Sweet Revenge - Seconda parte - Lei

di
genere
dominazione

Capitolo 3

È passata una settimana, ho provato in tutti i modi a far pace con le ragazze, ma non ne vogliono sapere. Specialmente Caterina. Mi dispiace per lei. Alla fine lui l'ha usata per arrivare a me. Però cavoli anche lei, è lampante che un figo del genere è fuori dalla sua portata. Se non altro non mi hanno fatto domande su come si è conclusa la serata. Cosa avrei risposto? Alla fine lui ha usato anche me. Non so niente di lui. Ne lui di me se è per quello. Non ci siamo detti nemmeno i nomi. Devo smetterla di concedermi così facilmente! Cavolo Martina prima di prendere in bocca il cazzo di un ragazzo chiedigli almeno come si chiama! Sospiro. Era veramente un gran figo. Ho ripensato tutta la settimana alle sue parole “Ti farò tante di quelle cose che rimpiangerai di esserti messa sulla mia strada”. Nonostante la minaccia era comunque una promessa che ci saremo rivisti. E quale occasione migliore di stasera? È venerdì, devo tornare al Marlene. Lui verrà. Ne sono sicura. Mi avvio verso la 5B in cerca di Tania. -Ehilà, stasera Marlene?- mi guarda dubbiosa. Ha chiaramente parlato con le altre. -Dai non fare quella faccia! Lo so che ti hanno detto che mi sono comportata da stronza! E in parte hanno ragione, ma lo sai come fanno… ingigantiscono tutto!- No non è vero. Mi sono comportata proprio male. Ma mi serve Tania stasera. Non posso presentarmi al locale da sola. -E daiiiii- Faccio il labbrino. -E va bene. In fondo a me non hai fatto niente. Ma comportati da amica! Ok?- Le sorrido -Ma certo!- e nel preciso istante in cui lo dico so di mentire. Cosa accadrà quando vedrò il bel moro? Mollerò la mia amica da sola? Appena arriveremo al Marlene le troverò un ragazzo. Così non rimarrà sola. Mi avvio verso la mia aula con un po'di sensi di colpa quando il prof. Bruni mi ferma nel corridoio. -Martina, cara, ho bisogno di parlarti. Passa dal mio ufficio oggi pomeriggio prima delle prove. Diciamo un’oretta prima- e mi riserva uno dei suoi viscidi sorrisi. Che vorrà? Avevo sperato di non dover rimettere mai più piede lì dentro.

Sono le tre, busso alla porta -Avanti-. Entro, mi viene incontro. -Oh cara, bene bene, ti aspettavo, accomodati.- Chiude la porta dietro di me. A chiave. Brutto segno. Si appoggia alla scrivania e comincia ad accarezzarmi il viso. Sono a disagio. Molto. Non ho il controllo. Sono di nuovo una ragazzina impaurita. Respira Martina. Chiudo gli occhi, mi calmo. Metto la mia maschera di indifferenza. -Professore, non perdiamo tempo. Che cosa vuole?- Ridacchia -Sempre diretta la mia Martina. Molto bene, veniamo al dunque. Emma si è ritirata dal corso di teatro. Ho bisogno di una nuova Giulietta. Potrei dare la parte ad una delle altre ragazze ma tutti e due sappiamo bene che nessuna sarebbe brava quanto te. Tuttavia mia cara, credo che concordiamo entrambi sul fatto che un ruolo da protagonista vada meritato, no? Non sei più indisposta, vero?- Bastardo figlio di puttana. Sta lì a fissarmi come se fossi un dolce da mangiare. Vorrei dargli uno schiaffo e andarmene. Vorrei urlargli che mi fa schifo. Che non mi farei toccare da lui nemmeno con un dito. Ma invece il mio corpo prende vita propria, si alza, si toglie la maglietta e comincia a sbottonare i jeans. Cosa c’è di sbagliato in me? La verità è che voglio essere Giulietta. Lo voglio ad ogni costo. E in fondo non farei niente che non abbia già fatto. Mi ritrovo in intimo davanti al prof. -Diventi ogni anno più bella! È proprio un peccato che questo sia l'ultimo qui a scuola- Mi sgancia il reggiseno e comincia a succhiare i miei capezzoli. Provo solo ribrezzo. -Ti piace, vero?