La patatina del nonno.

di
genere
incesti

Mi chiamo Genny, ho diciannove anni, sono alta uno e settanta, capelli neri, occhia azzurri, regalo di nonna paterna, seno una terza, un bel culetto a mandolino, gambe lunghe e affusolate. Sono decisamente una bella ragazza, che tiene molto al suo aspetto fisico, e alla sua immagine, come mi ha insegnato mia nonna, che di classe, ne aveva da vendere, una bella immagine, fa sempre colpo, e aiuta in tanti casi della vita, io sono sempre stata convinta, che avesse veramente ragione. Da sei mesi, vivo in una altra città, essendo iscritta all’Università, alla Facoltà di belle Arti. Abito in un piccolo bilocale con bagno, posto in una bella zona di questa città, molto diversa, da quella dove sono nata. Questo nuovo modo di vivere, è per me, tutta una frizzante novità. Devo spiegarvi una cosa, che caratterizza la mia famiglia. In casa mia, hanno tutti l’abitudine di sposarsi presto, in particolare di mettere incinta, le moglie molto giovani. Non vi so spiegare il motivo, o perchè succede, ma succede e basta. Mio nonno Augusto, ha sposato mia nonna Silvia, che era incinta, aveva diciassette anni. Ha partorito due maschi, mio zio Mario, che a sua volta ha sposato mia zia Claudia, anche lei incita a diciassette anni, a diciannove, aveva già due figli, e suo fratello Carlo, che poi è mio padre, che ha sposato mia madre Lucia, anche lei era incinta a sedici anni, ha diciannove aveva già mio fratello Stefano, e me, che adesso mi ritrovo ad avere una madre, che sembra mia sorella, mio padre che sembra il fratello maggiore, di mio fratello. Da un certo punto di vista, è anche un vantaggio, ci si ritrova sempre ad avere genitori giovani, ma nello stesso tempo, la cosa mi rende un po’ inquieta perchè io, a diciannove anni, non sono, ne fidanzata, ne sposata, e nemmeno incita, mentre mio fratello, ha già due figli, avendo messo incinta, mia cognata a diciassette anni, e ha partorito due gemelli, maschi. Siamo una famiglia benestante. Abbiamo due settori produttivi, dove la mia famiglia, ha investito e ha realizzato la propria fortuna. Un settore è la grande distribuzione alimentare, con sei super mercati, e nel settore delle maioliche e piastrelle, dove voglio inserirmi io, per questo frequento la Facoltà di belle Arti. Voglio dipingere maioliche, fare dei capolavori con la mia fantasia, rinnovare un settore, che i miei vorrebbero dismettere. Ovvio, questo mi ha portato a scontrami con la mia famiglia, che avrebbe voluto che pure io, mi fossi inserita nelle varie amministrazioni, dopo aver fatto studi di ragioniera, o da dirigente, per affiancare i miei fratelli, e zii a dirigere le varie attività di famiglia. Io ho deciso, che voleva fare una cosa diversa, in questo, solo mio nonno, mi ha appoggiato. Per studiare, mi sono allontanata dalla villa di famiglia, dove tutti viviamo in totale armonia, questo devo ammettere, mi manca un poco. A diciannove anni, essere di colpo libera, è come prendere una sbornia. Ti senti padrona del mondo, allora puoi fare quello che ti pare, andare dove vuoi, con chi vuoi. Allora penserete, sesso a go go. Assolutamente no! Sono così terrorizzata, dall’idea di rimanere incinta, che ho cominciato ad assumere la pillola a sedici anni. Questo mi ha condizionato sempre l’esistenza. Quando si tratta di sesso sono molto cauta, chiusa, soprattutto, non ho mai messo il sesso, fra le mia priorità, anche se ho avuto qualche frequentazione, non ho mai ritenuto che la persona, con cui uscivo era quella giusta. Dentro di me, c’è sempre stata una sensazione, che mi mancasse qualche cosa, che mi portasse a lasciarmi andare. Sono sempre fuggita, quando una relazione si stava incanalando, in maniera molto seria. Naturalmente il mio aspetto, i miei occhi, il mio modo di essere sempre elegante, con mini, tacchi alti, ha scatenato un nugolo di maschi, che mi ronzano intorno, da quando ho messo piede all’Università. Poi visto che non riuscivano ad ottenere nulla, è stata la volta delle ragazze, che hanno, senza mezzi termini, iniziato a sedurmi, sperando che fossi lesbica. Io mi sono sempre concentrata sullo studio, senza lasciarmi distrarre dal sesso, soprattutto ho continuato, a mantenere i contatti, con la mia famiglia, che non vedeva di buon occhio, il fatto che io, me ne andavo a vivere da sola. Mio nonno Augusto, il patriarca di famiglia, quando ha saputo le mie intenzioni, ha detto una cosa che tutti hanno accettato.
