonata, sotto la quale si intravedeva un reggiseno rosso a contenere quelle enormi tette.
“Maria, mia cara! Che bello rivederti. Vieni qua!” E così dicendo abbraccio stretto Maria per alcuni secondi, premendo il suo grosso seno contro quello più modesto di Maria. A Maria quasi mancò il fiato, così pressata contro quelle morbide tette. Era la prima volta che sentiva il seno di un'altra donna contro il suo, e la sensazione le diede una scarica elettrica lungo la schiena. Ebbe appena il tempo di notare il profumo inebriante dei capelli di Carmela, prima che la prendesse per mano e la trascinasse in casa.
“Vieni, entra, sei la benvenuta”
Era una bella casa, arredata in stile esotico, con un piacevole odore di sandalo nell'aria e varie candele accese. Una lieve melodia jazz usciva da un vecchio giradischi.
Carmela condusse Maria nel laboratorio dove aveva il piatto per la ceramica e cominciarono a lavorare, chiacchierando del più e del meno. Man mano che lavoravano Maria iniziò finalmente a rilassarsi, la musica di sottofondo era piacevole e Carmela era sorridente e simpatica come sempre. Come aveva anche solo potuto pensare che volesse sedurla? Poi notò, quasi per caso, che un terzo bottone della camicetta di Carmela doveva essersi aperto lavorando. Il reggiseno rosso spuntava adesso da sotto la camicetta, e Maria notò il contrasto tra il rosso del pizzo e il candore morbido di quel seno soffice. Carmela del resto, per spiegarle meglio come mettere le mani, era chinata in avanti sul tavolo, così che la sua scollatura era esattamente davanti agli occhi di Maria. Il suo ciondolo pendeva adesso libero nel vuoto oscillando avanti e indietro ipnoticamente. Maria si perse per un attimo ad osservarne il dondolio, osservando involontariamente dentro a quella magnifica scollatura. Improvvisamente, si accorse di un dettaglio che non aveva mai notato prima. Il ciondolo di Carmela raffigurava due persone abbracciate, avvinghiate l'una all'altra, in un atto indubbiamente erotico. Due persone, due donne.
Maria si senti improvvisamente la bocca secca e la testa leggera, come se avesse un attaccò di vertigine. Alzò lo sguardo spaventata e incontro lo sguardo dolce e leggermente malizioso di Carmela, che doveva aver visto dove si era soffermato tanto a lungo il suo sguardo.
Ma prima che potesse dire alcunché Carmela la prese per mano, e disse: “Vieni Maria, cara, ti vedo un po' stanca. Prendiamoci una pausa, in fondo stiamo lavorando già da un'ora. Andiamo di là e beviamo qualcosa.”

Carmela condusse Maria in salotto, che la segui come inebetita, incapace di reagire. Era davvero lesbica quindi? Quel ciondolo sembrava dimostrarlo.
Carmela la fece accomodare sul divano e le porse un Martini. Maria sedeva imbarazzata, confusa dalla situazione e incapace di decidere se davvero una lesbica, una bellissima e formosa lesbica, stessero tentanto di sedurla.
“Maria, mia cara, sei così silenziosa, cos'è, hai visto il diavolo?” chiese sorridendo Carmela.
“N-no, è solo che non ho potuto fare a meno di notare il tuo ciondolo. L-la tua collana volevo dire. È d-davvero... molto bella.” rispose Maria balbettando, incapace di pensare a qualcosa di meglio da dire.
“Ah, l'hai notata allora! Ci speravo sai? Bella vero? Rappresenta il gesto erotico più dolce e sensuale che esista secondo me, l'abbraccio tra due donne. Me l'ha regalata la mia ultima amante, prima che ci separassimo. Sai, suo marito scoprì tutto e per paura di perdere i figli lei decise di non vedermi più. In realtà dopo nemmeno un mese mi torno a cercare, ma io sono un privilegio raro, ormai aveva fatto la sua scelta e a me non piace essere rifiutata.” Così dicendo prese a giocherellare con la collanina, sporgendo ancora di più in fuori il seno. Un altro bottone saltò, lasciando la camicetta aperta quasi fino a metà. Maria aveva la gola secca e il cuore le batteva forte, ma come ipnotizzata non riusciva a distogliere lo sguardo dal quel ciondolo e da quel seno straripante.
