Autobus
di
Polimorf0
genere
gay
Questa mattina, come tante mattine aspetto l'autobus. E' domenca e, purtroppo, di turno.
Arriva puntuale e vuoto, lavoro solo io di domenica?
Apro il libro e il viaggio diventa solo mio.
Appena poche pagine e avverto più che sentire qualcuno sedersi di fianco
Proprio qua? Mah!
Leggo di nuovo ma sono infastidito dal tipo affianco mi sta troppo addosso che faccio fatica a voltar pagina, alzo lo sguardo e incrocio il suo, mi stava osservando.
Son timido e riabbasso gli occhi, ma ormai Cunningham deve aspettare.
Faccio finta di interessarmi alla pagina, ma cerco di ricostruire il viso del tipo.
E' moro sicuro, un quarantenne, capello corto, tratti marcati, mi guardava certo ma perché?
Sento la sua coscia premere più del dovuto, ormai il libro è solo un pretesto per non alzare gli occhi
Beh sì, preme e adesso si muove pure, troppo plateale per far finta di niente.
Giro solo gli occhi in direzione del pacco, un pollice lo liscia mettendo in evidenza una erezione, una erezione vistosa e sfacciata.
Mi viene di guardare in avanti, ormai l’autobus ha preso l’autostrada, l'autista mi sta osservando dallo specchietto, chiudo gli occhi che non so più dove posarli.
No passa molto che sento sulla coscia la mano del tizio completamente aperta, prima ferma poi scivola verso l’inguine, sento il calore passare attraverso il tessuto leggero, sento il calore e il mio pesce che risponde, cerca una via, dello spazio per espandersi, lui abilmente slaccia il bottone per dargli lo spazio desiderato
L’ha fatto mi dico, mi ha proprio aperto la patta, continuo a fare lo gnorri ad occhi chiusi.
Sento del fresco e capisco che ormai ho tutto il pesce fuori e avvolto dalla sua mano, è delicata, e mi tocca leggero leggero, che ne sa che a me piace così?
Ho ormai una erezione ferma e totale e mi sento in balia del tizio che si accomoda meglio sul fianco per manipolarmi il cazzo.
Sento che si sposta ancora e poi capisco che se chinato e me lo ha preso in bocca.
Spalanco ora gli occhi - è troppo, troppo - l’autista guarda ancora dallo specchietto, attento penso per un attimo, ma è curioso o che?
Poi vedo la nuca del tipo fra le mie cosce e sento le sue labbra avvolte attorno alla cappella.
Mi alzo quel tanto per far scivolare i pantaloni giù e stare più comodo, lui ne profitta per annusare le palle e leccarmele, produce un casino di saliva, mi impiastriccia tutto strofinando il viso sul ventre, gli metto una mano sul collo, allora alza il viso si avvicina e mi bacia, lingua larga.
Oh ma l’autista? Oltre i capelli del tizio lo vedo che guarda dallo specchietto interessato e si è acceso pure una sigaretta
Il tizio mi passa la sua saliva e sempre baciandomi mi volta verso il corridoio, si accoccola e riprende a sbocchinarmi, una sua mano mi bagna il buco del culo e, risolutamente entra con un dito, piano e deciso, fino in fondo, aspetta che mi adatti e poi inizia a muoverlo, lo piega e lo gira come coda di lucertola staccata
Avverto meno rumore e nessun sballottolamento. Siamo fermi in una piazzola. L’autista ha quasi finito di fumare e ci è accanto. Ha il cazzo fuori, lo punta verso la mia bocca e io mi tendo in alto, lo risucchio con avidità, ha un sapore forte di sudore e di notte, lo ciuccio con gusto, con il pollice e l’indice ad anello gli stringo le palle, mi viene voglia di leccargliele
Mi ritrovo l’alito in faccia del mio compagno di viaggio, lecca me e il cazzo dell’autista senza discontinuità, è una fonte inesauribile di saliva
A volte è nella mia bocca a volte nella sua e a volte lecchiamo assieme il pesce tosto dell’autista, lui si mantiene con entrambe le mani alla barra in alto, quasi si sospende, la testa all’indietro e spinge il pube in avanti, il pantalone sotto i piedi
Mi alzo per liberarmi definitivamente del mio di pantalone e il mio pesce si ritrova accanto a quello dell’autista e il tizio ne profitta per ingoiarli a turno, l’autista mi tira a sé, apre la camicia e lecca i capezzoli, sento i denti stringere, mi lecca con la lingua tutta aperta in lunghe strusciate
Il tizio intanto continua il suo rimestare fra palle e cazzi, sento un dito dentro, forse due, chissà se lo sta facendo anche all’altro.
