Amo le tue mani

di
genere
etero

Amo le tue mani che stringono, bloccano, imprigionano i miei polsi, dalle quali cerco di liberarmi con strattoni che hanno come unico effetto l’aumento della forza della tua presa;
Amo le tue mani, il dorso delle falangi che mi accarezza il polpaccio salendo lentamente fino all’incavo del ginocchio;
Amo le tue mani che risalgono parallele sulle mie gambe, si insinuano sotto l’abito, afferrano l’elastico degli slip e lo lasciano precipitare ai miei piedi;
Amo le tue mani, le dita che sfiorandomi la spalla preannunciano il cammino dei tuoi baci e fanno scivolare la spallina dell’abito di lato;
Amo le tue mani, i palmi che si riempiono dei miei seni, mentre le dita stringono, torcono, spremono i miei capezzoli generando scosse che caricano di energia tutti i miei circuiti;
Amo le tue mani delicate che temporeggiano, si attardano sotto i seni, tra le natiche, lambiscono i confini esterni del mio sesso, aumentano l'attesa, il desiderio, accendono le aree sapientemente escluse da quel tocco e mi esasperano quasi fino ad arrivare a farmi implorare;
Amo le tue mani, i palmi pieni, le dita affondate nei miei glutei, che stringono, mi sollevano e mi attirano a te;
Amo le tue mani, le dita calde, esperte che mi entrano dentro, che scavano nel mio piacere, che mi fanno tendere come un arco;
Amo le tue mani, quella che cinge la base della tua asta eretta e l’altra che scorre lentamente su e giù mentre mi accontenti e ti lasci guardare, osservando nei miei occhi crescere il desiderio;
Amo le tue mani e quelle dita sporche con cui mi disegni le labbra, dalle quali inalo l’odore del tuo sesso mescolato con quello dei miei umori che mi penetra nei polmoni, mi riempie, mi domina, al quale non riesco a resistere, che mi persuade a prenderle in bocca, per poterle assaporare, succhiare in un breve assaggio del piatto più ricco che mi attende;
Amo le tue mani che mi afferrano i fianchi, mi voltano, mi guidano, mi incastrano, accelerano il ritmo e lo rallentano, la mano aperta, tesa, veloce che fa suonare la pelle delle mie natiche quasi come fosse quella della tua batteria;
Amo le tue mani le cui dita sanno fottermi in un attimo il cervello, passando per il mio buco più stretto;
Amo le tue mani, quella che mi tappa la bocca, per soffocare i gemiti che non riesco a trattenere e le dita che un attimo dopo si insinuano tra i miei capelli, mi accarezzano, mi dirigono e poi con forza mi schiacciano contro il tuo inguine rivelando il momento esatto in cui tu passi dal godimento all’abbandono, in cui l’istinto prevale sul tuo infallibile autocontrollo, in cui smetti di prenderti cura di me e pensi soltanto a te stesso.
La passione si nutre del suo impedimento. E allora adesso vieni qui, stendi le braccia, unisci i polsi e lasciati legare. Ora tocca a me.



di
scritto il
2020-12-01
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