Apriti Culo
di
Doris.night
genere
gay
Quella sera mi stava venendo una voglia crescente di cose sporche, non ancora provate, restate seppellite in una lunga incubazione, anche se perfettamente conosciute.
Presi la macchina e mi recai nel posto che sapevo “ben frequentato”, fermai in un angolo appartato ed accesi una sigaretta. C'erano anche altre macchine naturalmente che ignorai ed accesi la radio a bassissimo volume senza stare a guardarmi intorno.
Dopo un po' un'ombra scesa da un'altra macchina si presentificò al vetro dello sportello laterale, azionai il pulsante abbassa-cristallo guardando in viso l' uomo che si era abbassato.
Posso?
Prego !
L'uomo aprì lo sportello e si sedette sul sedile con aria timida ma subito allungò una mano vrso la lampo dei miei pantaloni.
Me lo fai toccare!
Tiralo pure fuori!
La mano, divenuta sicura, estrasse il mio pene e l'uomo si chinò a guardarlo come se fosse miope e cominciò a segarmi lentamente. Era terribilmente piacevole e inclinai indietro il sedile facilitandolo in tutto e per tutto. Dopo avermi provocato la massima erezione cominciò a lavorarmi la cappella con la lingua facendomi perdere la coscienza del tempo, mentre la sua mano scivolava sempre più indietro fra le cosce e raggiungeva il mio ano.
A quel tocco insistente cominciai ad inarcare la schiena perdendo ogni residua briciola di pudore e mentre le sue dita mi penetravano abilmente cominciai a sospirare:
No...per favore no...lì no...
Lamentosa litania che segnalava al contrario l'impossibilità di sfuggire a quella tentazione che stava sconvolgendo le mie abitudini sessuali.
Il sollevamento della mia pelvi permise subito all'uomo di strapparmi pantaloni e mutande, facendoli scivolare ai miei piedi mentre io mi divincolavo... ma non per ostacolarlo.
Fu allora che il tizio si slacciò e tolse anche lui l'ostacolo pantaloni-mutande e fece comparire un folto pelo pubico entro cui troneggiava un pene in piena erezione arcuato e possente.
Oddio...quello no...quello no...
Il mio lamento spronò l'uomo ad abbassare al massimo il sedile, togliermi i pantaloni e le scarpe, alzandomi le gambe e infilandosi abilmente fra quelle.
Potevo vedere perfettamente la sua gloriosa cappella premermi il buco e cominciare ad aggiustarla per penetrarmi. Allungai la mano per toccarla, era solida e grossa ed emanava un odore forte e pungente che mi dava la misura della mia vergognosa succubanza a quello sconosciuto da cui mi stavo facendo chiavare e mentre il suo movimento spingeva il suo cazzo sempre più a fondo nel mio tenero sfintere, dilatato per accoglierlo tutto, mi accorsi che qualcosa si muoveva intorno alla macchina.
Improvvisamente mi irrigidii ma il mio violentatore (così mi piaceva immaginarlo) mi tranquillizzò immediatamente:
Sono guardoni, sono innocui...fatteli piacere!
Si...si – e guardandoli meglio vidi le loro mani e i sessi che si agitavano. Fu uno shoc bellissimo, mi sentivo una specie di diva perversa su un osceno palcoscenico.
Il tipo non si era lasciato distrarre e il suo bastone mi stava distruggendo l'ano...di piacere. Uno schizzo di sperma colpì il vetro del finestrino di fianco a me e colò favolosamente sul vetro frutto del godimento di uno dei miei spettatori.
L'uccello che mi stava pompando come un pistone stava per produrre anche in me il devastante risalire dello sperma, cercai di frenare inutilmente il piacere che mi stava sciogliendo il cervello e cominciai a mugolare irrefrenabilmente mentre il mio sperma dilagava sul mio ventre e il mio drudo me lo spalmava sul petto scovando e pizzicando i miei capezzoli per finire a strofinarmelo su viso e bocca. Il mio stupratore stava accelerando il ritmo per godere anch'egli, ma impiegò tuttavia ancora due tre minuti in cui io fui scosso come un sacco di patate con ventre e culo così bene in vista che feci godere uno dopo l'altro gli altri due o tre guardoni che formavano la mia platea.
Quando finalmente ricevetti nell'intestino la colata lavica del mio anfitrione un nuovo orgasmo scosse anche me e mentre lui continuava a venirmi dentro mi sollevai per bere dalla sua bocca la saliva come il liquido seminale che mi sconvolgeva il culo e mi schizzava in paradiso.
Ancora alcuni istanti ed il pene amico scivolò fuori dal mio sfintere con un sonoro SBLOP di godimento e venne a premermi le labbra affinché potessi gustarne a pieno il sapore dolce-salato e l'odore che mi parve come di rosa e aglio inestricabilmente avvinghiati come lo erano i nostri corpi.
Sei un vero porco e una magnifica puttana! - Mi gratificò il tizio con una mezza risata.
Oh, si , mi hai chiavato come una vera troia e sputtanato davanti a questa stupenda platea!
Allora scendi e fatti toccare il culo da questi bravi ragazzi.
Quando scesi, nudo dal ventre in giù uno di quelli mi fece segno di voltarmi e appoggiarmi al fianco dell'auto. Lasciai che i loro cazzi mi strusciassero voluttuosamente fra le natiche e mi penetrassero a piacere fin dentro l'ano lubrificato dallo sperma del mio visitatore.