Sì, decisamente due, le infila e le piega e sfila le passa sulle cappelle e reinfila, gemo nella bocca dell’autista
Mi lecca la schiena e si strofina dietro ora la lingua ha preso il posto delle dita
Basta poco il tempo di capire che sta per entrare e affonda tutto, un suono rauco e prolungato mi esce dalla gola
Metto una mano fra le mie cosce e arrivo a stringergli le palle sento lo strofinio dell’asta fra le dita mentre entra ed esce dal buco
L’autista mi piglia la faccia fra le manie stringe facendomi aprire la bocca, ci infila il cazzo
Non mi muovo autonomamente sia da dietro che davanti mi arrivano bordate, quattro mani si cercano sulla mia pelle
Il primo ad arrivare è il tizio. Esce dal mio culo e mi spinge sul sedile, arrivano su di me fiotti e fiotti, tanti, poi capisco che anche l’autista mi sta arrivando addosso, il tizio mi afferra il cazzo bagnato di sborra e mi sega mentre l’altro ha la bocca aperta e la lingua piatta sulla mia cappela
Bastano pochi movimenti che arrivo pure io, al primo lamento l’autista inghiotte la cappella e succhia
Apro la bocca per cercare aria e il tizio mi sbava su tutto il viso più che baciare, più giù un’altra lingua voracemente lappa dove capita
Siamo ripartiti.
Una sigaretta accesa per ognuno, vorrei dire qualcosa poi ci ripenso e faccio un tiro
Un dubbio mi viene, che fossero d’accordo
Poi l’autobus entra in città
Arriva puntuale e vuoto, lavoro solo io di domenica?
Apro il libro e il viaggio diventa solo mio.
Appena poche pagine e avverto più che sentire qualcuno sedersi di fianco
Proprio qua? Mah!
Leggo di nuovo ma sono infastidito dal tipo affianco mi sta troppo addosso che faccio fatica a voltar pagina, alzo lo sguardo e incrocio il suo, mi stava osservando.
Son timido e riabbasso gli occhi, ma ormai Cunningham deve aspettare.
Faccio finta di interessarmi alla pagina, ma cerco di ricostruire il viso del tipo.
E' moro sicuro, un quarantenne, capello corto, tratti marcati, mi guardava certo ma perché?
Sento la sua coscia premere più del dovuto, ormai il libro è solo un pretesto per non alzare gli occhi
Beh sì, preme e adesso si muove pure, troppo plateale per far finta di niente.
Giro solo gli occhi in direzione del pacco, un pollice lo liscia mettendo in evidenza una erezione, una erezione vistosa e sfacciata.
Mi viene di guardare in avanti, ormai l’autobus ha preso l’autostrada, l'autista mi sta osservando dallo specchietto, chiudo gli occhi che non so più dove posarli.
No passa molto che sento sulla coscia la mano del tizio completamente aperta, prima ferma poi scivola verso l’inguine, sento il calore passare attraverso il tessuto leggero, sento il calore e il mio pesce che risponde, cerca una via, dello spazio per espandersi, lui abilmente slaccia il bottone per dargli lo spazio desiderato
L’ha fatto mi dico, mi ha proprio aperto la patta, continuo a fare lo gnorri ad occhi chiusi.
Sento del fresco e capisco che ormai ho tutto il pesce fuori e avvolto dalla sua mano, è delicata, e mi tocca leggero leggero, che ne sa che a me piace così?
Ho ormai una erezione ferma e totale e mi sento in balia del tizio che si accomoda meglio sul fianco per manipolarmi il cazzo.
