Come tutto è cominciato
di
GiovanePadrone
genere
dominazione
Ciao a tutti. Voglio raccontarvi le mie esperienze da giovane padrone. Oggi ho 25 anni, ma quanto scritto è ambientato tre anni fa, nel 2018.
È metà settembre. Sono a casa di Pietro (il mio migliore amico da sempre), siamo vicini di casa e in sessione studiamo spesso insieme, dato che facciamo la stessa facoltà. Il pomeriggio inizia tranquillamente con lo studio fino a che Pietro non riceve la chiamata della sua ragazza che ha un problema con la macchina. La va a prendere e mi dice di aspettare da lui che in un’oretta dovrebbe essere di ritorno. Ero in taverna, quando dal piano di sopra sento dei rumori. Avrei dovuto essere da solo in casa e così salgo a vedere. I rumori vengono dalle camere. Mi avvicino senza fare rumore e vedo la porta socchiusa. Sento dei lamenti. E decido di sbirciare. La scena che vedo è fantastica.
Una donna di quarantacinque anni in forma, quarta di seno e figa depilata, imbavagliata e legata mani e piedi alle sponde del letto matrimoniale. È la mamma di Pietro, Chiara. Che donnona! Vicino a lei, in piedi, c’è un uomo nudo che però non è suo marito. Ha in mano un frustino di cuoio e la colpisce sui seni rossissimi. La insulta. Lei però non sembra preoccupata anzi, sembra godere. Davanti a quella scena ho il cazzo che esplode nelle mutande. Mi fa quasi male. Lo tiro fuori e inizio a segarmi. Chiara riceve le stesse frustate sulla figa che è lucida tanto è bagnata. Mi appoggio alla porta. Questa si apre e resto imbambolato con il cazzo in mano davanti ai due che mi guardano. Chiara diventa rossa in volto per l’imbarazzo, l’uomo invece sembra gradire la mia presenza. Mi chiede se voglio provare.
«Cosa devo fare?».
Sono curioso e eccitato. Voglio frustare anche io la gran porca della mamma del mio amico.
«Prendi questo e colpisci dove vuoi.» mi dice passandomi il frustino.
Io lo prendo e tiro una frustata sulla pancia. Troppo piano. La sopporta come se le avessi fatto una carezza. Il tizio mi consiglia di colpire con più decisione una parte più sensibile. Così passo alla figa. Questa volta va meglio, i colpi li sente.
Andiamo avanti per un po’. Sono eccitatissimo. Le palle mi frizzano. Sento che sto per venire senza nemmeno essermi toccato. Punto su quella stupenda quarta e dopo due colpi di mano le sborro sulle tette. Che bello. L’orgasmo più bello che abbia mai provato. Lei mi guarda compiaciuta, quasi orgogliosa della sborrata copioso che le ho regalato. Poi volge lo sguardo al tizio. Il cazzo è moscio e lo guardo con occhi di delusione. Io sono ancora duro. Capisco che lei ha voglia. Le monto su, punto il cazzo sulla figa e la penetro con forza. Non ho un cazzo molto lungo, 15 cm, in compenso è bello largo. La mamma del mio amico gode. Il tizio che prima sembrava avere il controllo di tutto ora è fermo che ci guarda con il cazzo che torna duro, vedendo Chiara sotto i miei colpi di minchia. Sembra che non sappia cosa fare. Non so come ne perché, ma prendo la situazione in mano.
«Ehi tu. Leccale le tette.» ordino.
Lui mi guarda strano. C’è il mio sperma sulle sue tette e io lo so bene.
«Leccale!» dico più deciso.
Quello piano piano si abbassa su quelle belle tettone e inizia a leccare tutto il mio seme. Le pulisce e ingoia tutto. La quarta di Chiara ora è un miscuglio tra sudore, saliva e i residui del mio seme.
«Strizzale i capezzoli!».
Il tizio esegue, mentre io continuo a scopare la sua caldissima figa.
Non penso di avere ancora molto tempo, non so quando torna Pietro. Aumento il ritmo delle pompate. Sento la figa umida contrarsi e vedo il corpo di Chiara tremare. Ha un orgasmo. E poco dopo vengo anche io dentro di lei. L’unico a non essere venuto è il tizio.
Tolgo il bavaglio alla mamma di Pietro. Ha il fiatone e mi sorride. Poi guarda l’altro uomo che si sta segando.
«Sei proprio inutile. Ti fai comandare anche da un ragazzo di poco più di vent’anni. Smetti di segarti e slegami.».
Resto sorpreso. Vedendo lei legata sul letto credevo che fosse il tizio a condurre i giochi, invece era l’esatto opposto.
«Mi sta colando lo sperma del nostro giovanotto dalla figa. Lecca e ingoia tutto.».
«Sì, padrona.» è la risposta del tizio, che subito si dedica a leccare il mio sperma che esce dalla patata della sua padrona.
Chiara si rivolge a me.
«Sono sorpresa, sai Ale?! Non immaginavo che potessi essere un dominatore del genere. L’hai mai fatto prima?».
Rispondo di no.
«Ti è piaciuto? Sai, è difficile trovare un giovane che abbia le tue qualità di comando.».
«Sì, molto.».
«Se sei d’accordo vorrei insegnarti qualche altra cosa.».
Le rispondo che sono davvero curioso e accetto volentieri. Sembra contenta.
«Non sapevo che fossi qui, Pietro mi ha detto che studiavate da te.».
«C’è stato un cambio di programma. Per fortuna Pietro è uscito per recuperare Cristina. Sarebbe stato un problema se ti avesse trovata così.».
«Hai ragione. Oggi abbiamo rischiato parecchio.».
«Però sono contento che sia successo.».