- -Si, molto- mento. Voglio che finisca tutto in fretta. Mi fa sedere sulla scrivania, mi toglie le mutandine, mi spalanca le cosce e comincia a leccarmi tutta la fica. In modo orrendo. Non coglie il clitoride neanche per sbaglio. Ma meglio così. Non voglio godere con lui. -Oh sì! Mi fai impazzire! Ti prego scopami!- Comincio ad ansimare. Altro che recita della scuola, sono da Oscar. Non se lo fa ripetere due volte, mi fa scendere, mi volta, mi piega a 90 sulla scrivania e dopo essersi abbassato calzoni e mutande inizia a penetrarmi. È disgustoso. Mi viene da piangere ma non intendo dargli questa soddisfazione. Spinge e spinge poi con una mano accarezza il mio ano -Voglio mettertelo nel culo-. Mi irrigidisco -Conosci i patti! Hai avuto tutto da me, compresa la mia verginità. Ma il mio culo rimarrà inviolato!- Ride -Ok, ok, stai tranquilla, ci ho provato- E ricomincia a scoparmi. So che non verrà finché non mi sente godere. Curioso come il bastardo si preoccupi del mio piacere. O più probabilmente deve soddisfare il suo ego. In ogni caso, visto che non può accadere, comincio a simulare un orgasmo, nella speranza che lo ecciti abbastanza da venire. E così accade. Sento la mia vagina riempirsi del suo sperma mentre lui emette strani mugolii. Rabbrividisco ogni volta al ricordo di quando mi convocò nel suo sgabuzzino al secondo anno. Mi scopò per darmi la parte della protagonista, come sempre, ma invece che venire fuori come aveva fatto l'anno prima mi riempì con il suo seme. Piansi due settimane in attesa del ciclo. Poi andai al consultorio e iniziai a prendere la pillola anticoncezionale. In effetti pochi ragazzi accettano di mettere il preservativo. La maggior parte non si pone proprio il problema di gravidanze indesiderate. Meno che meno di malattie. Esce da me. Sento il liquido che cola sulle mie cosce. Mi passa una scatola di fazzolettini. -Molto brava Giulietta! Ricomponiti e vieni alle prove! Abbiamo uno spettacolo da preparare.-

Sono le sei. Finalmente torno a casa. Mi sento sporca. Letteralmente e metaforicamente. Mi butto sotto la doccia e comincio a lavarmi ben bene. Finalmente permetto alle lacrime di scendere. Non lo permetterò mai più! Non permetterò mai più a qualcuno di abusare di me in quel modo. Mi prenderò quello che voglio! E l'unica cosa che voglio in questo momento ha due occhi verdi e un sorriso mozzafiato. Mi asciugo in fretta, mi piastro i capelli, stasera liscia! Mi infilo una tuta e vado a cena. -Ho una novità. La ragazza che doveva fare Giulietta si è ritirata. Il professore ha dato a me la parte. Mi ha fatto promettere però di impegnarmi negli studi.- Mia mamma è entusiasta -Ha ragione Martina. La scuola prima di tutto. Ma in effetti avresti dovuto avere tu la parte fin dall’inizio. Sei così brava. Ma il professor Bruni è così scrupoloso. Temeva per il tuo rendimento scolastico. Si, è proprio una brava persona. Ci tiene ai suoi studenti e per te in particolare ha sempre avuto un occhio di riguardo- Sapessi quanto mamma. Annuisco. Non riesco a dire niente.

