Cinzia

di
genere
voyeur

Oggi ho 32 anni, e ciò che racconterò, forse a più riprese, in merito alle mie prime esperienze – oggi direbbero da cuckold -con le fidanzatine, è assolutamente vero e realmente accaduto.
Ho scoperto all'età di circa 19 anni di essere "strano" , nel senso di provare sì gelosia per la mia fidanzata Cinzia. Lei molto bella, aveva appena compiuto 18 anni quando la conobbi ed era considerata, a dire di tutti i miei amici, la ragazza più bella e la più ambita del paese dell’estremo sud, dove vivevamo: mora, occhi verdi, con delle belle gambe slanciate e tornite, un culo da favola, alto, sporgente, tondo, perfetto.
Si vestita sempre in modo provocante e gradiva tantissimo vedere che gli uomini se la mangiavano con gli occhi.
Indossava spesso delle gonnelline da capogiro e non portava mai il reggiseno, le sue tettine erano da favola, non molto grandi - una terza misura scarsa - ma sode e all’insù, con dei capezzoli che tendevano sempre a salire, sembravano due uncini quando si eccitava, messi in evidenza da magliettine sottili indossate soprattutto d’estate che facevano vedere senza equivoci i suoi turgidi e lunghi capezzoli.
Non vi dico come sbavavano i “ vecchietti” quando passava lei.
Dicevo, appunto, che la mia stranezza è sempre consistita nel fatto che contrapposta alla mia gelosia vi è sempre stato un certo compiacimento e uno strano piacere sessuale, a volte riuscivo ad avere giramenti di testa per la forte eccitazione, nel vedere gli uomini, soprattutto se maturi, sbavare alla vista di Lei.
La mia gelosia, quindi, si manifestava solitamente nei contatti sociali; impazzivo di gelosia quando parlava con altri ragazzi, ma non mi dispiaceva che la desiderassero sessualmente, che la guardassero con lascivia, che mi facessero capire, alcuni lo facevano in modo spudorato, che era veramente “bona”.
E, vi assicuro che erano tanti che la guardavano, soprattutto quando uscivamo dal paese per andare nella vicina città, dove nessuno ci riconosceva, o almeno così pensavamo. Si divertiva a muoversi e ad atteggiarsi da perfetta troietta.
Devo dire che anche a Cinzia piaceva molto essere guardata, ammirata, desiderata, non le dispiaceva affatto che occhi lascivi e frasi piccanti l’accompagnassero mentre camminava per strada.
Quel gioco mi piaceva mi eccitava da morire e spesso ero io ad invogliarla cercando di coinvolgerla a provare fare qualche cosa di più piccante.
Ed è cosi che ho iniziato a provare il sottile piacere di vedere la propria fidanzata profanata dagli altri.
All’inizio era un gioco solo fra noi due. Spesso Cinzia si affacciava dal balcone di casa sua – secondo piano – con l’accordo che non avrebbe indossato le mutandine. Io passavo con la macchina e la guardavo da sotto, avevo una 500 decappottabile e a volte mi soffermavo sotto casa sua a parlare. Erano momenti di molta eccitazione vedere la sua pelosa fichetta dal basso.
Altre volte, quando ci trovavamo in campagna e in posti solitari Cinzia si spogliava e si metteva a passeggiare allontanandosi nuda fino a scomparire dietro gli alberi.
Erano, penso, anche per lei dei momenti bellissimi. Più che altro l’eccitazione era determinata dal rischio che qualcuno potesse vederla nuda e vi assicuro che era uno splendore ammirarla nuda in mezzo alla natura.
Altre volte, quando andavamo in città, Lei si toglieva le mutandine e con una mini da capogiro, mi ricordo ancora che erano quasi tutte plissettate dove il minimo movimento avrebbe potuto fare scoprire quelle belle chiappe sode e tonde, entravamo nei grandi palazzi e lei, sapendo che la situazione mi eccitava tantissimo, saliva le scale e io da sotto che sbavavo alla vista di quel paradiso e, soprattutto mi saliva una forte pressione allo stomaco pensando che altri uomini potevano vederla in quello stato.
Altro gioco che facevamo spesso era quello di togliere il costume da bagno in acqua.
La situazione si faceva interessante e io non resistevo dall’eccitazione quando, vicino a noi, forse non per caso, ma perché evidentemente qualcuno notava quelle strane mosse, qualche tizio con la maschera da sub insisteva nel nuotare sempre vicino a noi. Sapevamo tutti e due che la stava guardando nuda; spesso qualcuno si immergeva sul fondo per poi risalire guardandola dal basso.
Fra di noi c’era una intesa tacita. Nè io nè lei parlavamo di tali situazioni e facevamo entrambi finta di non accorgerci di nulla. Non si parlava mai delle sue esibizioni e della possibilità di essere stata guardata anche da altri. Tutto era come se non ci fossimo accorti di nulla, Lei che si mostrava nuda solo per me. Invece, non era così. Io mi eccitavo tantissimo a saperla ammirata dagli altri e Lei, immagino, lo stesso.
Ma la cosa più eccitante, in quelle occasioni, era il momento in cui uscivamo dall’acqua, il guardone di turno, generalmente vecchi ( all’epoca vecchi per me erano quelli dai 35 anni in sù ), ci aspettava vicino la battigia e quando uscivamo dall’acqua ci lanciava delle occhiate ad entrambi. Come per dire: “ so che ti sei accorto che la guardavo nuda a questo splendore” il cuore mi cominciava a battere forte forte pensando che l’aveva ammirata tutta nuda, in acqua ed adesso se la stava godendo. Ed era molto bella ve lo assicuro.
I nostri rapporti sessuali all’epoca non erano ancora completi, Lei voleva restare vergine e ci sollazzavamo con tanto petting e con rapporti anali che Lei gradiva tanto. Non capisco come faceva ad avere orgasmi consecutivi solo penetrandola di dietro.
Altro gioco era quello che , una volta in città, si saliva sopra un autobus affollato e si faceva finta di non conoscerci.
Salivamo all’interno come da perfetti sconosciuti. Lei vestita provocante e senza mutandine, si metteva in piedi appoggiata alla spalliera laterale del sedile ed io, mi avvicinavo e con molta disinvoltura mi ci accostavo di dietro appoggiando il mio pene sulle sue chiappe.
Il tutto avveniva sempre in maniera casuale e senza esagerare, senonchè per due volte è successo quello che volevo fortemente accadesse.
