Il cazzo del Professore
di
Doris.night
genere
gay
Era quasi un mese che mi dava ripetizioni di italiano e filosofia, data la mia somaraggine, e avevo notato che quando ci alzavamo, alla fine delle lezioni, che...insomma che aveva sempre il pacco gonfio lì davanti e anche io avevo cominciato ad arraparmi.
Mi faceva uno strano effetto quel bozzo che, quando arrivavo non c'era, ma le ultime due volte avevo notato che ce l'aveva anche quando arrivavo.
Quel giorno, appena arrivato non potevo distogliere lo sguardo da quel gonfiore e dopo un po' che mi ero seduto e stavo ripetendo stentatamente la lezione, la mano del professore arrivò sul gonfiore che non riuscivo a trattenere.
Va bene caro forse è ora che tu mi dica se è la filosofia a farti arrapare così o sono io!
Ma professore io non so...
Ah neanche questo sai...
E' che anche lei non scherza laggiù.
Allora smettiamola di scherzare. Tu fammi vedere il tuo che io ti faccio vedere il mio.
E si alzò, si apri la patta e tirò fuori una salsiccia di notevoli dimensioni, anche io mi alzai ma non avevo il coraggio di fare quello che mi era stato chiesto. Allora fu lui che invece di aprirmi la lampo, mi slacciò direttamente la cinta e mi fece cadere i pantaloni e cominciò a palparmi le mutande.
Provai il desiderio acuto di essere nudo nelle sue mani e lui lo esaudì in silenzio cominciando a masturbarmi in maniera subdola e voluttuosa. Mi abbandonai all'indietro e sentii il suo grosso affare premermi nell'ansa fra le mie natiche, allora la mano che mi masturbava corse al suo bastone per puntarmelo dritto nel buco. Emisi un gemito di aperto consenso e mentre la sua mano destra mi comprimeva il pube la sua sinistra mi infilava la cappella in culo mentre io premevo il culo su quella cappella già umida e lubrificata dagli umori del desiderio.
La sentii entrare poco a poco e provocarmi un piacere sconvolgente. Aveva il ventre ed il petto inverosimilmente pelosi quando si spogliò e mi trascinò sul suo letto.
Madonna che letto divino dove lui poteva incularmi in maniera veramente completa e io potei leccargli l'uccello e il pelo del petto e i capezzoli rosei che spuntavano nell'afrore del suo pelo pelliccia. E mi lasciai premere senza fretta godendo l'introduzione del suo cazzo e il martellamento del suo cazzo nella mucosa molle del mio ano. Lo godetti dentro per tutto il pomeriggio. Prima in culo, poi in bocca. Il suo sperma sul viso fu l'ultimo regalo di quel pomeriggio.
Ma i giorni successivi mi feci fare in tutte le salse, usai il suo cazzo come distributore di sborra.
Mi feci fare vestiti di sperma e mi pavoneggiai davanti allo specchio tutto imbrattato della bava del suo uccello e del mio.
Mi feci segare e inculare davanti allo specchio, mi feci mascherare da donna e profumare prima di farmi scopare e mi feci scopare l'ombelico e sotto le ascelle divincolandomi come una bagascia voluttuosa e una puttana da postribolo e resistetti ai suoi attacchi, lo respinsi per ottenere di essere preso con violenza e lo eccitavo fingendo di respingerlo e mi feci legare e sciaffeggiare e penetrare con violenze sempre diverse e schiaffeggiare con il membro mentre veniva e mi accecava gli occhi e mi imbrattava i capelli. Mi feci depilare il pube per sentire il suo sperma scivolarmi fra i testicoli e la cappella umida, pennellarmi il pube liscio come quello di un impubere fanc(i)ullo.
Mi faceva uno strano effetto quel bozzo che, quando arrivavo non c'era, ma le ultime due volte avevo notato che ce l'aveva anche quando arrivavo.
Quel giorno, appena arrivato non potevo distogliere lo sguardo da quel gonfiore e dopo un po' che mi ero seduto e stavo ripetendo stentatamente la lezione, la mano del professore arrivò sul gonfiore che non riuscivo a trattenere.
Va bene caro forse è ora che tu mi dica se è la filosofia a farti arrapare così o sono io!
Ma professore io non so...
Ah neanche questo sai...
E' che anche lei non scherza laggiù.
Allora smettiamola di scherzare. Tu fammi vedere il tuo che io ti faccio vedere il mio.
E si alzò, si apri la patta e tirò fuori una salsiccia di notevoli dimensioni, anche io mi alzai ma non avevo il coraggio di fare quello che mi era stato chiesto. Allora fu lui che invece di aprirmi la lampo, mi slacciò direttamente la cinta e mi fece cadere i pantaloni e cominciò a palparmi le mutande.
Provai il desiderio acuto di essere nudo nelle sue mani e lui lo esaudì in silenzio cominciando a masturbarmi in maniera subdola e voluttuosa. Mi abbandonai all'indietro e sentii il suo grosso affare premermi nell'ansa fra le mie natiche, allora la mano che mi masturbava corse al suo bastone per puntarmelo dritto nel buco. Emisi un gemito di aperto consenso e mentre la sua mano destra mi comprimeva il pube la sua sinistra mi infilava la cappella in culo mentre io premevo il culo su quella cappella già umida e lubrificata dagli umori del desiderio.
La sentii entrare poco a poco e provocarmi un piacere sconvolgente. Aveva il ventre ed il petto inverosimilmente pelosi quando si spogliò e mi trascinò sul suo letto.
Madonna che letto divino dove lui poteva incularmi in maniera veramente completa e io potei leccargli l'uccello e il pelo del petto e i capezzoli rosei che spuntavano nell'afrore del suo pelo pelliccia. E mi lasciai premere senza fretta godendo l'introduzione del suo cazzo e il martellamento del suo cazzo nella mucosa molle del mio ano. Lo godetti dentro per tutto il pomeriggio. Prima in culo, poi in bocca. Il suo sperma sul viso fu l'ultimo regalo di quel pomeriggio.
Ma i giorni successivi mi feci fare in tutte le salse, usai il suo cazzo come distributore di sborra.
Mi feci fare vestiti di sperma e mi pavoneggiai davanti allo specchio tutto imbrattato della bava del suo uccello e del mio.
Mi feci segare e inculare davanti allo specchio, mi feci mascherare da donna e profumare prima di farmi scopare e mi feci scopare l'ombelico e sotto le ascelle divincolandomi come una bagascia voluttuosa e una puttana da postribolo e resistetti ai suoi attacchi, lo respinsi per ottenere di essere preso con violenza e lo eccitavo fingendo di respingerlo e mi feci legare e sciaffeggiare e penetrare con violenze sempre diverse e schiaffeggiare con il membro mentre veniva e mi accecava gli occhi e mi imbrattava i capelli. Mi feci depilare il pube per sentire il suo sperma scivolarmi fra i testicoli e la cappella umida, pennellarmi il pube liscio come quello di un impubere fanc(i)ullo.
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