L’amore con mia suocera
di
Robocock
genere
tradimenti
Con mia suocera Monica ho sempre avuto un rapporto speciale, fin dal primo momento che mi accolse in casa, 8 anni fa, mi ha trattato da subito come un figlio. Nel tempo abbiamo instaurato un rapporto profondo, fin troppo, e adesso capirete perché.
Tutto ebbe inizio due anni fa, nell’agosto 2018. Avevo 29 anni ed ero in vacanza con la mia fidanzata e la sua famiglia. Una sera, durante una festa in spiaggia organizzata dall’hotel in cui alloggiavamo, mi ritrovai a ballare con mia suocera. La pista da ballo creata in spiaggia era piena di persone e tutti eravamo molto vicini. Successe che tra la confusione persi di vista la mia fidanzata e suo padre, rimanendo così con Monica. Lei mi dava la schiena ed io ero praticamente appiccicato a lei. Nonostante i suoi 55 anni era una donna ancora in forma, un fisico segnato in certi punti dal tempo ma molto sensuale, il tutto arricchito anche dal suo carattere molto spigliato e aperto. Vederla davanti a me ballare me lo fece indurire e il mio pacco iniziò a premere sul suo fondoschiena. Ero sicuro che se ne fosse accorta e proprio quando mi resi conto di ciò che stavo facendo sentii la sua mano risalire lungo la mia coscia fino a toccarmi il pacco. Me lo stava letteralmente massaggiando, il mio cazzo stava per esplodere! Io ero incredulo e mi avvicinai al suo orecchio facendole sentire quanto ansimavo. – Basta così – disse lei dopo qualche minuto e ci ricongiungemmo con gli altri. Nei giorni successivi non successe altro, parlammo un po' e nonostante l’attrazione reciproca ormai evidente concordammo nel dimenticare tutto prima di combinare casini irreparabili.
Da lì in poi non successe altro fino ad un piccolo episodio avvenuto a capodanno. Dopo aver festeggiato lo scoccare della mezzanotte, uscii fuori dal ristorante dove eravamo a cena con altre persone per fumarmi una sigaretta. Rimasi da solo fuori con Monica e al riparo dalla vista degli altri lei con la mano mi strinse le gote e mi stampò un bacio sulle labbra augurandomi un buon anno. Provai a farla rimanere lì con me ma non ci fu niente da fare. Ho perso poi il conto delle seghe che mi sono fatto dopo quell’episodio.
Tutto poi è trascorso normalmente, anzi l’attrazione tra noi sembrava scemata e per un anno e mezzo non è successo più niente. Fino a questa estate. Non potendoci spostare causa covid, io e la mia fidanzata abbiamo deciso di andare con i suoi come due anni prima. Alloggiavamo in una casa a due piani e una sera mentre la mia compagna e suo padre uscirono per andare in pescheria a comprare la cena, rimasi solo con Monica. Stava preparando la cucina e iniziammo a chiacchierare. Inevitabilmente finimmo a parlare di noi.
- Da quel capodanno ti sei allontanata Moni – le dissi.
- Tesoro io ti voglio un bene dell’anima ma abbiamo sbagliato e lo sai –
- Voglio continuare a sbagliare – le poggiai delicatamente la mano sul volto e la portai verso di me.
Le nostre labbra si sfiorarono di nuovo e ci spostammo sul divano. Ci stavamo scambiando dei baci a stampo ma ad un certo punto tirai fuori la lingua e lei fece lo stesso. Ci baciammo energicamente come due ragazzini. La feci sedere sopra di me, indossava un semplice vestito estivo e mentre le nostre lingue si intrecciavano le toccavo le cosce. La sua pelle era liscia e soffice come quella di sua figlia.
- Stavolta finisce male tesoro mio – disse lei.
- Sono due anni che ti aspetto –
- Adesso però devo preparare la tavola, o vuoi farti beccare davvero? –
In effetti non era il momento adatto, ma ormai le barriere che ci avevano sempre frenato erano state abbattute.
Il giorno dopo, Mauro, il marito, organizzò una gita col gommone. Eravamo noi quattro e un amico. Loro sono appassionati di snorkeling mentre a me e Monica non piace. Guarda caso, mentre loro erano in acqua rimanemmo soli sul gommone. Anche il destino era dalla nostra parte. Dopo aver parlato della sera prima per un po' la situazione si fece molto calda. Andammo in acqua e nascosti dietro al gommone ci scambiavamo dei baci a stampo molto sensuali, sempre attenti di non essere visti da nessuno.