Lei non passava inosservata e quando saliva sull’autobus spesso veniva puntata da qualche porco di turno. Qualcuno vedendo che io la strusciavo un poco e lei non si discostava mi guardava con l’aria di chi vuole dire “ ti stai divertendo “.
In una di queste occasioni era un uomo di circa 50 anni posto alle mie spalle che spesso si girava per assicurarsi che in effetti ogni tanto mi appoggiavo a lei. Si vedeva che si era molto eccitato mi guardava e guardava il culo di Lei. Io facevo finta di niente, come se non mi accorgessi nemmeno che ogni tanto appoggiavo il mio bacino sul suo culo tondo e sporgente.
Cinzia entrava nella parte molto bene, ogni tanto si abbassava per vedere fuori dal finestrino e di conseguenza incollava il suo bel culo - coperto da una gonnellina estiva molto sottile, dove si poteva notare anche il solco delle natiche - su di me che mi trovavo proprio dietro di Lei. L’ho pensato e poi mi sono deciso. Mi sono allontanato un poco lasciando lo spazio allo sconosciuto. Questo non ha aspettato un attimo, si è girato e gli si è messo di dietro nella stessa posizione che avevo io e, devo dire con discrezione, glielo appoggiava soprattutto approfittando dei piccoli movimenti dell’autobus in corsa. Ero vicino a loro, avevo il cuore che batteva a duemila ero diventato rosso in viso dall’eccitazione. Vedevo un estraneo che appoggiava il suo pene in quel culo splendido della mia fidanzata.
Scesi dall’autobus, Cinzia non fece cenno dell’uomo, ma penso che se ne era accorta, e nemmeno io le dissi nulla.
Abbiamo soltanto commentato che era stato bello farlo di nascosto in presenza di altre persone e con il rischio di essere scoperti.
L’altra volta in autobus, era molto affollato, eravamo davvero stretti quella volta, non ebbi il tempo né il modo di appostarmi dietro di lei, salirono tante persone che ci spinsero uno di fronte all’altro. Dietro di lei un ragazzo sui 25 anni.
Dapprima non ci feci caso, ma all’improvviso mi accorsi che la sua gonnellina era un pò sollevata di dietro.
Quando dico un pò intendo dire che, guardando attentamente, si notavano di sotto le sue chiappe scoperte, forse a causa degli spintoni e della folla, eravamo come sardine, la gonna si era alzata, e forse nemmeno Cinzia se ne era accorta.
Il fatto sta che due ragazzi non smisero di guardarla per tutto il tragitto, Lei mi era davanti e non diceva nulla ma la visione dei due che le erano vicini e si erano accorti delle sue nudità mi faceva impazzire di piacere.
Fino a quel momento erano stati dei giochi e delle situazioni volutamente nascosti da entrambi.
Ci piaceva così. Io non dicevo nulla e lei faceva finta di niente.
D’estate andavamo spesso in una spiaggia libera non molto frequentata. Al sud e vicino al paese dove abito ancora, non era difficile trovare posti selvaggi, il turismo in certi punti non arriva, mancano le attrezzature, e poi è bello così ci si sente più liberi e si trascorrono intere giornate al mare senza il caos dei bagnanti e a contatto con il mare e il sole. A circa 30 km da dove abitiamo vi è una spiaggia frequentata pochissimo, molto bella, dove ogni tanto si vedono delle donne che si tolgono tutto. Sono persone che arrivavano dalla vicina città.
Non siamo mai entrati in quell’ambiente e in quel giro, però a distanza commentavamo ed entrambi guardavamo incuriositi.
In quella spiaggia naturalmente gironzolavano anche molti uomini soli, alcuni penso gay altri erano li solo per guardare, e non facevano nemmeno tanto per nasconderlo.
Un pomeriggio finalmente si decise. Dopo tante mie insistenze si tolse il pezzo di sopra e mise in mostra quelle tette da sballo che svettavano in alto come se qualcuno le sorreggesse.
Non vi dico quello che è successo. Cinzia ha delle tette anormali, stanno su, in alto, con dei capezzoli lunghi, appuntiti e ricurvi che sembrano due uncini.
Non avevo mai visto nulla di simile. Quando la vidi per la prima volta nuda, pensai che non era possibile nemmeno immaginare che potessero esistere delle tette così. E sì che avevo guardato e continuavo a sollazzarmi nel vedere donne nude, sui giornali o sulle riviste. L’unico paragone si poteva fare con i fumetti porno, ove il disegnatore in certi casi rappresentava delle ragazze con tette simili alle sue. Ricurve e appuntite verso il cielo.
Appena adocchiata dai guardoni, vicino a noi si formò un piccolo gruppetto di uomini maturi.
Passavano, guardavano si guardavano con complicità come per dire: “ ma sono vere?” .
La mia eccitazione saliva alle stelle, quella volta tutti e due eravamo consapevoli che la stavano guardando, non dovevamo fare finta di niente. Era chiaro ormai che lei si mostrava e io acconsentivo. Si era messa in vetrina e si mostrava a tutti quelli che volevano ammirarla. Provavo una sensazione di piacere quando si soffermavano insistentemente a guardarla, un piacere misto di gelosia e orgoglio di avere tutta per me una ragazza simile: giovanissima, bella e molto sensuale.
Ma la svolta avvenne dopo circa sei mesi di fidanzamento.
Eravamo in campagna, di mattina, Lei non era andata all’Università e avevamo deciso di fare qualche giochino assieme.
Verso le 10.00 eravamo già al solito posto: vicini ad un vecchio casolare abbandonato in mezzo alla campagna posta nelle vicinanze del paese. In quel posto eravamo stati altre volte ed era tranquillo.
Le altre volte che eravamo stati lì era ormai normale che Lei si spogliava nuda in auto e poi scendeva per la solita passeggiata per farsi ammirare da me totalmente nuda. Penso che questo la eccitasse molto, infatti, lo faceva sempre spontaneamente e senza essere spronata da me come in altre occasioni succedeva per concordare delle situazioni piccanti. Da sempre non era necessario dirle nulla, ogni volta che arrivavamo in quel posto si denudava e camminava per un bel po’ in mezzo alla campagna in piena libertà.
Quella volta invece mi invitò ad uscire anch’io dall’auto. Lei ancora vestita ed iniziò a baciarmi sbottonandomi la camicia e lasciandomi a petto nudo.