Lei mi sorride. È contenta anche lei. Da oggi mistress Chiara diventa la mia insegnante e io inizio il mio percorso da giovane padrone.
Continua…
È metà settembre. Sono a casa di Pietro (il mio migliore amico da sempre), siamo vicini di casa e in sessione studiamo spesso insieme, dato che facciamo la stessa facoltà. Il pomeriggio inizia tranquillamente con lo studio fino a che Pietro non riceve la chiamata della sua ragazza che ha un problema con la macchina. La va a prendere e mi dice di aspettare da lui che in un’oretta dovrebbe essere di ritorno. Ero in taverna, quando dal piano di sopra sento dei rumori. Avrei dovuto essere da solo in casa e così salgo a vedere. I rumori vengono dalle camere. Mi avvicino senza fare rumore e vedo la porta socchiusa. Sento dei lamenti. E decido di sbirciare. La scena che vedo è fantastica.
Una donna di quarantacinque anni in forma, quarta di seno e figa depilata, imbavagliata e legata mani e piedi alle sponde del letto matrimoniale. È la mamma di Pietro, Chiara. Che donnona! Vicino a lei, in piedi, c’è un uomo nudo che però non è suo marito. Ha in mano un frustino di cuoio e la colpisce sui seni rossissimi. La insulta. Lei però non sembra preoccupata anzi, sembra godere. Davanti a quella scena ho il cazzo che esplode nelle mutande. Mi fa quasi male. Lo tiro fuori e inizio a segarmi. Chiara riceve le stesse frustate sulla figa che è lucida tanto è bagnata. Mi appoggio alla porta. Questa si apre e resto imbambolato con il cazzo in mano davanti ai due che mi guardano. Chiara diventa rossa in volto per l’imbarazzo, l’uomo invece sembra gradire la mia presenza. Mi chiede se voglio provare.
«Cosa devo fare?».
Sono curioso e eccitato. Voglio frustare anche io la gran porca della mamma del mio amico.
«Prendi questo e colpisci dove vuoi.» mi dice passandomi il frustino.
Io lo prendo e tiro una frustata sulla pancia. Troppo piano. La sopporta come se le avessi fatto una carezza. Il tizio mi consiglia di colpire con più decisione una parte più sensibile. Così passo alla figa. Questa volta va meglio, i colpi li sente.
Andiamo avanti per un po’. Sono eccitatissimo. Le palle mi frizzano. Sento che sto per venire senza nemmeno essermi toccato. Punto su quella stupenda quarta e dopo due colpi di mano le sborro sulle tette. Che bello. L’orgasmo più bello che abbia mai provato. Lei mi guarda compiaciuta, quasi orgogliosa della sborrata copioso che le ho regalato. Poi volge lo sguardo al tizio. Il cazzo è moscio e lo guardo con occhi di delusione. Io sono ancora duro. Capisco che lei ha voglia. Le monto su, punto il cazzo sulla figa e la penetro con forza. Non ho un cazzo molto lungo, 15 cm, in compenso è bello largo. La mamma del mio amico gode. Il tizio che prima sembrava avere il controllo di tutto ora è fermo che ci guarda con il cazzo che torna duro, vedendo Chiara sotto i miei colpi di minchia. Sembra che non sappia cosa fare. Non so come ne perché, ma prendo la situazione in mano.
«Ehi tu. Leccale le tette.» ordino.
Lui mi guarda strano. C’è il mio sperma sulle sue tette e io lo so bene.
«Leccale!» dico più deciso.
Quello piano piano si abbassa su quelle belle tettone e inizia a leccare tutto il mio seme. Le pulisce e ingoia tutto. La quarta di Chiara ora è un miscuglio tra sudore, saliva e i residui del mio seme.
«Strizzale i capezzoli!».
Il tizio esegue, mentre io continuo a scopare la sua caldissima figa.
Non penso di avere ancora molto tempo, non so quando torna Pietro. Aumento il ritmo delle pompate. Sento la figa umida contrarsi e vedo il corpo di Chiara tremare. Ha un orgasmo. E poco dopo vengo anche io dentro di lei. L’unico a non essere venuto è il tizio.
Tolgo il bavaglio alla mamma di Pietro. Ha il fiatone e mi sorride. Poi guarda l’altro uomo che si sta segando.
«Sei proprio inutile. Ti fai comandare anche da un ragazzo di poco più di vent’anni. Smetti di segarti e slegami.».
Resto sorpreso. Vedendo lei legata sul letto credevo che fosse il tizio a condurre i giochi, invece era l’esatto opposto.
«Mi sta colando lo sperma del nostro giovanotto dalla figa. Lecca e ingoia tutto.».
«Sì, padrona.» è la risposta del tizio, che subito si dedica a leccare il mio sperma che esce dalla patata della sua padrona.
Chiara si rivolge a me.
«Sono sorpresa, sai Ale?! Non immaginavo che potessi essere un dominatore del genere. L’hai mai fatto prima?».
Rispondo di no.
«Ti è piaciuto? Sai, è difficile trovare un giovane che abbia le tue qualità di comando.».
«Sì, molto.».
«Se sei d’accordo vorrei insegnarti qualche altra cosa.».
Le rispondo che sono davvero curioso e accetto volentieri. Sembra contenta.
«Non sapevo che fossi qui, Pietro mi ha detto che studiavate da te.».
«C’è stato un cambio di programma. Per fortuna Pietro è uscito per recuperare Cristina. Sarebbe stato un problema se ti avesse trovata così.».
«Hai ragione. Oggi abbiamo rischiato parecchio.».
«Però sono contento che sia successo.».
Lei mi sorride. È contenta anche lei. Da oggi mistress Chiara diventa la mia insegnante e io inizio il mio percorso da giovane padrone.
Continua…
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