Venire al punto
di
Doris.night
genere
gay
Lo incontrai a un congresso. era un attempato psicoanalista. Ci capitò di cenare due o tre volte insieme e lui notò subito che apparivo stressato e qualche volta assente anche di fronte ad argomenti per i quali avevo dimostrato interesse. Non potevo negare, ero ai ferri corti con mia moglie e non avevo più voglia di continuare un rapporto che, per fortuna, non aveva ancora prodotto un figlio.
Le volevo molto bene e non sapevo come proporle il divorzio. Parlare con lui mi aveva ispirato subito un senso di fiducia e mi indusse a chiedergli di poterlo rivedere professionalmente. Naturalmente lui acconsentì a prendermi in analisi e cominciammo a vederci regolarmente.
Il suo studio era estremamente confortevole: era un miniappartamento con un grande soggiorno per i gruppi e uno studio per i clienti singoli.
Ci si vedeva il martedì ed il sabato mattina a fine mattinata e il sabato, quando non aveva altri appuntamenti si andava a pranzo insieme.
Un sabato capitò, gli avevo raccontato del mio ricorrente vizio di visitare zone frequentate da transessuali, ma anche della mia fobia per le malattie veneree, di tornare a studio per un caffe e “ un approfondimento del tema”, disse.
Finalmente sei venuto al punto!
In che senso?
Non ti rendi conto...la stanchezza di lottare per il sopravvento. Cosa ti interessava di un eventuale rapporto, diciamo extrasessuale, il possesso o l'essere posseduto?
Essere posseduto – non avrebbe avuto senso mentire o menare il can per l'aia, mi dissi.
E da quanto questo, che mi pare un vero bisogno, ha cominciato a manifestarsi?
Gli raccontai alcuni episodi che risalivano a qualche anno prima e che si riaffacciavano alla mia mente quando capitavo nelle zone mensionate, fra cui uno in particolare che mi era capitato una volta in cui, ospite di amici avevo aperto la porta di una stanza per errore e avevo trovato due uomini completamente nudi: uno anziano ed un ragazzo allacciati in un coito piuttosto agitato; il giovane era bocconi sul bordo di un letto e si teneva con le mani i glutei slargati per facilitare l'affondo del membro dell'altro...
E tu per non pensare più a quel tipo di rapporto che ti ha segnato, vorresti ricevere il cazzo - diciamolo pure - da un corpo femminile o con almeno alcuni attributi femminili?
Arrossii, credo, e rivolsi la testa di lato, per allontanare il mio sguardo da quello dell'analista, ma quando il rossore svanì e rivolsi di nuovo il mio sguardo ad Arnaldo, questi, era seduto come prima, ma aveva steso le gambe in avanti ed estratto un pene che ora pendeva riccamente dalla patta aperta dei suoi pantaloni.
Perchè non tiri fuori anche il tuo?
Lo fissai inebetito in un silenzio di tomba, poi mi alzai e, una volta slacciata la cinta, lasciai cadere a terra i pantaloni.
Arnaldo si alzò in piedi e venne verso di me, pescò il mio cazzo nelle mutande e quado io feci la stessa cosa con il suo, accostò le sue labbra alle mie e vi insinuò la lingua, stringendomi in un bacio cui risposi con trasporto. Mi accorsi di aver stretto ferocemente il suo membro e di sentirlo in piena erezione come il mio.
Togliti tutto e fa come il ragazzo di cui mi hai parlato!
Ero tentato di farlo ma non riuscii a trattenere un:
Ma Arnaldo io non...
Posso farlo? Oh, si che puoi, anzi vuoi farlo. A me non dispiacciono i rapporti omosessuali, e ho clienti che lo apprezzano: lo sperma è buono in bocca e buono in culo, non sei felice finalmente di darti nudo alle mani e al sesso di un uomo? Io ti apprezzo e ti voglio aiutare, apriti bene le natiche, ma prima fammelo venire duro con la mano.
Si rimise seduto con il cazzo che aveva decisamente rizzato la cresta, si tirò indietro la pelle e il glande uscì fuori come un grosso dattero maturo. Lo presi fra le labbra con piacere e benchè già conoscessi le tecniche per soddisfarlo mi sentii timido e impacciato, ma lui aveva una gran voglia di soddisfare subito la sua libidine e mi afferrò per i capelli spingendomelo dentro con consumata perizia.