Quando le scostai la spallina del suo costume un suo seno fuoriuscì. Un bel seno rotondo, un po' calante vista l’età ma pur sempre in forma. Lo toccai e lei non oppose resistenza. Era morbido e il capezzolo era turgido, per l’acqua fredda e per l’eccitazione.
- Stai importunando una vecchia signora – disse lei scherzando.
Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno portò la suq mano sul mio pacco e sentì il mio rigonfiamento. Ci stavamo reggendo alla scaletta del gommone e i nostri corpi erano a contatto.
- Che duro che sei.. – disse lei facendomi eccitare ancora di più.
Dopo aver ricontrollato l’assenza di occhi indiscreti mi slacciò il costume e quando il mio cazzo fuoriuscì lo prese in mano.
- Ma che ti depili tutto? – chiese ridendo.
- Si.. è un problema? – risposi imbarazzato.
- No, è solo strano.. –
Iniziò a farmi una sega in acqua. La sua mano stringeva forte la mia asta e si muoveva ritmicamente. Avrei voluto sborrare lì ma dovemmo tornare a bordo del gommone. Lei era rossa in volta, eccitata e forse anche imbarazzata.
Il pomeriggio successivo l’amico del gommone ci propose di ripetere l’escursione. La mia ragazza e il padre accettarono mentre io e Monica rimanemmo sulla spiaggia. Eravamo finalmente soli. Quando ormai loro furono distanti Monica si alzò dalla sdraio.
- Sali tra mezzora.. – mi disse e si incamminò verso casa.
Ero già in fermento. Quei minuti non passavano mai. Tenevo d’occhio l’orologio e il gommone. Quando quest’ultimo girò la baia erano le 15:25. Dopo cinque minuti ero nel salotto di casa. Avvertii Monica della mia presenza.
- Sono sopra.. vieni – rispose lei.
Salii i 15 scalini che separavano il salotto dal piano superiore. Quando aprii la porta di camera Monica era seduta sul letto che si stava spalmando una crema sulle gambe. I suoi capelli biondi erano raccolti e indossava un semplice vestitino.
- Puoi spalmarmi un pó di crema sulla schiena? -
- Certo Moni -
Mi sedetti sul letto appoggiandomi allo schienale. Monica si posizionó in mezzo alle mie gambe. L’odore di lavanda emanato da quella crema aveva riempito la stanza. Ne presi un pó, Monica si abbassó le spalline del vestito tenendolo di lato per non farlo cadere e io presi a massaggiarle la schiena.
Inutile nascondere che il mio cazzo fosse già eretto.
Mi avvicinai al suo orecchio.
- Moni.. ti voglio - le dissi piano.
Si voltó verso di me, afferró la mia nuca e ci baciammo. Il suo vestito scivoló lentamente scoprendo il suo bel seno. Portai le mani su di esso e iniziai a massaggiarlo, senza smettere di limonare con lei.
La mia mano scivoló presto in basso, verso il suo sesso. Entrai dentro le mutandine, passai sopra il suo pelo fino a raggiungere le labbra della sua passera: calde e umide.
- Oddio tesoro - esclamó lei ansimando.
Non avevo mai fatto niente del genere con una donna della sua età e sentirla così bagnata, desiderosa, mi fece eccitare da morire. Le piaceva essere toccata e le piaceva la mia mano, la sua testa era poggiata sulla mia spalla e dalla sua bocca uscivano gemiti di piacere.
Sentirla godere così mi gasó molto. Si sdraió, iniziai a baciarle l’interno coscia e man mano che mi avvicinavo sentivo l’odore della sua passera. Sapeva di pulito, ma era intenso, molto più intenso di quello di sua figlia. Le sfilai le mutande e portai la lingua sul suo sesso. La leccai avidamente facendole provare sensazioni ormai sopite.
- Tesoro sto venendo, sto venendo -
Il suo bacino si contorceva e quando con le cosce mi strinse la testa capii che aveva raggiunto l’orgasmo. Wow, che goduria anche per me.
