La lingua nell'orecchio

di
genere
gay

Se vado al cinema da solo può capitare che mi addormenti. Questo fu il caso che accadde quel giorno. Inoltre debbo chiarire che essendo ormai non più giovane vedo bene da lontano e scelgo sempre le ultime file.
Quel giorno avevo preso posto nell'ultima, la più in alto e non avevo resistito molto ad un film noioso e poco interessante.
Ricordo che mi cullavo nel sogno di un lascivo contatto con una bella sigora quando riacquistai improvvisamente coscienza e mi resi conto che il mio membro, il mio sesso, era letteralmente nelle mani di un tizio, seduto, non avrei saputo dire da quando, accanto a me. Una sua mano mi aveva aperto i pantaloni e mi stava bellamente masturbando e la piacevole sensazione di essere in balia di una bella signora era invece dovuta alla mano di un uomo non certo autorizzato a prendersi quel passaggio.
Tuttavia la sensazione di piacere sembrava non voler essere arrestata dai primi barlumi di un pensiero conscio. La mia volontà si rifiutava di interrompere le sensazioni che stavo provando e, in modo a me stesso incredibile, lasciai che la mano: una mano dal tocco fantastico, mi portasse lentamente all'orgasmo e all'eiaculazione.
Guardavo indolente la mano che mi stava facendo godere senza riuscire a guardare l'uomo e a un certo punto sento il mio sperma fluire fra le sue dita e colare sui miei pantaloni e sul sedile inzuppandomi e sporcandomi tutto. Ma la cosa non finì lì, perché la mano risalì fino al mio viso e alla mia bocca imbrattandomi bocca e baffi - ho i baffi - e inducendomi a leccare e godere anche dell'odore del mio sperma e del mio cazzo.
Non puoi dire che non ti sia piaciuto?
La voce dell'uomo mi raggiunse in un sussurro soffiato nell'orecchio e seguito dalla sua lingua nel mio padiglione.
Cercai di reagire, con una acuta sensazione di vergogna, di ansia e di paura di essere notato e pubblicamente svergognato. Ma stranamente fu proprio la vergogna ad avere un effetto inebriante, lo definirei oggi, e a farmi muovere in un goffo tentativo di difesa e di copertura della patente oscenità dei comportamenti mio e dell'individuo che aveva approfittato di me.
La cosa più ridicola e insieme grave fu però il seguito. Mi sentivo completamente bagnato e non riuscivo a liberarmi dall'imbarazzo che il perdurare del piacere mi dava. Di nuovo un sussurro:
Dai ora ci alziamo e l'unica cosa che puoi fare ormai è venire a letto con me e fare tutto il resto!
Mai e poi mai - ritrovai un filo di voce - non se lo sogni nemmeno...
A no? Allora comincerò a baciarti finché non avremo scandalizzato qualcuno,,,
Va bene...alziamoci e usciamo – speravo in qualche modo di riuscire a liberarmi di lui.
Ma mi illudevo perché appena fuori, nella hall del cinema stesso, il tipo mi spinse contro il muro e mi forzò la bocca in un bacio che era quasi un morso, cui non riuscii a sfuggire, pur dibattendomi allo spasimo. Dalla biglietteria ci guardavano e lui afferratomi per un braccio mi trascinò fuori.
Credevo che la tortura fosse finita ma quello, ancora stringendomi il braccio mi dice:
Adesso se non ti calmi e mi segui buono buono ti rifaccio il giochino del bacio...
Ma si può sapere che accidenti vuoi...
Che tu salga in macchina con me e venga a casa mia a farti scopare...
Ma lei è matto e io la denuncio...
Potrai anche farlo, ma sarebbe troppo tardi, lì alla biglietteria del cinema ci hanno visto e tu avevi tutta l'aria di starci, se vuoi che la cosa diventi di dominio pubblico...Accomodati.
Non riuscivo a rispondergli e qualsiasi scappatoia mi parve impossibile...cominciai a guardarlo pensando a quello che mi stava proponendo di fare e insieme a quel pensiero cominciai a considerare il personaggio.
Era un uomo corpulento e volgare, aveva il cranio rasato e doveva stare fra i cinquanta e i sessanta malportati e, non ostante la stazza, era flaccido e aveva una pancia a palloncino e una faccia coperta dal pelo di una barba tinta e ben curata, mi faceva ribrezzo e tuttavia esercitava su di me una sorta di fascino perverso e pervertito. Salii sulla sua macchina e lo pregai di accompagnarmi a casa. Si mise a ridere
Certo, quando uscirai da casa mia...
Siete un verme.
Si, ma con un cazzo che ti piacerà molto, vedrai...non vuoi toccarlo un po'...intanto.
Mi parve un atto osceno, ma lo compii, gli misi una mano sul pacco, grosso e duro, ma la ritrassi subito, spaventato dal mio stesso gesto.