“Maria suvvia, perché non dici nulla? Sei così shockata dei miei gusti? Scusa se non te l'ho detto prima, ma non volevo spaventarti, aspettavo un momento intimo per dirtelo. Un momento come questo....”
Maria fece per alzarsi ma Carmela le prese la mano e gentilmente la ritrascinò sul divano.
“Cosa c'è Maria, non ti piace forse quello che vedi? Ho visto come le osservavi poco fa, ti piacciono vero? Non sono forse un po' troppo grandi? Alle volte le camicette mi stringono e diventa fastidioso portarle.” Così dicendo Carmela porto la mano ai bottoni della camicetta e fini di sbottonarla completamente. Le sue grosse tette balzarono fuori, non più trattenute dalla camicia. Erano davvero enormi, tonde, morbide, perfette. Maria rimase ad ammirarle a bocca aperta, ormai completamente incapace di reagire a quella situazione inaspettata.
“Non ti sentire in imbarazzo cara, è perfettamente normale essere curiose. Non sei mai stata con una donna Maria? Non hai mai sentito con le tue mani il seno di un'altra donna? Dovresti provare sai, è una sensazione meravigliosa. E le mie sono tutte naturali sai, fatte così da madre natura. Sono morbide, incredibilmente morbide… Ecco, guarda, senti.” E così dicendo trasse le mani di Maria verso le sue tette. Maria era mezza imbambolata, e riusci solo per un istante a fare un tentativo di resistenza con le mani. Ma Carmela, con un sorriso sornione che le incurvava le labbra rosse, insistette, aumentando leggermente la sua forza, e finalmente le mani di Maria si posarono per la prima volta sul seno di Carmela.

Fu una sensazione sconvolgente per Maria, che rimase come pietrificata al tocco di quella pelle calda e morbida. I seni di Carmela erano decisamente troppo grandi per le piccole mani di Maria, che rimase lì con le mani appoggiate, incapace di ritrarle o di muoverle.
Sollevò gli occhi e si accorse che il viso di Carmela era improvvisamente a pochi centimetri dal suo. Il suo profumo la avvolgeva e la stordiva. “Belle vero? Puoi stringerle se vuoi. Puoi farci tutto quello che hai volgi di fare, se vuoi... Maria, sei cosi bella, così giovane, così fresca... Hai mai baciato un'altra donna, Maria?” E così dicendo Carmela accosto le sue labbra piene e rosse alla bocca di Maria. Maria era paralizzata dallo shock e per un istante non si mosse. Appena ebbe riacquistato abbastanza lucidità si accorse con stupore che le labbra di Carmela stavano toccando le sue, e che una lingua calda stava dolcemente cercando di entrare nella su bocca. Finalmente si riebbe dallo shock e cercò di reagire. Una donna la stava baciando! Carmela la stava baciando! Ma lei era sposata, c'era Sergio a casa che l'aspettava! A lei non piacevano le donne!

Cercò di divincolarsi ma Carmela non glielo concesse, con una mano dietro alla nuca la tenette premuta a se. La sua lingua si fece più insistente all'entrata della bocca di Maria, che riusciva solo a sentire la sensazione del rossetto di Carmela sulle sue labbra e il suo profumo, quel profumo così intenso che l'avvolgeva.