Dopo esser rimasta sdraiata ansimante in estasi per un paio di minuti, con la mano cercó il mio cazzo e mi tolse gli slip.
Lo segó un pochino e quando si accorse che era al massimo della durezza venne sopra di me. Lo afferró e lo puntó sulla sua passera. Quando la cappella fu a contatto con le labbra sentii il suo calore e lei mi fissó negli occhi.
- Facciamo l’amore tesoro - disse.
Fui presto dentro di lei. Inizió a cavalcarmi ad alto ritmo, era sempre più vogliosa e apprezzava quando le spingevo il cazzo fino in fondo, la faceva urlare.
Da sdraiato la afferrai per i fianchi. Adesso dettavo io il ritmo. Un ritmo molto elevato.
- Così mi fai morire - diceva presa dal godimento.
Cambiai posizione, adesso lei era sotto di me. Continuavo a penetrarla con foga e la sua passera era fradicia. Lei, rossa in viso, urlava dal piacere e mi pregava di non fermarmi. Andai avanti un pó poi mi alzai.
La feci rimanere sdraiata ed io, in piedi, ripresi a penetrarla nel più classico dei missionari.
- Mamma mia quanto sei duro tesoro - esclamó, portandosi la mano sulla bocca per non urlare troppo.
La tenevo stretta per le cosce e la sua pelle morbida mi faceva impazzire. Afferrai i suoi piedi poggiati sulle mie spalle e iniziai a leccarle le dita.
- Oddio che porco - disse compiaciuta.
Ero al limite. Sfilai il cazzo dalla sua passera e le dissi che stavo per venire.
- Vieni qua - mi fece sdraiaire - adesso voglio che vieni per me -.
Prese il mio cazzo in mano e inizió a segarlo. Pur godendo come un matto non riuscivo a venire.
- So io come far schizzare questo cazzone - disse improvvisamente Monica.
Dopo avermi sorriso scese e lo prese in bocca. Le sue labbra scendevano e salivano delicatamente sulla mia asta. Tutte le volte che affondava con la bocca gemeva.
- Moni vengo, vengo.. - arrivai al limite.
Lei continuó a succhiarlo.
- Vengo, vengo Moni.. ahhhhhhhhhh - lasció che le venissi in bocca e ingoió la mia sborra.
Fu un pomeriggio indimenticabile.
Tutto ebbe inizio due anni fa, nell’agosto 2018. Avevo 29 anni ed ero in vacanza con la mia fidanzata e la sua famiglia. Una sera, durante una festa in spiaggia organizzata dall’hotel in cui alloggiavamo, mi ritrovai a ballare con mia suocera. La pista da ballo creata in spiaggia era piena di persone e tutti eravamo molto vicini. Successe che tra la confusione persi di vista la mia fidanzata e suo padre, rimanendo così con Monica. Lei mi dava la schiena ed io ero praticamente appiccicato a lei. Nonostante i suoi 55 anni era una donna ancora in forma, un fisico segnato in certi punti dal tempo ma molto sensuale, il tutto arricchito anche dal suo carattere molto spigliato e aperto. Vederla davanti a me ballare me lo fece indurire e il mio pacco iniziò a premere sul suo fondoschiena. Ero sicuro che se ne fosse accorta e proprio quando mi resi conto di ciò che stavo facendo sentii la sua mano risalire lungo la mia coscia fino a toccarmi il pacco. Me lo stava letteralmente massaggiando, il mio cazzo stava per esplodere! Io ero incredulo e mi avvicinai al suo orecchio facendole sentire quanto ansimavo. – Basta così – disse lei dopo qualche minuto e ci ricongiungemmo con gli altri. Nei giorni successivi non successe altro, parlammo un po' e nonostante l’attrazione reciproca ormai evidente concordammo nel dimenticare tutto prima di combinare casini irreparabili.
Da lì in poi non successe altro fino ad un piccolo episodio avvenuto a capodanno. Dopo aver festeggiato lo scoccare della mezzanotte, uscii fuori dal ristorante dove eravamo a cena con altre persone per fumarmi una sigaretta. Rimasi da solo fuori con Monica e al riparo dalla vista degli altri lei con la mano mi strinse le gote e mi stampò un bacio sulle labbra augurandomi un buon anno. Provai a farla rimanere lì con me ma non ci fu niente da fare. Ho perso poi il conto delle seghe che mi sono fatto dopo quell’episodio.
