Dentro
di
MaschioAlfa
genere
etero
L'atmosfera è cupa. Il cielo è di un grigio che sembra quasi surreale. E' strano muoversi nella città vuota. La sensazione è quella che tutto sia rallentato. Dove è la gente? Perchè non c'è nessuno in giro?
Le strade deserte regalano una angoscia crescente. Cerco qualcuno che possa darmi qualche spiegazione, aggirandomi come una bestia sulle strade. C'è vento, e trascina le cartacce sull'asfalto, tutto sembra sporco e abbandonato, come se qui non ci fosse più nessuno da parecchio tempo.
Vedo un edificio, dove mi è parso di scorgere un'ombra. Ma l'ho vista solo per un secondo, potrei essermi sbagliato. Ma devo andarci, tanto cos'ho da perdere? E' un edificio di un colore indefinibile, senza porte nè finestre. Chi potrebbe mai aver costruito un palazzo dai muri enormi completamente aperto? Assurdo. Non ha una logica. E io ci sto pure entrando.
E perchè sento una bestia dentro di me? E' come se volesse uscire. No, io sono buono. Vedo l'ombra che mi era sembrato di scorgere prima. E' una figura umana. Allora non mi ero sbagliato. La seguo. Accelero il passo. La vedo. E' una donna, e mi sembra una figura conosciuta. Ha dei pantaloni neri eleganti, e una camicia bianca. Sembra fuori posto in questo mondo sporco, e abbandonato.
Cazzo, e io sono ridotto proprio così, come una bestia, solo jeans,e pure strappati. Mi sento lurido, a piedi nudi, su una strada, come faccio a presentarmi? Non mi interessa, devo seguirla, raggiungerla. Mi bastano pochi passi di corsa, ed è presa. Appena mi vede, si volta, è spalle al muro. Santo Dio, la conosco, sei tu, siamo amici.
"Cosa ci fai qui?" le chiedo.
Non risponde, sembra ritrarsi in modo timido. Ha paura di me? E' mia amica. E' molto mia amica. No, non è mia amica, io la voglio. Quando è vicina a me, non è più mia amica. Sento la bestia che vuole uscire da dentro di me. E lo sente pure lei. Lo sente eccome, ed è un po' intimorita. Forse vorrebbe allontanarsi, muovendosi piano schiena sul muro. No, non te ne vai. Siamo io e te, non c'è nessuno nel mondo. Non te ne vai.
"Perchè siamo soli?" le chiedo.
"No, perchè sei qui tu?" mi risponde lei. La fisso nei suoi occhi azzurri. Sono spaventati, e mi chiedo se sono io a spaventarla. O se è tutto ciò che è intorno a noi. Vorrei delle risposte, ma non sono assolutamente in grado di aspettarle. E lei non sembra in grado di darle. Le afferro le braccia, con forza, quasi con violenza. Sgrana gli occhioni.
"Cosa fai?" mi dice, ma lo sa benissimo. La tiro a me. La annuso sul collo e sulle spalle. La bestia ha bisogno di sentire l'odore, e lei ha un odore buonissimo. La spingo al muro, emette un gemito come a lamentarsi.
"Cazzo, sei violento..." mi sussurra a denti stretti. E io so di esserlo.
Le risponderei qualcosa, ma l'unico istinto è morderla sul collo e sulle spalle. Ma non sono morsi che le possono fare male, è solo per farle capire cosa sono io, e che lei è mia. Le strappo tutti i bottoni della camicia, lasciandogliela aperta completamente. Ammiro come è bella, lo è sempre stata. Il mio corpo è incollato al suo, mi piace sentire la sua pelle morbida e bianca a contatto con la mia. C'è caldo, la brezza estiva non basta ad attenuarlo, sento una leggera patina di sudore sui nostri corpi. Non devo farlo, lei è mia amica. No, invece devo, e lo sto facendo, la bestia dentro non ha amicizie. Ormai siamo troppo in là, non posso più fermarmi. Sento il suo respiro, e sento che non vuole neanche lei che io mi fermi. E sa che non può fermarmi. E questo le piace. Si sente in pericolo, ma è un pericolo da cui non vuole fuggire, anche perchè sa che non può.