“Vieni a casa una volta ogni quindici giorni, telefoni almeno due volte al giorno, ai tuoi genitori, e una volta a me.”
Tutti d’accordo. Da quando è morta mia nonna, per un banalissimo incidente, un ubriaco non ha rispettato uno stop, uccidendola, lui è cambiato. Per anni lui e mia nonna, sono stati il mio punto di riferimento. Lei gran donna di una classe innata, sempre molto elegante, anche in casa, che mi ha di fatto cresciuta, e insegnato tutto quello che c’era da sapere nel vestire, muoversi, in genere a vivere. Lui sempre dolcissimo con me, che a suo dire, sono la copia giovane della nonna, mi ha sempre chiamato la sua patatina. Un vero signore, sempre posato, nei modi e nelle reazioni. Un vero patriarca, un imperatore, come quello di cui ha il nome, che però, ha sempre fatto le cose in maniera giusta, ed imparziale, soprattutto con i suoi figli, che ha istruito, alla guida del suo impero, consapevole che un giorno, gli sarebbero succeduti, ma non con me. Per me, ha sempre avuto un debole, un trattamento speciale. Ho un forte ascendente su di lui, gli posso chiedere ogni cosa, lui non me la rifiuta mai, in particolare, dopo la morte della nonna. Oggi a cinquanta cinque anni, ha un fisco, che quando passa le donne, lo divorano con gli occhi. Alto, imponente, spalle larghe, asciutto, con ancora quasi tutti i capelli neri, mani grandi e braccia forti, che mi hanno sempre fatto sentire protetta, e al cento del mondo. Da un po’ di tempo, mi sono resa conto che, c’è qualche cosa che non va in lui. Le nostre telefonate, duravano in genere una ventina di minuti, invece adesso, mi chiede appena le solite cose, come se voglia evitarmi. Sono stata a casa la scorsa settimana, lui non l’ho visto, era a convegno, a cui avrebbe potuto inviare chiunque, così, quando sono tornata all’Università, ho scoperto che non avremmo avuto lezioni, ne venerdì, ne sabato, per i festeggiamenti del santo patrono, l’ho chiamato, l’ho invitato a raggiungermi, per passare tre giorni insieme. All’inizio ha cercato delle scuse, per non venire, ma io l’ho minacciato di sparire dalla sua vita, se non mi accontentava.
«Ti prego non farlo. Vengo, il giovedì pomeriggio, dopo l’ufficio, vengo, e staremo tre giorni insieme. Faccio prenotare, dalla mia segretaria, una camera in un albergo vicino a te, ti raggiungo.»
L’ho incenerito.
«Tu non devi prenotare nulla! Ho abbastanza spazio per entrambi, poi se non lo dici a nessuno è meglio. Ti voglio tutto per me, dimentica il cellulare che tanto non ti serve.»