Non mi aveva mai baciato i capezzoli in quel modo. Si mise a tintillarli con la lingua velocemente e poi lentamente. Sempre di continuo. Prima piano poi velocemente mi passava la lingua sui capezzoli. Non so ancora oggi cosa mi scattò nella mente, era un’eccitazione che non avevo mai provato una sensazione molto strana. Rimasi come imbambolato dalle forti sensazioni; ancora oggi mi succede, non è solo eccitazione sessuale è qualcosa di più. Voglia di esibire la mia donna. Voglia di offrirla.
Non mi toccava altre parti del corpo. Quel giorno si era indirizzata solo sui miei capezzoli. Ebbi una forte voglia di baciarla e di amarla. Ma davanti non potevo, Lei non voleva assolutamente perdere la sua verginità. Mi diceva che era ancora presto e non si sentiva pronta.
Mi disse: “ oggi mi sono depilata per te, come mi hai chiesto e desiderato tante volte tu”. Non è che Cinzia avesse molta peluria sotto, aveva un pube ricoperto di peli neri, ricci e setosi, ma non era abbondante, tant’è che al mare nonostante i costumi succinti che usava indossare non era necessario che si depilasse. Nonostante ciò, tante volte avevo desiderato e chiesto che si depilasse completamente la parte di sotto. Ero stato anche preciso nel descriverle quello che mi sarebbe piaciuto vedere: una fica depilata, nuda completamente di sotto con solo una striscia di pelo sottile sul pube. Al pensiero che l’avrei vista completamente nuda di sotto mi fece arrossire dall’eccitazione.
La toccai, però sopra le mutandine, volevo godermi a poco a poco quel momento magico, e notai che le sue grandi labbra erano nude, senza peli, morbida come non mai. Non guardavo, non so perché ma mi piaceva immaginare quello che da li a poco avrei visto. Avevo sempre desiderato toccare una ragazza con la fica depilata, nello stesso modo in cui vedevo le attrici nelle riviste porno sfogliate insieme agli amici.
Ad un certo punto davanti a me, a una certa distanza, dietro le mura del casolare, vedo spuntare due teste. Due uomini erano appostati dietro il muretto basso e ci stavano guardando.
Non riuscivo a distinguerli bene, uno era quasi calvo l’altro aveva dei capelli nerissimi. Pensai che forse altre volte si erano appostati lì per guardarla.
Cinzia continuava con quel gioco di lingua sui miei capezzoli e mi stava facendo impazzire. Glielo dissi: “ ci sono due uomini nascosti nel casolare che ci stanno guardando” . Non disse nulla. Continuò a leccarmi i capezzoli facendomi arrossire per l’emozione. Sia per la strana sensazione che provavo con quei tocchi di lingua sia perché avevo davanti a me la possibilità di esaudire quel desiderio che da un pò mi assaliva “ la devo offrire”. Entrai in una sorta di annebbiamento sessuale. Pensai che sarebbe stato bellissimo mostrare la sua fica depilata a degli estranei, soprattutto prima di vederla anch’io. Mi proposi che dovevano essere loro ad ammirarla per primi. Inconsapevoli spettatori di un desiderio che avevo covato da tanto tempo e che ora mi trattenevo volutamente dal realizzare per dare piacere a loro. E a me. Dovevano essere loro a guardarle la fica depilata per primi.
Non mi importava più niente. Volevo dare la mia Lei. Desideravo che altri l’ammirassero e si masturbassero su di lei; volevo che la guardassero nuda in tutto il suo splendore. Volevo che vedessero quanto era bella e provocante. Volevo fare vedere una bellissima vergine depilata a due porci.
Quelle sensazioni e desideri sono stati per me una sorpresa. Vero è che altre volte l’avevo fatta vedere, tuttavia, non avevo mai avuto questo desiderio impellente quella voglia matta di offrirla agli altri uomini come quel giorno. Capii che tutto era da imputare a quel modo di leccarmi i capezzoli e al fatto che finalmente aveva esaudito il mio desiderio di saperla senza peli. Ancora oggi è così. Se una donna vuole farsi ammirare da altri le basta leccarmi i capezzoli, forte adagio forte e io parto.
Quei due si nascondevano, ma non tanto, avevano evidentemente capito che mi ero accorto di loro e che la situazione non mi dispiaceva. Si nascondevano solo da lei, non pensavano che glielo avessi detto che loro erano li, dietro di lei, pronti a segarsi su di lei.
Cinzia non si girò a guardare e ciò mi fece capire che voleva che la situazione rimanesse così e che non le dispiaceva essere ammirata. Lei girata di spalle ignara di tutto ai loro occhi ed io di fronte a loro a vedere e descriverle ciò che facevano.
Mi tolse la camicia, e continuò a fare quel maledetto gioco di lingua sui miei capezzoli, non mi sfiorava nemmeno il pene. Aveva capito che così la situazione mi eccitava tantissimo e che così l’avrei offerta meglio.
Uno dei due uomini si allontanò dal muretto diroccato del casolare, uscì allo scoperto, posizionandosi all’angolo del casolare, si fece vedere intero, era quello senza capelli, tozzo, basso, con una pancia enorme, avrebbe fatto schifo a qualsiasi donna penso. Anche a distanza dava un senso di sporcizia, di trascuratezza, trasandato, vestito con degli enormi pantaloni neri e una maglietta rossa sudicia.
Si toccava il pene con la mano sopra i pantaloni, muovendola sul lato destro e in alto e dall’ampio gesto sembrava avesse un pene che arrivava a coprirgli tutta la pancia. L’altro, invece, rimase nascosto e guardava dietro le fessure del muro diroccato.
Ad un certo punto il grassone fece un gesto con la mano come per dire: “ solleva la gonna alla tua fidanzata” mi guardava dritto in viso. Mi ha dato subito la sensazione di un uomo che vuole comandare. Era chiaro voleva dominarmi, si vedeva chiaramente dall’espressione del suo viso che non aveva timore di me, che aveva capito tutto. Non supplicava di fargliela vedere bensì mi indicava con un gesto deciso con la mano cosa avrei dovuto fare. Non parlava, ma il gesto era alquanto eloquente: “Alza la gonnellina di quella troietta.” Evidentemente aveva capito in che stato di eccitazione mi trovavo, che anch’io ero preso fortemente da quella situazione.
