Monica, i suoi piedini e il marito

di
genere
trio

I piedi di Monica, anche se non sono piccolissimi, porta il trentanove, si possono definire piedini. Hanno forma affusolata, le dita sono disegnate in modo regolare, la lunghezza a scalare e l’arcata plantare é molto evidente. Nonostante la caviglia non sia sottile, i polpacci sono torniti, le gambe slanciate, sempre depilate e lisce, la pelle di raso. Siamo colleghe, stesso ufficio che condividiamo solo io e lei, e ogni giorno posso bearmi di questo seducente spettacolo .
Un giorno d’estate in pausa pranzo stiamo mangiando un panino in ufficio e chiacchierando di scarpe. ” “Sai Monica, mi piacciono molto i tuoi sandali. Sono invidiosa, li vorrei io”. Sono sandali con il tacco medio-alto a spillo e i lacci lunghi da arrotolare alla caviglia.
“Giorgia, secondo me ti starebbero molto bene, vuoi provarli?” Mi dice Monica.
“Abbiamo la stessa taglia di piede, no?”.
“Oh certo, si grazie, davvero, mi piacerebbe vedere come mi stanno”. Lei se li sfila con gesto lento e sensuale senza smettere di incrociare il mio sguardo e me li porge. Indosso i suoi sandali provando un’eccitazione che cerco di coprire. Monica in piedi di fronte a me, scalza, scruta attentamente i miei piedi nei suoi sandali.
“Giorgia, ti stanno un amore, perché non vai in bagno a specchiarti, così potrai giudicare tu stessa?”.
Non me lo faccio ripetere e mi chiudo in bagno rimirandomi nell’ampia specchiera sopra il lavabo. Poi mi sfilo i sandali di Monica e comincio ad annusarne uno, inalando profondamente il suo aroma e ad accarezzare il plantare con la lingua. Mi eccita sentire il gusto del cuoio che è stato a contatto il suo piedino tanto che spingo l’altro sandalo in mezzo alle gambe contro il pube.
Rientro in ufficio e le restituisco i sandali.
“Grazie, e stata una bella sensazione calzare i tuoi sandali”.
Con un pizzico di malizia mi spiega che la sera prima suo marito, di ritorno da una lunga trasferta di lavoro, ha voluto che tenesse indosso quegli stessi sandali mentre la possedeva per ore senza darle respiro (e mi strizza l’ occhio). Monica parla spesso del marito nell’ intimità e pare molto soddisfatta della loro vita sessuale.
“I tuoi piedi e le tue gambe sono così erotici” le dico “immagino che tuo marito passi ore ad adorarli”. Monica sorride e me li mostra avvicinandoli al mio viso per un migliore panorama.
“Sono bellissimi Monica.” Dico rimanendo senza fiato.
“Proprio dopo il lavoro ho un appuntamento con l’ estetista e quindi se vuoi vederli laccati e perfettamente curati puoi venire a casa mia stasera”.
Poi alza i piedi nudi e li appoggia sulla scrivania e dice tra l’ ammiccante e lo scherzoso.
“Giorgia, ti piacerebbe leccare i miei piedini?” dice strizzando l' occhio
“Oh si..si..certo, i tuoi piedi, le tue gambe, le tue labbra ti desidero, sei bellissima” sono confusa, ho il cuore in gola, vorrei baciarla.
“Ma allora è vero quello che si dice, sei proprio lesbica?” e di scatto tira giù i piedi dalla scrivania e si infila i sandali. Imbarazzata per essermi rivelata, le spiego che non sono lesbica, anzi! Ho avuto parecchi corteggiatori maschi. E con alcuni ci sono andata a letto ma spesso la soddisfazione del loro piacere non coincideva con la soddisfazione del mio. Fino ad ora i rapporti con gli uomini per me sono stati emotivamente poco interessanti e non sempre appaganti. Questo mi aveva spinto a esplorare l’erotismo femminile e a frequentare alcune amiche. Ecco tutto.
“Va bene, non ti devi giustificare. Io non sono lesbica ma mi piacerebbe provare ad essere al centro delle tue attenzioni.”
Il cuore mi batteva, impazzito
“Anche a me piacerebbe, dimmi quando e dove!”.
“Ma sono una donna sposata e non tradisco mio marito, a meno che non sia presente anche lui”.
“Monica, io voglio solo poterti adorare e accarezzare con la mia lingua la tua pelle liscia. Non mi importa se ci sono altri, mi importa di te”.
“Allora vieni stasera a casa mia. Mi troverai al meglio, vestita e truccata solo per te”.
“E ci sarà anche tuo marito?”.
“Si certo, ci sarà anche lui, ma non preoccuparti, non farà nulla che tu non gradisca. Garantisco io per lui”.

