Un anniversario (non) a vuoto

di
genere
tradimenti

Quattro anni fa, a fine marzo, era il giorno del nostro anniversario. Il sesto, per la precisione, e io volevo festeggiarlo nel migliore dei modi. Telefonai a mio marito proponendogli una cenetta tete a tete nel mio ristorante preferito. Lui mi rispose che la sera stessa aveva fissato la sua consueta partita di calcetto con gli amici. Non ostante il disappunto non mi scomposi, e gli proposi di vedersi comunque fuori di casa dopo la sua partita, magari andando a bere qualcosa in un pub: so bene quanto gli piace essere stuzzicato, quando usciamo, e avevo proprio voglia di una serata speciale con lui. Lui disse che andava bene, ma che sicuramente non si sarebbe liberato prima delle 22. La cosa mi contrariò un po’, ma ero ben decisa a non farmi rovinare l’anniversario. Così prima di tornare a casa mi fermai dal parrucchiere per dare una rivitalizzata al colore dei miei capelli e per rimettere in ordine il taglio a caschetto, poi andai a casa, mangiai due cose e poi mi preparai. Volevo essere sexy come piace a lui, così mi infilai un completino che lui stesso mi aveva regalato per Natale, ma che ancora non avevo rinnovato, perizoma reggiseno e reggicalze di seta nera e pizzo molto fine, con un delizioso motivo a forma di piccola farfalla e calze nere velate. Sopra indossai la mia gonna viola, una camicetta nera un po’ velata ( anche quella un suo regalo), e stivali neri col tacco. Mi sentivo proprio bella e sexy! Ero impaziente e uscii di casa prima ancora che lui mi chiamasse per fissare dove vederci, salii in macchina e cominciai a guidare verso il centro, euforica e allegra. Lui mi chiamò, e mi disse che i suoi amici andavano tutti insieme a mangiare una pizza, se volevo li raggiungevo, che lui rimaneva con loro. Io gli dissi che volevo stare sola con lui, lui mi disse che magari si poteva fare domani, ma se andavo da loro era contento. Capii che lui non si ricordava minimamente che quel giorno era il nostro anniversario, ma non glielo volli ricordare, e finimmo per litigare. Gli dissi di tenersi i suoi amici e che io avrei telefonato a qualche amica e sarei uscita per conto mio, poi gli riattacai il telefono in faccia. Ero incazzatissima e delusa, telefonai a una mia amica, ma poi mi resi conto che ero troppo incazzata per sorbirmi le sue chiacchiere, e allora decisi di rimanere da sola, ma non volevo tornare a casa. Così invertii la marcia e mi diressi verso il Jess, un vecchio pub dove non andavo da anni e dove pensavo che non avrei incontrato nessuno che mi conosceva. Mi sedetti al banco da sola, cosa che non avevo mai fatto in vita mia e che sulle prime mi creò un po’ di disagio, e ordinai un Gin Lemon, la mia bevuta preferita quando esco con le amiche. Non c’era molta gente, e l’atmosfera non era delle più allegre, forse era anche presto, e io me ne stavo lì con il mio Gin Lemon e la mia rabbia che si stava trasformando in amarezza. Ero ormai a fine del mio bicchiere e avevo deciso di andarmene quando mi sentii chiamare per nome: mi voltai e vidi due uomini, più o meno sui 35 anni come me, uno alto con i capelli chiari ricci, un bel ragazzo che mi sembrava avere un volto conosciuto ma che non riuscii a collocare. L’altro piuttosto basso, non bello, capelli scuri cortissimi e carnagione piuttosto scura, sicuramente mai visto.
-Non ti ricordi di me? Sono Cristiano… Cristiano di Grosseto, non ti ricordi?-
Allora feci due più due e lo riconobbi, era un compagno di Università che avevo conosciuto perché amico di un ragazzo con cui avevo avuto una relazione, ai tempi in cui studiavo. Quasi un secolo fa.
-Ciao, non ti avevo riconosciuto!-
-Beh saranno passati 10 anni dall’ultima volta che ci siamo visti… Come stai?
