Boris e Max. Episodio 2

di
genere
dominazione

“Dunque era come immaginavo. Ci sono novità a quanto pare.” constatò tra sé Max al termine della telefonata del suo Signore. In tutto questo tempo era rimasto concentrato sul massaggio, con lo sguardo sempre rivolto ai piedi del suo Signore, ma dentro di sé era ansioso di sapere gli sviluppi di quella telefonata.
“Arriverà qualcuno, ma chi? E soprattutto, che ne sarà di me? Verrò pubblicamente umiliato e messo alla mercé dell’ospite come succedeva spesso a Kira oppure mi terrà nascosto come ha sempre fatto con le sue amanti?” Max aveva bisogno di sapere e il suo Padrone non impiegò troppo tempo a notare in lui una certa ansia.
Terminata la conversazione telefonica, Boris gettò il suo cellulare di fianco a sé sul divano, guardò l’ora e chiudendo gli occhi si mise le mani dietro la testa intrecciandole tra loro con l’aria visibilmente soddisfatta. Appena adesso poteva concentrarsi e godersi i benefici del massaggio con la mente più leggera, ma carica di aspettative. Anche il suo membro aspettava il suo momento di gloria, tant’è che persino Max in ginocchio ai suoi piedi non poteva non notare il rigonfiamento del suo pantalone.
Max stava massaggiando le sue dita in quel momento quando finalmente il suo padrone gli rivolse la parola per la prima volta.
«Tra poco riceverò una visita molto importante come avrai sicuramente capito.» disse Boris ancora con gli occhi chiusi, visibilmente soddisfatto «La mia ospite dovrebbe arrivare tra venti minuti ma conoscendo la puntualità delle donne sarà qui non prima di mezz’ora.»
Max stava ora massaggiando gli spazi tra le dita concentrando al massimo la sua attenzione anche su quello che stava dicendo il suo Signore.
«Assicurati che in casa sia tutto in ordine, che lo champagne sia a temperatura ideale e ordina degli stuzzichini vegani e vegetariani.»
«Sì Signore.»
«Questa volta rimarrai qui con me a mia completa disposizione, non dovrai rimanere ad aspettarmi in ginocchio nel mio studio come hai sempre fatto.»
Max non riusciva a nascondere una certa apprensione. Kira era abituata ad essere usata come una schiava o come un oggetto anche in presenza di estranei in casa. Per lui sarebbe stata la prima volta e forse l’inizio del suo processo di umiliazione e sfruttamento fuori dal contesto privato. Almeno, se non altro, per la prima volta si sarebbe trattato di una donna molto bella a sentire la conversazione di poco fa.
«Non essere teso, non hai motivo di esserlo. Giorgia è una donna bellissima e qualsiasi ordine riceverai da lei o da me, sarà un privilegio per te eseguirlo.» La voce calda ed eccitata di Boris interruppe i pensieri di Max e seguendo con lo sguardo i movimenti delle mani del suo domestico proseguì «Avrai sicuramente l’onore di massaggiarle i suoi piedi perfetti. Io stesso glieli massaggerei anche con la lingua se solo me lo chiedesse. Pertanto, non deludermi. Intesi?»
«Si mio Signore. Farò tutto ciò che mi verrà ordinato.»
«Molto bene, adesso vai. Io andrò a farmi una doccia. Preparami una camicia pulita e lasciala sul mio letto, poi sai già quello che devi fare.» Ordinò Boris mentre ritirava il suo piede senza preavviso dalle mani del suo domestico.
Max lasciò immediatamente la presa e prima di congedarsi si prostrò ai suoi piedi baciandoli e sempre in ginocchio si allontanò dal lui. Era l’atto finale del rito, forse la parte che preferiva di meno perché aumentava la sua sottomissione e l’umiliazione nei suoi confronti, ma gli ordini non andavano mai discussi. Era certo che prima o poi glieli avrebbe anche massaggiati con la lingua.