Tutto poi è trascorso normalmente, anzi l’attrazione tra noi sembrava scemata e per un anno e mezzo non è successo più niente. Fino a questa estate. Non potendoci spostare causa covid, io e la mia fidanzata abbiamo deciso di andare con i suoi come due anni prima. Alloggiavamo in una casa a due piani e una sera mentre la mia compagna e suo padre uscirono per andare in pescheria a comprare la cena, rimasi solo con Monica. Stava preparando la cucina e iniziammo a chiacchierare. Inevitabilmente finimmo a parlare di noi.
- Da quel capodanno ti sei allontanata Moni – le dissi.
- Tesoro io ti voglio un bene dell’anima ma abbiamo sbagliato e lo sai –
- Voglio continuare a sbagliare – le poggiai delicatamente la mano sul volto e la portai verso di me.
Le nostre labbra si sfiorarono di nuovo e ci spostammo sul divano. Ci stavamo scambiando dei baci a stampo ma ad un certo punto tirai fuori la lingua e lei fece lo stesso. Ci baciammo energicamente come due ragazzini. La feci sedere sopra di me, indossava un semplice vestito estivo e mentre le nostre lingue si intrecciavano le toccavo le cosce. La sua pelle era liscia e soffice come quella di sua figlia.
- Stavolta finisce male tesoro mio – disse lei.
- Sono due anni che ti aspetto –
- Adesso però devo preparare la tavola, o vuoi farti beccare davvero? –
In effetti non era il momento adatto, ma ormai le barriere che ci avevano sempre frenato erano state abbattute.
Il giorno dopo, Mauro, il marito, organizzò una gita col gommone. Eravamo noi quattro e un amico. Loro sono appassionati di snorkeling mentre a me e Monica non piace. Guarda caso, mentre loro erano in acqua rimanemmo soli sul gommone. Anche il destino era dalla nostra parte. Dopo aver parlato della sera prima per un po' la situazione si fece molto calda. Andammo in acqua e nascosti dietro al gommone ci scambiavamo dei baci a stampo molto sensuali, sempre attenti di non essere visti da nessuno.
Quando le scostai la spallina del suo costume un suo seno fuoriuscì. Un bel seno rotondo, un po' calante vista l’età ma pur sempre in forma. Lo toccai e lei non oppose resistenza. Era morbido e il capezzolo era turgido, per l’acqua fredda e per l’eccitazione.
- Stai importunando una vecchia signora – disse lei scherzando.
Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno portò la suq mano sul mio pacco e sentì il mio rigonfiamento. Ci stavamo reggendo alla scaletta del gommone e i nostri corpi erano a contatto.
- Che duro che sei.. – disse lei facendomi eccitare ancora di più.
Dopo aver ricontrollato l’assenza di occhi indiscreti mi slacciò il costume e quando il mio cazzo fuoriuscì lo prese in mano.
- Ma che ti depili tutto? – chiese ridendo.
- Si.. è un problema? – risposi imbarazzato.
- No, è solo strano.. –
Iniziò a farmi una sega in acqua. La sua mano stringeva forte la mia asta e si muoveva ritmicamente. Avrei voluto sborrare lì ma dovemmo tornare a bordo del gommone. Lei era rossa in volta, eccitata e forse anche imbarazzata.
Il pomeriggio successivo l’amico del gommone ci propose di ripetere l’escursione. La mia ragazza e il padre accettarono mentre io e Monica rimanemmo sulla spiaggia. Eravamo finalmente soli. Quando ormai loro furono distanti Monica si alzò dalla sdraio.
- Sali tra mezzora.. – mi disse e si incamminò verso casa.
Ero già in fermento. Quei minuti non passavano mai. Tenevo d’occhio l’orologio e il gommone. Quando quest’ultimo girò la baia erano le 15:25. Dopo cinque minuti ero nel salotto di casa. Avvertii Monica della mia presenza.
- Sono sopra.. vieni – rispose lei.
Salii i 15 scalini che separavano il salotto dal piano superiore. Quando aprii la porta di camera Monica era seduta sul letto che si stava spalmando una crema sulle gambe. I suoi capelli biondi erano raccolti e indossava un semplice vestitino.
