Il boscaiolo - Pt. 3
di
MilkyWayGay
genere
gay
Prima di andare, ci scambiammo i cellulari e poi andammo via. Mi riportò a casa con il suo pick-up, prima di scendere mi diede bacio appassionatamente e mi lascio via. Durante la settimana cercavamo di parlare, per quel che potevamo, sul cellulare soprattutto la sera dopo cena con chiamate e videochiamate (con il suo lavoro non poteva parlare spesso) e cercammo di organizzare una serata. Mi disse che voleva portarmi in città a mangiare una cosa ed io accettai.
Arrivati al tanto atteso sabato sera, mi preparai per uscire inventando una scusa ai miei genitori, ed uscì fuori casa, allontanandomi per salire in macchina con Fabrizio. Mi passò a prendere, sempre con il suo pick-up e andammo in città. Durante il viaggio ci toccammo e accarezzano, lui mi prese la mano nella sua, e se la mise sul cambio dicendomi “mi piace tenere la mano della mia ragazza”. Qual declinare al femminile mi faceva impazzire. Mi portò in un ristorantino molto carino (di quelli da camionista che si mangia bene e si spende poco) mangiammo, è finito, prima di ripartire, pago il conto tutto lui. Mi disse che voleva essere gentile e che con lui “le donne non pagano mai!”. Quel modo di chiamarmi continuava a farmi impazzire…
Finito di mangiare uscimmo dal ristorante e andammo a fare una passeggiata in centro, prendemmo una cosa da bere e poi, pazzi dalla voglia entrambi, tornammo subito nel pick-up per andare a fare l’amore. In quel periodo fortunatamente la sera non era estremamente freddo, e lui decise di fare una cosa, aveva dietro il cassone tanti sacchi di tela, legati che poi dispose come materasso. Con la macchina, tornato vicino al paese, decise di infrattarsi in una strada di campagna è fermato nel mezzo della boscaglia, salimmo sopra il cassone. Con la notte illuminata dalle stelle iniziammo a baciarci e a cadere nella passione più profonda. Ci levammo i vestiti e iniziamo a fare l’amore. Io salì sopra di lui, e feci entrare tutto il suo enorme bestione dentro il mio culetto. Iniziò a montarmi tutto il tempo, e nel frattempo con le sue enormi mani mi reggeva i fianchi. Poi mi disse di girarmi con la schiena verso di lui e di continuare, io obbedì. Mentre mi montava in questo modo mi schiaffeggiava e diceva:«La mia puttanella, tu sei la mia puttenella! La mia troietta personale!!!» e continuava«Di chi sei tu?? Di chi sei tu la Troia???» ed io con la voce sommessa tra piacere e dolore «Io sono tuo Fabrizio, solo tuo!!!». Continuammo fino a quando sentì l mio culo rotto dal dolore! E lui, venne di nuovo dentro di me! Ed io, venni con lui!
Appena venuti, mi posso sul suo grande e immenso corpo. E ci rilassammo, io iniziai dopo qualche minuto a sentire fresco, e lui mi avvolse tra le sue braccia e mi disse «se sei con me non devi temere niente, io ti proteggerò in qualsiasi caso» e tra le sue braccia, ed il suo corpo, iniziai a sentire caldo. Ci rilassammo così per qualche minuto, poi ci rivestimmo e andammo via. Scopare di notte, sopra un Pick-Up, nel mezzo del nulla fu eccitante è spaventoso allo stesso tempo.
Mi riporto poi vicino casa e ci salutammo con un lungo bacio, ed una sua frase che disse mentre mi accarezzò il viso “ti voglio bene!”…
In quel momento senti che qualcosa stava sbocciando dentro di me, sentivo un sentimento bello verso di lui e mi lasciai attraversare da quel sentimento. Lo accarezzai anche io, gli dissi che anche io gli volevo bene e lo salutai.
Continua nella quarta parte.
Arrivati al tanto atteso sabato sera, mi preparai per uscire inventando una scusa ai miei genitori, ed uscì fuori casa, allontanandomi per salire in macchina con Fabrizio. Mi passò a prendere, sempre con il suo pick-up e andammo in città. Durante il viaggio ci toccammo e accarezzano, lui mi prese la mano nella sua, e se la mise sul cambio dicendomi “mi piace tenere la mano della mia ragazza”. Qual declinare al femminile mi faceva impazzire. Mi portò in un ristorantino molto carino (di quelli da camionista che si mangia bene e si spende poco) mangiammo, è finito, prima di ripartire, pago il conto tutto lui. Mi disse che voleva essere gentile e che con lui “le donne non pagano mai!”. Quel modo di chiamarmi continuava a farmi impazzire…
Finito di mangiare uscimmo dal ristorante e andammo a fare una passeggiata in centro, prendemmo una cosa da bere e poi, pazzi dalla voglia entrambi, tornammo subito nel pick-up per andare a fare l’amore. In quel periodo fortunatamente la sera non era estremamente freddo, e lui decise di fare una cosa, aveva dietro il cassone tanti sacchi di tela, legati che poi dispose come materasso. Con la macchina, tornato vicino al paese, decise di infrattarsi in una strada di campagna è fermato nel mezzo della boscaglia, salimmo sopra il cassone. Con la notte illuminata dalle stelle iniziammo a baciarci e a cadere nella passione più profonda. Ci levammo i vestiti e iniziamo a fare l’amore. Io salì sopra di lui, e feci entrare tutto il suo enorme bestione dentro il mio culetto. Iniziò a montarmi tutto il tempo, e nel frattempo con le sue enormi mani mi reggeva i fianchi. Poi mi disse di girarmi con la schiena verso di lui e di continuare, io obbedì. Mentre mi montava in questo modo mi schiaffeggiava e diceva:«La mia puttanella, tu sei la mia puttenella! La mia troietta personale!!!» e continuava«Di chi sei tu?? Di chi sei tu la Troia???» ed io con la voce sommessa tra piacere e dolore «Io sono tuo Fabrizio, solo tuo!!!». Continuammo fino a quando sentì l mio culo rotto dal dolore! E lui, venne di nuovo dentro di me! Ed io, venni con lui!
Appena venuti, mi posso sul suo grande e immenso corpo. E ci rilassammo, io iniziai dopo qualche minuto a sentire fresco, e lui mi avvolse tra le sue braccia e mi disse «se sei con me non devi temere niente, io ti proteggerò in qualsiasi caso» e tra le sue braccia, ed il suo corpo, iniziai a sentire caldo. Ci rilassammo così per qualche minuto, poi ci rivestimmo e andammo via. Scopare di notte, sopra un Pick-Up, nel mezzo del nulla fu eccitante è spaventoso allo stesso tempo.
Mi riporto poi vicino casa e ci salutammo con un lungo bacio, ed una sua frase che disse mentre mi accarezzò il viso “ti voglio bene!”…
In quel momento senti che qualcosa stava sbocciando dentro di me, sentivo un sentimento bello verso di lui e mi lasciai attraversare da quel sentimento. Lo accarezzai anche io, gli dissi che anche io gli volevo bene e lo salutai.
Continua nella quarta parte.
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