Il boscaiolo - Pt.1
di
MilkyWayGay
genere
gay
Avevo 20 anni, ricordo ancora quel momento come se fosse accaduto solo ieri. Era un pomeriggio, e passeggiavo per il bosco vicino il mio paese come facevo di solito. Mentre camminavo lungo le stradine, facendo percorsi quasi sempre in salita, sentii non molto lontano da me dei rumori di motosega. La cosa non mi colpì particolarmente, era da poco aperto il taglio. Incuriosito, mi avvicinai sempre di più per capire chi fosse, e nascosto tra alcuni cespugli, vidi un boscaiolo alle prese con il suo lavoro. Avrà avuto sui 45 anni: alto più di 1.90, con il fisico scolpito da quel duro lavoro, pelle olivastra colorata dal sole. Aveva una camicia di flanella a quadri e dei jeans che gli fasciavano quelle gambe da toro. Ai miei occhi era un vero gigante, io che sono alto solo 1,70 e magrolino. Lo vedevo mentre con la motosega tagliava il tronco abbattuto, e mentre la teneva, potevo osservare le braccia che uscivano dalle maniche della camicia con i risvoltini. Erano grandi, massicce, e il sudore definiva le fasce muscolari in tensione. Appena finito di usare la motosega, si avvicinò al trattore con il quale era salito nel bosco, e tirò fuori una bottiglia di birra che si scolò in un solo colpo. Un tipo rozzo e maschio, come piace a me! Scrutare quell’uomo mi eccitò da impazzire e non appena riprese il lavoro, per sicurezza decisi di andare via. Tornai a casa e fui costretto a masturbarmi pensando a lui, che mi aveva eccitato in modo cosi intenso.
Nei giorni successivi salii sempre nel bosco nella speranza di trovarlo, ed infatti fu così. Ed io nascosto, continuai a spiarlo per potermi gustare quella montagna di muscoli e testosterone. Un giorno, mentre ero sempre nascosto per guardarlo, ebbi l’impulso di toccarmi. Mentre però mi masturbavo, spostai male il piede, e pestai un ramoscello secco che fece uno schiocco, proprio nel mentre il boscaiolo era in pausa. Lui si girò per vedere cosa stesse accadendo ed io per la paura scappai subito via.
Ero sicuro che non mi avesse visto, e anche se avesse visto qualcosa, non avrebbe avuto modo di vedere la figura. Ero ben nascosto tra le fronde. Tornai a casa con il fiatone e cercai di calmarmi. La sera però, mentre ero rilassato a letto, pensando a quell’uomo, mi masturbai per l’ennesima volta…
Aspettai qualche giorno prima di riandare nel bosco. E quando risalii, andai nel solito posto. Appena fui dietro le solite fronde, vidi che c’era solo il trattore, ma non c’era lui… Allora mi spostai per capire meglio e fu proprio li che sentì dietro di me una presenza. Con il cuore in gola mi girai e vidi che c’era il boscaiolo che mi guardava. Io rimasi impietrito e ebbi l’impeto di scappare. Ma fu tutto inutile, con un gesto più rapido del mio l’uomo mi prese per il braccio, con una forza sovrumana e mi disse con tono furibondo «Allora sei tu che mi stavi spiando in questi giorni!» io risposi che stavo solo passeggiando e non sapevo nulla. Lui rispose «Mi ero accorto che mi stavi spiando, ma ho fatto finta di nulla… Ed ho anche visto cosa facevi mentre mi spiavi. Adesso vedrai cosa faccio a quelli come te…». In un sol colpo mi sollevo da terra, e con il braccio destro mi abbraccio a se, io iniziai a divincolarmi ma fu inutile, era troppo forte. Allora iniziai a gridare, ma appena aprii la bocca, lui con la sua altra mano me la tappò. Iniziò ad incamminarsi verso il trattore e sali sopra. Entrò nella cabina, mi butto sul sedile, e la chiuse a chiave. A quel punto mi lasciò andare e mi disse «E inutile che urli, la cabina e insonorizzata e non ti sentirà nessuno».
