Il boscaiolo - Pt.2

di
genere
gay

Mise in moto il trattore e partì, io mi misi seduto su uno spazio vicino il suo sedile. Nel mentre che stavamo scendendo dal bosco iniziammo a parlare. Mi chiese come mi chiamavo (gli dissi Giuseppe) e di dove fossi e cosa facevo nella vita, io risposi e chiesi le stesse informazioni su di lui. Mi disse che si chiamava Fabrizio, non era sposato e che viveva sa solo, e che gli piaceva sia la figa che il culetto dei ragazzi.

Dopo qualche minuto uscimmo dal bosco, continuammo sulla strada e ci fermammo in una casa isolata in aperta campagna. Con un grande prato dove c'era un capannone con tonnellate e tonnellate di legna tagliata, attrezzi da lavoro e così via.

Scendemmo entrambi dal trattore, e appena a terra, lui si mise difronte a me, mi strinse tra le sue braccia (ma senza farmi male) e mi alzo da terra, ed inizio a baciarmi in modo molto profondo ed erotico. Sentivo la sua barba corta premere sulle mie morbide guance, le sue labbra carnose strofinarsi con la mia e la sua lingua abbracciarsi alla mia. Ero completamente in estasi. Piano piano mi porto dento casa, e sali fino al piano di sopra, dove c’era la camera da letto. Mi adagiò sul letto e messo sopra di me, indicando una porta interna alla camera, mi disse «Quello è il bagno, li ci sono le lamette con la schiuma da barba, levati tutti i peli, lavati nella doccia e poi vieni qui, ti voglio liscio come la porcellana… Ma fa presto!». Io obbedì al suo ordine e mi alzai dal letto, entrai nella stanza e mi spogliai.

Presi tutto l’occorrente, mi lavai velocemente, passai la schiuma nei punti dove avevo i peli, me li tolsi e mi sciacquai più veloce della luca. Presi l’accappatoio appeso e mi asciugai. Rientrai in camera da letto e non potei credere ai miei occhi. Davanti a me c’era il boscaiolo completamente nudo. Era un bestione: due pettorali enormi e con un pelo corto e riccio, le gambe nude aerano ancora più mastodontiche. Mi disse «Girati!» mi girai e lui, guadando le mie natiche esclamò «Adesso quelle due dolci pesche saranno mie…».

All’istante mi prese e mi butto sopra il letto in posizione prona, mi divarico le gambe, e con la sua lingua iniziò a leccarmi il mio buchino. Sentivo la punta delle lingua che si faceva piano piano spazio, prima girava intorno al muscolo anale e poi la punta cercava di penetrare. Quel movimento di lingua mi faceva girare la testa, mi faceva venire dei brividi che si distribuivano lungo le gambe. Nel mentre mi leccava, il mio ano iniziava a rilassarsi sempre di più, ma essendo comunque poco allenato, si dilatò pochissimo.

Dopo qualche minuto mi disse «Adesso vediamo quanto sei stretto» io spaventato credevo che stesse per infilare il suo enorme bestione dentro di me e dissi «Fabrizio aspetta, io non sono così allenato…» lui mi tranquillizzò «Tranquillo, inizio con le dita e ti dilato per bene».

Aveva delle mani enormi, ed un suo dito era come prendere un cazzo di dimensioni normali, allora chiusi gli occhi. Lui si lecco il dito medio e piano piano iniziò ad infilarlo nel mio buchetto. Sentivo lo sfintere che veniva aperto, ed il dolore (per quanto forte) era più debole del piacere che provavo. Sentivo tutto il suo enorme ditone dentro di me e non vedevo l’ora di ricevere qualcosa di più… Lui si accorse che il mio buchino era ancora “vergine“ ed esclamo «Non vedo l’ora di infilarci il mio bestione, ti farò godere così tanto che sarai per sempre mio!».

A quelle parole di dominazione, mi eccitai ancora di più, ed il mio culetto si rilasso ancora di più. Allora fu proprio in quel momento che tirò fuori il suo dito, mi giro in posizione supina, mi divarico le gambe, mi piego le cosce avvicinandole al mio torace e avvicinò il mio buchetto al suo enorme bestione. Non riuscivo più a dire nulla, volevo solo provare un cazzo nel culo. Lui si bagno l’enorme asta e avvicinò la cappella, appena centro l’ano, in un colpo violento fece entrare quel bestione dentro di me. Feci un grido, ed ansimavo «ah… ah.. ah…» la mia voce tremante lo fece eccitare ancora di più, ed inizio a penetrarmi in quella posizione. Sentivo dentro di me il suo enorme cazzone, che entrava e toccava punti mai percepiti prima. Mi stava montando come una troia ed ero felice. Volevo essere suo e volevo essere aperto. Lui mi montava con vigore e mi gridava «Senti troia cosa significa scopare! Questo è un vero cazzo, io sono un vero uomo!!!» ed io «Si Fabrizio, si sono la tua troia ah.. ah… Scopami… ah… ah.. si… si… ah…». Più gridavo e più i suoi colpi erano profondi e forti.

Dopo molti minuti, si piegò a me, mi abbraccio e con tutto il suo cazzo nel mio culo, si alzo in piedi e continuò a scoparmi come una cavalla! Mi sentivo perso, abbracciato a quel immenso corpo. Le mie gambe, che a stento erano abbracciate alla sua enorme vita, salivano e scendevano, e continuava a penetrami. Mentre mi scopava mi baciava, ed entrambi eravamo oramai persi nel più profondo piacere. Proprio in quel momento mi disse che stava per venire e mi rimise sul letto.

Io iniziai a masturbarmi e lui in poco tempo venne dentro di me, ed io nel sentire il tuo caldo seme nel mio intestino venni più di lui. Il mio sperma bagnò il suo enorme petto e lui appena venuto usci da dentro di me.

Si distese poi vicino a me nel letto, prese alcuni fazzoletti e ci pulimmo e poi mi prese sottobraccio e mi chiese come stavo. Gli risposi che ero in paradiso. Lui rispose che si sentiva benissimo anche lui. Rimanemmo molto sul letto e parlammo di tantissime, ci confidarmi anche alcuni segreti. Era una situazione surreale, nonostante la scopata, stavamo parlando delle nostre vite in modo libero e sereno. Questa cosa mi colpì profondamente ed ebbi modo di vedere nei suoi occhi una dolcezza che andava oltre il momento di sesso sfrenato avuto poco prima. Mi chiese se volevamo rivederci la settimana successiva e la mia risposta fu affermativa.

Da quel momento però, inizio molto di più di una semplice storia di sesso.

Continua nella terza parte.
scritto il
2021-08-03
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