Anche io avevo veramente fame del suo sesso e presi un ritmo così perfetto da soddisfarlo in pochi minuti. Il voluttuoso conseguimento dell'orgasmo mi rovesciò in bocca un volume di sperma da soffocamento, Ne ingoiai con cupidigia una buona parte ma ne trattenni a sufficienza da farmelo refluire sul mento e sul petto affinchè lui potesse strofinarvi sopra il pene, spennellandomi lubricamente viso e torace, capezzoli e ventre. Mi trattenni miracolosamante dal godere, in attesa della più completa penetrazione.
Mi voltai dunque e cominciai a dilatarmi i glutei come gli avevo raccontato e a cui lui mi aveva spronato prima di impormi la fellazio.
Allora vuoi che andiamo fino in fondo!
Si!
Non dissi né dovetti dire altro, in un silenzio gravido di ansia di piacere, fui penetrato e preso dal suo membro già lubrificato di saliva e sperma.
Non posso neanche esprimere fino a che punto cominciai a godere, fino a che punto gustai l'ingresso del cazzo nell'ano che pulsava e lo risucchiava dentro, che si lasciava riempire dalla sua cappella ben lubrificata. Rovesciato sul lettino dello psicanalista mi lasciai inculare come una fidanzatata golosa di cazzo o una puttana con l'anima nel culo.
Mentre mi lasciavo inculare lo sollecitavo a trattarmi da troia, le parole ritmavano i colpi del suo cazzo che mi sfondava ano, sfintere e intestino.
Ficcalo dentro tutto e muoviti piano quando sei in fondo...si così...così...oddio, mi fai impazzire!
Veni pure sul divano, ma poi lo devi pulire con la lingua, anche qualche altro paziente ha sborrato li sopra e ha leccato a dovere il suo sperma!
Intanto lo sentivo grosso, enorme, tutto dentro che me lo rigirava frenetico e dava colpi brevi e feroci per venire, incitato anche dalle mie parole.
Sentii come un singhiozzo e la sua sborra calda che cominciava a riempirmi, io uggiolavo cercando di non urlare e sborravo sulla pelle del divanetto sporcandolo e sporcandomi tutto.
Lo sperma mi usciva dal cazzo e dal culo contemporaneamente, eravamo entrambi impappati e luridi del coito omosessuale e già con la voglia di ricominciare.
Le volevo molto bene e non sapevo come proporle il divorzio. Parlare con lui mi aveva ispirato subito un senso di fiducia e mi indusse a chiedergli di poterlo rivedere professionalmente. Naturalmente lui acconsentì a prendermi in analisi e cominciammo a vederci regolarmente.
Il suo studio era estremamente confortevole: era un miniappartamento con un grande soggiorno per i gruppi e uno studio per i clienti singoli.
Ci si vedeva il martedì ed il sabato mattina a fine mattinata e il sabato, quando non aveva altri appuntamenti si andava a pranzo insieme.
Un sabato capitò, gli avevo raccontato del mio ricorrente vizio di visitare zone frequentate da transessuali, ma anche della mia fobia per le malattie veneree, di tornare a studio per un caffe e “ un approfondimento del tema”, disse.
Finalmente sei venuto al punto!
In che senso?
Non ti rendi conto...la stanchezza di lottare per il sopravvento. Cosa ti interessava di un eventuale rapporto, diciamo extrasessuale, il possesso o l'essere posseduto?
Essere posseduto – non avrebbe avuto senso mentire o menare il can per l'aia, mi dissi.
E da quanto questo, che mi pare un vero bisogno, ha cominciato a manifestarsi?
Gli raccontai alcuni episodi che risalivano a qualche anno prima e che si riaffacciavano alla mia mente quando capitavo nelle zone mensionate, fra cui uno in particolare che mi era capitato una volta in cui, ospite di amici avevo aperto la porta di una stanza per errore e avevo trovato due uomini completamente nudi: uno anziano ed un ragazzo allacciati in un coito piuttosto agitato; il giovane era bocconi sul bordo di un letto e si teneva con le mani i glutei slargati per facilitare l'affondo del membro dell'altro...
E tu per non pensare più a quel tipo di rapporto che ti ha segnato, vorresti ricevere il cazzo - diciamolo pure - da un corpo femminile o con almeno alcuni attributi femminili?
