Scendere nella depravazione più totale con l'odiato patrigno! (Cap. 2)
di
Pierre2
genere
dominazione
La mia intenzione, come quella di tutti quelli partecipano a questi incontri, è di tenere gli aspetti privati assolutamente fuori da questo universo, fatto di sesso, scambi e legami in cui ognuno svela le voglie insane e le perversioni che nel reale deve tenere nascoste.
Sono sposato da quasi vent'anni con Anna, Patrizia ne ha 23 ed è la figlia che ha avuto dal precedente matrimonio. Mi sono accasato con Anna quando la piccola aveva quattro anni e, nonostante mi sia comportato come un padre, quella età le permise di capire che non lo ero.
E che non ero suo padre me lo ha sempre reso chiaro rifiutandomi ogni affetto fin da piccola. Non ha mai accettato il divorzio dei suoi e il nuovo matrimonio della madre. Mi ha sempre mostrato apertamente la sua antipatia e il suo disprezzo.
Ogni volta che sua madre la riprendeva per la sua ostilità lei ribadiva che non mi considerava parte della famiglia e ha ostinatamente portato avanti questo rifiuto anche crescendo. Per lei ogni pretesto era buono per attaccarmi e non perdeva occasione per dimostrarmi quanto non le piacevo.
E adesso ha afferrato il mio cazzo, ha preso in bocca la cappella e la succhia con una certa bravura.
È stato incredibile, sono rimasto di sasso mentre la mia figliastra mi faceva un bel pompino. Sono certo che sotto la maschera sono sbiancato, diventando molto più pallido della sua diafana carnagione.
Il mio respiro si è fatto sempre più corto e accelerato, allo choc per quella sorpresa si è aggiunta l'eccitazione creata da una situazione tanto torbida.
Teneva stretta la mia asta che sentivo farsi sempre più dura e mentre succhiava e leccava la cappella si è messa a smanettarla. Io annaspavo e mi mordevo le labbra e le guance per non rantolare. Per non emettere alcun suono, per la paura che potesse riconoscermi.
Sentivo il sudore scorrermi a gocce fredde sotto la maschera e lungo la schiena, maledicevo quella situazione e al contempo mi deliziavo nel sentire la verga indurirsi e pulsare nella sua bocca calda, spennellata dalla sua lingua morbida e bagnata, inzuppata di saliva.
Pensavo ai paradossi della vita. Quella bocca da cui uscivano sempre frecciate velenose e parole di rancore nei miei confronti adesso mi stavano regalando il più bel pompino che una donna mi avesse mai fatto.
"Bene Cecilia, da brava schiava ora succhierai i cazzi di tutti i tuoi padroni. Resta così, a terra come una cagna!", ha detto uno mentre lo ha tirato fuori dai pantaloni e si è messo accanto a me.
Continua
(per commenti potete scrivermi a: imperium@hotmail.it)
Sono sposato da quasi vent'anni con Anna, Patrizia ne ha 23 ed è la figlia che ha avuto dal precedente matrimonio. Mi sono accasato con Anna quando la piccola aveva quattro anni e, nonostante mi sia comportato come un padre, quella età le permise di capire che non lo ero.
E che non ero suo padre me lo ha sempre reso chiaro rifiutandomi ogni affetto fin da piccola. Non ha mai accettato il divorzio dei suoi e il nuovo matrimonio della madre. Mi ha sempre mostrato apertamente la sua antipatia e il suo disprezzo.
Ogni volta che sua madre la riprendeva per la sua ostilità lei ribadiva che non mi considerava parte della famiglia e ha ostinatamente portato avanti questo rifiuto anche crescendo. Per lei ogni pretesto era buono per attaccarmi e non perdeva occasione per dimostrarmi quanto non le piacevo.
E adesso ha afferrato il mio cazzo, ha preso in bocca la cappella e la succhia con una certa bravura.
È stato incredibile, sono rimasto di sasso mentre la mia figliastra mi faceva un bel pompino. Sono certo che sotto la maschera sono sbiancato, diventando molto più pallido della sua diafana carnagione.
Il mio respiro si è fatto sempre più corto e accelerato, allo choc per quella sorpresa si è aggiunta l'eccitazione creata da una situazione tanto torbida.
Teneva stretta la mia asta che sentivo farsi sempre più dura e mentre succhiava e leccava la cappella si è messa a smanettarla. Io annaspavo e mi mordevo le labbra e le guance per non rantolare. Per non emettere alcun suono, per la paura che potesse riconoscermi.
Sentivo il sudore scorrermi a gocce fredde sotto la maschera e lungo la schiena, maledicevo quella situazione e al contempo mi deliziavo nel sentire la verga indurirsi e pulsare nella sua bocca calda, spennellata dalla sua lingua morbida e bagnata, inzuppata di saliva.
Pensavo ai paradossi della vita. Quella bocca da cui uscivano sempre frecciate velenose e parole di rancore nei miei confronti adesso mi stavano regalando il più bel pompino che una donna mi avesse mai fatto.
"Bene Cecilia, da brava schiava ora succhierai i cazzi di tutti i tuoi padroni. Resta così, a terra come una cagna!", ha detto uno mentre lo ha tirato fuori dai pantaloni e si è messo accanto a me.
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