Chissà, ho pensato, quante volte si sarà trovato in queste situazioni e, ora sa bene come si deve comportare, cosa deve fare per raggiungere il suo piacere. Sicuramente, nella sua vita da guardone avrà avuto modo di conoscere nel profondo i tipi come me, sa che alla fine cedono, sa che fremono anche loro e non vedono l’ora di offrire la loro donna a quelli come lui e che i ragazzi come me, alle prime esperienze, hanno bisogno solo di un pò di aiuto, di essere guidati, di essere tranquillizzati che nulla di grave può succedere, ma nello stesso tempo è bene dimostrarsi decisi nel fare capire che quelli come me si devono sottomettere a tutto quello che desidera il guardone. L’altro se ne stava nascosto, si scorgeva solo la sua grossa testa nera.
Cinzia non si era mossa, non faceva niente per aiutarmi né per cercare di guardare i tipi, era come se non gliene importasse nulla. Tutto dipendeva da me. Forse immaginava che li stessi guardando, forse aveva intuito le mie perverse intenzioni, ma si concentrava solo a farmi impazzire con la sua lingua.
Le dissi: amore vogliono che ti alzo la gonna”.
Non rispose. Si accucciò a me e continuò sempre più lentamente e poi sempre più forte a leccarmi i capezzoli. Quella lingua era terribile.
Ancora oggi penso a quel momento. Fu poi la svolta di tutta la mia vita sessuale. Fare vedere le mie fidanzate a chi si dimostrava in grado di saperle chiederle, desiderarle e averle con decisione e astuzia. A chi sapeva bene come si fa a portare un ragazzo al punto di offrire la sua donna completamente nuda alla loro vista.
Fece un’ultimo gesto, questa volta con un grugnito in viso, aveva capito che bisognava forzare un pò, voleva che alzassi la gonna alla mia fidanzata e sapeva che senza la sua insistenza forse non l’avrei mai fatto.
L’ho fatto. Piano piano gliel’ho alzata. Ora Cinzia era con il suo bel culo tondo messo in mostra davanti a dei guardoni.
Cinzia non faceva nulla. Aspettava e non parlava., penso che anche lei era eccitatissima e desiderosa di vedersi spogliata da me ed esibita in quel modo, forse anche lei immaginava che quelli mi avevano ordinato di scoprirla, di spogliata nuda e farla ammirare.
Alzai il vestito, e le abbassai le mutandine, ora era nuda come voleva lui. Immaginai come potevano vedere Cinzia in quel momento. Come mai io l’avevo vista, come tante volte avevo desiderato di vederla con le grandi labbra gonfie e completamente depilate. Come le attrici dei film porno.
Tenni per un po il vestito alzato, anche l’altro uomo usci allo scoperto, era più giovane e più alto, sembrava di circa 40 anni. Si stava masturbando con un pene lungo e abbastanza scuro.
In effetti la distanza che ci separava era notevole, certo si vedeva tutto ma non ero poi tanto sicuro che avessero notato la bellissima fica depilata del mio amore.
Quello calvo, non si uscì il pene dai pantaloni come immaginavo, ma faceva ancora dei segni con la mano. Dapprima non capii, poi mi resi conto che la voleva vedere tutta nuda, senza vestiti. Ubbidì. Ero trasportato dai sensi. Le tolsi il vestito. Ora la mia Cinzia era nuda offerta alle voglie e alla vista dei due guardoni. Nuda. Capì che, evidentemente, quello più tozzo doveva avere molta esperienza in materia di coppiette esibizioniste. Non era frenetico come l’altro. Stava calmo e si godeva lo spettacolo con calma senza ansimare. Si toccava, questo si, ma con lentezza, quasi stesse aspettando qualche altro evento.
Cinzia era tutta bagnata, appena la sfiorai sentì subito che non aveva mai avuto delle grandi labbra così gonfie e bagnate. Mai l’avevo vista in quelle condizioni, nemmeno quando godeva. Toccai finalmente quelle grandi labbra depilate, morbide sotto le dita, sembrava la pelle di un bambino. Lei teneva gli occhi socchiusi e continuava a stuzzicarmi. Sapeva di essere ammirata, sapeva che due uomini si stavano divertendo a guardare una ragazzina meravigliosa e, questo lo sapevo solo io, ancora vergine.
All’improvviso vidi che il calvo e più grasso ritornava a sistemarsi dietro il muretto, portandosi dietro anche l’amico, che nel frattempo si stava masturbando fortemente e non smise nemmeno mentre camminava. Dapprima non capii quella mossa. Pensai che ci fosse stato qualcun altro dietro di noi e che, quindi, si erano nascosti. Poi, la sua intenzione mi fu chiara. Il calvo mi fece un cenno con la mano e mi invitava ad avvicinarmi li, vicino al muretto, con la macchina. La voleva vedere da vicino. All’epoca non immaginavo che un guardone potesse avere così tanta iniziativa e potesse capire perfettamente che in effetti era quello che desideravo anch’io. Essere istruito. Comandato. Ubbidire. Ma nello stesso tempo tranquillizzato che nulla di male poteva succedere, che lui era a posto, voleva solo godere della mia fidanzata. Mi fece ancora un cenno. La voleva vedere da vicino e mi indicava dove e come avrei dovuto parcheggiare la mia macchina. Lo faceva con tanta determinazione che non lasciava spazio ad alternative, e come se sapesse che ciò l’avrebbe ottenuto che ciò era un suo diritto. Dissi a Cinzia di entrare in macchina, misi in moto mi avvicinai al casolare. Sostai la macchina proprio nel punto e nel modo indicatomi da lui. Non ero più io che comandavo il gioco, ma quell’uomo, quello sconosciuto che per primo si apprestava a godersi la mia fidanzata con il pube depilato. L’avrebbe goduta prima di me. Quei due porci avrebbero goduto della vista della fica che Cinzia aveva preparato solo per il mio piacere.
Questo mi provocava una sensazione di sottile piacere e facevo di tutto per evitare di guardare il pube depilato della mia fidanzata, ormai ero consapevole che loro l’avrebbero vista per primi in quel modo da me tanto desiderato. Non dissi niente a Cinzia di questo mio perverso piacere.
Ora eravamo a circa mezzo metro dal casolare, l’auto era parcheggiata in modo da consentire ai guardoni di vedere bene all’interno, la parte laterale del passeggero era vicino al muretto diroccato della casa, il guardone aveva scelto un punto dove era possibile anche scavalcare con facilità era la parte più demolita della parete. Rimanevano solo alcuni mattoni ad ostruire il passaggio. Loro non guardavano più da sopra il muro ma si misero l’uno di fronte all’altro e nascosti lateralmente, come dietro una porta aperta.
