Vite parallele 21 - Gara di pompini all'autlet mentre il cornuto ingabbiato dorme.

di
genere
incesti

Alla fine della conversazione in salotto mio marito,provato dal doloroso problema al suo pene ed un po insonnolito dall'effetto dei farmaci,era stato accompagnato a riposare nel suo lettino mentre noi quattro eravamo rimasti a giocare in salotto.

Subito Serena si era inginocchiata davanti a me e trovandomi,naturalmente,già senza mutande,aveva cominciato a leccarmi la fica.

Il marito a sua volta,aveva slacciato il jeans di mio figlio ed aveva preso a giocare col suo cazzo facendoglielo diventare subito duro e nerboruto come un cetriolo gigante.

Mio figlio particolarmente eccitato,forse a causa delle cose che si erano dette in soggiorno,e dal sapinte trattamento che Paul gli stava servendo con le labbra e la lingua,dopo un po,aveva dovuto allontanarlo per evitare di sborrargli in bocca.

Dal canto mio,le attenzioni di Serena mi avevano già procurato due orgasmi:

-Credo che siate pronti piccioncini!-

Aveva esclamato Serena allontanando la bocca dal mio sesso madido dei miei umori e della sua saliva.

-Vieni qui Luca che tua madre è già pronta per la monta e chissà che non sia la volta buona.-

Avevano esclamato quasi in contemporanea i due.

Mentre Paul e Serena mi aprivano per mio figlio standomi di lato ed allargandomi le gambe,Luca rapidamente e con decisione,mi aveva infilata colla sua verga e dopo pochi colpi,prima ancora che potessi godere anch'io,con un grido strozzato tra le mie labbra attaccate alle sue,se ne era venuto riempiendomi la fica e scaldandomi l'utero coi suoi fiotti.

Nonostante che la nostra frequentazione fosse davvero recente,eravamo affiatati con quelle incredibile coppia come se ci conoscessimo da sempre.

Con molta naturalezza e senza imbarazzo,non appena Luca si era sfilato col cazzo ancora gocciolante,Serena si era precipitata a prenderglielo in bocca per strizzarne le ultime gocce ancora dentro e per ripulirlo con la lingua e contemporaneamente,il marito,con la testa tra le mie cosce,leccava la mia fica aspirandone il gustoso contenuto ancora abbondante e caldo.

Alla fine del giuoco,ci eravamo tutti preparati per uscire con la raccomandazione di Poul a me e sua moglie,di indossare la gonna senza mutandine ne reggiseno.

Eravamo andati in un grosso autlet pieno di negozi di grandi firme della moda.

Dopo aver preso un gelato ed aver girato per un'oretta a veder vetrine e negozi,Paul aveva detto,facendo l'occhiolino a mio figlio e rivolgendosi a me e sua moglie:

-Signore,vi proporrei una gara ed al vincitore,farò un regalo.-

-Una gara? Che gara?-

Aveva subito ribattuto Serena ridacchiando sotto i baffi come qualcuna che la sapeva lunga.

-Vorrei che gareggiaste a chi riesce per prima a fare un pompino ad uno sconosciuto.-

La mia prima reazione di stupore era stata accompagnata da una misteriosa espressione stampata sul viso di mio figlio mentre Serena,abbracciandomi ed allontanandosi dai due maschi mi aveva sussurrato nell'orecchio:

-Hai visto,mio marito è proprio un cornuto e vuole mettere alla prova anche te e tuo figlio..tu preferisci che proviamo a gareggiare nei bagni degli uomini o in un negozio?-

L'idea di adescare un maschio nei cessi,mi aveva provocato un certo tremore fatto di curiosità e libidine per quella trasgressione e di paura,per il rischio che presentava.

L'idea del negozio mi sembrava meno avventata ed eccitante ma più praticabile anche perché,durante una visita,mi ero scontrata con gli occhi vogliosi di un giovane commesso che non smetteva di guardarmi la camicetta semitrasparente coi seni ed i capezzoli piuttosto provocanti.-

-Negozio!-

Avevo risposto con finta disinvoltura.

Era oramai una ora che volgeva verso la chiusura dei negozi e dunque,i corridoi e gli spacci erano semideserti.

La mia scelta del negozio era piaciuta anche a Serena che aveva accettato subito la mia idea.

Il giorno dopo,lei stessa mi aveva confidato che da qualche tempo il proprietario di quel negozio la corteggiava ma che lui,per timore del marito,si era sempre controllato.

Entrati nella boutique,mentre mio figlio ed il marito di Serena sedevano al bar prospicente le vetrine del negozio,io e lei abbiamo cominciato a guardare i capi.

Data l'ora tarda ed in mancanza di altri clienti,il titolare col pretesto che non voleva ritardare la chiusura a causa di nuov,possibili clienti,aveva chiuso a chiave il negozio.