Ha accettato tutte le mie condizioni. Il giovedì alle 13.30, me lo sono ritrovato appoggiato alla sua splendida Maserati, bello, sorridente, con una rosa rossa in mano. Naturalmente, fin quando non l’ho salutato, per tutti quelli che mi hanno guardato, ero la classica troietta, che si è venduta ad un ricco.
«Nonno! Che sorpresa!»
Mi ha abbracciato, ha aperto lo sportello della sua vettura, e quando sono salita, la mini gonna, è scivolata verso l’alto, così lui, ha ammirato le mie splendide cosce, fasciate dalle mie inseparabili autoreggenti. Nel breve tratto fino a casa, gli ho chiesto, come mai, mi aveva fatto questa sorpresa. Ha risposto che in ufficio il climatizzatore si era rotto, lui che aveva già la valigia in auto, l’ha preso come un segno, se ne doveva andare, a trovare la sua patatina. Appena dentro il mio appartamento, ha dato una bella occhiata, ha annuito compiaciuto.
«Bello, intimo, e ben tenuto. Non che avessi dubbi, sul fatto che la mia patatina, non fosse in grado di vivere da sola, e dimenticarsi di suo nonno, che oggi, le ha fatto fare la figura della troietta, che si vende ad un vecchio porco, che ama le ragazzine.»
La parte finale della frase, la sussurra quasi a bassa voce. Mi giro, lo afferro per il bavero della giacca, lo fulmino con uno sguardo, mentre il mio viso, molto vicino dal suo, è una maschera di rabbia pura.
«Non ti permettere di dire queste cose! Oggi ho avuto una bellissima sorpresa, da una persona, che adoro, e che non è affatto vecchio! In quanto alla troietta, devi sapere, che io non devo spiegazioni a nessuna, delle persone che ci hanno visto, e quando ti ho chiamato nonno, tutte quelle puttanelle, mi hanno sicuramente invidiato. Quindi chiariamo una cosa importante: qui c’è un bel maschio, e non ci sono vecchi!»
I nostri occhi si scrutano, lui mi sconvolge con il suo sguardo profondo, le nostre bocche sono vicinissime, ad un tratto, le sue labbra sono incollate alle mie. Dopo un attimo di stupore, apro la bocca, la sua lingua mi penetra di prepotenza, si mette a giocare con la mia. Scambiamo un bacio sconvolgente, forte, carico di passione. Sento uno strano languore nel ventre, mentre le mie mutandine, si bagnano in maniera incredibile. Ho un improvvisa ondata di calore, che dal basso ventre, sale fino al cervello, mi sconvolge la cosa che questo rivela. Ho sempre desiderato questo bacio! Fin da quando ero bambina, lo vedevo baciare mia nonna, ho sempre desiderato essere così, stretta fra le sue braccia, ora mi sembra di sognare. La sua mano mi accarezza la nuca, sento il suo corpo aderire al mio, in un abbraccio carico di piacere, soprattutto quando sento una forte erezione, salire, comprimere il mio ventre, che si spinge sempre di più, verso di lui, che dopo questo interminabile momento, si stacca da me, poi abbassa lo sguardo.
«Scusami, devo essere impazzito.»
Lo guardo, non gli rispondo. Torno a baciarlo, con la stessa passione di prima. Lui reagisce, mi abbraccia forte, continuiamo a limonare fin quando mi stacco, lo guardo dritto in faccia.
«Smetti di avere dei dubbi, o ripensamenti. Io l’ho desiderato, da quando ti ho visto farlo con la nonna. Mi sono resa conto solo adesso, che in tutti questi anni, ho solo desiderato te. Non ho voluto nessun legame, o altro uomo, che te. Sei, e resterai, la sola persona al mondo, che desidero avere dentro di me, quindi adesso, ti prego, fammi diventare donna, perchè io, non lo farò mai con nessun altro.»
Mi guarda, i suoi occhi brillano di piacere, poi si lascia condurre verso la camera da letto, quando sono dentro, mi spoglio, lui mi stringe un attimo a se.