“Oh andiamo Maria, è solo un bacio tra amiche, andiamo, non ci credo che non hai fatto qualche giochetto al liceo con le tua amiche. É solo un tenero bacio, un dolcissimo bacio, e sarà il più bel bacio che tu abbia mai ricevuto... devi solo lasciarti andare, aprire la bocca, e lasciarti andare...” Dicendo questo Carmela, visto che Maria non cedeva, prese a mordicchiarle il lobo dell'orecchi e a baciarle il collo. Intanto, le prese nuovamente una mano e se la riportò sul seno.
“Ecco Maria, senti il mio seno, sentilo sulla tua mano, senti com'è grande, com'è morbido... Potrebbe essere tuo... pensa a tutte le cose che potresti farci... ti ci lascerei giocare tutto il tempo che vuoi, tutto per te... devi solo aprire la bocca...” le mormorava dolcemente all'orecchio.
Maria non capiva più nulla, la testa le girava, non sapeva più dove voltarsi per sfuggire a Carmela, finché con un sospiro, e un gemito, le si socchiuse la bocca. La lingua di Carmela rapida entrò, e subito catturò quella di Maria in una danza vorticosa.

Maria non aveva mai baciato prima una donna, solo ragazzi, e negli ultimi anni solo Sergio, ma quella lingua calda, e quelle labbra morbide e voraci la catturarono subito in un gioco sensuale senza ritorno. Come persa in un mare in tempesta di sensazioni nuove e prorompenti, Maria si perse in quel bacio, e non seppe se duro un secondo, un'ora o un giorno intero. Era alla deriva, alla dolce deriva in quel mare erotico e profumato, incapace di ragionare e pensare razionalmente.
Si riebbe di colpo, quando senti la mano di Carmela appoggiarsi sulle sue cosce, pericolosamente e vicino al suo pube. Questo improvvisamente le fece capire la situazione, si ricordo di Sergio, di suo marito, che amava e che era a casa ad aspettarla, e cerco di divincolarsi e alzarsi dal divano.
“I-io, io non p-posso, Carmela... oddio cosa sto facendo! Carmela io non posso, sono sposata, c'è Sergio a casa che mi aspetta! Mi dispiace, io devo andare, d-devo andare a casa...”
Ma Carmela non la lasciò andare, anzi, con dolcezza ma fermamente la respinse sul divano. Maria, spossata e confusa, ricadde all'indietro sul divano, e vide Carmela ergersi sul divano sopra di lei. La sua camicetta chissà come durante il bacio era sparita, e adesso incombeva su di lei solo in reggiseno, con quelle tette enormi che quasi scoppiavano fori dal reggiseno.
“Ne sei proprio sicura?” chiese dolcemente, e con queste parole si portò la mano dietro alla schiena e si slacciò il reggiseno.
“Io non credo” aggiunse.

Di quello che successe in seguito Maria si ricordò solo confusamente, i suoi ricordi erano frammentati, incoerenti e confusi nella sua mente sconvolta. Carmela che allunga le mani per prenderle la testa, le che cerca di voltarsi, un capezzolo turgido che gli sfrega contro la guancia, la morbidezza, l'incredibile morbidezza di quel seno enorme, ed infine la sensazione nuova, e sconvolgente nella sua intensità, si sentire il sapore di un capezzolo nella propria bocca. Si stupì di se stessa quando si accorse che si era attaccata a quel capezzolo e che contro ogni logica lo stava succhiando e baciano avidamente, intanto che sentiva le mani di Carmela accarezzargli la testa e mormoragli frasi rassicuranti all'orecchio. Non seppe quanto tempo restò in quello stato, con le testa immersa tra le enormi tette di Carmela, in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio.
All'improvviso il suono del clacson della macchina di Sergio che era venuto a prenderla risuonò in strada, riportandola bruscamente alla realtà come una secchiata di acqua fredda. Con orrore si accorse di quello che stava facendo, di stare succhiando avidamente un capezzolo, e di come la sua saliva copriva tutte le tette di Carmela. Cosa diavolo stava succedendo? Finalmente trovò la forza di spingere via Carmela e fuggire via dalla stanza. Si volto solo per un istante, il tempo sufficiente per vedere Carmela in ginocchio sul divano, con quel seno prorompente che svettava fiero in avanti, inviarle un bacio sorridendo: “ A presto, mia cara...”

