Viaggio in fondo ai sensi
di
Doris.night
genere
gay
Al ritorno da NY mi trovai accanto una vecchia signora non priva di fascino, aveva un trucco pesante e un qualcosa di perverso nelle occhiate che in silenzio mi rivolgeva, quasi sfacciatamente, ma che furono capaci di destarmi pensieri altrettanto sfacciati.
Mi costrinse a cercare di osservarla provando a non farmi notare, il suo silenzio si rivelò strumentale quando con un sorriso, contenuto per non costellarsi di rughe, mi chiese se poteva approfittare del computer che avevo sulle ginocchia per togliersi una curiosità riguardo a una diva del cinema di cui ignorava l'età.
E' più vecchia di me! - concluse dopo avermelo restituito.
Che cosa vorrebbe che le replicassi? - risposi con il tono più sbadato possibile.
Che lo immaginava senza ombra di dubbio!
Non le basterebbe sentirmi riconoscere il suo fascino!
Questa volta rise lasciando che le rughe si espandessero intorno alle sue labbra ma gettando la testa all'indietro e stirando bene quelle della gola e del collo.
Anche il seno le si tese in avanti prepotente e pesante sotto la camicetta di seta cruda, poi la sua testa con la morbida onda di capelli castani si reclinò dalla mia parte, sfiorandomi il viso e inondandomi di un profumo leggero ma intenso, già prima percepito, ma ora dilagante alle mie narici e non solo a quelle.
Cominciai ad avere una decisa erezione, che, con un gesto improvviso le sue dita leggere ed i lunghi artigli che sfoderavano, rilevarono con altrettanto sbadata indifferenza.
Restai stupito, confesso, di un gesto che poteva sembrare casuale a chi non avesse seguito la conversazione.
Allora posso illudermi di non dispiacerle? - Mi sussurrò all'orecchio con gesto confidenziale.
Questo mi costrinse a guardarla negli occhi mettendo il naso nell'onda dei suoi capelli e...le sue labbra mi sfiorarono una guancia, posandovi per un'istante in modo assolutamente piacevole.
Vuoi eccitare il mio narcisismo? . Cercai di schernirmi, ma passando al tu.
Anche di più...se possibile!
Del tutto possibile e con molto piacere!
Da quel momento il gioco si dispiegò naturalmente verso orizzonti di reciproco coinvolgimento e non innocente seduzione. Era chiaro che voleva portarmi a letto e io non avevo alcuna voglia o motivo per sottrarmi al progetto.
Mi chiarì che aveva “un quartierino” - disse - ai Parioli e io le confidai che avevo l'automobile al parcheggio dell'areoporto. Parve completamente soddisfatta e da quel momento civettò apertamente sollecitandomi a più riprese con sfioramenti di labbra e un paio di volte perfino di lingua, ma, mentre la mia erezione diveniva costante, lei evitò accuratamente di tornare a stuzzicarla.
Arrivati a Roma ritirai l'auto e veleggiammo per il suo “quartierino”.
Spogliati, ti voglio vedere nudo!
Eseguii con gioia e lei mi portà in bagno, mi fece sedere sul bidet e prese un sapone intimo col quale cominciò a masturbarmi con mani esperte, ancora tutta vestita, la schiuma mi faceva impazzire di piacere.
Spogliati anche tu, voglio succhiarti almeno la fica!
No caro, questo dopo.
Terminò il lavaggio-sega e mi dette un asciugamano. Cominciò a svestirsi e restò in guippiere poi mi prese per mano e mi sospinse in camera da letto e sul letto.
Sdraiati e aspettami, mi lavo anch'io e vengo!
Le tapparelle erano chiuse, era notte, lei spense la luce ed io restai al buio. La sentii arneggiare in bagno, e quando tornò non ebbi modo di vedere nulla, ma, allungando le mani, incontrai la sua pelle morbida, il ventre con le pieghe dell'età, le rughe che avevo immaginato, rotolini e rotoloni, e due poppe liquide, meravigliosamente pendule, ma ancora poderose avanguardie di una femminilità tutta fremiti, vennero ad offrirsi alla mia bocca e alla mia lingua ancora insaziate della sua nudità.