Boris si avviò verso il bagno facendo tappa prima dalla sua camera da letto. Sciolse la cravatta, si tolse i pantaloni dell’abito e li ripose sul letto. Avrebbe accolto Giorgia esattamente come era vestito dalla mattina ad eccezione della camicia e dei boxer.
Completamente nudo, col suo membro ancora ingrossato si mise sotto il getto intenso dell’acqua fredda della doccia del suo personalissimo bagno in camera. Doveva resistere in tutti modi dalla tentazione di toccarsi. E proprio in quel momento senza alcun motivo in particolare pensò a Kira e a quel famoso primo giorno con Max…

Kira eseguì gli ordini, come al suo solito, alla lettera.
Tornò fuori in terrazza in costume da bagno nero a due pezzi e una coppa di argento contenente dell’uva. Con i capelli sciolti, lunghi e neri con un leggero tocco di matita agli occhi, sembrava quasi una modella. L’uniforme da colf non risaltava a dovere un fisico niente male e, nonostante la sua statura leggermente sotto la media, Kira poteva vantare un invidiabile stacco di gambe.
Una volta in terrazza prese posizione in ginocchio a fianco la sdraio di Boris e rimase lì in attesa di ordini.
Max rimase a bocca aperta ad osservare ogni singolo movimento. La bellezza della ragazza passava in secondo piano a fronte di quella perfetta esecuzione di ordini. Non sapeva definire se la ragazza si comportasse con naturalezza, se fosse stata addestrata in quel ruolo da cameriera e serva o se era talmente innamorata di Boris che eseguiva alla lettera ogni suo ordine, o magari faceva tutto solo per denaro. Fatto sta che era lì in ginocchio, con la coppa di argento piena di uva e gli occhi fissi rivolti a Boris. Non degnò nemmeno di uno sguardo l’ospite, come se Max non esistesse.
Boris fece cenno alla domestica di alzarsi e prendere posto seduta su un lembo della sdraio di fronte a lui mentre era ancora comodamente sdraiato. Togliendosi la polo e rimanendo solo con i boxer, Boris impartì le istruzioni ai presenti.
«Kira, devi sapere che il mio ospite qui presente si professa un esperto massaggiatore di piedi. Sperando di non offenderti, sarei curioso di testare quanto sostiene di essere.»
Kira girò la testa lanciando una rapida occhiata al suo ipotetico rivale e subito dopo tornò con lo sguardo fisso sul suo Padrone.
«Non ci sono problemi, Signole. Io sono qui per servirla come ritiene più giusto.»
A queste parole Boris non riuscì a trattenersi nel darle un piccolo bacio sulla guancia.
«Brava la mia ragazza! Stai anche migliorando il tuo italiano. Sei una soddisfazione continua!»
Kira si fece rossa in volto e rispose con un semplice «Sono felice se lei è felice Signore. Grazie Signole.»
«Allora Max, vogliamo incominciare?»
Max era sempre più confuso. Era sì un suo sogno poter massaggiare quei piedi perfetti ma la cosa stava sfuggendo di mano. Boris si comportava con fin troppa disinvoltura, ostentando il suo mondo fatto di ordini e cieca obbedienza.
Chissà se un giorno avrebbe fatto parte anche lui di quel mondo.
A breve si sarebbe inginocchiato ai piedi di un suo coetaneo intento a eseguire un massaggio come uno schiavo personale, mentre lui si godeva la sua cameriera intenta a imboccargli acini di uva mentre veniva completamente ignorato da entrambi.
La cosa più grave, sentenziò tra sé Max che tutto questo non solo non gli avrebbe recato disturbo o fastidio ma era proprio ciò che desiderava, ovvero servire un uomo potente con i piedi tanto perfetti.
Max si tolse anche lui la maglietta e rimase a torso nudo, si posizionò in ginocchio sul pavimento della terrazza (per orgoglio non osò chiedere un cuscino) e diede prova del suo valore.
Boris come previsto non lo degnò di uno sguardo, anzi rideva e scherzava con Kira. Si faceva imboccare e talvolta imboccava lei, accarezzava le sue bellissime gambe leggermente accavallate e si godette a pieno il momento. Il suo membro stava apprezzando moltissimo e il suo rigonfiamento dei pantaloni non passò di certo inosservato.