Le prendo i polsi, e glieli metto dietro la schiena, mentre le bacio le labbra, e le mordo i lobi delle orecchie.
"Tu sei uno stronzo, un bastardo." mi dice.
"Sì, lo so, ma tu sei mia." le rispondo, e per punizione alla sua insolenza, le slaccio i suoi pantaloni eleganti.
"Sei pazzo, è tutto aperto, qualcuno può vederci." mi sussurra.
"Pensi che me ne fotta qualcosa? - le rispondo - Il mondo può fottersi, ora qui siamo solo tu e io."
"Ok...ma fai piano." mi chiede.
"No, lo sai che non faccio piano." rispondo.
Le strappo i pantaloni, e li lancio lontani. Ha solo addosso gli indumenti intimi, e la camicia bianca aperta. La stringo, mentre la bacio in modo selvatico, perchè voglio sentire la sua pelle delicata scivolare sulla mia. Le mie dita penetrano con forza nella sua carne morbida delle coscie.
"...maledetto animale..." mormora.
Ma la sua voce mi fa capire che vuole sempre meno che io mi fermi. Sento il mio cazzo che è duro in modo irresistibile, e che vorrebbe scoppiare, uscire. I miei pantaloni cadono giù. Le sollevo una coscia, poggiando il mio membro a lei. Lo sente attraverso le sue mutandine sottili.
"Non puoi farlo, animale. - mi dice – Io non sono tua, sono di un altro..."
"No. - le sussurro all'orecchio, mordendoglielo – Ora, qui tu sei solo mia."
"Ma...non...puoi ...farlo...sei un maledetto..." dice. Ma la sua voce è spezzata. Sente il mio cazzo duro che preme contro il suo clitoride, e le mie labbra sul suo collo.
"Lo sto già facendo." le ringhio, dandole qualche leggero morso, non cattivo, ma solo per farle capire che è nelle mie mani, e che non ha speranze che questo finisca presto.
"Mi farai male con quella roba..." mi dice. Ma allunga una mano, per sentirlo. "Bugiarda, sai che ti farò bene." le dico.
"E'...è grosso..." dice mentre me lo carezza. Sento la sua gamba che si avvolge alla mia. Come se volesse che io non vada via. Per un attimo penso a dove siamo finiti. Siamo in una via laterale di una grande strada, forse vicino a un magazzino, un posto davvero terribilmente squallido. E siamo tutti e due mezzi nudi. E se ci fosse qualcuno? E se qualcuno vedesse?
Ma poi penso che non me ne frega davvero nulla. Sono con lei, e lei è nelle mie mani, mia proprietà. E lo sente anche il mio cazzo. Le abbasso le mutandine, mentre continuo a baciarle spalle e collo. Sento le sue tette morbide premere sul mio petto. Lei è morbida e io sono duro. Lei è bella, e io sono una bestia. La penetrò, e vedo che sgrana gli occhi, gemendo per un attimo, come se volesse dirmi di fare piano.
"Cazzo, quanto è grosso... - mi sussurra – non mi aspettavo così...tanto..."
"Perchè ti vuole quanto ti voglio io." le dico. E comincio a spingere forte dentro di lei. Ora non parla più. La sollevo con le mani sotto le coscie, premendola schiena al muro. Penso che lei è così, per bene, e io la sto sporcando, la sto sporcando in ogni modo, ma so che le piace essere sporcata. Infatti avverto le sue braccia esili che mi stringono, sento il suo corpo morbido che si muove a contatto col mio. La baciò sulla bocca, ha delle bellissime labbra carnose. Mi piace sentire il suo respiro che emana piacere. La mordo leggermente sul labbro.