- Puoi spalmarmi un pó di crema sulla schiena? -
- Certo Moni -
Mi sedetti sul letto appoggiandomi allo schienale. Monica si posizionó in mezzo alle mie gambe. L’odore di lavanda emanato da quella crema aveva riempito la stanza. Ne presi un pó, Monica si abbassó le spalline del vestito tenendolo di lato per non farlo cadere e io presi a massaggiarle la schiena.
Inutile nascondere che il mio cazzo fosse già eretto.
Mi avvicinai al suo orecchio.
- Moni.. ti voglio - le dissi piano.
Si voltó verso di me, afferró la mia nuca e ci baciammo. Il suo vestito scivoló lentamente scoprendo il suo bel seno. Portai le mani su di esso e iniziai a massaggiarlo, senza smettere di limonare con lei.
La mia mano scivoló presto in basso, verso il suo sesso. Entrai dentro le mutandine, passai sopra il suo pelo fino a raggiungere le labbra della sua passera: calde e umide.
- Oddio tesoro - esclamó lei ansimando.
Non avevo mai fatto niente del genere con una donna della sua età e sentirla così bagnata, desiderosa, mi fece eccitare da morire. Le piaceva essere toccata e le piaceva la mia mano, la sua testa era poggiata sulla mia spalla e dalla sua bocca uscivano gemiti di piacere.
Sentirla godere così mi gasó molto. Si sdraió, iniziai a baciarle l’interno coscia e man mano che mi avvicinavo sentivo l’odore della sua passera. Sapeva di pulito, ma era intenso, molto più intenso di quello di sua figlia. Le sfilai le mutande e portai la lingua sul suo sesso. La leccai avidamente facendole provare sensazioni ormai sopite.
- Tesoro sto venendo, sto venendo -
Il suo bacino si contorceva e quando con le cosce mi strinse la testa capii che aveva raggiunto l’orgasmo. Wow, che goduria anche per me.
Dopo esser rimasta sdraiata ansimante in estasi per un paio di minuti, con la mano cercó il mio cazzo e mi tolse gli slip.
Lo segó un pochino e quando si accorse che era al massimo della durezza venne sopra di me. Lo afferró e lo puntó sulla sua passera. Quando la cappella fu a contatto con le labbra sentii il suo calore e lei mi fissó negli occhi.
- Facciamo l’amore tesoro - disse.
Fui presto dentro di lei. Inizió a cavalcarmi ad alto ritmo, era sempre più vogliosa e apprezzava quando le spingevo il cazzo fino in fondo, la faceva urlare.
Da sdraiato la afferrai per i fianchi. Adesso dettavo io il ritmo. Un ritmo molto elevato.
- Così mi fai morire - diceva presa dal godimento.
Cambiai posizione, adesso lei era sotto di me. Continuavo a penetrarla con foga e la sua passera era fradicia. Lei, rossa in viso, urlava dal piacere e mi pregava di non fermarmi. Andai avanti un pó poi mi alzai.
La feci rimanere sdraiata ed io, in piedi, ripresi a penetrarla nel più classico dei missionari.
- Mamma mia quanto sei duro tesoro - esclamó, portandosi la mano sulla bocca per non urlare troppo.
La tenevo stretta per le cosce e la sua pelle morbida mi faceva impazzire. Afferrai i suoi piedi poggiati sulle mie spalle e iniziai a leccarle le dita.
- Oddio che porco - disse compiaciuta.
Ero al limite. Sfilai il cazzo dalla sua passera e le dissi che stavo per venire.
- Vieni qua - mi fece sdraiaire - adesso voglio che vieni per me -.
Prese il mio cazzo in mano e inizió a segarlo. Pur godendo come un matto non riuscivo a venire.
- So io come far schizzare questo cazzone - disse improvvisamente Monica.
Dopo avermi sorriso scese e lo prese in bocca. Le sue labbra scendevano e salivano delicatamente sulla mia asta. Tutte le volte che affondava con la bocca gemeva.
- Moni vengo, vengo.. - arrivai al limite.
Lei continuó a succhiarlo.
- Vengo, vengo Moni.. ahhhhhhhhhh - lasció che le venissi in bocca e ingoió la mia sborra.
Fu un pomeriggio indimenticabile.
4
6
voti
voti
valutazione
4.3
4.3
Commenti dei lettori al racconto erotico