Pesca

di
genere
etero

Una notte in chat ti ho raccontato questo squarcio di ricordo e di piacere.

E: allora, ieri mi hai accennato ad un gioco con le pesche, ma poi sei sparito e mi hai lasciato con la curiosità. Ora non mi sfuggi, racconta!

D: Mi spiace essere sparito, ma in fondo mi fa piacere raccontarlo’come avrai capito dai cenni che ti ho fatto.

Come ti dicevo, è una cosa successa qualche anno fa con una (bella) ragazza con cui stavo.
Non ho mai capito bene perché, ma accettava difficilmente che facessi sesso orale con lei – o meglio, come a volte capita’cercavo ogni tanto di arrivare con la bocca laggiù, morivo dalla voglia di scoparla con la lingua, con le labbra.
Tuttavia lei era molto restia, credo un po’ si vergognasse nonostante le facessi capire quanto era sensuale. o forse temeva di dover ricambiare, anche se non le ho mai chiesto di farlo ed io godevo già così tanto a baciarla e leccarla che stavo là sotto per ore.
Ma forse avrei potuto essere più audace io, forse avrebbe reso tutto più naturale e ognuno sarebbe stato libero di dare piacere all’altro senza aspettarsi niente in cambio. peccato però, perché baciava benissimo e dunque ho sempre immaginato’meglio non pensarci.

Così capitava raramente, quando lei era proprio eccitata e io piano piano riuscivo a scendere tra i seni – imponenti, pieni, morbidi, i capezzoli prepotenti – aveva un seno molto sensibile, ed io adoro giocarci, quindi a volte mi perdevo già a quel punto’

Quando riuscivo ad andare oltre non riuscivo comunque a resistere ad accarezzarla, penetrarla e far scivolare le mie dita dentro di lei per prepararla all’unione.

E così spesso la portavo ancora più avanti e quando tentavo di affondare la mia testa tra le sue gambe, mi chiedeva di entrare dentro di lei senza perdere altro tempo.
Come facevo a spiegarle che per me non era tempo perso?! Quando la leccavo avevo imparato una strada precisa ed eccitante, per me e per lei. A dir la verità, l’avevo letta su un libro.

Avevo letto su un libro questa scena che mi aveva abbagliato, aveva tormentato le mie notti, la sognavo in continuazione e non vedevo l’ora di provare anche io, con lei.
Così avevo provato più volte, ma in qualche modo era sempre riuscita a distrarmi – anche perché erano distrazioni molto interessanti e dunque il programma alternativo era sempre molto accattivante.

L’occasione di è presentata una sera di un’estate universitaria, in Sardegna durante una vacanza con un gruppo di amici in una casa vicino al mare. Noi avevamo una camera matrimoniale che si affacciava sul giardino e la sera entrava un bellissimo fresco e odore di mare.

Una sera abbiamo deciso con gli altri di preparare la sangria. abbiamo comprato il vino rosso (tanto vino, eravamo in 15) e le pesche, abbiamo preparato tutto la mattina prima di andare al mare e messo tutto in frigo. Inutile dirti che nel pomeriggio sotto il sole, sulla sabbia bollente, tutti sognavamo la sangria fresca che ci aspettava nel frigo, colma di pesche succose gialle e rosse che galleggiando mescolavano il proprio succo al vino rosso.
Così la sera abbia fatto una grande grigliata innaffiata da sangria, preceduta da aperitivo con sangria e seguita da frutta in sangria. di solito la serata proseguiva con un po’ di baldoria in discoteca fino a che la stanchezza della giornata ci portava a crollare.

Anche quella sera era in programma la disco e stavo giusto decidendo con gli altri dove andare, o forse non sono neanche riuscito a fare la mia proposta’ad un certo punto lei è arrivata, mi ha preso per mano e ha detto a tutti: ‘noi andiamo a dormire’, tra le proteste degli amici e le occhiatine (forse un po’ invidiose?) di chi aveva capito che la sua intenzione non era esattamente di mettermi il pigiama.

Forse glielo si leggeva negli occhi, perché quando siamo arrivati in camera, lei ha chiuso la porta a chiave, ha aperto la finestra per far entrare il fresco e mi ha guardato, io ho avuto un’erezione pressoché istantanea.