Improvvisamente si voltò ed ebbi la bocca e il viso annegati fra due natiche infinitamente generose e l'offerta di un buchetto profumato e che le sue mani tenevano allargato affinchè potessi affondarvi la lingua, ma...ma qualcos'altro batteva sul mio mento e la gola.
Due testicoli e uno scroto ben teso, furono imposti alla mia bocca e le mie mani incontrarono subito un pene ricurvo e turgido.
Ma...ma tu sei un uomo!
No, solo un transessuale che sa apprezzare ed educare bei ragazzi come te!
Dovetti divincolarmi con una certa energia perchè lui mi bloccò con una forza proporzionale e si sedette sul mio petto e accese una luce fantasmagorica, violacea che mi rivelava improvvisamente una oscena rappresentazione della situazione in cui mi ero infilato.
Adesso il cazzo prepotente del trans mi schiaffeggiava libidinosamente il viso alla ricerca dell'andito spalancato, all'affannosa ricerca di fiato, della mia bocca.
Volevi leccarmi la fica, ma il cazzo e molto più buono e lo sperma molto migliore di tutti gli umori di fica possibili e, se mi concedi una certa tranquilla acquiescenza, ti faccio godere come non puoi aver mai neanche immaginato. Vuoi provare?
Non sapevo che fare...ma in fondo lo scoprii subito, Ero in una situazione non prevista ma il fascino di quel corpo aveva funzionato da femmina e continuava ad offrirmi tutto quello che avevo desiderato: un corpo morbido, maturo di una maturità già deforme e conforme al desiderio della mia libidine, anzi il desiderio di una passività pronta a soddisfarsi di una qualche forma d'imperio e di obbedienza ai desideri dell'altra, funzionava perfettamente, forse anche meglio se si arrendeva, succube, ai desideri dell'altro.
Vuoi scoparmi, prendermi come una femmina?
Femmina e maschio si alternano in egual misura in ognuno di noi...che male c'è?
Aveva perfettamente ragione ed io, il mio cervello, avevo solo pensieri a suo favore.
Vuoi farmi il culo? Fallo
Vuoi dire una falloforia?
Si!
Allora rivoltati, fammi vedere tutta la disponibilità del tuo bel buco.
Mi voltai e subito due dita prepotenti mi allargarono come un divaricatore dandomi una scossa paurosa, miagolai e mi divincolai.
Mettiti a pecora!
Mi sollevai sulle ginocchia e ricevetti subito il colpo di grazia, doveva aver scappellato completamente il glande già bagnato di umori e lubrificato, lo sentii entrare poco a poco mentre le sue unghie mi rigavano la schiena e brividi di piacere mi solcavano il cervello.
Mi stavo facendo inculare, penetrare e aspettavo di essere sborrato come una vacca in calore e premevo il culo spontaneamente su quel cazzo, senza dolore, affondato ormai tutto nel tunnel del mio retto, in un caleidoscopio di godimento rutilante...godere...godere dello sciogliersi dello sperma come burro fuso nell'intimità più vrgognosa, più lubrica e più esaltante.
Mi fai venire...mi fai venire...vengo...oooooo...aaaaaaa.........
Si...troia...grandissima troia...stai costringendo a venire anche me...aaaaa.....aaaaa....aaaaa!
I colpi furiosi del suo cazzo che mi sbrodava tutto dentro e le sue mani che raccogliavano il mio orgasmo e me lo spalmavano in bocca con la frenesia di un godimento lungo un'ora, un decennio, un secolo.
Poi il suo cazzo e il suo pelo completamente impiastrati del suo sperma me li ritrovai sulla lingua che allungai frenetico leccando e godendo di que cock...tail di libidini shecherato dalle sue mani.
Come una cagna leccavo il suo grosso arnese e lo scroto ormai molle ed il pelo denso e lievemente ispido del suo pube, del suo ventre e i capezzoli rosei emergenti dal tappetino scuro di quel pelo.
Poi tornavo a cercare con le mani il suo cazzo e lo masturbavo e lo scappellavo e con la lingua appuntita tentavo di penetrargli l'uretra e prolungare il suo piacere o ridestarlo.
Ah...ai...fa piano...è tremendamente sensibile, dopo la sborrata...
Voglio ancora sperma, lo voglio tutto in bocca, sentirne gusto, odore, sapore!.