Il giovane commesso si era subito offerto di consigliare me mentre il proprietario si sarebbe occupato di Serena.

Avevo scelto in fretta ed un po emozionata i capi da provare e subito il ragazzo mi aveva offerto il suo aiuto se ne avessi avuto bisogno:

-Roberto!-

Avevo gridato dopo pochi secondi in cui,dopo essermi spogliata,avevo indossato dei fuseaux ed una canotta color carne:

-Mi dica signora!-

Mi aveva risposto da dietro la tenda.

-Ho bisogno di te....ho bisogno che mi guardi e mi dia il tuo....pa...rere-

Avevo biascicato con la bocca impastata dalla voglia.

Quando era entrato nel camerino,mi ero fatta trovare seduta sullo sgabello senza che lui avesse la minima possibilità di vedere come mi stavano i capi se non i seni ed i capezzoli gonfi che scoppiavano dentro quella canotta color carne decisamente troppo stretta.

Nel vedermi così,il suo sguardo si perdeva sulle mie bocce,voglioso e interrogativo ed io,come una troia navigata,mi ero leccata le labbra con la lingua e col cenno di un dito,lo avevo invitato ad avvicinarsi;Ero in gara e non avevo tempo da perdere!

In piedi,di fronte a me,pareva totalmente incapace di prendere iniziative.

Con decisione,lo avevo afferrato per i fianchi e tirandolo a me,gli avevo slacciato la cintura e la cerniera e gli avevo abbassato i pantaloni e le mutande.

Davanti ai miei occhi era apperso un giovane pisello,bianco,sottile,lungo e completamente depilato che gli pendeva molle tra le gambe.

Per un attimo avevo temuto di aver fatto la scelta sbagliata e che,avrei perso la scommessa."Mamma,questo è gay" avevo pensato.

Niente di più sbagliato di quel mio primo giudizio!

Già mentre gli tastavo i testicoli per saggiarne la consistenza,quella lunga canna dall'aspetto così vuoto e fragile,aveva avuto una contrazione e poi un'altra ed un'atra ancora sino a che,miracolosamente si era gonfiato,indurito ed alzato sino all'altezza dell'ombelico.

Era stato incredibile lo spettacolo di vedermelo crescere davanti agli occhi con la stessa velocità del suono.

Un miracolo! Un vero miracolo della sua giovane virilità.

Mentre lo stringevo tra le dita col timore forse,di vedermelo sgonfiare alla stessa velocità,gli accarezzavo i testicoli sentendo tra i capelli le carezze delle sue dita.

Dio che sensazione!

In quel momento avrei voluto che non fosse una gara ma che quella situazione potesse durare tutto il tempo necessario per volare verso lidi superiori di piaceri sublimi per poi ridiscendere tra le amate braccia di mio figlio.

La prima lucente goccia apparsa sul forellino in capo alla cappella,avevano esaltato la mia voglia di leccarlo,farlo godere nella mia bocca e vincere la gara della più troia della serata.

Aveva impiegato davvero poco quel giovane puledro a scaricarsi!

Neanche il tempo di farmi raggiungere l'orgasmo con la mano con la quale mi tormentavo il grilletto.

Avevo ingoiato solo metà del suo gustoso nettare mentre l'atra metà l'aveva lasciata sul top mentre fingevo di volermi pulire le labbra.

Il ragazzo,avvilito per essere venuto così presto,si era offerto di farmi godere con la lingua non sapendo,il povero,con quanto rincrescimento avevo dovuto rifiutare la sua proposta.

Con i miei abiti in mano e con indosso il fuseaux ed il top sborrato,lo avevo salutato ed ero corsa da mio figlio e Paul che stavano aspettando.

Serena non c'era ancora!

-Ho vinto io!-

Avevo gridato mostrando ai due maschi,il capo completamente macchiato di sborra.

Dopo più di venti minuti,con un incredibile ritardo,era arrivata Serena,sorridente e rilassata,con le pupille dilatate e gli occhi lucidi tipici delle donne quando fanno l'amore e sono soddisfatte.

La troia,non gli aveva fatto solo un pompino come era nei patti,ma si era fatta scopare portandoci la prova che le fuorusciva dalla fica e colandole tra le cosce,le rigava le gambe sino alle scarpe.

-Io ho vinto,ma tu sei più puttana doi me!-

Le avevo detto baciandola sulla bocca per farle sentire il sapore del mio giovanotto mentre con una mano sulla sua fica,raccoglievo lo sperma da condividere anche coi nostri maschietti cornutelli.

Dopo avere avvisato mio marito di farsi fare qualcosa da mangiare e andare a letto,ci eravamo fermati a cena in una trattoria dove loro erano molto conosciuti e poi,siamo tornati a casa dove abbiamo fatto l'amore e scopato sino alle 5 del mattino.

segue
scritto il
2020-10-24
6 . 1 K
visite
1
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.