-Bene grazie!- risposi, mentendo più a me stessa che a lui. –E tu?-
-Io benissimo, grazie. Questo è il mio amico Federico. Sei sola?-
Mi inventai che aspettavo delle amiche che però mi avevano appena chiamato dicendomi di aver avuto un contrattempo, ma non so se mi credette, e comunque mi propose di bere qualcosa insieme a loro. Non ci vidi niente di male e accettai, ordinando un altro Gin Lemon. Ci mettemmo a chiacchierare di vecchie conoscenze e di persone che non vedevo da anni, lui mi disse che era separato e single, io gli dissi che ero felicemente sposata (cosa vera, ma in quel momento mi suonò strana). L’aria si fece un po’ più allegra, anche il suo amico era poco loquace ma molto simpatico, e quando finii il mio bicchiere disse che toccava a lui offrire. Cercai di rifiutare, dissi che era già il secondo, ma mi ritrovai con il bicchiere nuovamente pieno davanti. Bevevo e scherzavamo, e a un certo punto Cristiano toccò un argomento delicato quanto inatteso:
-Ma tuo marito è contento che esci da sola?-
-Te l’ho detto, avevo fissato con due amiche…-
-E sei sempre così sexy quando esci con le amiche e senza tuo marito?-
Mi resi conto che i due amici mi guardavano le gambe in maniera piuttosto compiaciuta, e in effetti mi ero rilassata un po’ troppo, sulla mia seduta. Mi tornò alla mente la discussione con mio marito, ma la ricacciai quasi subito via.
-Non è che devo chiedere a mio marito come mi devo vestire- mi ritrovai a dire.
I due si erano avvicinati parecchio a me, anche a causa del fatto che il locale s’era riempito, e c’era un po’ di calca. Sentii una mano poggiarsi sulla mia coscia scoperta, e mi resi conto che la cosa non mi dispiaceva affatto. Sorrisi, e Cristiano si avvicinò al mio orecchio:
-Senti, che ne dici se continuiamo il discorso a casa mia? Abito qui a 50 metri-
-Perché no?- risposi, sorprendendomi di me stessa; ma mi sorpresi ancora di più alla domanda successiva:
-Viene anche Federico, ok? Mica vorrai che lo lasci da solo, vero… Siamo amici per la pelle…
-Ok, non sarò certo io a separare due buoni amici…-
Pochi minuti dopo eravamo in casa di Cristiano, un piccolo ma accogliente appartamento. Non feci in tempo a sfilarmi il cappottino che lui mi abbracciò spingendomi contro la porta di casa e baciandomi. La sua lingua nella mia bocca mi fece andare subito su di giri; sentii la sua mano sulla mia coscia risalire fino al bordo della calya, insinuarsi sotto la gonna. Ebbi un fremito quando la sentii scostarmi le mutandine e frugare sotto di esse, trovandomi già umida. Un'altra mano mi apriva la camicetta, mi accorsi che era quella di Federico che si era fatto vicino a noi, io lasciai la bocca di Cristiano per assaggiare anche la sua lingua, mentre mi palpava il seno. Ero fuori di testa dall’eccitayione, mentre le mani dei due mi carezzavano i seni e le cosce, penetrando con delicata sicurezza la mia fica ormai fradicia di piacere.
-Vieni bella, - mi disse Cristiano, prendendomi per mano e portandomi verso il grande divano al centro della stanza, -vieni, che voglio farti assaggiare una bella cosa…-
Si sbottonò i pantaloni mantre io sedevo davanti a lui, rivelandomi di essere piuttosto ben messo. Saggiai il suo cazzo prima con la lingua, per poi prendermelo avidamente tutto in bocca con piacere, mentre lui mi teneva per la nuca. L’amico mi si mise a sedere accanto, finendo di aprirmi la camicetta e sfilandomela di dosso, per poi dedicarsi a massaggiarmi il seno e a baciarmelo, toccandomi la fica con l’altra mano in maniera decisa ma piacevole. Poi si alzò e si mise accanto a Cristiano, togliendosi a sua volta pantaloni e mutande. Era più dotato di Cristiano. Mi occupai di lui come avevo fatto con Cristiano:
-E’ brava a leccare, la tua amica- gli sentii dire;.