Ha affondato la sua lingua carnosa nella mia bocca, avvolgendo la mia come un serpente scivola lentamente intorno alla sua preda, ho sentito il sapore di sangria, di uva e di pesca dolce.

Il suo bacio se possibile ha aumentato la mia eccitazione ed io non credo di aver resistito qualche secondo prima di strapparle la canottiera leggera e il reggiseno che racchiudeva quel tesoro (pensarci adesso ti assicuro, non è facile’).

Mentre mi baciava – mentre la sua lingua scopava la mia bocca, le stringevo il seno, lo raccoglievo a piene mani, lo accarezzavo alla base, cercavo di contenerlo tutto, le sfioravo i capezzoli facendola rabbrividire. mi sono staccato dalla sua bocca, anche se a fatica, mi sono abbassato a mangiare quel seno morbido e caldo, l’ho succhiato, ho cercato di mangiarlo, mi sono attaccato con le labbra ai capezzoli senza farle male, portandola quasi all’orgasmo.

Mi ha trascinato sul letto, cercando di attrarmi a sé, ma se lei era un po’ brilla, io ero lucidamente eccitato. così ho fatto distendere lei, le ho messo un cuscino sotto la schiena ed ho preso dal comodino il bicchiere di sangria che aveva portato con sé.

Ho allargato le sue gambe baciandole leggermente, sfiorando quasi le cosce. ho bevuto un sorso di vino fresco e senza che neanche se ne accorgesse ho affondato la lingua rossa e fresca di sangria sul suo sesso aperto e rosso di eccitazione.
Un sospiro che era quasi un grido soffocato ha tradito la sua sorpresa, ha provato forse ad allontanarmi, ma il piacere di quella sensazione ed il rilassamento dato dal vino hanno vinto subito ogni resistenza psicologica.
Le ho spinto le braccia dietro la testa, sul cuscino, ha capito che doveva lasciarmi divertire ed ha chiuso gli occhi.
Ho assaggiato ancora il suo seno e poi la sua bocca. Un gemito mi ha fatto capire che anche a lei piaceva quel sapore dolce di pesca.
così sono tornato al bicchiere, ho preso un sorso, ho messo in bocca anche un paio di pezzi di pesca e sono tornato giù nel paradiso.

Le ho messo le gambe sulle mie spalle sollevandole un po’ il sedere in modo da avere tutto a portata di bocca. mi sentivo un re sul mio trono.
ho fatto cadere i pezzetti di pesca e qualche goccia di sangria sul suo sesso. Lei rabbrividiva, sospirava piano e – la cosa più bella – apriva le gambe ancora di più, incoraggiandomi ad andare avanti.

Quelle goccie di sangria e quella pesca sono state torturate a lungo dalla lingua, dalle labbra che le cercavano tra le pieghe, le spingevano più su, si addentravano in profondità per ricacciarle fuori e giocarci, accarezzandole, come una gatto gioca col topo.
La mia lingua era prima leggera, poi improvvisamente affondava. Lei gemeva e allora io mi sollevavo, andavo a sfiorare il suo seno con le mie labbra e poi la sua bocca. ogni volta per farle sentire come era dolce e fresca la sua pesca. alternavo un sorso dal bicchiere e un sorso da lei, un morso alla pesca e un bacio al suo sesso gonfio e aperto.

Così ho iniziato la mia lenta tortura di piacere. Spingendo le sue gambe un po’ più su con la lingua andavo a cercare la base della schiena, dove i due globi si congiungono e da lì la mia lingua tracciava lenta un percorso attraverso quella valle, indugiando un po’ intorno al buchino sensibile – non ho mai provato a fare sesso anale, non gliel’ho neanche mai proposto, forse per mia timidezza, ma quando facevamo l’amore adorava un dito che la accarezzasse lì, penetrandola e aumentando il suo piacere nell’orgasmo’peccato.

