Il Motel
di
mark72
genere
dominazione
Non è un viaggio come gli altri.
La strada scorre veloce sotto le ruote.
La mia percezione è di procedere al rallentatore.
Quanti chilometri ho già fatto? Solo 70! Non è possibile.
Devo calmare l'impazienza. Metto musica. Ma non la sento.
Mesi di appartenenza. Di discesa verso gli abissi dell'anima.
Mesi di crescita interiore. Di desiderio. Di successi e fallimenti.
Mesi di premi e punizioni. Sempre giusti. Sempre mirati. Entrambi.
Ecco il Motel. Da quando non vado in un Motel?
Non ricordo. Sono agitato. E' inutile.
Mentre pago e do i documenti. Mi passano in testa, come i vagoni di un treno merci infinito.
Ricordi, mail, messaggi. Tutto da una distanza che sembrava troppa. Siderale.
Oggi no. Oggi la distanza si annulla.
Ecco la stanza. Entro.
Moderna. Un pò fredda.
Mi spoglio. Doccia. Mi pulisco bene.
Anche dentro.
Mi guardo allo specchio. Prendo la CB.
Lubrifico. La fisso. Chiudo il lucchetto.
Prendo il plug. Lubrifico.
Lo inserisco. Sospiro.
All'improvviso vibra il telefono sul comodino.
Quasi mi spavento.
Leggo.
"Sto arrivando"
Prendo il cappuccio in spandex.
Lascia solo l'apertura per la bocca.
Non vedo praticamente nulla.
A tentoni raggiungo la camera.
Mi metto in ginocchio.
Sento i suoi passi.
La porta si apre.
Il suo respiro. La sua voce
E poi le sue mani ed il suo potere su di me.
Tutto il suo erotismo, la sua virilità.
La sua perversione riversata sul suo oggetto.
Io.
Dopo un tempo che è stato egualmente infinito e brevissimo.
La porta che si chiude.
Il silenzio.
Il mio corpo provato, dolorante, segnato.
Sudato, sporco.
I suoi sapori in bocca e nelle narici.
La mia anima sazia.
La tempesta è passata.
I venti impetuosi si sono placati.
Il mio Padrone non ha un volto.
Non ce l'avrà mai.
Io non ho un volto per lui.
Non ce l'avrò mai.
Ma lui mi conosce meglio di chiunque in questo mondo.
Mi faccio una doccia.
Mi rivesto.
Mi rimetto in viaggio.
Passano i chilometri. Veloci questa volta.
Troppo veloci per ripercorrere bene tutto.
Eccolo che riaffiora già.
Il bisogno di lui
La strada scorre veloce sotto le ruote.
La mia percezione è di procedere al rallentatore.
Quanti chilometri ho già fatto? Solo 70! Non è possibile.
Devo calmare l'impazienza. Metto musica. Ma non la sento.
Mesi di appartenenza. Di discesa verso gli abissi dell'anima.
Mesi di crescita interiore. Di desiderio. Di successi e fallimenti.
Mesi di premi e punizioni. Sempre giusti. Sempre mirati. Entrambi.
Ecco il Motel. Da quando non vado in un Motel?
Non ricordo. Sono agitato. E' inutile.
Mentre pago e do i documenti. Mi passano in testa, come i vagoni di un treno merci infinito.
Ricordi, mail, messaggi. Tutto da una distanza che sembrava troppa. Siderale.
Oggi no. Oggi la distanza si annulla.
Ecco la stanza. Entro.
Moderna. Un pò fredda.
Mi spoglio. Doccia. Mi pulisco bene.
Anche dentro.
Mi guardo allo specchio. Prendo la CB.
Lubrifico. La fisso. Chiudo il lucchetto.
Prendo il plug. Lubrifico.
Lo inserisco. Sospiro.
All'improvviso vibra il telefono sul comodino.
Quasi mi spavento.
Leggo.
"Sto arrivando"
Prendo il cappuccio in spandex.
Lascia solo l'apertura per la bocca.
Non vedo praticamente nulla.
A tentoni raggiungo la camera.
Mi metto in ginocchio.
Sento i suoi passi.
La porta si apre.
Il suo respiro. La sua voce
E poi le sue mani ed il suo potere su di me.
Tutto il suo erotismo, la sua virilità.
La sua perversione riversata sul suo oggetto.
Io.
Dopo un tempo che è stato egualmente infinito e brevissimo.
La porta che si chiude.
Il silenzio.
Il mio corpo provato, dolorante, segnato.
Sudato, sporco.
I suoi sapori in bocca e nelle narici.
La mia anima sazia.
La tempesta è passata.
I venti impetuosi si sono placati.
Il mio Padrone non ha un volto.
Non ce l'avrà mai.
Io non ho un volto per lui.
Non ce l'avrò mai.
Ma lui mi conosce meglio di chiunque in questo mondo.
Mi faccio una doccia.
Mi rivesto.
Mi rimetto in viaggio.
Passano i chilometri. Veloci questa volta.
Troppo veloci per ripercorrere bene tutto.
Eccolo che riaffiora già.
Il bisogno di lui
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