Sostammo nudi, carezzandoci, palpeggiandoci per prolungare il godimento ad ogni centimetro di pelle, ad ogni ciuffo di peli, ad ogni papilla delle nostre lingue che si cercavano ingorde.
Mi costrinse a cercare di osservarla provando a non farmi notare, il suo silenzio si rivelò strumentale quando con un sorriso, contenuto per non costellarsi di rughe, mi chiese se poteva approfittare del computer che avevo sulle ginocchia per togliersi una curiosità riguardo a una diva del cinema di cui ignorava l'età.
E' più vecchia di me! - concluse dopo avermelo restituito.
Che cosa vorrebbe che le replicassi? - risposi con il tono più sbadato possibile.
Che lo immaginava senza ombra di dubbio!
Non le basterebbe sentirmi riconoscere il suo fascino!
Questa volta rise lasciando che le rughe si espandessero intorno alle sue labbra ma gettando la testa all'indietro e stirando bene quelle della gola e del collo.
Anche il seno le si tese in avanti prepotente e pesante sotto la camicetta di seta cruda, poi la sua testa con la morbida onda di capelli castani si reclinò dalla mia parte, sfiorandomi il viso e inondandomi di un profumo leggero ma intenso, già prima percepito, ma ora dilagante alle mie narici e non solo a quelle.
Cominciai ad avere una decisa erezione, che, con un gesto improvviso le sue dita leggere ed i lunghi artigli che sfoderavano, rilevarono con altrettanto sbadata indifferenza.
Restai stupito, confesso, di un gesto che poteva sembrare casuale a chi non avesse seguito la conversazione.
Allora posso illudermi di non dispiacerle? - Mi sussurrò all'orecchio con gesto confidenziale.
Questo mi costrinse a guardarla negli occhi mettendo il naso nell'onda dei suoi capelli e...le sue labbra mi sfiorarono una guancia, posandovi per un'istante in modo assolutamente piacevole.
Vuoi eccitare il mio narcisismo? . Cercai di schernirmi, ma passando al tu.
Anche di più...se possibile!
Del tutto possibile e con molto piacere!
Da quel momento il gioco si dispiegò naturalmente verso orizzonti di reciproco coinvolgimento e non innocente seduzione. Era chiaro che voleva portarmi a letto e io non avevo alcuna voglia o motivo per sottrarmi al progetto.
Mi chiarì che aveva “un quartierino” - disse - ai Parioli e io le confidai che avevo l'automobile al parcheggio dell'areoporto. Parve completamente soddisfatta e da quel momento civettò apertamente sollecitandomi a più riprese con sfioramenti di labbra e un paio di volte perfino di lingua, ma, mentre la mia erezione diveniva costante, lei evitò accuratamente di tornare a stuzzicarla.
Arrivati a Roma ritirai l'auto e veleggiammo per il suo “quartierino”.
Spogliati, ti voglio vedere nudo!
Eseguii con gioia e lei mi portà in bagno, mi fece sedere sul bidet e prese un sapone intimo col quale cominciò a masturbarmi con mani esperte, ancora tutta vestita, la schiuma mi faceva impazzire di piacere.
Spogliati anche tu, voglio succhiarti almeno la fica!
No caro, questo dopo.
Terminò il lavaggio-sega e mi dette un asciugamano. Cominciò a svestirsi e restò in guippiere poi mi prese per mano e mi sospinse in camera da letto e sul letto.
Sdraiati e aspettami, mi lavo anch'io e vengo!
Le tapparelle erano chiuse, era notte, lei spense la luce ed io restai al buio. La sentii arneggiare in bagno, e quando tornò non ebbi modo di vedere nulla, ma, allungando le mani, incontrai la sua pelle morbida, il ventre con le pieghe dell'età, le rughe che avevo immaginato, rotolini e rotoloni, e due poppe liquide, meravigliosamente pendule, ma ancora poderose avanguardie di una femminilità tutta fremiti, vennero ad offrirsi alla mia bocca e alla mia lingua ancora insaziate della sua nudità.
Improvvisamente si voltò ed ebbi la bocca e il viso annegati fra due natiche infinitamente generose e l'offerta di un buchetto profumato e che le sue mani tenevano allargato affinchè potessi affondarvi la lingua, ma...ma qualcos'altro batteva sul mio mento e la gola.
