La cavigliera
di
Giorgia
genere
saffico
Giorgia si è invaghita di Monica ma non è ricambiata. E Giorgia ne soffre. Nonostante si fosse fatta in quattro per dimostrarle la sua devozione. Accettando addirittura di partecipare ad una festicciola per scambisti organizzati da un amico di Monica. E solo per accompagnare Monica che non aveva voglia di andarci da sola. Questo e molto altro solo per avere da lei qualche minima attenzione. Ma Monica l’ha sempre ricambiata con una certa sufficienza se non a volte con indifferenza.
Giorgia decide di parlarle in privato con l’amica. All’uscita dal lavoro la segue fino alla sua auto e le consegna in dono una scatolina nera contenente una cavigliera d’oro bianco con due cuori agganciati. Monica ride e le chiede che significato abbia il regalo. “Voglio vedertelo indossare, sapere che indossi una cosa preziosa che ti ho donato io e che ti faccia pensare a me”. “E perché dovrei accettarla?”.
"Perché mi sono innamorata di te”.
“Giorgia, ma che stai dicendo? Se vuoi proprio saperlo tu non mi interessi, ti trovo banale, insignificante, senza personalità. Ti ho invitato a quella festicciola perché non sapevo con chi andarci, e mi pare ti sia divertita e hai anche fatto divertire il mio amico Luca, tutto qui”.
”Ma non capisci che alla festa ho fatto quello che credevo tu volessi che facessi per compiacerti. E’ da mesi che ti sto facendo una corte assidua, che mi sono innamorata di te”
“Non essere ridicola” risponde Monica. “Tu potresti andar bene per leccarmi i piedini anzi le suole delle mie scarpine, ma di certo non come amante”.
"Mi basterebbe anche questo, così potrei almeno dimostrarti la mia devozione. Ti ho già dato dimostrazione di come so essere ubbidiente, ho succhiato il cazzo del tuo amico senza fiatare alla festa sabato scorso, mi sono fatta prendere da lui, sodomizzare davanti a te e ad altri solo per un tuo bacio. Ti ricordi Monica poi il bacio che mi hai dato quella notte? Mi ha ripagato di tutte le umiliazioni della serata”.
“Vabbè devo dire che questa cavigliera mi piace, accetterò il tuo regalo. Ma tu continui a significare poco per me non farti illusioni. Comunque sia, sali in macchina, ti voglio ringraziare a modo mio per il regalino”.
Arrivano in una stradina di campagna, si fermano in un prato isolato. “Ora indosserò la cavigliera che mi hai regalato e tu mi leccherai il piedino, ma senza sfilare il sandalo”.
Giorgia le allaccia la cavigliera e comincia a leccare con devozione. Prima la suola del sandalo di Monica, poi il cuoio dei lacci, e finalmente arriva ad infilare la lingua tra le dita e sotto le unghi lunghe e ben curate.
“Ora succhia il mio tacco”.
Monica ubbidiente avvolge tra le labbra il lungo e accuminato tacco del sandalo di Monica e comincia a lavoralo con devozione come se si stesse adoperando per un pompino.
“Brava! Ora voglio vedere se mi ami veramente come dici”.
"Mettimi alla prova!”.
“Scendi dall’ auto e mettiti in ginocchio. Sbottonati la camicetta e tira fuori le tue tettine”.
Giorgia si inginocchia nell’ erba umida e, si sbottona e fa scivolare le coppe del reggiseno sotto il seno.
“Mi piacciono gli anellini che ti sei infilata in quei capezzoli neri e carnosi che ti ritrovi. Adoro il piercing ma non avrei il coraggio di bucarmi i capezzoli”.
“Non fa troppo male, mi hanno messo una crema anestetica quando mi hanno fatto il buco”.
Monica intanto si cala i jeans e le mutandine e scopre il suo folto cespuglio corvino. Poi orienta la vulva verso Giorgia e comincia a pisciarle sulle tette e sul collo, poi corregge il tiro e la pioggia dorata le arriva sulla faccia e in bocca. Giorgia chiude istintivamente gli occhi. Quel getto tiepido le bagna i lunghi capelli scuri.
“Se mi ami bevi il succo del nostro amore”.
Giorgia apre la bocca ma il sapore di urina è acre, amaro e pungente, un sapore deciso che non aveva mia provato, inaspettato, intenso.
Fa scorrere il getto nella bocca, ne deglutisce un sorso ma a stento riesce a trattenere il rigurgito, tossisce, gli va di traverso. Poi pensa che quel liquido tiepido proviene dal ventre di Monica e che lo ha riservato solo a lei, e così si sforza di inghiottirne un altro sorso.
Il getto si esaurisce e Monica si tira su i pantaloni.
“Ora vado, è tardi, mio marito mi aspetta” dice Monica salendo in auto.
“Amore mi hai bagnato tutta” dice Giorgia mentre si riabbottona la camicetta.
“Eh si, spero ti sia piaciuto”.
“Moltissimo, davvero, tutto quello che fai per me è speciale”.
“Devo proprio andare, tieni la tua borsetta” e lancia la borsetta di Giorgia fuori dal finestrino.”
“Ma che fai? Aspetta, ora salgo in auto con te”.
“Non puoi sei tutta bagnata, vuoi forse rovinarmi gli interni dell’ Audi?”. "Non vorrai lasciarmi qui?!"