La lingua continuava a risalire inesorabile, lenta, rallentando come per studiare dei punti nascosti ed ammirare panorami stupendi. bagnava la pelle liscia e tesa lasciandola lucida fino ad arrivare alle labbra, ora leccandole piatta e leggera in superficie, ora affondando la punta – scopandola e facendola sospirare.
Così risalivano le mie labbra fino ad arrivare al clitoride delicato, lo corteggia, lo sfiora, lo succhia. lo fa crescere e inturgidirsi come se fosse un minuscolo pene e io stessi facendo un leggero pompino.

Da lì poi scendo, sempre lentamente, ora affondando ora volando tra le pieghe succose, ancora dolci di pesca e rosse di vino, di sesso. i sapori si mescolano e si confondo, diventano complementari, un po’ aspri, molto dolci, stregati.

Torno giù tra il sedere, ora la lingua affonda anche nel buchino. non ci sono più resistenze da parte sua, anche questa porta è crollata e mi accoglie. accoglie la lingua umida e poi un dito leggero.

E: dimmi che l’hai fatta venire solo con la lingua’..

D: forse. O forse non solo, perché dopo aver fatto venire lei con la lingua, io ero gonfio e teso. Il mio sesso aveva sfiorato due o tre volte il suo mentre mi allontanavo dalle sue gambe per baciarla. e ogni volta lei gemeva e io dovevo resistere per non affondare dentro di lei e scoparla fino ad esplodere.
Tu al posto suo come saresti voluta venire? solo con la sangria?

E: bella domanda’..sinceramente per quanto l’orgasmo solo di lingua sia magnifico, al suo posto in quel momento avrei voluto venire con te dentro di me, arrivare al limite per la lingua ma venire assieme’.

D: ed era eccitante anche per me sapere che i nostri sessi si incontravano dolci e bagnati, sentivo il fresco dell’ultimo sorso di sangria tra le sue labbra, sulla sua bocca.
Infatti non ha resistito’e neanche io. Ad un certo punto ha affondato le sue mani sul mio sedere tirandomi dentro di sé.
Mentre affondavo le dicevo nell’orecchio che era dolce e sapeva di pesca e che mi aveva fatto ubriacare di sangria e del suo piacere.
Ehm..non ti spiace se anche io ho allontanato i vestiti? troppo caldo qui.

E: e brava la tipa! si è presa ciò che voleva’Tranquillo non mi dispiace”in effetti hai fatto salire molto la temperatura’..

D: Si io avrò fatto salire la temperatura con i miei ricordi, ma quella che ha fatto scattare i miei ricordi sei stata tu. quindi è per causa tua che non so più la mia maglietta dov’è ora!
Lei si è presa decisamente tutto quello che voleva. nascondendosi dietro qualche bicchiere in più. Penso che tutto sommato avrei potuto osare e andare oltre con lei, Magari le sarebbe piaciuto sperimentare. era solo un po’ inesperta e timida, ma le piaceva il piacere (e non è per tutti così). Basta pensare a come mi mordeva durante l’orgasmo’faceva decisamente male (e per fortuna non abbiamo mai fatto un 69!)

Quella sera lei si era trasformata, aveva negli occhi una sensualità diversa. Quando siamo venuti ha voluto che restassi dentro di lei, anche dopo, ha continuato a baciarmi ed accarezzarmi e dopo poco sono tornato duro dentro di lei. E a quel punto ha voluto riprendere il controllo lei’

E: ti sei reso conto di che ore sono?

D: e tu ti sei resa conto in che stato mi hai messo???

E: vuoi che ti dica come sono presa io?

D: sarebbe carino saperlo

E: a parte il calore del corpo che si è alzato, ho i capezzoli duri ed un laghetto tra le gambe per l’eccitazione’..

D: qui invece basterebbe guardare per rendersi conto. ora accendo la cam così il primo che capita si spaventa!
per i capezzoli potrei anche fare qualcosa – non so se hai capito che ho una passione per il seno. per il laghetto chissà, magari’potrei asciugarlo?

E: se è una donna di certo non si spaventa’..diciamo che per il laghetto mi arrangio, per questa volta, però per i capezzoli voglio proprio sentire”

D: posso sapere com’è il tuo seno?’voglio immaginarlo e – non ti nascondo – sognarlo ‘stanotte. Saranno sogni agitati, e voglio che siano di pesca.
scritto il
2020-10-30
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