Ero completamente terrorizzato, perché non sapevo cosa mi avrebbe fatto. mi alzai in piedi, e mi misi con le spalle verso lo sportello della cabina, ero immobilizzato, lui si mise sul sedile, mi scrutò qualche secondo e poi mi disse «Mi piaccio quelli come te, che posso dominare a mio piacimento.». In quel momento allungo una mano verso di me, mi iniziò a toccare le braccia, il busto, poi le cosce… Poi mi fece giare e mi toccò il culo, ed esclamò «Che culetto tondo, da impazzire!». Mi rigirò verso di se e in quel momento si sbottonò la cerniera dei jeans tirando fuori un cazzo enorme. Sarà stato lungo 20 cm, spesso e venoso, pieno di peli. Mi disse «Adesso tu sarai la mia puttanella, e farai tutto ciò ce io ti ordinerò…»
Ero fermo, immobile, ad osservare quell’uomo e la sua verga, ero spaventato ma contemporaneamente estremamente eccitato. Lui guardandomi negli occhi, mi prese la testa e fece forza per portarmela verso il cazzo. Io capì che era meglio fare ciò che voleva e abbassato verso di lui iniziai a fargli un pompino. La cappella era grande e larga, e farla entrare nella bocca era difficile, ma piano piano rilassai la mascella e presi in bocca quella bestia. Era dura come il marmo, ma con la pelle intorno morbida, un contrasto che mi fece impazzire. Iniziai a fargli quel pompino con tutta la passione che avevo in corpo, e senti i suoi gemiti che risuonavano dentro la cabina «Aaaaaaaaah, uuuuuuaaaah… Che boccuccia d’oro che hai… come sei brava…» Nel sentire le declinazioni al femminile fui ancora più eccitato perché mi sentivo completamente dominato. In quel momento mi aprii la patta anche io, tirai fuori il mio pisello e iniziai a masturbarmi. Mi prese la testa e mi fece forza per infilarmi quella bestia nella bocca, ed io, iniziai a fare sia un lavoro di bocca, che di di mano (con quella libera). Dopo qualche minuto lo senti ansimare sempre di più, e dopo qualche secondo, esplose dentro di me, con una valanga di seme caldo e cremoso, che ingoiai come fosse latte, e preso dall’eccitazione forte del momento, venni anche io.
Appena venuti, lui mi guardò di nuovo, e mi disse «Vedo che sai fare bene il tuo lavoro… E vedo che è piaciuto anche a te!» io soddisfatto e con una sensazione di piacere mai avevo provato prima, risposi di si, e lui mi fece un sorriso, poi aggiunse «Adesso continuiamo il nostro lavoro, e ci divertiremo molto di più»…
Continua nella seconda parte!
Nei giorni successivi salii sempre nel bosco nella speranza di trovarlo, ed infatti fu così. Ed io nascosto, continuai a spiarlo per potermi gustare quella montagna di muscoli e testosterone. Un giorno, mentre ero sempre nascosto per guardarlo, ebbi l’impulso di toccarmi. Mentre però mi masturbavo, spostai male il piede, e pestai un ramoscello secco che fece uno schiocco, proprio nel mentre il boscaiolo era in pausa. Lui si girò per vedere cosa stesse accadendo ed io per la paura scappai subito via.