-Si, è bravissima! Merita una bella leccata anche lei, no?- Detto questo Cristiano mi tolse la gonna e mi fece adagiare su un fianco, divaricandomi le gambe, e iniziò a leccarmi profondamente strappandomi tremiti di piacere mentre il suo amico affondava il suo grosso cazzo tra le mie labbra.
-Hai molto gusto nello scegliere l’intimo, bella. Mooolto sexy… - Disse Cristiano.
-E’ un regalo… di mio marito…- risposi affannata, mollando per un attimo la presa delle mie labbra sul cazzo.
-Aaaah! Allora dobbiamo averne cura, e non togliertelo di dosso. D’altra parte stai benissimo, con queste belle cosine indosso…-
Cominciò a scoparmi mentre l’amico insisteva a spingermi il suo cazzo nella mia bocca fino a farmi lacrimare. Io gemevo di piacere, sentirli ansimare sopra di me mi faceva andare via di cervello. Si diedero il cambio, Federico volle che mi girassi per prendermi a pecorina. Sentii il suo grosso cazzo entrare dentro di me, mandandomi alle stelle, mentre Cristiano davanti a me mi imponeva il ritmo tenendomi la testa. Il primo fiotto di sperma di Cristiano mi arrivò in bocca, ma poi lui si sfilò, colpendomi con altri schizzi sul viso. Io chiusi gli occhi e sentii lo sperma che mi bagnava il collo e il seno. Un attimo dopo l’altro emise una sorta di grugnito, il suò cazzo uscì dalla mia fica e sentii i suoi schizzi lungo tutta la mia schiena. Mi lasciai andare a una risata allegra, seguita dalle loro.
-Dì la verità: era così che speravi che finisse la serata, quando al pub facevi finta di aspettare le amiche, vero?- mi chiese Cristiano ridendo.
-Perché è già finita??- risposi.
I due risero di nuovo: -Mmmm… la tua amica non sembra ancora soddisfatta…- affermò Federico, e io gli sorrisi. Allora loro si fecero di nuovo vicini, Cristiano mi baciò di nuovo, con tutta la sua lingua, poi disse:
-Vediamo se riusciamo a soddisfarti come si deve, allora, bella troia!-
Le sue parole anzichè offendermi mi caricarono ancor più, mi sentii spingere la testa verso il suo cazzo, che ancora sapeva di sperma. Ricominciai a succhiarglielo con piacere, scoprendo che era già pronto a una nuova erezione. Il suo cazzo fu presto sotituito nella mia bocca da quello del suo amico, che aveva un misto del sapore del suo sperma e dei miei umori. Con lui ci volle un po’ più di impegno, ma mentre mi curavo del suo grosso cazzo sentii le dita di Cristiano penetrarmi nella vagina, e dopo un po’ dedicarsi al mio sfintere anale. Sussultai, ma lo lasciai continuare. Rischia l’orgasmo, sentendo la sua lingua sul mio buchetto mentre il cazzo di Federico tornava ad essere enorme nella mia bocca. Lui mi incitava a succhiarlo, chiamandomi “maiala” e comunicando allegramente a Cristiano che “la sua amica sa succhiare il cazzo come una vera troia”. Il loro turpiloquio non mi turbava affatto, con mia sorpresa; anzi mi faceva bagnare fino all’inverosimile. Federico continuava a tenermi la mano sulla testa guidando il movimento mentre io ricominciavo a mugolare di piacere. Il cazzo di Cristiano mi entrò di nuovo nella fica, e lui mi teneva per i fianchi scopandomi con forza. Poi iniziò a giocherellare di nuovo con il mio ano, forzandolo con il pollice mentre mi scopava. Fui presa da un fremito violento quando uscì dalla mia fica e lo sentii entrare senza difficoltà nel mio ano ormai rilassatissimo.