"...sei un bastardo...un bastardo..." le piace insultarmi. Perchè sa che la sto portando vicina alla soglia del piacere, e che non dovevo farlo. Ma voleva che io lo facessi, tanto quanto lo volevo io. So che sentire il mio cazzo duro muoversi dentro di lei, così duro solo per lei, la eccita. Sentire quanto la desidero, mentre la fotto come un animale, mentre le stringo le cosce, baciandola e mordendola, tocca qualcosa nella sua mente. Sento che sta per godere, lo sento da come mi stringe, dalla tensione sul suo corpo.
"Non fermarti...non fermarti ora..." mi sussurra. Anche il tono della sua voce tradisce cosa sta provando. E io non ho nessuna intenzione di fermarmi.
"No, certo che non mi fermo. Non mi fermerei per nulla al mondo..." le dico mordendole il lobo dell'orecchio.
Ho gli occhi socchiusi. E da dietro un angolo vedo che c'è qualcuno. Qualcuno sta guardando. E non deve. Ma allora, cazzo, c'è qualcuno su questo mondo. Sembrava completamente deserto.
Non distinguo la figura. E ora, sinceramente, non me ne frega neanche nulla. Ci penserò dopo, forse, se avrò voglia. Non le dico nulla. E riprendo a pomparla, o forse non ho mai interrotto.
Sento il suono della sua voce e del suo respiro vicino al mio orecchio, geme, ansima, stringendomi. Cerca di non liberare l'urlo, ma la sua voce e il suo respiro sono sempre più forti. Le sue unghie premono sulle mie spalle, e sulla mia schiena nuda. Ora siamo due bestie, e questo mi piace. E la penetro ancora più forte, affondando le mie dita nelle sue cosce dolci. Un colpo, poi ancora un colpo, poi ancora un colpo più forte, e viene. Viene, abbracciandomi e baciandomi sul collo, mordendomi forte. Io la spingo ancora, continuo a fotterla, sento il suo corpo per un attimo morbido e rilassato, è bellissima, anche in un mondo così squallido. Ed è bellissimo fotterla così, in modo completamente primordiale. Solo io e lei, mentre tutto il mondo non esiste più. Due animali, io più di lei.
Passano appena trenta secondi. E godo anch'io. Godo dentro di lei, inondandola. Non penso più a nulla, effetti, conseguenze, deliri, gente. Nulla ha più nessuna importanza, mi è piaciuto fotterla così, in modo selvatico e brado. Mi è piaciuto da morire.
La bestia è appagata, addolcita, soddisfatta da quello che è successo. La poggiò a terra, delicatamente, e per un momento fatica a trovare l'equilibrio. Si regge a me. Lei è alta, ma io più di lei, e più grosso. Sono quello che l'ha messa in pericolo, ma ora, per lei, sono ciò che da più sicurezza.
"Non...dovevi...non...dovevamo..." mi dice. Ma me lo dice con grande dolcezza, posandomi una mano sul petto, e fissandomi con i suoi bellissimi occhi azzurri. Ora che siamo soli, lontano da tutti, può dirmelo liberamente. Ma invece non dice nulla, ammetterlo la fa sentire sporca. Sporca interiormente, non fisicamente. Quello lo siamo già. Sento che si stringe a me, che vuole ancora sentire il contatto del suo corpo col mio. Io la abbraccio, le prendo una guancia con la mia mano, e unisco le mie labbra alle sue. E' un bacio lungo, che dura fino al momento in cui lei non si ritrae.
Ora mi guarda per un momento con occhi un po' tristi.
"Devo andare..." mi dice.
"Lo so. Ma dove?" le chiedo. Ancora non capisco dove sono.
"Io vado, ma ti prego...torna..." e me lo dice come se lo volesse davvero.
"Ok, ma dimmi solo dove siamo! Fammi capire..."