Maria corse fuori dalla casa, tuta rossa in viso e scarmigliata. Quando la vide arrivare in quello stato, Sergio osservò scherzando: “Cosa succede Maria, per caso la tua insegnante ha cercato di violentarti?” E ridendo mise in moto la macchina avviandosi verso casa. Maria sorrise nervosamente e accenno una risatina forzata, troppo confusa per aggiungere qualcosa. Sentiva ancora in bocca il sapore delle tette di Carmela. Cosa diavolo le era successo? Come era potuto accadere? Per fortuna Sergio era troppo assorto nell’ascolto della partita del Milan alla radio per accorgersi dello stato di agitazione della moglie.

Quella fu la peggior notte della sua vita e non dormi neppure per un minuto. Appena furono a letto Sergio le si avvicinò in cerca di coccole, ma lei l'allontanò con la buona vecchia scusa del mal di testa. Non era decisamente dell’umore per giochini con suo marito. Quando lui si girò sul fianco rassegnato augurandole buona notte sentì le lacrime salirle agli occhi. Cosa le stava succedendo? Non riusciva a credere che solo poche ore prima stava leccando con passione le tette di un’altra donna. Possibile che stesse diventando lesbica? Impossibile, si disse, gli erano sempre piaciuti i ragazzi, ed era innamorata di suo marito Sergio. No era tutta colpa di Carmela, di quella donna affascinante dal potere tremendo, e di quel seno irresistibile… Non era colpa sua in fondo, chi avrebbe potuto resistere? Era stato solo un attimo, un breve momento di debolezza, che non si sarebbe ripetuto mai più… Il problema è che se chiudeva gli occhi anche solo per un istante immancabilmente rivedeva quel seno enorme scoppiare fuori dal reggiseno, e lo sguardo di Carmela, sorriderle in quel modo lascivo, con quelle labbra rosse, morbide, dolci… Quel bacio… E se Sergio non fosse arrivato a salvarla, cosa sarebbe successo? Rabbrividì al pensiero. Le sembrava di stare impazzendo. Ad un tratto, durante questa lotta interiore con i suoi ricordi, si accorse con orrore di essere completamente fradicia tra le gambe. La sua figa non era mai stata così bagnata! E pensare che con Sergio ultimamente non riusciva nemmeno a bagnarsi e doveva ricorrere ad un lubrificante vaginale. Com’era possibile che quella donna le facesse quell’effetto devastante? Il problema è che si sentiva completamente indifesa di fronte a lei, e si scopriva in balia del potere che il suo corpo prosperoso esercitava sulla sua mente.
Sentì l’impellente bisogno di masturbarsi, ma mentre una mano già saliva verso il seno e l’altra tra le gambe si bloccò improvvisamente. Sapeva con assoluta certezza a chi avrebbe pensato se lo avesse fatto, e in qualche modo sapeva che questo avrebbe cambiato le cose per sempre. Per questo passò tutta la notte a resistere, contorcendosi senza pace nel letto, sudata ed esausta, ma troppo terrorizzata per chiudere gli occhi e rivedere Carmela sorriderle con quella bocca maliziosa.

Il giorno successivo Sergio andò come sempre al lavoro presto e lei rimase a casa, aggirandosi come un spettro senza sapere cosa fare. A mezzogiorno telefonò al lavoro, inventandosi di essere malata per poter saltare il turno. Non se la sentiva proprio di uscire di casa, aveva la testa leggera per la notte passata insonne e le gambe ancora le tramavano al ricordo del giorno prima. Decise che era troppo presto per cercare di elaborare razionalmente quello che era successo, per il momento la cosa più importante era cercare di calmarsi e riprendere lucidità. Decise per cui di andare a farsi una doccia ristoratrice per schiarirsi le idee, e fu una buona idea, perché l'acqua calda riusci a sciacquare via, almeno in parte, la sensazione del corpo di Carmela contro il suo. Si stava asciugando i capelli con il phon avvolta nell'accappatoio, godendosi l’aria calda e sentendosi leggermente più rilassata, quando sentì il campanello suonare. “Chi potrà essere a quest’ora?” si domandò Maria. “Forse il postino”. Scese di sotto e senza pensare aprì la porta. Si pietrificò all’istante. Davanti a lei c’era Carmela, che la guardava con i suoi grandi occhi scuri.