Per la serata con Monica decido per un semplice tubino nero plissettato sul seno con dei sandali con tacco alto intrecciati di pelle nera e piccole borchie in metallo. Quella sera lei mi accoglie con un vestitino nero, aderente, con una profonda scollatura davanti e dietro le lascia scoperta la schiena. Tre bacini sulla bocca, questa la nostra usanza. Suo marito Luca è più giovane di Monica. Lei è sulla quarantina, a lui invece darei al massimo una trentina d’anni, fisico tonico e abbronzato, sorriso simpatico.
Dopo avermi versato da bere, Monica improvvisa una danza caraibica con il suo uomo su una musica salsa diffusa dallo stereo. E’ molto orgogliosa di sfoggiare il suo vestitino, che non lascia troppo all’immaginazione, muovendosi in modo sinuoso e provocante su alti tacchi e rispondendo rapida ai comandi del marito che la fa eseguire volteggi per poi ritirarla verso di se. Poi la musica si fa più lenta e il marito le sgancia i bordi del vestito lo fa scivolare a terra. Infila le dita nei bordi delle mutande e le fa scorrere verso il pavimento. Monica l’aiuta alzando prima un piede e poi l’altro, rimanendo così in calze autoreggenti e sandali. Le braccia di Luca si inseriscono sotto le ascelle di Monica e le mani vanno ad incrociarsi sul seno e accarezzano i capezzoli che rispondono indurendosi. Poi, con l’indice e il pollice di ciascuna sua mano le pizzica i capezzoli, li strizza, li fa ruotare su se stessi e li tira in avanti come se volesse allungarli. Monica mugola e sospira, si abbandono all’indietro, il marito la sorregge e la sdraia sul divano.

Sento montare la voglia di toccarla, di baciarla.
“ Monica, sei bellissima” le dico e cerco di baciarla ma lei mi mette una mano davanti alla bocca.
“Non, non ancora” mi dice.
“Allora dimmi cosa devo fare per averti”.
“Occupati dei miei piedini” mi sussurra.
Le sfilo i sandali, le sue unghie sono rosse e invitanti come dei confetti: mi prostro davanti a lei, e inizio a farle scorrere la lingua sotto la pianta, lungo tutto l’arco del piede.
Con le labbra e con i denti delicatamente, bacio alcune dita, le più sinuose. Quando metto gli incisivi sotto l'unghia dell'alluce Monica si agita, reclina la testa all’ indietro, pizzicandosi i capezzoli con voluttà. Vedo il suo sesso aperto e bagnato dagli umori, così fremente che sembra chiamarmi. Poi fa scendere la mano lungo il corpo e due dita s’infilano rapide ed esperte nella vagina.
“Ora fammi godere, voglio vederti mentre ti fai mio marito”.
“Che cosa dici, io non voglio lui, voglio te”
“Impossibile mia cara, io e mio marito condividiamo tutto a livello sessuale, se non vuoi lui vuole dire che non vuoi neanche me.” Provo una debole resistenza ma alla fine consento a Luca di sfilarmi il tubino.