Cinzia capì che mi ero spostato per farla vedere meglio. Forse capì anche che l’avevano voluto loro. Che quel puto non era stato scelto per caso ma perché me l’avevano ordinato. Appena fermai la macchina abbassai il sedile anteriore della guida e mi distesi. Cinzia non perse tempo, sapeva cosa doveva fare, sapeva che ora erano vicini dietro il muretto e la guardavano a mezzo metro di distanza. Si mise in ginocchio sul sedile anteriore con il culo rivolto al muretto e ricominciò piano piano a farmi impazzire. Non mi toccava altro, sapeva che con i capezzoli sarei impazzito. Sapeva che l’avrei fatta guardare. Sapeva che quelli erano li e si sarebbero segati per lei.
Eccoli. Erano vicinissimi, se avessero voluto avrebbero potuto toccarle il culo, tanto erano vicini. Quello più alto e moro mi fece vedere subito il suo pene. Era come se lo offrisse a me e come se mi dicesse : ”guarda come mi è diventato lungo e duro guardando quella tua spettacolare fidanzata”
Il calvo mi guardò in faccia e poi si soffermava sulla figa di lei. Si vedeva che era molto soddisfatto di se, che era stato tutto merito suo se era riuscito a convincermi a fare ciò, era riuscito a farsi offrire un fiore come voleva lui. Rimanemmo incantati per un po. Cinzia con il culo aperto e disinvolta; si vedeva che stava provando delle sensazioni bellissime ad essere profanata in quel modo. Vedevo le loro facce che fissavano la fessura aperta della mia fidanzata. Immaginando cosa vedevano ed ero ancora più in estasi dal fatto che io ancora non avevo voluto vedere quello che offrivo in quel momento ai guardoni, mi assalì una libito spaventosa. Scoppiavo dalla voglia. A questo punto mi sbottonai i pantaloni presi il mio pene in mano ed iniziai a segarmi piano piano anch’io. Era un piacere sottile vedere che due energumeni si stavano godendo la mia fidanzata e io li a guardarli. Cinzia, non volle essere toccata né tantomeno pensò di aiutarmi, le piaceva così evidentemente. Nuda si offriva alla vista dei due guardoni, non volle nemmeno guardarli in faccia. Li vedeva attraverso me, sapeva cosa facevano attraverso le mie sensazioni.
desideravo che quella sensazione non finisse mai, tanto ero in estasi, volevo stare sempre così, Cinzia con la fica rivolta verso quei porci e io a segarmi guardandoli in faccia. Rallentai il ritmo della sega, rischiavo di venire da un momento all’altro. Il calvo capì che era il momento di rischiare. Mi fece cenno di aprirla tutta con tutte e due le mani. Dissi a Cinzia: Amore vogliono che ti apri tutta” lei rispose : “ ma amore, più aperta che sono” senza aggiungere altro, con l’indice e il medio apriì la fica di Cinzia come voleva lui. Chissà se si accorge pure che è vergine pensai. Che bello sarebbe dirgli che sta guardando la fica di una ragazza vergine. Chissà che piacere perverso proverà. Guardavo solo il calvo, era lui che mi aveva convinto ed era lui che guidava il gioco, l’altro penso che era già venuto un paio di volte.
Ma il guardone non faceva cenno di uscire fuori il cazzo e menarselo. Lo accarezzava soltanto e questa circostanza mi incuriosiva parecchio. E a dire che doveva avere un attrezzo notevole vista protuberanza che si notava da sotto i suoi larghi pantaloni.
“amore se sapessero che sei ancora vergine sarebbe bellissimo” dissi.
Cinzia non rispose, e questo mi fece pensare che anche a lei sarebbe piaciuto dare la dimostrazione della sua verginità. Il pensiero che quel porco scoprisse di guardare una splendida ragazza ancora vergine mi faceva impazzire. L’avrei stupito, non avrebbe mai dimenticato quella esperienza. Allargai la fica di Cinzia ancora di più, ma certamente non poteva sapere, ne prevedere che quella fica depilata era ancora intatta. Mi chiesi se nella sua vita avesse mai toccato, guardato o posseduto una vergine. Sicuramente nella sua vita da guardone non aveva mai visto una ragazza cosi bella, la più bella del paese, nuda, offerta, così aperta e vergine.
Chissà che gran puttane frequentava. Pensai. Il pensiero che potessi dimostrargli qualcosa anch’io mi faceva morire di piacere. Non resistevo più. Sussurrai a Cinzia: “ amore se uno di loro ti toccasse dolcemente con un dito senza affondare nella vagina per controllare se sei ancora vergine non sarebbe eccitantissimo? a me farebbe impazzire, ho voglia, dai proviamo , ti prometto che saprò controllarli non ti faranno male , stanno buoni buoni non vedi che nemmeno si fanno vedere, sono nascosti, vogliono solo godere di te e basta, solo un ditino piano in modo che si rendano conto che sei vergine; per me sarebbe bellissimo, voglio che sappiano che ho offerto la mia ragazza ancora vergine”
Cinzia, questa volta rispose che non voleva che la toccassero e aveva paura che questi potevano farci del male se esageravamo e forse era venuto il tempo che io venissi e ce ne andassimo da quel posto isolato. Disse che non si sa mai chi si incontra e non bisognava fidarsi molto, che già avevamo rischiato tantissimo.
Insistetti, le dissi che l’avrebbero solo sfiorata con un dito e null’altro, e che avrei messo anche la mia mano a protezione della vagina, per evitare che affondassero e la potessero sverginare. Cinzia non disse più nulla. Era lì messa a pecora con la fica bagnata in mostra per il piacere di altri uomini. Ormai sapevo che anche lei era partita, che quella situazione l’aveva eccitata tantissimo. Ma anche a volerlo fare non sapevo come dirlo ai due guardoni, ai quali se avessi fatto segnale che potevano toccarla avrebbero infilato quantomeno il dito nella vagina con il pericolo di sverginarla. Vidi Cinzia sempre più bagnata e sempre con il culo più in alto, ormai si era messa a disposizione dei guardoni, colava tutta.
Ormai non resistevo più. Quella pazzia si doveva fare, lo volevo fortemente. Volevo che, soprattutto, il calvo, sapesse che aveva guardato e goduto una verginella. Volevo premiarlo. Volevo che sapesse tutto di lei. La volevo offrire tutta. A lui che era riuscito a farsela portare li, nuda e aperta.