-ma guarda un po’ come lo prende bene in culo, la troia!- disse Federico ansimando.
A me scappò da ridere, ma la risata era soffocata dal suo cazzo.però sentivo sussultare Cristiano dentro il mio stretto sfintere, anche lui stava ridendo dell’affermazione.
Mi fecero cambiare posizione, facendomi sdraiare sul divano a pancia su, Cristiano mi prese una gamba scosciandomi e sollevandola sulla sua spalla, e riprese a incularmi in quella posa con forza, e Federico mi scopava letteralmente la bocca. Mi sentivo davvero troia, ma mi stavo divertendo un sacco, ero in piena estasi. In quel momento sentii il mio cellulare che squillava dalla tasca del mio cappotto, lì in terra. Cercarono di trattenermi ma io decisi di guardare chi era: era mio marito e risposi:
-Dove cazzo sei?? Sono le 2!!- mi disse
-Te l’avevo detto che volevo uscire!- gli risposi – Sono con Patrizia e Tiziana, e torno quando cazzo mi pare!-
Mentre parlavo al cellulare con lui i due continuavano a accarezzarmile tette masturbandosi accanto a me per tenersi in tiro, e Cristiano riprese a stuzzicarmi la fica carezzandomela e penetrandola con le dita. La situazione era grottesca ma divertente, anzi eccitante. Con il cellulare ancora acceso e mio marito che inveiva divaricai le gambe e tirai con decisione Cristiano per farmi leccare. Sentii Federico che sottovoce diceva “Che troia”, avvicinandosi a me che intanto mi stavo di nuovo sdraiando sul divano, e mentre rispondevo incazzata alle accuse di mio marito, mi mise il cazzo vicino alle labbra. Mi scappava da ridere, glielo leccavo tra una risposta e l’altra, poi ripetei a mio marito che sarei tornata quando mi pareva e riattaccai, spegnendo il cellulare. Scoppiai a ridere, e anche loro risero, e a quel punto, senza ritegno, dissi loro:-Bene, ora fate i bravi e fatemi godere bene!-
Si diedero il cambio, Cristiano tornò davanti a me portandomi il suo cazzo alle labbra. Il grosso cazzo dell’amico mi penetrò nel culo facendomi sobbalzare e strappandomi un gemito, lui prese a incularmi freneticamente. Io ero in preda a una specie di delirio di piacere senza freni, loro mi insultavano., scopandomi in culo e in bocca, poi Federico si tirò indietro, tirandomi su letteralmente. Cristiano si mise davanti a me, e mi penetrarono insieme, rivelandosi esperti nel farlo. Io ormai gridavo, con Cristiano che cercava di tapparmi la bocca con una mano per cercare di non allarmare i vicini. Godetti nel sentire il grosso cazzo di Federico sussultare e poi esplodere il suo sperma dentro di me. Cristiano invece si alzò in piedi e volle di nuovo venirmi sul viso. Mi lascia andare sul divano soddisfatta. Più tardi loro vollero una terza volta. Io ero già appagata, ma mi rilassai e li lasciai divertirsi, godendo di nuovo nel lasciarmi inculare di nuovo da tutti e due, e nel lasciare che mi venissero dentro al culo con i loro ultimi fiotti di sperma, a turno.
Tornai a casa praticamente all’alba, mi sentivo tanto sporca quanto soddisfatta, sia di piacere che di orgoglio nei confronti di mio marito. Lui dormiva profondamente. Io mi spogliai in bagno, scoprendo che il completino che lui mi aveva regalato era un disastro, le mutandine sporche dei miei umori e il reggiseno e il reggicalze tutti impiastricciati di sperma secco. Mi passai una mano tra i capelli, anche quelli erano appiccicaticci. Sorrisi tra i denti, lasciai tutto lì sul tappetino del bagno e mi infilai a letto, ancora sporca e piena dei due amici.
scritto il
2011-12-25
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