“C-come facevi a sapere dove vivo?” chiese Maria con una punta di terrore nella voce, mentre il suo cuore accelerava.
“Maria, tesoro, il tuo indirizzo è nella tua scheda di iscrizione al corso.” Era vestita in modo casual, con un maglione largo che la copriva fino al collo. Almeno ha avuto la decenza di coprire quel seno indecente, pensò Maria con un leggero sollievo.
“C-cosa fai qui?”
“Maria, amore, non c'è bisogno di essere così spaventata. Stai tranquilla, volevo solo fare due chiacchiere con te da amica. Immagino che sarai piuttosto turbata dopo quello che ´successo tra noi ieri, e volevo semplicemente tranquillizzarti e chiederti scusa per il mio comportamento, certe volte non mi riesco a controllare e non capisco che sto mettendo a disagio altre persone coinvolte. Posso entrare?” chiese con un sorriso dolce.
Maria per un attimo non seppe cosa rispondere. Da un lato aveva una paura irrazionale di restare di nuovo da solo con quella donna, ma dall’altra Carmela sembrava così calma e gentile, e del resto forse una bella chiacchierata chiarificatrice era proprio quello di cui aveva bisogno per riacquistare serenità. E poi le sembrava esageratamente maleducato sbattergliele la porta in faccia e lasciarla per strada. In fondo doveva imparare ad affrontare e superare le sue paure. Fu così che si scosto dalla porta e fece cenno a Carmela di entrare.

Maria andò in cucina a preparare un tè e poi fece accomodare Carmela in salotto. Carmela le si sedette accanto sul divano, mettendola subito in allarme, ma per fortuna si mantenne abbastanza distante.
“Allora Maria, mia cara, innanzitutto come stai? Immagino deve essere stato complicato per te, con tuo marito intendo, dopo quello che è successo con me… Vedi, mi dispiace molto, io non volevo certo complicarti la vita, è stato più forte di me ecco, a me piacciono le donne, lo sai ormai, e tu sei così bella, così giovane, così fresca, che non ho saputo trattenermi… Ma spero di non averti spaventata, non vorrei perderti come amica.”
“Io… ecco… non so proprio cosa dire Carmela. Mi sento molto confusa. Voglio dire… quello che è successo… non so proprio come sia potuto accadere. Ho i ricordi così confusi, non capisco cosa mi abbia preso, ma una cosa è certa, non succederà mai più. Ma grazie per le tue parole, le apprezzo, mi aiuteranno a dimenticare e ad andare avanti.”
“Non ti preoccupare tesoro, non è colpa tua, è sempre così all’inizio. Non sei la prima che reagisce così la prima volta, la mente spesso è meno sincera del corpo…”
“N-non capisco… cosa stai insinuando?”
“Ma niente mia cara, solo che non mi sembrava che fosse poi tanto brutto, anzi, a me sembra di ricordare che ti piacesse parecchio quello che stavamo facendo…” e così cercando cercò di prendere una mano di Maria tra le sue.
Ma questa volta Maria era sulla difensiva e ritrasse subito la mano. “N-no, n-non è vero… voglio dire, certo, sei una bellissima donna, e hai di certo un bellissimo corpo” dicendo questo i suoi occhi stavano per scivolargli in direzione del seno di Carmela, che anche se ben nascosto dal maglione era impossibile da non notare, e solo con un grande sforzo di volontà riuscì a risollevare gli occhi.