Ero sicuro che non mi avesse visto, e anche se avesse visto qualcosa, non avrebbe avuto modo di vedere la figura. Ero ben nascosto tra le fronde. Tornai a casa con il fiatone e cercai di calmarmi. La sera però, mentre ero rilassato a letto, pensando a quell’uomo, mi masturbai per l’ennesima volta…
Aspettai qualche giorno prima di riandare nel bosco. E quando risalii, andai nel solito posto. Appena fui dietro le solite fronde, vidi che c’era solo il trattore, ma non c’era lui… Allora mi spostai per capire meglio e fu proprio li che sentì dietro di me una presenza. Con il cuore in gola mi girai e vidi che c’era il boscaiolo che mi guardava. Io rimasi impietrito e ebbi l’impeto di scappare. Ma fu tutto inutile, con un gesto più rapido del mio l’uomo mi prese per il braccio, con una forza sovrumana e mi disse con tono furibondo «Allora sei tu che mi stavi spiando in questi giorni!» io risposi che stavo solo passeggiando e non sapevo nulla. Lui rispose «Mi ero accorto che mi stavi spiando, ma ho fatto finta di nulla… Ed ho anche visto cosa facevi mentre mi spiavi. Adesso vedrai cosa faccio a quelli come te…». In un sol colpo mi sollevo da terra, e con il braccio destro mi abbraccio a se, io iniziai a divincolarmi ma fu inutile, era troppo forte. Allora iniziai a gridare, ma appena aprii la bocca, lui con la sua altra mano me la tappò. Iniziò ad incamminarsi verso il trattore e sali sopra. Entrò nella cabina, mi butto sul sedile, e la chiuse a chiave. A quel punto mi lasciò andare e mi disse «E inutile che urli, la cabina e insonorizzata e non ti sentirà nessuno».
Ero completamente terrorizzato, perché non sapevo cosa mi avrebbe fatto. mi alzai in piedi, e mi misi con le spalle verso lo sportello della cabina, ero immobilizzato, lui si mise sul sedile, mi scrutò qualche secondo e poi mi disse «Mi piaccio quelli come te, che posso dominare a mio piacimento.». In quel momento allungo una mano verso di me, mi iniziò a toccare le braccia, il busto, poi le cosce… Poi mi fece giare e mi toccò il culo, ed esclamò «Che culetto tondo, da impazzire!». Mi rigirò verso di se e in quel momento si sbottonò la cerniera dei jeans tirando fuori un cazzo enorme. Sarà stato lungo 20 cm, spesso e venoso, pieno di peli. Mi disse «Adesso tu sarai la mia puttanella, e farai tutto ciò ce io ti ordinerò…»
Ero fermo, immobile, ad osservare quell’uomo e la sua verga, ero spaventato ma contemporaneamente estremamente eccitato. Lui guardandomi negli occhi, mi prese la testa e fece forza per portarmela verso il cazzo. Io capì che era meglio fare ciò che voleva e abbassato verso di lui iniziai a fargli un pompino. La cappella era grande e larga, e farla entrare nella bocca era difficile, ma piano piano rilassai la mascella e presi in bocca quella bestia. Era dura come il marmo, ma con la pelle intorno morbida, un contrasto che mi fece impazzire. Iniziai a fargli quel pompino con tutta la passione che avevo in corpo, e senti i suoi gemiti che risuonavano dentro la cabina «Aaaaaaaaah, uuuuuuaaaah… Che boccuccia d’oro che hai… come sei brava…» Nel sentire le declinazioni al femminile fui ancora più eccitato perché mi sentivo completamente dominato. In quel momento mi aprii la patta anche io, tirai fuori il mio pisello e iniziai a masturbarmi. Mi prese la testa e mi fece forza per infilarmi quella bestia nella bocca, ed io, iniziai a fare sia un lavoro di bocca, che di di mano (con quella libera). Dopo qualche minuto lo senti ansimare sempre di più, e dopo qualche secondo, esplose dentro di me, con una valanga di seme caldo e cremoso, che ingoiai come fosse latte, e preso dall’eccitazione forte del momento, venni anche io.
Appena venuti, lui mi guardò di nuovo, e mi disse «Vedo che sai fare bene il tuo lavoro… E vedo che è piaciuto anche a te!» io soddisfatto e con una sensazione di piacere mai avevo provato prima, risposi di si, e lui mi fece un sorriso, poi aggiunse «Adesso continuiamo il nostro lavoro, e ci divertiremo molto di più»…
Continua nella seconda parte!
8
voti
voti
valutazione
3
3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Il boscaiolo - Pt.2
Commenti dei lettori al racconto erotico