Ah, ah! Ti fa paura pensarlo appoggiato sul tuo bel culetto bianco...e tuttavia non ti dispiace...pensa a quanto potrai soddisfarmi come io ho soddisfatto te al cinema...
Me ne vergogno terribilmente e...e …
Lascia perdere e non sprecare il fiato che siamo arrivati alla tana del lupo.
Doveva essere una tana affittata per casi del genere, era un box in un deposito di mobili e conteneva solo un letto e un armadio neanche tanto in buono stato, però sembrava pulito.
Accese una luce squallida e fievole al centro del soffitto e chiuse la saracinesca che faceva da porta, il silenzio era assoluto e io mi sentivo in modo davvero strano: avevo certamente paura ma anche una sorta di libidinosa attrazione.
Attesi che le sue mani si posassero su di me con una specie di ebete acquiescenza e quando cominciarono a slacciarmi la cinta la mia mano si mosse per tastargli il pube.
Nessuno parlava e mentre cominciavano a cadermi i pantaloni io mi tolsi la maglietta e restai in mutande. Anche il tipo si tolse tutto molto rapidamente e restò completamente nudo. Aveva il pelo anche sulle spalle e su petto e ventre e da quello pubico si elevava un cazzo al massimo dell'arrapamento. Io ero ancora immobile e sempre in mutande e quando il tipo si abbassò su quelle con la bocca e cominciò a baciarmi e mordicchiarmi il pene ebbi un sussulto e una specie di sospiro mi uscì spontaneamente dalle labbra.
Anche io ero in balia di una sorta di arrapamento tremendo e quando, con dita lubriche, cominciò a succhiarmi il cazzo ancora fradicio dello sperma che mi aveva provocato al cinema riuscii solo a dire:
Fai piano!
Avevo voglia di lasciarmelo succhiare fino a un nuovo orgasmo e fu allora che il tipo mi afferrò per le natiche e mi infilò un dito, credo il pollice, dritto nel buco e cominciò a muoverlo dentro, provocandomi uno spasimo di dolore ma anche di piacere intensissimo.
Ti piace porcellone!
E rialzatosi mi abbracciò intensamente aderendo al mio torace glabro con la sua pelliccia calda e solleticante. Il suo cazzo toccò il mio e la sua barba, stretta al mio viso mi rese totalmente succube e fui io a cercare la sua bocca per sentire la sua lingua penetrarmi oscenamente e avvolgermi in un bacio lascivo e turpe.
Quando si staccò sbavandomi tutto
Vai sul letto e mettiti a pecora che ti faccio il culo, te lo faccio come non hai mai sognato, troiona!
Fai piano che sono vergine!
E' per questo che vuoi godere, troia! E' la prima sborrata che ti farà troia per sempre!
Mi misi ginocchioni sul letto e attesi con ansia il suo cazzo.
Aio, ahai!
Le sue dita imbrattate di saliva mi stavano lubrificando il buco che lo aspettava fremendo, ero ormai disposto a godere fino in fondo la mia vergogna, sentivo la punta del suo cazzo premermi senza fretta e cominciare a entrare lentamente, così lentamente che sembrava voler giocare a ingigantire il mio desiderio, intanto le sue mani mi carezzavano il ventre e arrivate al pene cominciavano a masturbarmi, poi, improvvisamente mi afferrò i capezzoli e me li strizzò selvaggiamente e il suo cazzo entrò fino in fondo. Lanciai un urlo strozzato e affondai la testa nel cuscino per poter gridare senza dare scandalo, anche se eravamo soli. Ero stato sfondato in un solo colpo e avevo i capezzoli infiammati di dolore e desiderio. Il cazzo dell'uomo si muoveva appena sulle pareti del mio intestino, facendo dilagare il piacere ed emettere un rantolo di totale deliquio e appena cominciò a stantuffarmi con violenza venni senza alcuna possibilità di trattenermi.
Fradiciai lenzuola e materasso... no il materasso no, mi disse poi, perchè sotto c'era uno strato di incerata. Anche lui voleva godere, lo sentivo ansimare mentre mi cavalcava e mi fotteva come una giumenta in calore e mi strusciava la sua pelliccia sulla schiena e mi sottometteva ad un godimento senza freni. Ci mise quasi un quarto d'ora e quando venne mi afflosciai come una bambola gonfiabile scoppiata, mentre sentivo il suo sperma bagnarmi della sua melma calda.
Un soddisfacimento completo mi pervase dal ventre alla spina dorsale e lui si rovesciò esausto, accanto a me.
Leccami il cazzo, piglialo in bocca e fammi finir di venire sulla tua lingua.
Lo feci con gioia e voglia e un senso di gratitudine dilagava in me, mentre gli leccavo il pene, i testicoli e gli strizzavo la cappella per succhiare le ultime gocce di sperma.
scritto il
2016-11-20
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