Sono davanti all’armadio. Devo decidere cosa mettere. Provo vari vestiti. Nessuno mi convince. Apro il cassetto dell'intimo. Mi salta subito all'occhio un completino di pizzo nero molto provocante. Lo farà impazzire. Opto alla fine per un vestitino nero molto scollato, con le spalline fini e la gonna morbida un po' sopra il ginocchio. Mi guardo allo specchio. Sono bella! Metto ai piedi un paio di décolleté. Mi trucco, prendo la pochette e chiedo a mio padre di andare. Solite battute su quanto sembro una puttana. Beh in effetti oggi lo sono davvero no? Ho venduto il mio corpo in cambio di un ruolo teatrale. Arriviamo davanti al Marlene. Non vedo Tania. -Aspetto che arrivi la tua amica- -Ma no papà eccola là- mento, esco di fretta per evitare i soliti discorsi -Ci vediamo alle 4.- Sbatto lo sportello consapevole che sarebbe tornato alle 3.30. Mi guardo un po’intorno. Nessuna traccia di Tania né del bel moro. Attiro come sempre sguardi e commenti. Di solito ne sono lusingata ma stasera mi infastidiscono. -Ciao Martina!- mi volto, è Tania. Grazie al cielo non mi ha dato buca. -Ciao Tania! C’è parecchia gente stasera! Ci mettiamo in coda?- Ridacchia -Si, gente molto interessante. Non ti voltare ma ci sono due bei ragazzi che ci fissano.- Non riesco a resistere. Mi volto sperando di vedere lui. Ma non è così. I tipi a cui si riferisce Tania sono carini, ma niente di eccezionale. Non voglio comunque smontarla -Stasera ci divertiamo!- e ci mettiamo a ridere. Una macchina scura si accosta a noi. E ora che vogliono? Il finestrino si abbassa e due occhi smeraldo mi fissano. Sento il battito del mio cuore accelerare, il fiato mancare. È lui! -Sali!- è un ordine, non una richiesta. Sento un brivido lungo la schiena. So che devo dirgli di no. Diamine è uno sconosciuto. Ma quegli occhi sono magnetici. Il corpo di nuovo non risponde alla mia mente. Mi vedo aprire lo sportello. -Ma che fai? Ma questo chi è? Mi vuoi lasciare qui da sola?- Tania è furiosa. Il litigio con le altre so di poterlo sistemare con il tempo. Ma so bene che se lascio qui Tania da sola non me lo perdonerà mai. -Sali!- so che se non monterò subito sulla sua macchina lui se ne andrà e non lo rivedrò mai più. Questa consapevolezza mi paralizza. Non so che fare. Mi volto verso Tania. I suoi occhi sono spalancati, è incredula. Riesco solo a mormorare -Mi dispiace, chiama le altre, sono sicura ti raggiungeranno subito- Mi volto e salgo in auto, mi allaccio la cintura. Lui parte. Io tento una risatina nervosa -Se continui così mi farai litigare con tutte le mie amiche… in effetti però non so nemmeno il tuo nome…- -Il mio nome non ti deve interessare, Martina- Mi gelo. Chi è questo ragazzo? Come fa a conoscermi? Perché non vuole dirmi chi è? Comincio a capire l'errore che ho fatto. -T-tu conosci il mio nome? Come?- poi una consapevolezza mi stringe lo stomaco. Sono nella sua auto. Nessuno sa che sono con lui. Nessuno sa chi è. Nemmeno io. Che cosa mi farà? -Dove mi stai portando?- Mi sorride -Stai tranquilla ragazzina. Stasera mi prenderò cura di te-. Sono terrorizzata.