Sento che si sposta ancora e poi capisco che se chinato e me lo ha preso in bocca.
Spalanco ora gli occhi - è troppo, troppo - l’autista guarda ancora dallo specchietto, attento penso per un attimo, ma è curioso o che?
Poi vedo la nuca del tipo fra le mie cosce e sento le sue labbra avvolte attorno alla cappella.
Mi alzo quel tanto per far scivolare i pantaloni giù e stare più comodo, lui ne profitta per annusare le palle e leccarmele, produce un casino di saliva, mi impiastriccia tutto strofinando il viso sul ventre, gli metto una mano sul collo, allora alza il viso si avvicina e mi bacia, lingua larga.
Oh ma l’autista? Oltre i capelli del tizio lo vedo che guarda dallo specchietto interessato e si è acceso pure una sigaretta
Il tizio mi passa la sua saliva e sempre baciandomi mi volta verso il corridoio, si accoccola e riprende a sbocchinarmi, una sua mano mi bagna il buco del culo e, risolutamente entra con un dito, piano e deciso, fino in fondo, aspetta che mi adatti e poi inizia a muoverlo, lo piega e lo gira come coda di lucertola staccata
Avverto meno rumore e nessun sballottolamento. Siamo fermi in una piazzola. L’autista ha quasi finito di fumare e ci è accanto. Ha il cazzo fuori, lo punta verso la mia bocca e io mi tendo in alto, lo risucchio con avidità, ha un sapore forte di sudore e di notte, lo ciuccio con gusto, con il pollice e l’indice ad anello gli stringo le palle, mi viene voglia di leccargliele
Mi ritrovo l’alito in faccia del mio compagno di viaggio, lecca me e il cazzo dell’autista senza discontinuità, è una fonte inesauribile di saliva
A volte è nella mia bocca a volte nella sua e a volte lecchiamo assieme il pesce tosto dell’autista, lui si mantiene con entrambe le mani alla barra in alto, quasi si sospende, la testa all’indietro e spinge il pube in avanti, il pantalone sotto i piedi
Mi alzo per liberarmi definitivamente del mio di pantalone e il mio pesce si ritrova accanto a quello dell’autista e il tizio ne profitta per ingoiarli a turno, l’autista mi tira a sé, apre la camicia e lecca i capezzoli, sento i denti stringere, mi lecca con la lingua tutta aperta in lunghe strusciate
Il tizio intanto continua il suo rimestare fra palle e cazzi, sento un dito dentro, forse due, chissà se lo sta facendo anche all’altro.
Sì, decisamente due, le infila e le piega e sfila le passa sulle cappelle e reinfila, gemo nella bocca dell’autista
Mi lecca la schiena e si strofina dietro ora la lingua ha preso il posto delle dita
Basta poco il tempo di capire che sta per entrare e affonda tutto, un suono rauco e prolungato mi esce dalla gola
Metto una mano fra le mie cosce e arrivo a stringergli le palle sento lo strofinio dell’asta fra le dita mentre entra ed esce dal buco
L’autista mi piglia la faccia fra le manie stringe facendomi aprire la bocca, ci infila il cazzo
Non mi muovo autonomamente sia da dietro che davanti mi arrivano bordate, quattro mani si cercano sulla mia pelle
Il primo ad arrivare è il tizio. Esce dal mio culo e mi spinge sul sedile, arrivano su di me fiotti e fiotti, tanti, poi capisco che anche l’autista mi sta arrivando addosso, il tizio mi afferra il cazzo bagnato di sborra e mi sega mentre l’altro ha la bocca aperta e la lingua piatta sulla mia cappela
Bastano pochi movimenti che arrivo pure io, al primo lamento l’autista inghiotte la cappella e succhia
Apro la bocca per cercare aria e il tizio mi sbava su tutto il viso più che baciare, più giù un’altra lingua voracemente lappa dove capita
Siamo ripartiti.
Una sigaretta accesa per ognuno, vorrei dire qualcosa poi ci ripenso e faccio un tiro
Un dubbio mi viene, che fossero d’accordo
Poi l’autobus entra in città
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