«Pensaci bene, dopo non sarà più possibile tornare indietro. Se andiamo avanti su questa follia, devi promettermi, che poi ti troverai un bravo marito, che mi farai felice, quando avrai dei figli, promettimelo.»
Lo guardo, non dico nulla, lo bacio, mi abbasso, in qualche modo, riesco ad aprire i pantaloni, che poi scendono giù fino alle caviglie. Mi trovo davanti il suo scettro di carne dura, e pulsante. Lo annuso, mi riempio le narici, del profumo di maschio, poi lo lecco, un po’ timidamente. Ho visto molti filmati su internet, di come si succhia un cazzo, si scopa, ma solo ora mi rendo conto, della mia totale inesperienze, cerco di rimediare al meglio delle mie capacità. Lo imbocco in gola, lui geme. Mi sprona a continuare.
«Succhialo e leccalo tutto.»
Mi appoggia le mani sul capo, mi imprime il ritmo della pompata. Mi sento un lago fra le gambe. Sento la mia patatina che si sta bagnando, mi sembra che bruci, da quanto la sento bollente. Lui mi solleva, io ne approfitto, per far scivolare la mini, il reggiseno, raggiunge, sul pavimento la maglietta. Quando faccio per togliere le calze, lui mi dice di lasciarle, che mi rendono più sexy. Mi siedo sull’angolo del letto, lo riprendo in bocca, con lui che adesso, muove il bacino, avanti, e indietro, mi pompa in bocca il suo meraviglioso scettro, che cerco di ingoiare più che posso. Lui mi asseconda, poi mi spinge sul letto, si inginocchia, mi dona, una delle leccate, più belle che abbia mai ricevuto. Godo quasi subito, porto le mie mani sul suo capo, lo schiaccio contro la mia fica, che gronda umori come un fiume in piena. Godo e vaneggio.
«Sei stupendo! Continua ti prego.»
Sento la lingua, scorrere lungo il taglio delle mia fica, poi si insinua dentro le grandi labbra, mi succhia, il liquido, che sgorga copioso. Poi raggiunto il basso si insinua fra le chiappe, mi solletica, anche la rosellina anale, risale, mi schiaccia il clito che è gonfio, e molto sensibile. Mi fa godere un primo orgasmo, che mi scuote tutta facendomi tremare. Urlo il mio piacere, mi dimeno sconvolta, da scariche che mi fanno tremare. Mi lasci assaporare il mio primo orgasmo, poi io lo costringo a salire su di me, lui mi sovrasta con il suo corpo massiccio. Mi guarda negli occhi, mentre sento la punta, del suo meraviglioso palo, che si insinua fra le pieghe della mia fica bagnatissima, che non aspetta altro che di riceverlo dentro. Lo supplico ancora.
«Prendimi, lo sai che ti voglio. Fammi tua. Fammi diventare donna.»
Lui mi guarda e sorride. Cerca ancora di dissuadermi dal farlo.
«Sei ancora in tempo, per rinunciare a commettere questa pazzia. Poi non si potrà tornare indietro.»
Lo guardo, lo supplico di scoparmi.
«Ti prego, entra dentro di me. Sverginami, ti prego lo voglio. Voglio solo te.»
Lui spinge un poco la punta dentro, sento che deve essere in prossimità dell’imene, allora con un colpo di reni, spingo il mio corpo in alto, andando incontro al suo, con lui che appena sente che spingo, affonda in me con un colpo secco. Lo sento scorre tutto dentro fino in fondo. Un attimo, mi sento come se mi stessero lacerando il ventre. È un attimo, perchè lui scivola dentro, mi ha apre tutta, sbatte contro il fondo, mi provoca una scarica elettrica, che mi stordisce da quanto mi fa godere. Io urlo il mio orgasmo, improvviso, inaspettato e così fulmineo. Poi la voce mi muore in gola. Resta immobile, mi guarda, i suoi occhi brillano di piacere. La sua voce è calda e dolcissima.
