Diario di un usuraio 7(incontro con i poteri forti)

di
genere
dominazione

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Tutti i giorni mi tempestava di telefonate Monica la farmacista che nel frattempo si era separata dal marito e non faceva altro che chiedermi di ricontrarla. Voleva ripetere l’esperienza della femmina in calore, un giorno che era libera dalla farmacia la feci venire in ufficio.
Il suo look era completamente diverso, ma era pur sempre una ragazza acqua e sapone che si era convertita al sesso fine a sé stesso. Quando arrivò mi saltò letteralmente addosso baciandomi e giocando con la sua lingua.
Mentre continuava a leccarmi le dissi di spogliarsi. Lo fece velocemente e la misi sulla scrivania per prenderla a pecorina. Stavolta le sue implorazioni e i suoi gridolini erano autentici e pensai che la sera finito il lavoro in farmacia potesse dedicarsi ai clienti dell’agenzia. Glielo dissi mentre la scopavo e mi ringraziò perché voleva recuperare tutte le scopate che si era persa. La feci rimanere nuda e chiamai Francesca.
“Lei è Francesca la tua nuova padrona, in mia assenza comanda come me e le piacciono le ragazze, quindi datti da fare e falla divertire.”
Vedendo che era rimasta immobile aggiunsi:” Allora che aspetti a metterle le mani tra le gambe?”
Monica capì il messaggio e infilò la mano sotto la minigonna di Francesca che prese a sorriderle.
“Mettila a lavorare, falle un servizio fotografico completamente nuda, fai girare le foto che se vogliono vederla completamente vestita basta che vadano in farmacia e offrila anche per poco, lei non ha bisogno di soldi, le basta andare a battere.”
Francesca se la stava mangiando con gli occhi, la lasciai nelle sue grinfie e ne sentii parlare solo dai tabulati dell’agenzia o dai tabulati dei regalini per i direttori delle banche.
Arrivò dopo circa una settimana Natalina, l’amica di Francesca. Appena arrivata mi diede la mano, ma subito dopo mi si avvicinò per un bacio sulla bocca e subito Francesca raggiante per il successo perfido dei suoi insegnamenti mi chiese. “Cosa ne pensa?”
Mi apprestavo a dare uno sguardo complessivo, ma fui di nuovo sorpreso da una giravolta sui tacchi di Natalina che fece svolazzare la sua minigonna offrendomi una visione completa delle sue gambe, della sua fica e del suo culetto in bella mostra.
“Oltre che bona è anche interessante” dissi colpito dall’intraprendenza
“Durante il viaggio in macchina abbiamo pensato al mio nome d’arte e abbiamo scelto Ines, anche se veramente ha fatto tutto Francesca preoccupata da tanto decisionismo che non tenesse conto della mia opinione.”
“Francesca è fatta così, segui i suoi ordini e ti troverai sempre bene”
“Le sono già infintamente grata per avermi portata qui da lei stasera.”
“Bene! Francesca portala nella mia stanza e falla sistemare mentre io finisco di fare lo spuntino.”
Ines era veramente eccezionale. Era bellissima alta e snella, stupendamente formata ed un seno importante, ma non aggressivo. La sua caratteristica era però l’eleganza, qualsiasi movimento era aggraziato, indossava la minigonna con le autoreggenti e i tacchi a spillo, ma sarebbe stata perfetta anche con i pantaloni o con un maglione. Quando si sedeva o si alzava o semplicemente camminava lo faceva con uno stile e con una classe degna di Catherine Deneuve, ma allo stesso tempo sapeva mettere bene in mostra la fica.
Ebbi modo di verificare che era intelligentissima a tal punto che dovetti rivedere i piani mandando Francesca a dirigere l’agenzia di accompagnatrici e tenere Ines nel mio ufficio con un evidente innalzamento del livello di immagine.
A un certo punto però Francesca era invidiosa del successo dell’amica volle riaffermare il suo potere sulla bionda e mi disse:” Una sera me la presta?”
“Certo, è a tua disposizione,” risposi riconfermando il suo potere
“Guai a te se Francesca non si diverte con te.” Dissi rivolto a Ines
Ines aveva perso completamente la contentezza iniziale e guardò la sua ex amica con un pizzico di disgusto, ma la volontà di restare a fare soldi le fece ingoiare l’amaro calice.
“Ma si con quel faccino le farà guadagnare un sacco di soldi, mi dica lei quando devo cominciare a farla battere con i clienti” disse Francesca
Ormai la grande amica aveva ceduto il passo a una sfruttatrice cinica che si sentiva un po’ scalzata.
Mi piaceva esibire Ines, farla andare avanti e indietro per prendermi il dolce, le sigarette costretta com’era nei vestiti piccanti che le facevo indossare. Scendeva e saliva dalla Ferrari in modo da apparire più nuda che se fosse stata nuda veramente.
Mentre andavamo a parcheggiare mi disse” Mi piace da morire stare con lei.”
“Tu non stai con me, stai nel mio letto.”
“Mi scusi, ma per me aver passato la notte con lei, tra lenzuola di seta, su un materasso ad acqua, aver messo il culo su una Ferrari ed essere stata scelta per andare a letto da un uomo come lei, con tutte le fiche che ha è esattamente quello che sognavo da sempre.”