Il tipo che mi sveva scopato se ne era andato e allora chiesi ai ragazzi il permesso di rimettermi mutande, pantaloni e scarpe.
Presi la macchina e mi recai nel posto che sapevo “ben frequentato”, fermai in un angolo appartato ed accesi una sigaretta. C'erano anche altre macchine naturalmente che ignorai ed accesi la radio a bassissimo volume senza stare a guardarmi intorno.
Dopo un po' un'ombra scesa da un'altra macchina si presentificò al vetro dello sportello laterale, azionai il pulsante abbassa-cristallo guardando in viso l' uomo che si era abbassato.
Posso?
Prego !
L'uomo aprì lo sportello e si sedette sul sedile con aria timida ma subito allungò una mano vrso la lampo dei miei pantaloni.
Me lo fai toccare!
Tiralo pure fuori!
La mano, divenuta sicura, estrasse il mio pene e l'uomo si chinò a guardarlo come se fosse miope e cominciò a segarmi lentamente. Era terribilmente piacevole e inclinai indietro il sedile facilitandolo in tutto e per tutto. Dopo avermi provocato la massima erezione cominciò a lavorarmi la cappella con la lingua facendomi perdere la coscienza del tempo, mentre la sua mano scivolava sempre più indietro fra le cosce e raggiungeva il mio ano.
A quel tocco insistente cominciai ad inarcare la schiena perdendo ogni residua briciola di pudore e mentre le sue dita mi penetravano abilmente cominciai a sospirare:
No...per favore no...lì no...
Lamentosa litania che segnalava al contrario l'impossibilità di sfuggire a quella tentazione che stava sconvolgendo le mie abitudini sessuali.
Il sollevamento della mia pelvi permise subito all'uomo di strapparmi pantaloni e mutande, facendoli scivolare ai miei piedi mentre io mi divincolavo... ma non per ostacolarlo.
Fu allora che il tizio si slacciò e tolse anche lui l'ostacolo pantaloni-mutande e fece comparire un folto pelo pubico entro cui troneggiava un pene in piena erezione arcuato e possente.
Oddio...quello no...quello no...
Il mio lamento spronò l'uomo ad abbassare al massimo il sedile, togliermi i pantaloni e le scarpe, alzandomi le gambe e infilandosi abilmente fra quelle.
Potevo vedere perfettamente la sua gloriosa cappella premermi il buco e cominciare ad aggiustarla per penetrarmi. Allungai la mano per toccarla, era solida e grossa ed emanava un odore forte e pungente che mi dava la misura della mia vergognosa succubanza a quello sconosciuto da cui mi stavo facendo chiavare e mentre il suo movimento spingeva il suo cazzo sempre più a fondo nel mio tenero sfintere, dilatato per accoglierlo tutto, mi accorsi che qualcosa si muoveva intorno alla macchina.
Improvvisamente mi irrigidii ma il mio violentatore (così mi piaceva immaginarlo) mi tranquillizzò immediatamente:
Sono guardoni, sono innocui...fatteli piacere!
Si...si – e guardandoli meglio vidi le loro mani e i sessi che si agitavano. Fu uno shoc bellissimo, mi sentivo una specie di diva perversa su un osceno palcoscenico.
Il tipo non si era lasciato distrarre e il suo bastone mi stava distruggendo l'ano...di piacere. Uno schizzo di sperma colpì il vetro del finestrino di fianco a me e colò favolosamente sul vetro frutto del godimento di uno dei miei spettatori.
L'uccello che mi stava pompando come un pistone stava per produrre anche in me il devastante risalire dello sperma, cercai di frenare inutilmente il piacere che mi stava sciogliendo il cervello e cominciai a mugolare irrefrenabilmente mentre il mio sperma dilagava sul mio ventre e il mio drudo me lo spalmava sul petto scovando e pizzicando i miei capezzoli per finire a strofinarmelo su viso e bocca. Il mio stupratore stava accelerando il ritmo per godere anch'egli, ma impiegò tuttavia ancora due tre minuti in cui io fui scosso come un sacco di patate con ventre e culo così bene in vista che feci godere uno dopo l'altro gli altri due o tre guardoni che formavano la mia platea.
Quando finalmente ricevetti nell'intestino la colata lavica del mio anfitrione un nuovo orgasmo scosse anche me e mentre lui continuava a venirmi dentro mi sollevai per bere dalla sua bocca la saliva come il liquido seminale che mi sconvolgeva il culo e mi schizzava in paradiso.
Ancora alcuni istanti ed il pene amico scivolò fuori dal mio sfintere con un sonoro SBLOP di godimento e venne a premermi le labbra affinché potessi gustarne a pieno il sapore dolce-salato e l'odore che mi parve come di rosa e aglio inestricabilmente avvinghiati come lo erano i nostri corpi.
Sei un vero porco e una magnifica puttana! - Mi gratificò il tizio con una mezza risata.
Oh, si , mi hai chiavato come una vera troia e sputtanato davanti a questa stupenda platea!
Allora scendi e fatti toccare il culo da questi bravi ragazzi.
Quando scesi, nudo dal ventre in giù uno di quelli mi fece segno di voltarmi e appoggiarmi al fianco dell'auto. Lasciai che i loro cazzi mi strusciassero voluttuosamente fra le natiche e mi penetrassero a piacere fin dentro l'ano lubrificato dallo sperma del mio visitatore.
Il tipo che mi sveva scopato se ne era andato e allora chiesi ai ragazzi il permesso di rimettermi mutande, pantaloni e scarpe.
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