Scesi dalla macchina con la scusa di urinare, e mi misi a metà fra il muretto e la macchina. Cinzia si sdraiò a pancia in giù non voleva guardare, ma sapeva benissimo che quei due erano li dietro di lei, che guardavano ogni suo movimento. Li vidi, quello più alto era sempre con il cazzo in mano a menarsela, il calvo invece continuava a toccarsi dai pantaloni, lentamente verso la pancia. Era come se avesse un bastone lungo e grosso ma non lo usciva. Il calvo mi si avvicinò e disse: “complimenti, hai una bellissima fidanzata, perché non mi fai vedere come scopa”. Era la domanda che volevo facesse. Risposi che non voleva scopare, che era ancora vergine e non voleva perdere la verginità. Mi guardò fisso negli occhi, e ribatté: queste ragazzine non si decidono mai se non le dai una spinta, e poi sei sicuro che non l’ha fatto con altri e a te dice che è vergine per farsi sposare?” risposi di si, e che se voleva avrebbe potuto controllare di persona. Mi guardò. Non lessi stupore nei suoi occhi era come se fosse stato normale che un ragazzo gli dicesse di controllare la sua fidanzata per assicurarsi se era ancora vergine. “ falla uscire dalla macchina e mettila a pecora che controlliamo” . mi stupì la sua calma era tutto normale, era come se lui avesse altre volte controllato la fica delle ragazze del paese, era come in un sogno.
Mi batteva forte il cuore. Avevo offerto la mia fidanzata vergine ad un porco e ora mi diceva che voleva controllarla. Mi promise che non avrebbe fatto nulla di più. Che potevo fidarmi. Avrebbero solamente entrato un dito vicino la vagina e al contatto con l’imene non sarebbero più andati avanti. disse: “ stai tranquillo non te lo sverginiamo quel fiorellino” . L’altro, dall’espressione del viso si vedeva che era ancora incredulo, l’amico, più esperto, sicuramente, stava portando la situazione in una prospettiva inimmaginabile fino a qualche minuto prima. Si leggeva nei suoi occhi che non vedeva l’ora di toccarla.
Entrai in macchina e dissi a Cinzia che doveva uscire dalla macchina e che i tizi erano tranquilli e non gli avrebbero fatto alcun male, si sarebbero accontentati – non era poco - solo sfiorarle la vagina con il dito, volevano controllare la sua verginità. Il suo imene sarebbe rimasto intatto.
Appena usciti dalla macchina, posizionai Cinzia vicinissima al muretto. Loro non si fecero vedere da lei, si erano nascosti dietro il muro più alto.
Ma cosi non potevo, non volevo, non avevo più quell’eccitazione di prima e quasi non volevo più che la toccassero.
Cinzia, capi che ero titubante, lei era eccitatissima, lo voleva, la mia fidanzata voleva che la toccassero e quei due estranei si rendessero conto della sua verginità. Si mise nella stessa posizione di quando le avevo alzato all’inizio la gonna per farla vedere dai guardoni, io appoggiato alla macchina in piedi e lei che mi iniziava a stuzzicare nuovamente i capezzoli con la lingua. Ecco, trascorso nemmeno un minuto ed ero pronto. Volevo farla anch’io quella pazzia. Lei capi. Si mise un po con il culo sporgente per poter facilitare l’ispezione. Aspettava. Tremava, non so se per paura o per la forte eccitazione.
Ecco. Eccoli. È il calvo che la vuole controllare per primo. Vedo una mano che si protende dal muretto è grossa, tozza, mano di contadino, piena di calli. Poi esce anche lui, ma non completamente, si mette di traverso, come se volesse ancora nascondersi da lei. Faceva parte del gioco. Loro sapevano che lei era consapevole che l’avrebbero toccata. Sapeva e non poteva essere altrimenti. Ma si stava al gioco. Cinzia doveva fare finta di niente doveva fare finta di essere ignara di tutto, ero io che permettevo a loro di fare questo, ero io che la dovevo offrire all’insaputa di lei.
Sento Cinzia che capisce che sta per essere toccata nella fessura. Lo sente dai miei movimenti e dai battiti del mio cuore che vanno all’impazzata. Sa che uno adesso le toccherà la fica, controllerà se il suo imene è ancora intatto. Quell’uomo sentirà, con quel tocco, forse, una sensazione che mai avrebbe creduto di provare nella sua vita. Toccare una fica vergine e depilata di una splendida ragazzina offerta dal fidanzato.
Non vedo più la mano di lui, so solo che dall’eccitazione sembra che stia per svenire e mi si annebbia la vista. Un uomo sta controllando se Cinzia è vergine.
L’avrà già sfiorata, lo sento dalle contrazioni di Lei.
Minuti interminabili, Cinzia non da segni di paura, è tranquilla, il calvo sa come si toccano le donne evidentemente. Ora si mette davanti a lei, non si nasconde più di tanto, con l’altra mano le sta allargando le grandi labbra per poter controllare meglio. Cinzia, mi sussurra che ha paura che la possa sverginare, la rassicuro che mi è sembrato sincero e che vuole solo controllare il suo imene.
Ecco, lei si mette ancora più larga, si offre, allarga le gambe e porge quel meraviglioso culo all’indietro. È pronta per l’ispezione penso. Inizio a segarmi, l’altro si sega dietro il muretto e non stacca gli occhi dalla fica di Cinzia.
Guardo il calvo in faccia, ha una mano poggiata nel culo di Cinzia, la sinistra. Evidentemente con quella la vuole allargare, penso, e la mano destra si avvicina da sotto con il dito medio un po’ più alzato. Ora controlla penso. Le toccherà la fighetta, sentirà che ha l’imene intatto e poi si farà una bella sborrata. Istanti che ancora ricordo e che mi fanno segare da pazzi.
Il pensiero di quella scena mi ritorna sempre in mente. La scena di fare controllare la verginità della fidanzata ad un guardone non uscirà mai dalla mia testa.
Ci siamo. Avvicina la mano destra, e mette il medio all’insù. Mi fa vedere il suo dito. È enorme, se volesse la potrebbe sverginare con un dito così, penso.
Lui mi guarda, ha il viso soddisfatto, sta toccando la fica vergine della mia fidanzata. Chissà se ha toccato altre vergini mi chiedo. L’eccitazione è al massimo, ecco si avvicina con il dito, mi fa vedere ancora il suo ditone, lo lecca e lo abbassa ancora verso di lei.