Mi guarda sorridendo, e mentre si allontana mi dice:
"Non lo hai ancora capito? Nei miei sogni...o forse nei tuoi."
(Dedicato a M)
arufamanmp@gmail.com
Le strade deserte regalano una angoscia crescente. Cerco qualcuno che possa darmi qualche spiegazione, aggirandomi come una bestia sulle strade. C'è vento, e trascina le cartacce sull'asfalto, tutto sembra sporco e abbandonato, come se qui non ci fosse più nessuno da parecchio tempo.
Vedo un edificio, dove mi è parso di scorgere un'ombra. Ma l'ho vista solo per un secondo, potrei essermi sbagliato. Ma devo andarci, tanto cos'ho da perdere? E' un edificio di un colore indefinibile, senza porte nè finestre. Chi potrebbe mai aver costruito un palazzo dai muri enormi completamente aperto? Assurdo. Non ha una logica. E io ci sto pure entrando.
E perchè sento una bestia dentro di me? E' come se volesse uscire. No, io sono buono. Vedo l'ombra che mi era sembrato di scorgere prima. E' una figura umana. Allora non mi ero sbagliato. La seguo. Accelero il passo. La vedo. E' una donna, e mi sembra una figura conosciuta. Ha dei pantaloni neri eleganti, e una camicia bianca. Sembra fuori posto in questo mondo sporco, e abbandonato.
Cazzo, e io sono ridotto proprio così, come una bestia, solo jeans,e pure strappati. Mi sento lurido, a piedi nudi, su una strada, come faccio a presentarmi? Non mi interessa, devo seguirla, raggiungerla. Mi bastano pochi passi di corsa, ed è presa. Appena mi vede, si volta, è spalle al muro. Santo Dio, la conosco, sei tu, siamo amici.
"Cosa ci fai qui?" le chiedo.
Non risponde, sembra ritrarsi in modo timido. Ha paura di me? E' mia amica. E' molto mia amica. No, non è mia amica, io la voglio. Quando è vicina a me, non è più mia amica. Sento la bestia che vuole uscire da dentro di me. E lo sente pure lei. Lo sente eccome, ed è un po' intimorita. Forse vorrebbe allontanarsi, muovendosi piano schiena sul muro. No, non te ne vai. Siamo io e te, non c'è nessuno nel mondo. Non te ne vai.
"Perchè siamo soli?" le chiedo.
"No, perchè sei qui tu?" mi risponde lei. La fisso nei suoi occhi azzurri. Sono spaventati, e mi chiedo se sono io a spaventarla. O se è tutto ciò che è intorno a noi. Vorrei delle risposte, ma non sono assolutamente in grado di aspettarle. E lei non sembra in grado di darle. Le afferro le braccia, con forza, quasi con violenza. Sgrana gli occhioni.
"Cosa fai?" mi dice, ma lo sa benissimo. La tiro a me. La annuso sul collo e sulle spalle. La bestia ha bisogno di sentire l'odore, e lei ha un odore buonissimo. La spingo al muro, emette un gemito come a lamentarsi.
"Cazzo, sei violento..." mi sussurra a denti stretti. E io so di esserlo.
Le risponderei qualcosa, ma l'unico istinto è morderla sul collo e sulle spalle. Ma non sono morsi che le possono fare male, è solo per farle capire cosa sono io, e che lei è mia. Le strappo tutti i bottoni della camicia, lasciandogliela aperta completamente. Ammiro come è bella, lo è sempre stata. Il mio corpo è incollato al suo, mi piace sentire la sua pelle morbida e bianca a contatto con la mia. C'è caldo, la brezza estiva non basta ad attenuarlo, sento una leggera patina di sudore sui nostri corpi. Non devo farlo, lei è mia amica. No, invece devo, e lo sto facendo, la bestia dentro non ha amicizie. Ormai siamo troppo in là, non posso più fermarmi. Sento il suo respiro, e sento che non vuole neanche lei che io mi fermi. E sa che non può fermarmi. E questo le piace. Si sente in pericolo, ma è un pericolo da cui non vuole fuggire, anche perchè sa che non può.