Due testicoli e uno scroto ben teso, furono imposti alla mia bocca e le mie mani incontrarono subito un pene ricurvo e turgido.
Ma...ma tu sei un uomo!
No, solo un transessuale che sa apprezzare ed educare bei ragazzi come te!
Dovetti divincolarmi con una certa energia perchè lui mi bloccò con una forza proporzionale e si sedette sul mio petto e accese una luce fantasmagorica, violacea che mi rivelava improvvisamente una oscena rappresentazione della situazione in cui mi ero infilato.
Adesso il cazzo prepotente del trans mi schiaffeggiava libidinosamente il viso alla ricerca dell'andito spalancato, all'affannosa ricerca di fiato, della mia bocca.
Volevi leccarmi la fica, ma il cazzo e molto più buono e lo sperma molto migliore di tutti gli umori di fica possibili e, se mi concedi una certa tranquilla acquiescenza, ti faccio godere come non puoi aver mai neanche immaginato. Vuoi provare?
Non sapevo che fare...ma in fondo lo scoprii subito, Ero in una situazione non prevista ma il fascino di quel corpo aveva funzionato da femmina e continuava ad offrirmi tutto quello che avevo desiderato: un corpo morbido, maturo di una maturità già deforme e conforme al desiderio della mia libidine, anzi il desiderio di una passività pronta a soddisfarsi di una qualche forma d'imperio e di obbedienza ai desideri dell'altra, funzionava perfettamente, forse anche meglio se si arrendeva, succube, ai desideri dell'altro.
Vuoi scoparmi, prendermi come una femmina?
Femmina e maschio si alternano in egual misura in ognuno di noi...che male c'è?
Aveva perfettamente ragione ed io, il mio cervello, avevo solo pensieri a suo favore.
Vuoi farmi il culo? Fallo
Vuoi dire una falloforia?
Si!
Allora rivoltati, fammi vedere tutta la disponibilità del tuo bel buco.
Mi voltai e subito due dita prepotenti mi allargarono come un divaricatore dandomi una scossa paurosa, miagolai e mi divincolai.
Mettiti a pecora!
Mi sollevai sulle ginocchia e ricevetti subito il colpo di grazia, doveva aver scappellato completamente il glande già bagnato di umori e lubrificato, lo sentii entrare poco a poco mentre le sue unghie mi rigavano la schiena e brividi di piacere mi solcavano il cervello.
Mi stavo facendo inculare, penetrare e aspettavo di essere sborrato come una vacca in calore e premevo il culo spontaneamente su quel cazzo, senza dolore, affondato ormai tutto nel tunnel del mio retto, in un caleidoscopio di godimento rutilante...godere...godere dello sciogliersi dello sperma come burro fuso nell'intimità più vrgognosa, più lubrica e più esaltante.
Mi fai venire...mi fai venire...vengo...oooooo...aaaaaaa.........
Si...troia...grandissima troia...stai costringendo a venire anche me...aaaaa.....aaaaa....aaaaa!
I colpi furiosi del suo cazzo che mi sbrodava tutto dentro e le sue mani che raccogliavano il mio orgasmo e me lo spalmavano in bocca con la frenesia di un godimento lungo un'ora, un decennio, un secolo.
Poi il suo cazzo e il suo pelo completamente impiastrati del suo sperma me li ritrovai sulla lingua che allungai frenetico leccando e godendo di que cock...tail di libidini shecherato dalle sue mani.
Come una cagna leccavo il suo grosso arnese e lo scroto ormai molle ed il pelo denso e lievemente ispido del suo pube, del suo ventre e i capezzoli rosei emergenti dal tappetino scuro di quel pelo.
Poi tornavo a cercare con le mani il suo cazzo e lo masturbavo e lo scappellavo e con la lingua appuntita tentavo di penetrargli l'uretra e prolungare il suo piacere o ridestarlo.
Ah...ai...fa piano...è tremendamente sensibile, dopo la sborrata...
Voglio ancora sperma, lo voglio tutto in bocca, sentirne gusto, odore, sapore!.
Sostammo nudi, carezzandoci, palpeggiandoci per prolungare il godimento ad ogni centimetro di pelle, ad ogni ciuffo di peli, ad ogni papilla delle nostre lingue che si cercavano ingorde.
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