Si è allontanato dal centro e sta andando in campagna. Si mette male. Molto male. Penso ai miei genitori. Ai loro insegnamenti. Oh se sapessero quello che sono diventata. Sarei una grossa delusione. Chissà se quando ritroveranno il mio corpo verrà fuori tutto quello che ho combinato in questi anni… Basta! Ma che pensieri sono! Guardo il ragazzo accanto a me. È misterioso è vero, ma non minaccioso. Magari ha una casa in campagna e vuole portarmi lì per spassarsela comodamente. Preferisco decisamente un morbido letto al bagno di una discoteca. Cerco di calmarmi. È sicuramente così. Devo solo mantenere il controllo della situazione e tutto andrà bene. -Togliti le mutande- un altro ordine. Devo riprendere il comando prima che mi sfugga del tutto di mano. -Cosa?!? Senti non so che idea ti sei fatto di me ma io non sono una che si fa dare ordini chiaro?- Sorride. Ma che ha da sorridere tanto? Sbuffo. -Ragazzina sei montata sulla mia auto, hai così accettato di essere mia per stanotte. Sai dove ci troviamo? Qui i cellulari non prendono. Non pensare di poter chiamare aiuto. Sai in compenso cosa trovi in abbondanza da queste parti? Prostitute, e i loro clienti ovviamente. Vestita così sembri proprio una troia. Forse dovrei farti scendere e vedere quanto ci metti a trovare qualcuno che ti scopi ben bene. Non mi piace ripetermi. Se ti do un ordine mi aspetto che tu lo esegua all'istante. Altrimenti verrai punita. Togliti le mutande!- Sono sotto shock! Il panico si ripresenta violento. Adesso non mi vedo più uccisa ma peggio. Sono finita in mano ad una banda che mi rapirà e mi costringerà a prostituirmi? Lo fisso. Dio perché è così bello? Così tranquillo? Devo rimanere calma. Per il momento mi sta provocando ma concretamente non mi ha fatto niente di male. Magari è solo un po'perverso. Decido di assecondarlo. Mi sfilo il perizoma. Lo tengo tra le mie mani tremanti. Dà un'occhiata e sorride. Gli piace quello che vede. Chissà se sospetta che l'ho indossato per lui. -Prendi il tuo cellulare, apri le gambe e fatti una foto alla figa. Poi mandala all'amica che hai mollato sul marciapiede davanti al Marlene. Quando ci sarà di nuovo la linea riceverà una bella sorpresa- Ma è impazzito? Non posso mandare a Tania una foto del genere. Già mi odia… -No, così non va bene, pensavo di essere stato chiaro! Adesso dovrò punirti!- Mette la freccia e si avvicina ad una prostituta. Panico. Scatto la foto e la invio. Mi dispiace Tania. Mostro il telefono al ragazzo ma lui scuote la testa. È troppo tardi. Mi aveva avvertito. Ed io ho esitato. Si ferma, il panico mi assale -No ti prego!- lo supplico. Mi sorride dolcemente. Come può rassicurarmi e terrorizzarmi allo stesso tempo? --Stai tranquilla mia cara, non sono un mostro. So che stai imparando. La tua prima punizione sarà una piccola cosa. Scendi, regala il tuo perizoma alla signorina e chiedile il suo intimo in cambio. Muoviti!- Fisso l’intimo che ho in mano. A lui non importa. Io lo avevo messo per lui ma a lui non importa. Non è questo che lo eccita. Comincio a capire. Scendo dall'auto e mi avvicino alla ragazza. Non credo sia molto più grande di me. Viene probabilmente dall'est Europa. -Coppia 100€ un’ora- Provo a sorriderle ma probabilmente faccio una smorfia -Mi dispiace, non voglio farti perdere tempo. Ho bisogno di un favore. Potresti darmi le tue mutandine? In cambio ti do questo, tieni guarda. È pizzo costoso- le passo il perizoma e attendo. Mi fissa per un tempo che sembra infinito. Poi si china, e si sfila un paio di mutande rosse, consumate e pure sporche. Me le porge. Sono macchie di sperma secco? Non voglio saperlo. La ringrazio e risalgo in macchina. Lui fissa compiaciuto il mio trofeo. So che siamo solo all'inizio. Il mio bel moro è decisamente perverso. -Hai mandato la foto alla tua amica? Bene, adesso dai a me il cellulare. Non ti servirà. Infilati gli slip della puttana e comincia a masturbarti. Voglio che li bagni!- Gli darò quello che vuole. Gli passo il cellulare e mi infilo gli slip. Che schifo. Comincio a masturbarmi, assurdo questa situazione mi sta eccitando. È compiaciuto. Tira fuori una mascherina e mi copre gli occhi. Sono cieca. Sento la macchina ripartire. Non so dove mi porterà e cosa farà di me. Le mutandine rosse adesso sono sporche anche del mio liquido.
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2021-04-10
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