Dalla posizione in cui ero non riuscivo a vedere il contatto del suo dito con la fica della mia fidanzata. Però era evidente che ormai l’aveva ispezionata o lo stava facendo adesso. Potevo solo immaginare la scena dagli occhi strabuzzati che aveva l’altro guardone, il quale si godeva quella meravigliosa toccata dell’amico. Aspettavo qualche segnale da parte di Cinzia, una contrazione un “ basta” ma nulla per alcuni istanti tutto è rimasto fermo.
Solo Cinzia continuava a leccarmi i capezzoli, questa volta lo faceva in maniera forte, non rallentava, la sua lingua correva veloce sui miei capezzoli prima uno e poi l’altro.
Aspetto. Non succede niente. Guardo lui in viso. Mi guarda. Non parla. Non capisco perché ne Cinzia né lui si muovono, mi chiedo come mai tutto questo tempo che non l’abbia ancora controllata? Che non l’abbia ancora nemmeno sfiorata nella vagina? Penso che forse vuole godersi quei momenti e tergiversa e le sfiora solo le grandi labbra teneri e depilati.
Finalmente, si allontana un po da lei, stacca tutte due le mani e con gli occhi, socchiudendoli un pò, mi fa capire che è tutto a posto. È ancora vergine.
Ora è il turno dell’altro. Cinzia lo sa e si sporge ancora di più. Evidentemente Le è piaciuto come è stata toccata, adesso si sente più sicura. Non trema più e aspetta che anche l’altro guardone goda a toccare l’intimità del suo sesso. Vogliono solo soddisfarsi a controllare il suo imene e basta, non c’è da avere paura, anche lei si vuole godere questi momenti, aspetta di essere toccata li e sa per certo che il dito si fermerà appena sentirà un ostacolo, dolcemente come aveva fatto quello di prima.
Senonchè, fra i due noto uno sguardo d’intesa. È come se adesso volessero fare una cosa che avevano concordato da tempo. Mi rassicuro subito dopo, pensando che non avevano avuto nemmeno il tempo di parlare e che non c’era nulla di cui preoccuparsi. D’altra parte quello che comandava i giochi era il calvo, l’altro sembrava impacciato sin dal primo momento , evidentemente, non aveva l’esperienza e la sfrontataggine dell’amico, ero sicuro che non avrebbe potuto fare nulla di male a Cinzia, il calvo non l’avrebbe permesso.
Lui aveva già toccato con delicatezza Cinzia, si era fermato quando doveva, aveva solo entrato un pò del dito anulare nella fighetta e basta.
Vedo quell’uomo uscire e saltare con decisione quel mezzo metro di muretto, mettersi vicino e dietro a Cinzia e accovacciarsi sotto di lei. Non capivo come l’avrebbe dovuta toccare. Forse vuole solo leccarla, pensai.
Cinzia, si accorse che l’altro si era messo accovacciato sotto le sue gambe, ma non disse nulla, aspettava solo di essere di nuovo toccata dall’altro guardone. Quest’ultimo, sempre accovacciato sotto di lei, alzò le mani come si fa per sollevare un peso da terra e le mise entrambi sotto l’inguine di Cinzia. La teneva sollevata. Cinzia, in quella posizione, si trovava sospesa in aria, quasi non toccava i piedi a terra, aveva solo gli alluci che sfiorano il terreno. Messa in quella posizione la potevo vedere meglio. Le mani del porco si erano sistemate con il palmo all’insù. Teneva Cinzia sollevata con le dita poggiate sulla sua pancia e con i pollici le allargava le grandi labbra. Non sentivo più Cinzia appoggiata a me, era sospesa in quella strana posizione, solo le sue mani erano appoggiate alle mie spalle. Lui accovacciato che la sorreggeva e le apriva la fighetta con entrambi i pollici. Lei sospesa e messa a pecora con la figa allargata e le mani sulle mie spalle.
Non riuscivo a capire come, in quella posizione, avrebbe potuto entrare il dito nella sua vagina , non avrebbe potuto toccarla nemmeno con la lingua. Lei rimase così e non disse nulla, sollevata da quest’uomo, non toccava più i piedi per terra.
Ma ecco che riappare il calvo. Capii che l’aveva sollevata per lui, che ciò era stato concordato fra i due. Non li avevo sentiti nemmeno sussurrare nei momenti precedenti ma evidentemente si erano messi d’accordo.
In quella posizione, a quell’altezza non era possibile che il calvo avesse potuto andare oltre e cercare di penetrare Cinzia, era troppo alta, il suo culo arrivava oltre l’altezza del pene del calvo. Ancora non capivo. Ma non mi preoccupai più di tanto e penso nemmeno Cinzia, in quella posizione era si più esposta e più aperta di prima ma certamente non poteva succederle niente, il calvo in quella posizione avrebbe potuto solo toccarla nuovamente e niente più.
Si era avvicinato al culo di Cinzia. Aperta da quell’energumeno con le mani sempre di sotto e i pollici fermi a tenerle larga la fica; che vuole vedere bene l’imene? pensai. Aveva sempre i pantaloni abbottonati ma con un gran rigonfio che sporgeva dalla sua pancia. Mi guardava e lentamente chiuse, con fare volutamente compassato, il pugno destro lasciando solo il pollice fuori dalla mano. Lo teneva, così, sospeso a mezza altezza mi voleva fare capire qualcosa, ma ancora non riuscivo a capire il motivo di quella messa in scena. Era tranquillo come sempre. Non si toccava più, teneva solo quel grosso pollice rivolto verso l’alto e il pugno fermamente chiuso.
Non ci volli credere, quando capii.
Lo capii quando quello che la teneva sospesa si girò verso il calvo e, guardandolo dal basso in alto, gli fece segno che poteva iniziare, annuì con la testa, e osservava solo il pollice dell’amico rigido e alto sul pugno chiuso.
Vuole sverginare Cinzia. La vuole sverginare con quel dito, mi dissi.
Il calvo, dal canto suo, non accennava ad andare avanti, non dava retta all’amico, guardava solo me.
Quegli istanti li ho ancora fissi nella mia mente. Cinzia, ignara, nuda depilata, sollevata dall’inguine, a pecora e con la figa tenuta ben aperta dai pollici del guardone , il calvo che mi osservava ancora fermo, immobile, con il pollice alzato.