Rimango in reggiseno e culottes. Lui inizia a leccarmi la schiena, prima in mezzo alle scapole, poi percorrendo con lentezza snervante la mia spina dorsale arriva fino al coccige. Un brivido mi risale la schiena quando scosta le culottes e comincia a leccarmi l’ano. A questo punto Monica reclama attenzione e riprendo a succhiarle l’alluce e a leccarle il dorso del piede mentre lui prima con un dito solo e poi con due insieme penetra il mio ano che pulsa per il dolore e l’eccitazione.
“Fai piano Luca! Mi fai male” gli dico.
Monica ride “Vacci piano amore” rivolta a Luca “Giorgia è una donna sensibile, una vera lesbica, trattala con delicatezza”.
Poi Monica mi dice:
“Vorrei vederti ingoiare il cazzo del mio uomo, lo faresti per me Giorgina?”.
Prima di riuscire a rispondere mi ritrovo il suo membro in bocca, una verga piena di vene che mi arriva in gola.
Monica m’insulta incitandomi a ingoiare più profondamente l’enorme arnese del marito. Lui mi prende con forza per i capelli e mi forza a pompare il cazzo. Assecondo ogni suo movimento, sento che lo spettacolo che sto offrendo eccita Monica che mostra tutta la sua libidine. Desidero Monica ma sono impotente e disgustata, usata come un giocattolo erotico da Luca. Vorrei gridare a Monica che l’amo e che mi faccio sbattere solo per lei, che gli uomini non mi interessano, ma quella libbra di carne che mi ritrovo in gola mi strozza. Mentre il maritino ulula di piacere Monica si dedica con soddisfazione sadica a frustare le mie natiche con una cintura di cuoio. Inarco la schiena a ogni colpo, sento vampe di calore che partendo dal mio didietro in fiamme risalgono verso la schiena. Il mio sedere vermiglio per le staffilate eccita Luca che la incita a continuare.

Respiro a fatica, la verga affonda sempre più profondamente nella mia gola, tanto da causarmi spasmi. Trattengo a stento un rigurgito e poi un altro. Faccio pressione sulle sue cosce per tentare di allontanare Luca e allentare la pressione ma lui e troppo forte e non accenna a rallentare. Quando credo di non poterne più e di soffocare nel mio stesso rigurgito di saliva e vomito lui estrae il cazzo per andare a schizzare con un getto caldo e cremoso i piedini di Monica protesi verso di lui.
“Ora pulisci i miei piedini” mi ordina Monica.
Mi getto sui quei piedini trattenendo le lacrime di rabbia per l’umiliazione e per il dolore. Lecco lo sperma che si mescola al mio rimmel sbavato, passo e ripasso la lingua tra le sue lunghe dita affusolate, percorro più volte la pianta del piede. Monica mi schernisce dicendomi “Sarai anche lesbica ma a quanto pare ti piace la sborra del mio maritino!“.
“Non è così, mi fa schifo, mi nausea il suo sperma, vorrei vomitare! Mi ha usato come una bambola per il sesso” dissi “Ma se ho sopportato tutto l’ ho fatto per te Monica, solo per te mi sono annullata, per poter leccare i tuoi piedini e darti piacere”.
“Brava Giorgina, mi eccita sapere che lo fai per me” risponde Monica. Poi mi tira a se, lecca le mie lacrime amare e mi infila la lingua in bocca intrecciandola con la mia. Chiudo gli occhi e per alcuni secondi provo una gioia immensa, sento che mi sto innamorando di lei e vorrei dirglielo ma il momento magico è presto interrotto.
“Non hai ancora finito Giorgina, voglio vederti leccare e pulire per bene il cazzo di Luca!” dice Monica sorridendo in modo malizioso. Sono delusa ed esausta ma non riesco a dirle di no. So che mi basta un suo bacio per dimenticarmi di tutto il resto. Lecco con rabbiosa rassegnazione il glande e lo scroto mentre lei si fa mordere i capezzoli da Luca. Soddisfatta del mio lavoro Monica mi solleva la testa e mi sussurra nell’orecchio “Ora basta, sei stata brava. Ti confesso un piccolo segreto, in realtà Luca non è mio marito, è solo un compagno di giochi”.

Per commenti: bluinverde@gmail.com
Giorgia xx
scritto il
2011-12-27
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