Max non ricevette alcun ordine o disposizione su come svolgere il massaggio. Massaggiava con intensità le zone più affaticate e sollecitate, massaggiò ciascun dito, il centro della pianta, la caviglia, i talloni e i tendini. Raramente risaliva fino al polpaccio.
Boris continuava a ridacchiare con Kira, parlavano di qualche aneddoto successo al lavoro e di qualche recente flirt di Kira.
«Cambia!» ordinò a un certo punto Boris.
Max eseguì l’ordine senza discutere e riprese esattamente come aveva fatto fino ad ora. Riprese a massaggiare le dita, ammirando una per una la loro perfezione, riscendendo poi sull’arco trasversale del piede.
Il massaggio del secondo piede durò molto di meno, complice la frutta oramai finita e l’orario oramai prossimo al commiato.
«Va bene così!» sentenziò a un certo punto Boris «Kira, il nostro ospite voleva sollevarti da un compito invece mi sa che te lo ha aggravato. Mi ha massaggiato talmente forte che mi ha spostato tutti gli ossicini del piede e delle dita. Stasera al mio ritorno dovrai massaggiarmeli nuovamente per rimetterli a posto.»
Kira annuì con un cenno del capo.
Quelle parole, dette sorridendo risultarono terribilmente serie alle orecchie di Max che, quasi pietrificato, rimase lì ancora in ginocchio.
Cosa aveva sbagliato? Non poteva avergli fatto male, anzi non poteva aver fatto un pessimo massaggio. Era intenso sì, ma da come muoveva il piede per agevolarlo nei movimenti delle mani, non poteva crederci di aver fallito quella prova.
Max sembrava paralizzato, aveva il terrore di non essere stato all’altezza nel momento più delicato della sua vita. E non riusciva ancora a crederci.
«Kira per cortesia, accompagna il mio ospite all’uscita e poi chiamami un taxi. Tra trenta minuti esatti deve essere sotto casa. Sai che odio fare tardi.»
La sua cameriera si alzò all’istante e nel mentre Boris gli diede uno schiaffetto sul sedere semi nudo coperto soltanto da quel costumino a perizoma. Kira ricambiò con un sorriso e attese l’ospite del suo padrone sull’uscio della porta veranda.
«Max è stato un piacere godere della tua compagnia.» disse Boris mentre gli offriva la mano per rialzarsi, Max era ancora in ginocchio al quanto confuso «Perdona la mia maleducazione ma devo cominciare a prepararmi e non voglio che la mia presenza si faccia attendere.»
«Si, certo… ci mancherebbe, anzi scusami tu.»
«Tanto noi ci rivediamo in palestra, ti auguro una buona serata e grazie del passaggio.»
Il massaggio svolto non era stato neppure menzionato. Ora Max era seriamente preoccupato e visibilmente agitato.
«Grazie a te dell’ospitalità e per avermi concesso l’onore di occuparmi dei tuoi piedi.»
Boris ricambiò con un ampio sorriso ma non disse una parola. Max non riusciva proprio a decifrare quel sorriso. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere qualche informazione o un minimo cenno di riscontro. Pensò di chiedere addirittura a Kira mentre lo precedeva sculettando verso l’ingresso. Ma non osò domandare nulla. Era evidente che Kira lo vedeva come un rivale e il suo falso sorriso di sfida mentre lo salutava gli tolse ogni dubbio. Semmai avesse superato quella prima prova doveva scavalcare un colosso come Kira per ottenere la sua fiducia e il suo posto.
Max abbandonò l’edificio non sapendo che l’unico massaggio che Boris avrebbe ricevuto da lì a fine serata sarebbe stato quello al suo membro con la deliziosa bocca della sua domestica, rigorosamente in ginocchio ancora in costume da bagno.
I suoi piedi fino al giorno dopo non sarebbero stati sfiorati da nessuno.
scritto il
2021-03-03
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