“Ma non è questo il punto! Io sono sposata, hai capito, amo Sergio! A me piacciono i ragazzi! Quello che è successo è stata una follia, un momento di debolezza… ecco, solo questo un momento di debolezza… ed è stata colpa tua, che hai cercato di sedurmi! Ma non succederà più, quello che successo non deve più capitare, hai capito?” Dicendo questo Maria quasi urlava, come se volesse cercare do convincere se stessa, mentre Carmela la guardava con quel suo sorriso irresistibile. Poi Maria fu scossa dai dei brividi e cominciò a singhiozzare. Carmela subito l’attirò a se avvolgendola in un caldo abbraccio, confortandola con parole dolci sussurrate all'orecchio intanto che la cullava dolcemente. Maria fu vagamente consapevole di quello che stava succedendo, ma aveva bisogno di quel contatto confortante, si sentiva così debole, e poi il profumo di Carmela era così buono, così intenso… la sua testa prese rapidamente a girare, intanto che Carmela le mormorava “Su Maria, da brava, su su, non piangere dai, così mi spezzi il cuore, non vorrai mica spezzarmi il cuore, vero? Ecco, senti, senti con la tua mano come il mio cuore soffre per te…” Dicendo questo prese una mano di Maria e se la appoggiò sul seno, all’altezza del cuore. “Ecco, lo senti come il mio povero cuore sta male quando ti vede piangere? No, non lo senti? Ecco allora, vediamo se così lo senti…” E così dicendo condusse la mano di Maria sotto al suo maglione tra le sue tette, dove fu subito evidente che non indossava altro, nemmeno il reggiseno. Maria capì immediatamente quello che stava succedendo questa volta, ma per qualche ragione non riuscì a trovare la forza per ritrarre subito la mano, e dopo un istante fu già troppo tardi. Erano così grandi, così morbide, così calde…
“Ecco brava Maria, così, calmati, senti il mio respiro, senti il mio petto come si gonfia, ecco brava, respira con me, piano, piano…” Dicendo questo sollevò il volto di Maria, ancora rigato dalle lacrime, e tenendola per il mento lo condusse a pochi centimetri dal suo. I suoi occhi neri e profondi come la notte si piantarono in quelli blu di Maria “Ecco mia cara, vedi che va meglio? Te l’avevo detto che ti avrei aiutata, che ti sarei stata vicina… anzi, sai cosa ti farebbe ancora meglio? Un bel bacio, un bacio dolce, un bacio morbido, pieno d’amore, come i miei…” Maria ebbe appena il tempo di vedere quelle labbra rosse e morbide che si avvicinavano alle sue prima di sentire la bocca di Carmela incollarsi alla sua. Questa volta la sua resistenza durò poco. Presto le loro lingue iniziarono a danzare in un vortice sensuale, con quella di Carmela che catturava e avvolgeva quella di Maria sempre più a fondo. Quando finalmente si staccarono, dopo parecchi minuti, Maria ansimava ed era tutta rossa in viso.
“N-no, n-no, questo non può stare succedendo di nuovo, non può… avevo detto che non sarebbe più accaduto, non può, non può…”
“Oh, non fare la sciocca adesso Maria, certo che sarebbe accaduto di nuovo, lo sapevi benissimo anche tu… una volta che avete assaporato la mia bocca e il mio seno è impossibile resistere di nuovo… e io non mi faccio di certo sfuggire così facilmente le mie prede…” Dicendo questo si sfilò con un gesto fluido il maglione, rivelando il suo enorme seno nudo, e per Maria non ci fu più ritorno.
“Vieni tesoro, voglio fare l’amore con te, farti provare la sensazione meravigliosa di fare l’amore con un'altra donna… te lo prometto, non lo dimenticherai mai più…”.