«Godi, lasciati andare, che adesso ti porto in paradiso.»
Incomincia a pomparmi. Mi sbatte tutto il suo palo, dentro e fuori, con me, che quando lo sento uscire, gli vado incontro con il corpo, per paura di non sentirlo tornare dentro. Mi fa godere, ben presto perdo il conto, di quante volte ho detto vengo. Poi di colpo mi afferra, si gira, mi ritrovo su di lui, impalata su quella trave, che adesso entra dentro, in tutta la sua lunghezza, che mi sfonda il ventre. Lui mi fa oscillare, avanti e indietro, mi sento come se la mia fica, fosse una campana, e il suo cazzo il batacchio. Godo di nuovo, urlando il mio piacere, mentre lui ha sollevato le mani, impasta i miei seni, tortura i capezzoli. Godo urlo con tutto il fiato che ho in gola un ennesimo orgasmo. Sfinita mi accascio su di lui, che mi abbraccia, mi pone di lato. Solleva la mia gamba sul suo fianco, mi scopa di lato. Mi fa godere ancora, io lo incito a farlo sempre più forte. Lo provoco, lui mi risponde per le rime.
«Dai porco bastardo, scopami. Fammelo sentire tutto. Dai che ci godi, a sventrare la tua patatina. Sei un porco che gode, a scopare la nipotina vergine.»
«Si piccola troietta, ti scopo, ti slabbro tutta, ti sfondo ogni buco.»
Mi afferra, mi sposta di lato, poi si mette dietro di me, mi solleva il culo, mi scopa da dietro. Lo sento tutto fino in pancia. Urlo di scoparmi così più forte che mi fa impazzire.
«Cazzo, mi sventri! Sei, meraviglioso. Dai scopa la tua patatina. Dai che sei un toro meraviglioso. Più forte!»
Mi sbatte così forte, che il suo corpo si impatta col mio, che ne subisce i colpi tremendi, mi scuote tutta. Sento le sue palle, sbattere sulla fica, questo mi sconvolge di più, allungo una mano, e cerco di accarezzarle. Lui lo sente, mi sprona a masturbarmi, e ad accarezzare le sue palle.
«Toccati che godi di più. Mi piace sentire, che mi tocchi le palle. Dai piccola, che questo toro ti fa sentire quanto sei vacca! Cazzo mi fai sborrare. Vieni che sborro.»
Lo sento scoparmi sempre più velocemente, poi mi scarica dentro una sborrata colossale. Sento questa ondata di calore, che si riversa dentro di me, mi provoca un nuovo orgasmo. Vengo con lui. Godo mentre gode anche lui. Mi provoca un piacere nel piacere. Mi inonda la vagina, da quanto ne scarica dentro. Alcuni schizzi fuoriescono agevolati dal fatto, che lui, continua a scoparmi sempre più forte. Poi si accascia su di me, lentamente mi distendo con lui, che resta dentro, ma si mette di fianco. I nostri respiri sono flebili, i nostri cuori battono all’impazzata, sono fradicia di sudore, di sperma, che cola da tutte le parti, ma non me ne frega nulla. Mi giro, lo bacio in bocca, lui mi ricambia con passione e amore. Resto un momento in silenzio, poi gli parlo, con voce rotta dall’emozione.
«Grazie, sei stato davvero meraviglioso. Solo ora, mi sono resa conto, di quanto ti desideravo. Tu e la nonna, siete sempre state le mie figure di riferimento. Tu come maschio, mentre la nonna come donna, siete sempre state le due persone, che ho ammirato di più al mondo. Una volta vi ho visto fare sesso, sicuramente da allora, ho desiderato essere fra le tue braccia. Grazie, ti prego, non farmi mai mancare, questa sensazione di piacere, che ho sentito quando eri dentro di me. Unico!»
