Ubu re del Niger

di
genere
gay

Era un negrone possente con due braccia alla Popey, ma con un capacità divina di suonare il sax, di estrarne note impossibili. Quando mi recai nel suo camerino per esternare la mia più sperticata ammirazione e farmi autografare il programma, mi guardò con uno sguardo strano e due occhi bui che sembrava ardessero.
Ti dai da fare anche tu col sax? - Mi chiese
Si ! - Mi schernii, facendomi piccolo, piccolo
Allora vieni a trovarmi a casa! - E mi scribacchiò un indirizzo sul programma con la sua firma.
Mi aveva anche detto che sarebbe restato ancora due giorni e io ne consumai uno intero per risolvermi a farmi vivo. Quello sguardo mi aveva tormentato tutta la notte e il giorno seguente, sapevo che sarei stato divorato, voglio dire sessualmente, e, benchè non avessi mai accondisceso ad impulsi che pure avevo giù provato, seppi subito che a lui non avrei resistito e la voglia era salita al livello di febbre. La notte avevo sentito fisicamente il contatto di quelle membra ferine e mi ero lasciato toccare e...e sporcare da un getto di seme potente, dilagante...nelle mie viscere e...in bocca.
Aveva una specie di pied-a-terre che gli avevano lasciato amici di qui e quando lo chiamai, la mattina, mi disse di andare subito.
Mentre andavo mi ponevo una serie di domande, anzi di risposte. Era la prima volta, avevo trovato l'uomo che volevo e che non avevo dovuto cercare, un incontro senza le squallide implicazioni della merce. Andavo a farmi scopare cercando di contenere l'emozione, ma avevo le mani fredde e il cuore che faceva le bizze al pensiero del suo...cazzo e... del suo sperma.
Mi ricevette in vestaglia e potei toccarglielo subito, mentre lui mi sollevava il mento per baciarmi e mi affondava la lingua in bocca e io rispondevo scappucciandolo tutto e godendo defl'umida carezza del suo sesso. Ma avevo voglia di guardarlo e di leccarlo subito.
Mi inginocchiai senza esitazione e lo scappucciai tutto con una mano e lo contemplai con un'emozione tremenda.
Dai segami e leccalo, ragazzo... o vuoi che te lo spennelli un po' in faccia?
Fammi tutto quello che vuoi!
Bacialo, bacialo tutto...non mi ero sbagliato, volevi essere suonato come il mio sax!
Si, ho capito anch'io che volevi chiavarmi!
Oh, si, mio caro, i ragazzini come te...così teneri, così adoranti, non posso resistere loro. E poi perchè dovrei, la tua emozione va goduta fino all'ultima goccia...
Di sperma?
Lo desideri?
Uh, uh....
Ma davanti a quel pube che sembrava scolpito in un bronzo scurito, a quel pelo che stavo assaggiando, lanoso e...morbido non potevo parlare, solo tremare al pensiero di dove e come lo avrei avuto. Intanto me lo stava pompando in bocca e mi aveva afferrato per le guance e se lo faceva leccare, me lo ficcava in gola e tornava a farmelo leccare.
Avevo ancora i calzoni e la maglietta e mi fece rialzare, mi spinse finchè non entrammo nella camera da letto e poi mi spinse a giacere bocconi sul letto.
Avevo le sue mani sul culo e le sentivo gustare la mia carne, poi uno strappo deciso, quasi violento li abbassò e li tolse, restai in slip e le sue dita si divertirono un po' con l'elastico, mi frustò con quello due o tre volte e infine mi strappò anche quello e cominciò a divertirsi col mio buchetto.
Ero lì per quello, avevo desiderato quello fin dal primo momento e ora avevo paura, ma il desiderio stava vincendo e quando due dita mi penetrarono improvvisamente emisi un piccolo urlo, poi venne la sua lingua e i miei gemiti di goduria e paura, tremavo ma lo volevo...volevo sentire quel grosso coso premermi lo sfintere e penetrarmi tutto.
Fu molto bravo, con la saliva e la lingua e quando sentii la punta del glande che cominciava a premermi, istintivamente, al primo dolore cercai di trattenerlo e quasi respingerlo, ma quando il dolore vero arrivò io stavo quasi godendo e il mio urlo, soffocato dalla sua mano sulla bocca, bloccò l'orgasmo e la scopata ebbe inizio. Volevo girarmi per guardarlo entrare e uscire dalla mia “vulva” ma lui me lo impedì sollevandomi sulle ginocchia e forzandomi a infilarmelo tutto. Mi usò come una bambola gonfiabile e sollevandosi mi portò in giro per la stanza impalato sul suo cazzo al massimo della penetrazione. Più mi agitavo e più a fondo entrava quel cazzo da favola e mi stuprava il cervello. Quando tornò a sedersi sul letto e toccai di nuovo il pavimento con i piedi ero io che mi muovevo per mandarmelo su e giù per il culo e il cervello.
Finiscimi, uccidimi, sborrami come una troia, vienimi dentro...
Si, dai...fammi godere...anzi...
Volle che tornassi ad alzarmi e sdraiarmi ancora, ma quuesta volta a gambe all'aria e guardandolo chiavarmi.
Voglio che guardi e voglio guardarti venire.
Mi vuoi “sburrare” mentre ti guardo? Ti piace questa parola ? Da un senso più “grasso”, più sporco e libidinoso a quello che stiamo facendo, come lo sento tutto dentro e aspetto la tua colata di burro – spingo il culo in avanti per comunicargji tutta la mia voglia – mettimi la lingua in bocca...saliva e sborra...annegami di tutti i tuoi liquidi!
Mi abbranca violentemente e mi stupra con una lingua frenetica. Sento la sua eccitazione e i colpi del suo cazzo diventare frenetici. Mi sento letteralmente fatto allo spiedo, impazzisco ogni istante di più.
No, basta...basta!
E giustamente vengo punito dall'aumento della sua ferocia, me lo tiene dentro tutto e si divincola per farmelo sentire spaccarmi il ventre, mentre con una mano mi stringe il collo e con la lingua mi arriva alle tonsille. Mi sta strozzando e mi sento svenire, rantolo e comincio a venire.
Ora si allontana, la sua faccia mi sembra una luna nera con la barba, mi guarda mentre il mio burro mi allaga la pancia e si affretta per godermi dentro e mescolare il suo burro al mio...
Mi giace sopra esausto, sono pienno di sborra, dentro e fuori, sopra e intorno, le lenzuola sono fradice, solo le mani sono ancora vive e nuotano in un lago di liquidi seminali, ce li spargiamo addosso fino in bocca, scivolo di lato e mi sento succhiare un capezzolo imbrattato di sborra, ho un sussulto improvviso e ci rimettiamo in moto, sento ancora il suo cazzo cercarmi il buco, mi volto di schiena e sono ancora preso, penetrato, inculato, è ormai notte, ma la voglia non smette di pulsare alle nostre tempie i imprime ancora ritmo ai nostri lombi.
scritto il
2016-03-19
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