Arrossii, credo, e rivolsi la testa di lato, per allontanare il mio sguardo da quello dell'analista, ma quando il rossore svanì e rivolsi di nuovo il mio sguardo ad Arnaldo, questi, era seduto come prima, ma aveva steso le gambe in avanti ed estratto un pene che ora pendeva riccamente dalla patta aperta dei suoi pantaloni.
Perchè non tiri fuori anche il tuo?
Lo fissai inebetito in un silenzio di tomba, poi mi alzai e, una volta slacciata la cinta, lasciai cadere a terra i pantaloni.
Arnaldo si alzò in piedi e venne verso di me, pescò il mio cazzo nelle mutande e quado io feci la stessa cosa con il suo, accostò le sue labbra alle mie e vi insinuò la lingua, stringendomi in un bacio cui risposi con trasporto. Mi accorsi di aver stretto ferocemente il suo membro e di sentirlo in piena erezione come il mio.
Togliti tutto e fa come il ragazzo di cui mi hai parlato!
Ero tentato di farlo ma non riuscii a trattenere un:
Ma Arnaldo io non...
Posso farlo? Oh, si che puoi, anzi vuoi farlo. A me non dispiacciono i rapporti omosessuali, e ho clienti che lo apprezzano: lo sperma è buono in bocca e buono in culo, non sei felice finalmente di darti nudo alle mani e al sesso di un uomo? Io ti apprezzo e ti voglio aiutare, apriti bene le natiche, ma prima fammelo venire duro con la mano.
Si rimise seduto con il cazzo che aveva decisamente rizzato la cresta, si tirò indietro la pelle e il glande uscì fuori come un grosso dattero maturo. Lo presi fra le labbra con piacere e benchè già conoscessi le tecniche per soddisfarlo mi sentii timido e impacciato, ma lui aveva una gran voglia di soddisfare subito la sua libidine e mi afferrò per i capelli spingendomelo dentro con consumata perizia.
Anche io avevo veramente fame del suo sesso e presi un ritmo così perfetto da soddisfarlo in pochi minuti. Il voluttuoso conseguimento dell'orgasmo mi rovesciò in bocca un volume di sperma da soffocamento, Ne ingoiai con cupidigia una buona parte ma ne trattenni a sufficienza da farmelo refluire sul mento e sul petto affinchè lui potesse strofinarvi sopra il pene, spennellandomi lubricamente viso e torace, capezzoli e ventre. Mi trattenni miracolosamante dal godere, in attesa della più completa penetrazione.
Mi voltai dunque e cominciai a dilatarmi i glutei come gli avevo raccontato e a cui lui mi aveva spronato prima di impormi la fellazio.
Allora vuoi che andiamo fino in fondo!
Si!
Non dissi né dovetti dire altro, in un silenzio gravido di ansia di piacere, fui penetrato e preso dal suo membro già lubrificato di saliva e sperma.
Non posso neanche esprimere fino a che punto cominciai a godere, fino a che punto gustai l'ingresso del cazzo nell'ano che pulsava e lo risucchiava dentro, che si lasciava riempire dalla sua cappella ben lubrificata. Rovesciato sul lettino dello psicanalista mi lasciai inculare come una fidanzatata golosa di cazzo o una puttana con l'anima nel culo.
Mentre mi lasciavo inculare lo sollecitavo a trattarmi da troia, le parole ritmavano i colpi del suo cazzo che mi sfondava ano, sfintere e intestino.
Ficcalo dentro tutto e muoviti piano quando sei in fondo...si così...così...oddio, mi fai impazzire!
Veni pure sul divano, ma poi lo devi pulire con la lingua, anche qualche altro paziente ha sborrato li sopra e ha leccato a dovere il suo sperma!
Intanto lo sentivo grosso, enorme, tutto dentro che me lo rigirava frenetico e dava colpi brevi e feroci per venire, incitato anche dalle mie parole.
Sentii come un singhiozzo e la sua sborra calda che cominciava a riempirmi, io uggiolavo cercando di non urlare e sborravo sulla pelle del divanetto sporcandolo e sporcandomi tutto.
Lo sperma mi usciva dal cazzo e dal culo contemporaneamente, eravamo entrambi impappati e luridi del coito omosessuale e già con la voglia di ricominciare.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una scopata tira l'altraracconto sucessivo
Scelte facili
Commenti dei lettori al racconto erotico