Anni 70

di
genere
incesti

In. estate andavo per alcune settimane a casa dei nonni, gente semplice in una casa piccola, tanto lavoro e tanto caldo.
Il nonno dopo cena mi portava con lui a casa di un amico a giocare a carte, solitamente c’erano 4 o 5 uomini adulti. La bisca era ubicata nell’autorimessa, un tavolo con 5 o 6 sedie, una brandina, un lavandino, una latrina(che nessuno usava) tanta birra e fumo, io stavo sempre fuori seduto su alcuni gradini e potevo sbirciare chi usciva ad urinare. Alcuni di loro quando mi vedevano tentavano goffamente di nascondere il loro strumento, il padrone di casa no lui si metteva in posizione per farmi vedere bene, mani sui fianchi fino all’ultimo getto poi una scrollata e prima di rimetterlo nei pantaloni mi guardava fisso.
Una domenica pomeriggio stranamente mio nonno mi chiede di andare con lui a giocare a carte, arrivati alla solita bisca vedo che c’è solo il padrone di casa oltre al nonno, si siedono parlano di denaro e di debiti di gioco....
Dopo alcuni minuti il nonno se ne va dicendo che sarebbe tornato presto.
Il padrone di casa mi chiama dentro e chiude il portone mi fa sedere vicino a lui mi chiede se voglio bere qualcosa, poi si alza va rovistare su di uno scaffale quando torna tiene in mano delle riviste. Lui è seduto con le riviste sul tavolo io in piedi vicino a lui, sulle riviste vedo donne nude con grandi tette, lui che con una mano sfoglia la rivista e con l’altra mi tocca una gamba salendo fino all’inguine e fino alle natiche, io sono bianco senza pelo pisello piccolo a quell’età il sesso non c’è ancora.
Dopo qualche pagina lui seduto mi mette in piedi tra le sue gambe, arriva una pagina che cambia la mia vita:una donna sta succiando un cazzo, è fermo lì da qualche minuto, passa le sue mani sulle mie gambe arriva sulle natiche, ora prende la mia mano e l’appoggia su di lui sento duro grande , provo a andarmene ma lui mi dice con tono minaccioso “stai qui!” E a questo punto si apre i pantaloni esce quello che avevo visto tante volte molle che stava pisciando, ora era più lungo più grande con una testa rossa e umida.
Senza parlare mi faceva segno di guardare la rivista dove la donna succhia il cazzo di un giovane, ho capito cosa dovevo fare: mi abbassi e piano piano cominciai a fare entrare quel cazzo nella mia bocca, sentivo la pressione della sua mano sulla nuca ad invitarmi ad andare più giù e più giù.
Non ci volle molto tempo sentì un sapere dolciastro non potevo alzare la testa fui costretto a deglutire, e deglutii senza fatica, lui mi disse “ lo sapevo che eri pronto sei stato bravo” lo ringraziai con un sorriso.
Continuò a ripetere sei pronto sei pronto e non si rivesti, si sdraiò sulla brandina e mi invitò al suo fianco, mi abbracciava mi accarezzava poi comincio a baciarmi il petto la pancia (non il pisellino) le gambe, poi mi girò a pancia in sotto e continuò a baciarmi la nuca le spalle la schiena le natiche e poi con la lingua a frugare in mezzo.
Sentivo la lingua che tentava entrare, che forza con la lingua, entra un po’!sempre di più! Non ricordo quanto è durato forse mi sono addormentato bella sanzione che non posso dimenticare, ora lui poteva fare tutto.
Mi sono risvegliato quando ho sentito parte del suo corpo su di me, qualcosa di grande spingeva sul mio buco.
Ho sentito un primo pezzo entrare ho spalancato la bocca e lui si è fermato poi immobile per qualche secondo poi ancora un pezzo, poi fuori è ancora con la lingua, di nuovo è ripartito con il suo grande arnese dentro un pezzo, sento anche il peso del corpo io ero 40kg e lui 80kg, dentro un altro pezzo, cominciò con un dentro e fuori con lingua ancora con il cazzo poi lingua poi cazzo e ogni volta sempre più giù ormai sento il suo pelo sulle mie chiappe sento le palle sulle gambe, mi sento la pancia piena un leggero dolore piacevole.
Questa volta è durata molto la mente era sconvolta, sono tornato in me solo quando lo sentito
un sospiro liberatorio . Lui che mi diceva “così piccolo così pronto” ed io una grande voglia di andare in bagno.
Dopo che si è rivestito mia ha detto di andare a casa e dire al nonno che poteva tornare a giocare a carte.
di
scritto il
2021-04-15
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