Mi guarda, poi mi parla. Anche la sua voce è emozionata.
«Tu sei stata meravigliosa. Da tanto tempo lo volevo, ma avevo anche paura, di pensare una cosa simile. Anche tua nonna, si era accorta, che ti guardavo in modo diverso. Ti ricordi il tuo sedicesimo compleanno, quando vi siete tuffate in piscina insieme, quando siete uscite dall’acqua, i vostri costumi bianchi, lasciavano vedere le vostre forme. Lei aveva notato il mio sguardo di desiderio. Per tante notti, fin quando poi è morta, spesso, quando la scopavo, mi chiedeva, se mi sarebbe piaciuto, averti nel letto con noi due. Non puoi capire, quanto mi eccitava, una simile fantasia. Quando lei è venuta a mancare, per un periodo di tempo mi sembrava di impazzire, ma poi c’eri tu, allora mi ricordavo le sue fantasie, mi sono illuso che tu restavi con me. Poi quando te ne sei voluta andare, sono stato favorevole, perchè credevo, che non avresti potuto fare a meno, della tua famiglia invece mi sono sbagliato. Allora, mi sono convinto, che tu mi avevi definitivamente messo da parte, me ne ero fatta una ragione, per questo, ti stavo evitando. Ma ora mi sento molto felice, ti amo, come se amassi tua nonna, tu sei la sua copia, che mi fai impazzire, mi sono segato tante volte, pensando al tuo splendido corpo, adesso spero che non ti limiterai a una sola scopata.»
Sentirlo parlare, mi ha fatto eccitare ancora di più. Mentre lo ascoltavo, gli ho segato piano il cazzo, che in breve, era già quasi duro, senza dire nulla mi sono abbassata, l’ho preso di nuovo in bocca. Era ancora bagnato dei miei e suoi umori, l’ho leccato e succhiato, fin quando è tornato di nuovo duro, lui ne ha goduto tanto.
«Sei una meraviglia! Succhialo, mi fai morire. Sei una bocchinara stupenda.»
Quando l’ho sentito bello duro, mi sono girata, ho messo il culo in alto. Lui mi ha guardato, per un attimo cercando di capire quello che volevo, quando l’ha capito, ne è rimasto basito.
«Lo vuoi nel culo? Ma sei sicura? Non è come davanti, ti farò soffrire un po’ di più, ma poi sarà piacere immenso.»
Io l’ho invitato a scoparmi il culo.
«Lo so che sarà più doloroso, ma lo voglio. Non puoi lasciare le cose a metà, adesso fai quello che deve essere fatto. Io voglio il tuo cazzo nel culo, in ogni buco dove lo vorrai mettere, io lo prenderò. Dai e non esitare.»
Si posiziona dietro, mi lecca, lo dilata piano, con un dito, poi due. Il buchetto reagisce bene, dopo uno scatto iniziale, si lascia sondare, dilatare bene. Poi mi lubrifica con la saliva, i miei umori, che prende dalla mia fica che ancora cola del suo seme, quando è quasi pronto, lo infila davanti per bagnarlo bene, poi lo appoggia la culo, lo spinge dentro deciso. Lo sento entrare. Appena la cappella si fa strada dentro di me, emetto un grido, lui si ferma subito. Lo invito a continuare.
«AHHH…piano… NO!...Non ti fermare ...entra.»
Molto lentamente, lo spinge dentro. Mi sento dilatare il culo, mi sembra che mi stia sfondando le reni, ma sopporto, e quando sento le sue grosse palle, sbattere sulla mia fica, mi rendo conto che l’ho tutto in culo. Lui resta un momento immobile, poi mi fa mettere una mano sulla mia patatina, che ancora lascia uscire il suo seme, per masturbarmi, così il dolore si attenua, mentre lui, incomincia a muoversi, dentro e fuori.
«Toccati. Mettiti le dita davanti, masturbati, così godi subito, e sentirai meno dolore.»