Era sincera e schietta e volli darle un premio. Le infilai una mano tra le cosce andando dritto sulla fichetta:” Mi piaci molto e mi farò piacere comprarti tanti bei vestiti per farti apparire ancora più bona, ma ricorda che per me sei sempre una macchina per fare soldi. A casa mia, nel mio letto faccio venire chi voglio e non ti devi azzardare a rompere i coglioni, chiaro?”
“Chiarissimo, so stare al mio posto, farò il massimo per piacerle, farle fare bella figura e farle guadagnare una barca di soldi. Posso dire di essere felice di battere con lei?
“Potresti diventare la mia puttana preferita.”
“Sono a sua disposizione, sempre meglio dare del lei a un vero padrone, che dare del Voi come si dice al sud a un marito insulto.”
Gli affari ormai andavano di bene in meglio e gli ultimi deficienti che mi capitarono a tiro erano nove tra fratelli e sorelle che non riuscivano a mettersi d’accordo sull’eredità, stavo predisponendo la cucina per cuocermeli quando successe quello che da tempo sapevo che prima o poi sarebbe successo.
Mentre facevo la rituale colazione al bar venni avvicinato da un tipo che voleva parlarmi. Provai a dirottarlo in ufficio, ma mi fece capire che la discussione andava fatta lì, in quel momento. Ci appartammo e mi disse che alcuni suoi amici desideravano incontrarmi e che non era il caso di farli rimanere male, il tutto con accento decisamente napoletano, l’appuntamento e l’ora era già fissato.
Era dal primo giorno che avevo messo in conto che avrei dato fastidio a qualcuno e che i poteri forti si sarebbero occupati di me.
L’incontro avvenne in un modesto casolare e c’erano tre persone che avrei definito pastori. Dopo un bicchiere di vino uno dei tre cominciarono a parlare della mia attività comportandosi come un capo. Incominciò dicendo che era da tempo che mi osservavano descrivendo nel dettaglio tutto quanto avevo fatto finora, dimostrando di sapere tutto nei minimi dettagli. Io stavo zitto ed ascoltavo.
Finita la descrizione della mia attività quello che sembrava essere il capo mi disse erano stato favorevolmente colpiti dal mio modo di fare affari per loro ero un “avvocaticchio, che te ‘nculi a gente cu le carte bullate, bravo tutti sono capaci di ammazare, tu non usi la violanza e questo ci piace, la città ha da rimanè quieta e tranquilla hai capit?”
“Chiarissimo è anche il mio desiderio” Dissi guardandolo negli occhi
E lui riprese” Ci stai simpatico! Si nu bravo guaglione, e allora ti spiego i comandamenti. Primo: alla popolare non ci devi neanche entrare, sono cazzi nostri. Secondo: i commercianti nun l’hai da tucca. La tangente la pagano solo a noi. Terzo comandamento: sei custode giudiziario, bene bravo ma ricordati che i terreni li devi dare a noi.
Tagliò l’aria con la mano tenendo il pollice per chiedermi se il discorso era chiaro.
“Sarà per me una questione d’onore rispettare i patti tra gentiluomini.” Dissi.
“E bravo u fetentone, sappiamo che tieni le donne e le fai battere per te, ma pure noi teniamo le nostre vacche, ma solo modiche dosi per uso personale e te le vogliamo presentare, a noi non piacciono le straniere teniamo solo vacche di casa nostra, roba genuina, ci sta pure qualche pollastra buona, una volta al mese facciamo una festa per svagare i ragazzi che lavorano bene. Sabato prossima la facciamo in un castello vicino l’uscita dell’autostrada, vieni che ti facciamo divertire, però la regola è che ognuno porta qualche puttana, il resto te lo spieghiamo li, puoi portare anche qualche signora per bene che si vuole divertire, ma quando arrivi all’entrata le dovrai distinguere, poi vedrai perché.”
Quando tornai a casa trovai Ines che venne ad accogliermi sulla porta di casa col solito baby doll.
“Avrei messo qualcosa di diverso, ma ho solo questo mi scusi.”
“E’ venuta la signoria Marika, la nuova scoperta di Francesca da testare.”
Me ne ero dimenticato che doveva venire e andai in camera per vederla. Marika era nuda sul letto che guardava la televisione, schizzò verso di me e mi diede un bacio molto languido
“Pomiciate tra di voi voglio godermi lo spettacolo.”
Marika aveva il volto illuminato dal piacere, la solo idea di avere un rapporto con Ines la eccitava, evidentemente la sua bellezza e la sua classe le piacevano molto. Dopo poco tempo erano attorcigliate ed ognuna cercava di dare il massimo del piacere all’altra fino a mettersi nella posizione del 69 entrambe affamate nella figa dell’altra.
Quando furono sazie l’una dell’altra, andai a sdraiarmi al centro del letto e preso il cazzo in mano dissi “Adessi slinguazzate lui.” È piacevolissimo essere leccato da due ragazze contemporaneamente, ma le bastarde approfittando della vicinanza delle loro linguette ogni tanto deviavano per baciarsi tra di loro.
Una volta sborrato decisi di punirle entrambe per questo atteggiamento. Le feci distendere col sedere in giù e le frustai con un legno di bambù fino a che i loro stupendi culetti si riempirono di piaghe rosse.

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scritto il
2020-12-24
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