Le prendo i polsi, e glieli metto dietro la schiena, mentre le bacio le labbra, e le mordo i lobi delle orecchie.
"Tu sei uno stronzo, un bastardo." mi dice.
"Sì, lo so, ma tu sei mia." le rispondo, e per punizione alla sua insolenza, le slaccio i suoi pantaloni eleganti.
"Sei pazzo, è tutto aperto, qualcuno può vederci." mi sussurra.
"Pensi che me ne fotta qualcosa? - le rispondo - Il mondo può fottersi, ora qui siamo solo tu e io."
"Ok...ma fai piano." mi chiede.
"No, lo sai che non faccio piano." rispondo.
Le strappo i pantaloni, e li lancio lontani. Ha solo addosso gli indumenti intimi, e la camicia bianca aperta. La stringo, mentre la bacio in modo selvatico, perchè voglio sentire la sua pelle delicata scivolare sulla mia. Le mie dita penetrano con forza nella sua carne morbida delle coscie.
"...maledetto animale..." mormora.
Ma la sua voce mi fa capire che vuole sempre meno che io mi fermi. Sento il mio cazzo che è duro in modo irresistibile, e che vorrebbe scoppiare, uscire. I miei pantaloni cadono giù. Le sollevo una coscia, poggiando il mio membro a lei. Lo sente attraverso le sue mutandine sottili.
"Non puoi farlo, animale. - mi dice – Io non sono tua, sono di un altro..."
"No. - le sussurro all'orecchio, mordendoglielo – Ora, qui tu sei solo mia."
"Ma...non...puoi ...farlo...sei un maledetto..." dice. Ma la sua voce è spezzata. Sente il mio cazzo duro che preme contro il suo clitoride, e le mie labbra sul suo collo.
"Lo sto già facendo." le ringhio, dandole qualche leggero morso, non cattivo, ma solo per farle capire che è nelle mie mani, e che non ha speranze che questo finisca presto.
"Mi farai male con quella roba..." mi dice. Ma allunga una mano, per sentirlo. "Bugiarda, sai che ti farò bene." le dico.
"E'...è grosso..." dice mentre me lo carezza. Sento la sua gamba che si avvolge alla mia. Come se volesse che io non vada via. Per un attimo penso a dove siamo finiti. Siamo in una via laterale di una grande strada, forse vicino a un magazzino, un posto davvero terribilmente squallido. E siamo tutti e due mezzi nudi. E se ci fosse qualcuno? E se qualcuno vedesse?
Ma poi penso che non me ne frega davvero nulla. Sono con lei, e lei è nelle mie mani, mia proprietà. E lo sente anche il mio cazzo. Le abbasso le mutandine, mentre continuo a baciarle spalle e collo. Sento le sue tette morbide premere sul mio petto. Lei è morbida e io sono duro. Lei è bella, e io sono una bestia. La penetrò, e vedo che sgrana gli occhi, gemendo per un attimo, come se volesse dirmi di fare piano.
"Cazzo, quanto è grosso... - mi sussurra – non mi aspettavo così...tanto..."
"Perchè ti vuole quanto ti voglio io." le dico. E comincio a spingere forte dentro di lei. Ora non parla più. La sollevo con le mani sotto le coscie, premendola schiena al muro. Penso che lei è così, per bene, e io la sto sporcando, la sto sporcando in ogni modo, ma so che le piace essere sporcata. Infatti avverto le sue braccia esili che mi stringono, sento il suo corpo morbido che si muove a contatto col mio. La baciò sulla bocca, ha delle bellissime labbra carnose. Mi piace sentire il suo respiro che emana piacere. La mordo leggermente sul labbro.