«Lo assecondo. Quando cerco, di fare entrare le dita dentro la fica, la sento schiacciata, mi accarezzo il bottoncino gonfio, e molto sensibile. Lui intanto, mi sta limando il culo, con molta maestria, in breve incomincio a sentire il piacere, mi dimentico il dolore. Lo incito a sfondarmi il culo.
«Dai porco, sfondami il culo! Cazzo sei enorme, mi spacchi. Sei un porco, che gode a spaccare il culo alla nipotina. Maiale, ci godi, dimmelo…porco.»
Lui ha abbandonato ogni remora. Mi pompa il culo come un toro scatenato, senza quasi rendermene conto, mi sento due dita dentro la fica. Piena e sfondata, godo con lui, che mi apostrofa i peggio epitaffi.
«Certo che ti sfondo il culo. Sei una zoccoletta che deve essere sfondata. Una vacca da letto. Una troia, che voglio spaccare tutta, e farcire di sborra. Sono un porco, che gode a spaccare e fottere la nipotina troia, e puttana. Godi che sborro.»
Lo sento squassarmi il culo, con colpi tremendi, poi mi inonda di seme bollente. Continua a pomparmi, una ondata di calore, rende il culo più lubrificato, gli permette di scorrere più facilmente procurandomi altri spasmi di piacere. Mi abbraccia, si distende di lato con me girata di spalle, resta piantato dentro di me. Sento la sua erezione scemare, il cazzo scivolare fuori, mi giro, lo metto tutto in bocca. Lui geme di piacere.
«Sei stupenda. Non ti facevo così troia. Mi fai impazzire. Piano ti prego, ho una certa età, due insieme cominciano ad essere una cosa seria, ma leccalo che mi piace.»
Sentirmi dare della troia, mi fa sentire orgogliosa, lo succhio, assaporo i nostri umori, poi mi sollevo, lo bacio con passione. Lui risponde al mio bacio, poi sorride compiaciuto.
«Sei una vera meraviglia. Tua nonna ne sarebbe fiera. Non sai quante volte, mi diceva di sperare che tu un giorno, trovavi un maschio che ti facesse godere, come lei godeva con me. Altre volte, mi diceva che se questo non fosse accaduto, lei si sarebbe sacrificata, ti avrebbe fatto scopare da me, in sua presenza, per essere certa, che tu potevi provare il piacere di essere posseduta da un vero maschio.»
Lo guardo, mi sento emozionata. Restiamo distesi, abbracciati per un bel po’ di tempo. Poi ci facciamo la doccia insieme, lui mi fa vestire veramente sexy, mi porta a cena in un bel posto, distante solo venti minuti di auto da noi, in riva al mare. Quando siamo tornati io gli ho messo le mani sulla patta, gli massaggiato il cazzo che ho sentito diventare durissimo. A letto quella notte è stato meraviglioso, mi ha scopato tantissimo. Per i restanti giorni, mi sono fatta scopare in tutti i modi. Mi ha sborrato in gola, in ogni buco, mi sono dedicata a lui, con tutta me stessa. Da quei giorni siamo diventati amanti, lui veniva spesso a trovarmi. Per tre anni abbiamo scopato, mi ha farcito in ogni buco, poi appena data la tesi di laurea breve, gli ho chiesto di ingravidarmi. All’inizio si è opposto, dicendo che poi, sarebbe stato un casino con i miei fratelli, non avevo un marito. Io ho ribadito che la vita era la mia, che nessuno, avrebbe mai saputo che lui era il padre. Dopo un po’ di tempo ha accettato, alla fine mi ha ingravidato due volte. Oggi ho due figli, un maschio, e una femmina, tutti miei, lui è morto da anni, loro che sono grandi hanno scoperto la verità, spesso mi ospitano nel loro letto, sono da tempo amanti, ma questa è un’altra storia.
scritto il
2021-01-12
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