La sensazione della lingua di Carmela sulla sua vagina fu a sensazione più sconvolgente che Maria avesse mai provato. Quella lingua lunga, calda, la invadeva, tormentava e inondava con un piacere totalmente nuovo per Maria, e la spaventava con la sua intensità. Maria venne una, due, dieci volte in un brevissimo lasso di tempo, con il volto di Carmela affondato tra le sue cosce che non le dava tregua. Alla fine Maria con un urlo di piacere estremo crollo all’indietro, esausta, svuotata da quegli orgasmi incontrollabili che ancora scuotevano il suo corpo. Carmela allora si alzo, la prese per mano, e sorridendo le disse: “Vieni tesoro, andiamo sotto la doccia a rinfrescarci un po'”. Maria questa volta la seguì docilmente.
Sotto la doccia i loro due corpi nudi, quello di Maria così esile e fragile, e quello di Carmela, così pieno e formoso, aderirono in un barcareccio perfetto, baciandosi reciprocamente con passione. Maria ormai partecipava attivamente all’azione, lasciandosi divorare dai baci di Carmela e stringendola con forza a se. Ormai era travolta dalla lussuria che Carmela aveva risvegliato in lei, e si abbandonava con consapevolezza a quei baci sensuali, dei quali sapeva non sarebbe più riuscita a fare a meno.
Ad un certo punto Carmela le sussurrò all’orecchio: “Maria, mia adorata, sei pronta’ Sei pronta per assaporare finalmente il frutto più dolce di una donna? Il suo odore più intimo, il suo nettare più squisito?” Maria senti una lieve leggera pressione sulle spalle e si ritrovò in ginocchio davanti a Carmela, con il suo pube a pochi centimetri dal suo naso. Carmela aveva una vagina carnosa, pelosa, rossa come l’entrata dell’inferno. Maria ebbe appena il tempo di assaporarne l’odore, così intenso, selvaggio e sensuale da mozzarle il respiro, poi Carmela con entrambe le mani sprofondò il suo viso nella sua figa e Maria sperimentò per la prima volta il sapore di un’altra donna.

Quando Sergio tornò a casa fu stupito nel trovare la porta di casa solo accostata e di vedere quella macchina sconosciuta parcheggiata nel loro vialetto. Entrò in casa, chiamò Maria una volta ma non gli rispose, la luce in cima alle scale era accesa però, quindi pensò che fosse di sopra a farsi una doccia magari, non l’aveva vista molto in forma il giorno prima. Salendo le scale udì degli strani gemiti soffocati venire dalla camera da letto, e per questo si affretto per vedere cosa stesse succedendo.
La porta della loro camera da letto era solo socchiusa e prima che l’aprisse la scena che intravide lo pietrificò all’istante sul posto.
Sua moglie, la sua dolce mogliettina, era in ginocchio sul letto con una altra donna, una signora più anziana, con un seno enorme, che inconsciamente riconobbe come la sua insegnante del corso di ceramica. Erano entrambe completamente nude. Sua moglie aveva il volto immerso nell'ampio seno della donna, con la sua bocca avidamente attraccata ad un capezzolo. L’altra donna con una mano dietro alla nuca di Maria le teneva il viso premuto contro il suo seno, mentre con l’altra mano masturbava abilmente la figa di sua moglie. Maria emetteva leggeri gemiti di piacere soffocati.
“Si Maria si, si Maria, vieni, vieni per me piccola mia, godi, godi di nuovo… sei mia ormai, sarai per sempre mia…” sussurrava Carmela all’orecchio di sua moglie.
Poi, sempre davanti agi occhi di Sergio cambiarono posizione, e incrociarono le gambe mettendo a contatto la figa pelosa della donna più matura con la figa rosa e depilata di Maria. Subito iniziarono a sfregarsi come due indemoniate, e sua moglie strillò di piacere come mai aveva strillato con lui.
Sergio voleva piangere, ma non poté fare a meno di infilarsi una mano nei pantaloni e iniziare a masturbarsi selvaggiamente.
scritto il
2020-10-21
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