"...sei un bastardo...un bastardo..." le piace insultarmi. Perchè sa che la sto portando vicina alla soglia del piacere, e che non dovevo farlo. Ma voleva che io lo facessi, tanto quanto lo volevo io. So che sentire il mio cazzo duro muoversi dentro di lei, così duro solo per lei, la eccita. Sentire quanto la desidero, mentre la fotto come un animale, mentre le stringo le cosce, baciandola e mordendola, tocca qualcosa nella sua mente. Sento che sta per godere, lo sento da come mi stringe, dalla tensione sul suo corpo.
"Non fermarti...non fermarti ora..." mi sussurra. Anche il tono della sua voce tradisce cosa sta provando. E io non ho nessuna intenzione di fermarmi.
"No, certo che non mi fermo. Non mi fermerei per nulla al mondo..." le dico mordendole il lobo dell'orecchio.
Ho gli occhi socchiusi. E da dietro un angolo vedo che c'è qualcuno. Qualcuno sta guardando. E non deve. Ma allora, cazzo, c'è qualcuno su questo mondo. Sembrava completamente deserto.
Non distinguo la figura. E ora, sinceramente, non me ne frega neanche nulla. Ci penserò dopo, forse, se avrò voglia. Non le dico nulla. E riprendo a pomparla, o forse non ho mai interrotto.
Sento il suono della sua voce e del suo respiro vicino al mio orecchio, geme, ansima, stringendomi. Cerca di non liberare l'urlo, ma la sua voce e il suo respiro sono sempre più forti. Le sue unghie premono sulle mie spalle, e sulla mia schiena nuda. Ora siamo due bestie, e questo mi piace. E la penetro ancora più forte, affondando le mie dita nelle sue cosce dolci. Un colpo, poi ancora un colpo, poi ancora un colpo più forte, e viene. Viene, abbracciandomi e baciandomi sul collo, mordendomi forte. Io la spingo ancora, continuo a fotterla, sento il suo corpo per un attimo morbido e rilassato, è bellissima, anche in un mondo così squallido. Ed è bellissimo fotterla così, in modo completamente primordiale. Solo io e lei, mentre tutto il mondo non esiste più. Due animali, io più di lei.
Passano appena trenta secondi. E godo anch'io. Godo dentro di lei, inondandola. Non penso più a nulla, effetti, conseguenze, deliri, gente. Nulla ha più nessuna importanza, mi è piaciuto fotterla così, in modo selvatico e brado. Mi è piaciuto da morire.
La bestia è appagata, addolcita, soddisfatta da quello che è successo. La poggiò a terra, delicatamente, e per un momento fatica a trovare l'equilibrio. Si regge a me. Lei è alta, ma io più di lei, e più grosso. Sono quello che l'ha messa in pericolo, ma ora, per lei, sono ciò che da più sicurezza.
"Non...dovevi...non...dovevamo..." mi dice. Ma me lo dice con grande dolcezza, posandomi una mano sul petto, e fissandomi con i suoi bellissimi occhi azzurri. Ora che siamo soli, lontano da tutti, può dirmelo liberamente. Ma invece non dice nulla, ammetterlo la fa sentire sporca. Sporca interiormente, non fisicamente. Quello lo siamo già. Sento che si stringe a me, che vuole ancora sentire il contatto del suo corpo col mio. Io la abbraccio, le prendo una guancia con la mia mano, e unisco le mie labbra alle sue. E' un bacio lungo, che dura fino al momento in cui lei non si ritrae.
Ora mi guarda per un momento con occhi un po' tristi.
"Devo andare..." mi dice.
"Lo so. Ma dove?" le chiedo. Ancora non capisco dove sono.
"Io vado, ma ti prego...torna..." e me lo dice come se lo volesse davvero.
"Ok, ma dimmi solo dove siamo! Fammi capire..."
Mi guarda sorridendo, e mentre si allontana mi dice:
"Non lo hai ancora capito? Nei miei sogni...o forse nei tuoi."
(Dedicato a M)
arufamanmp@gmail.com
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