“Perché no, puoi fare l’ autostop, sei una bella ragazza, si ferma sicuramente qualcuno”.
Il motore si accende e Monica parte lasciando l’amica a seguire con lo sguardo le luci dei fari dell’auto che spariscono nella notte.
Per commenti: bluinverde@gmail.com
Giorgia
Giorgia decide di parlarle in privato con l’amica. All’uscita dal lavoro la segue fino alla sua auto e le consegna in dono una scatolina nera contenente una cavigliera d’oro bianco con due cuori agganciati. Monica ride e le chiede che significato abbia il regalo. “Voglio vedertelo indossare, sapere che indossi una cosa preziosa che ti ho donato io e che ti faccia pensare a me”. “E perché dovrei accettarla?”.
"Perché mi sono innamorata di te”.
“Giorgia, ma che stai dicendo? Se vuoi proprio saperlo tu non mi interessi, ti trovo banale, insignificante, senza personalità. Ti ho invitato a quella festicciola perché non sapevo con chi andarci, e mi pare ti sia divertita e hai anche fatto divertire il mio amico Luca, tutto qui”.
”Ma non capisci che alla festa ho fatto quello che credevo tu volessi che facessi per compiacerti. E’ da mesi che ti sto facendo una corte assidua, che mi sono innamorata di te”
“Non essere ridicola” risponde Monica. “Tu potresti andar bene per leccarmi i piedini anzi le suole delle mie scarpine, ma di certo non come amante”.
"Mi basterebbe anche questo, così potrei almeno dimostrarti la mia devozione. Ti ho già dato dimostrazione di come so essere ubbidiente, ho succhiato il cazzo del tuo amico senza fiatare alla festa sabato scorso, mi sono fatta prendere da lui, sodomizzare davanti a te e ad altri solo per un tuo bacio. Ti ricordi Monica poi il bacio che mi hai dato quella notte? Mi ha ripagato di tutte le umiliazioni della serata”.
“Vabbè devo dire che questa cavigliera mi piace, accetterò il tuo regalo. Ma tu continui a significare poco per me non farti illusioni. Comunque sia, sali in macchina, ti voglio ringraziare a modo mio per il regalino”.
Arrivano in una stradina di campagna, si fermano in un prato isolato. “Ora indosserò la cavigliera che mi hai regalato e tu mi leccherai il piedino, ma senza sfilare il sandalo”.
Giorgia le allaccia la cavigliera e comincia a leccare con devozione. Prima la suola del sandalo di Monica, poi il cuoio dei lacci, e finalmente arriva ad infilare la lingua tra le dita e sotto le unghi lunghe e ben curate.
“Ora succhia il mio tacco”.
Monica ubbidiente avvolge tra le labbra il lungo e accuminato tacco del sandalo di Monica e comincia a lavoralo con devozione come se si stesse adoperando per un pompino.
“Brava! Ora voglio vedere se mi ami veramente come dici”.
"Mettimi alla prova!”.
“Scendi dall’ auto e mettiti in ginocchio. Sbottonati la camicetta e tira fuori le tue tettine”.
Giorgia si inginocchia nell’ erba umida e, si sbottona e fa scivolare le coppe del reggiseno sotto il seno.
“Mi piacciono gli anellini che ti sei infilata in quei capezzoli neri e carnosi che ti ritrovi. Adoro il piercing ma non avrei il coraggio di bucarmi i capezzoli”.
“Non fa troppo male, mi hanno messo una crema anestetica quando mi hanno fatto il buco”.
Monica intanto si cala i jeans e le mutandine e scopre il suo folto cespuglio corvino. Poi orienta la vulva verso Giorgia e comincia a pisciarle sulle tette e sul collo, poi corregge il tiro e la pioggia dorata le arriva sulla faccia e in bocca. Giorgia chiude istintivamente gli occhi. Quel getto tiepido le bagna i lunghi capelli scuri.
“Se mi ami bevi il succo del nostro amore”.
Giorgia apre la bocca ma il sapore di urina è acre, amaro e pungente, un sapore deciso che non aveva mia provato, inaspettato, intenso.
Fa scorrere il getto nella bocca, ne deglutisce un sorso ma a stento riesce a trattenere il rigurgito, tossisce, gli va di traverso. Poi pensa che quel liquido tiepido proviene dal ventre di Monica e che lo ha riservato solo a lei, e così si sforza di inghiottirne un altro sorso.
Il getto si esaurisce e Monica si tira su i pantaloni.
“Ora vado, è tardi, mio marito mi aspetta” dice Monica salendo in auto.
“Amore mi hai bagnato tutta” dice Giorgia mentre si riabbottona la camicetta.
“Eh si, spero ti sia piaciuto”.
“Moltissimo, davvero, tutto quello che fai per me è speciale”.
“Devo proprio andare, tieni la tua borsetta” e lancia la borsetta di Giorgia fuori dal finestrino.”
“Ma che fai? Aspetta, ora salgo in auto con te”.
“Non puoi sei tutta bagnata, vuoi forse rovinarmi gli interni dell’ Audi?”. "Non vorrai lasciarmi qui?!"
“Perché no, puoi fare l’ autostop, sei una bella ragazza, si ferma sicuramente qualcuno”.
Il motore si accende e Monica parte lasciando l’amica a seguire con lo sguardo le luci dei fari dell’auto che spariscono nella notte.
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