Pensavo a Cinzia, pensavo che non se lo meritava, faceva tutto per me perché mi amava, pensavo che anche a lei piaceva quella situazione, ma non fino a quel punto, pensavo alle conseguenze di quello che stava accadendo, mi chiedevo se fosse stato giusto così.
Ma non ho detto niente, l’eccitazione, la pazzia ormai era nell’aria quello l’avrebbe sverginata in quel modo e io non avrei detto nulla.
Ormai aspettavo solo che ciò succedesse.
Lui capii che poteva farlo. Era sempre calmo, sembrava che quello che stava accadendo era normale, che lui era lì apposta, per aiutarmi, che io dovevo avere fiducia. Era il mio padrone. Lui aveva deciso cosi. Quel giorno la mia fidanzata era li solo per essere sverginata con il dito di uno sconosciuto.
Cinzia aspettava di essere accarezzata, e così fù, all’inizio. Le avvicinò il pollice, tenendolo rigido e incurvato all’insù e pur non potendo vedere ciò che stava facendo, immaginai dal movimento del suo pugno e da quello del bacino di Cinzia che le stava accarezzando la vagina ma senza andare oltre l’imene.
Vidi Cinzia che faceva delle smorfie di piacere, era in estasi, le piaceva tantissimo quella posizione. Sollevata da un uomo e tenuta ben aperta con le grandi labbra fermamente allargate dai pollici del guardone. Mentre l’altro le sfiorava l’imene con il dito. Non poteva immaginare quello che le sarebbe accaduto da lì a poco. Cosa ero stato capace di acconsentire.
L’uomo non aveva fretta, sapeva che l’amico avrebbe resistito a tenerla aperta e sollevata e che Cinzia si stava sbrotolando tutta al contatto con il suo dito.
Però, non mi guardava più, era tutto concentrato in quello stava per fare. All’improvviso notai una strana trasformazione nel volto di quell’uomo.
Iniziò a sudare, dalla sua fronte iniziarono a colare grosse gocce di sudore, il suo viso non era rilassato come prima, c’era qualcosa di diverso in lui. Una luce sinistra.
I suoi occhi erano diventati cattivi, teneva la bocca aperta e aveva uno strano grugno, non era più l’uomo calmo, compassato, sicuro di se di qualche momento prima.
Ebbi tanta paura per Cinzia. Il mio amore stava perdendo la verginità per colpa mia e nel peggiore dei modi, pensai.
Quell’uomo non avrebbe avuto piètà di lei. Nella mente di quell’uomo era scattata qualcosa, non era più lui. Qualche cosa era successa nella sua mente. Chissà che problematiche gli aveva sollevato nel suo inconscio questo episodio. Sverginare una ragazzina. Non era più lui. Era diventato cattivo, glielo leggevo negli occhi.
Le mie impressioni ebbero subito conferma. Il primo colpo che gli assestò fu come una fucilata. Vidi Cinzia sollevarsi da dietro. Le sue chiappe si alzarono all’inverosimile. Aveva affondato il suo pollice all’insù con tutta la forza e tutta la rabbia che teneva in corpo in quel momento.
Quell’uomo, non era più presente alla scena. Non provava nemmeno godimento sessuale era come se dovesse vendicarsi di qualcosa; il suo scopo era solo quello di scassare la fica della mia Cinzia, farle male, romperle l’imene nel peggiore dei modi.
L’amico, quello che la teneva ferma e con la figa aperta, mi resi conto che doveva essere al corrente di tutto quello che sarebbe accaduto. Non si stupì di nulla. Anzi, mi parse chiaramente che si aspettava che il calvo assestasse un colpo così potente nella vagina della ragazza.. certamente tutto era stato concordato prima. Quel tizio era malato. Ora me ne accorgevo ma era tardi ormai. Dopo il primo colpo, vidi che Cinzia non ebbe nemmeno la forza di gridare rimase con gli occhi aperti, incredula e paralizzata. Per alcuni minuti interminabili ci fu come una tempesta.
Sentivo il rumore dei colpi assestati con la mano che sbatteva forte nel corpo di lei, come se volesse entrare nel corpo di Cinzia tutto il pugno. Sentivo i colpi tremendi che si trasmettevano a me dalle braccia di Cinzia. L’amico non faceva una piega. Era attento affinchè io non reagissi e che Cinzia non gli sfuggisse dalle mani. Da quella terribile furia non fù colto di sorpresa come successe a me. Ad ogni colpo Cinzia sobbalzava con il culo in alto ripetutamente e con violenza inaudita la faceva sollevare da terra e la portava in alto con il pollice. Per poi riscendere e sferrare un’altra mazzata con il pollice della mano destra sempre dentro la sua fica.
Era lui che la teneva in alto, sospesa in aria con il pollice ficcato nella fica e non più il compagno, il quale gliela teneva si ferma e con i pollici gli teneva larga la fica ma solo per consentirgli si sferrare con precisione quei terribili colpi. Affinchè Cinzia non potesse scappare.
Sembrava un pazzo. Non ho mai visto in viso un uomo diventare così violento. C’era rabbia nel suo viso. Durò un tempo interminabile, gli ultimi colpi gli furono assestati nella fica in modo veloce e violento. Era come se Cinzia fosse stata investita da un martello pneumatico e le tremende vibrazioni arrivavano pure a me attraverso tutto il suo corpo. Avevo la mente annebbiata pensavo di essere in un sogno, ma non era così, mi sentivo responsabile dell’accaduto. Cinzia aveva perso la sua verginità e nel modo peggiore.
Anche dopo che l’amico, forse perché rendendosi conto che stavano esagerando, e che veramente le stavano facendo del male, smise di tenerla sollevata da terra, lui non allentò. Era come se fosse stato posseduto da cento diavoli. Si inginocchiò dietro di lei e gli sferrò altri colpi da dietro ripetuti e forti. Non usciva mai il pollice dalla sua fica. Ad ogni colpo Cinzia veniva sollevata da terra, gridava come una forsennata, piangeva, forse nemmeno lei aveva la forza di reagire tanto doveva essere stato il dolore che le aveva procurato, era come paralizzata. All’improvviso tutto si calmò, i due scapparono. Cinzia rimase sdraiata a terra. Piangeva e non mi ha mai perdonato di averla ingannata, e per molto tempo ancora mi rinfacciò di essere stato uno stronzo e che sapevo che quell’uomo quel giorno l’avrebbe sverginata. Si. Quel bastardo aveva sverginato il mio amore.

scritto il
2011-12-31
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