Il segreto della professoressa, parte IV - Matteo
di
D'Anal
genere
dominazione
Dopo aver salutato Andrea nel parcheggio, Laura tornò raggiante all'appartamento. Si era svegliata con una calda sensazione in mezzo alle gambe: destatosi prima di lei, Andrea aveva deciso di darle il buongiorno con un altro memorabile cunnilingus, che la portò all'orgasmo in pochi minuti. Laura decise di ricambiare il favore, senza però rinunciare alla posizione di mistress: mentre si godevano una doccia insieme, nonostante gli spazi ristretti, lo fece voltare di schiena con le mani appoggiate al muro e cominciò a muovere il suo membro eretto con la mano destra. Nel frattempo con la sinistra lo sculacciava, e lentamente gli schiaffi si avvicinavano sempre di più al suo ano, finché dopo averlo insaponato per bene non fece scivolare un dito al suo interno. Andrea sembrò decisamente gradire quella scelta, perché poco dopo liberò una poderosa eiaculazione. Dopo un'abbondante colazione, si concessero un'ultima sveltina sul divano prima di congedarsi.
Le ore passate con Andrea avevano riempito Laura di nuova consapevolezza: c'erano uomini pronti a sottomettersi a lei, e la sensazione di poter dirigere il rapporto a suo piacimento con la complicità dell'altro era impagabile.
Rientrata nell'appartamento, approfittando anche del caldo di quella tarda mattinata, si spogliò completamente. Era come se fosse tornata un'adolescente alle prese con le prime esperienze, ma questa volta con dei partner capaci di soddisfarla: stava riscoprendo il suo corpo, la sua sensualità, la sua capacità di sedurre gli uomini. Non si era mai trovata così a suo agio con il suo corpo nudo, che in quel momento le trasmetteva sicurezza e autostima.
Si sedette al tavolo della cucina, e dopo quasi una settimana di assenza tornò sul sito. Subito dopo aver fissato l'appuntamento con Andrea, aveva impedito ad altri utenti di mandarle dei baci, per non essere subissata mentre era impegnata con un altro: preferiva gestire un impegno alla volta. Per prima cosa lasciò una recensione estremamente favorevole al profilo di Andrea, sottolineandone classe, cultura e grandissima disponibilità come sub. Poi decise che questa volta avrebbe solamente aspettato la giusta richiesta, senza cercare profili. Voleva sentirsi desiderata, del resto era lei la regina a cui gli altri si dovevano rivolgere. Sbloccò il profilo e spense il computer, imponendosi di controllare nuovamente solo qualche ora più tardi.
Laura gettò un'occhiata all'orologio: erano le undici e un quarto. Recuperò un libro dalla camera da letto, prese un calice e la bottiglia portata da Andrea. Fino all'ora di pranzo, quella ninfa dal corpo nudo e bellissimo rimase comodamente seduta sul divano, leggendo Di cosa parliamo quando parliamo d'amore e sorseggiando vino bianco.
Intorno alle cinque del pomeriggio, Laura decise di controllare nuovamente il sito. La prima notifica che notò fu la recensione lasciatale da Andrea poche ore prima:
“Mistress giovane ma molto determinata e consapevole. Ragazza di grande bellezza, intelligenza e sensibilità. Una piacevolissima serata e un altrettanto piacevole risveglio. Astenersi vanilla e sub fasulli”
Laura sorrise, poi controllò i sette baci che le erano stati inviati. Il messaggio di Andrea doveva aver sortito l'effetto sperato, perché soltanto un utente le aveva chiesto se fosse interessata a rapporti come sub. Dei sei rimanenti, tre contenevano i tipici messaggi sgrammaticati e approssimativi che facevano immediatamente calare la libido di Laura, mentre gli altri tre provenivano da profili interessanti: il primo le era stato inviato da un uomo di quasi cinquant'anni, con una foto profilo che esibiva un fisico più dedito al divano che alla palestra. I modi sembravano comunque gentili e la descrizione era quella di una persona tutt'altro che rozza. Laura decise però di lasciare in sospeso quella proposta, perché dopo l'esperienza con Andrea preferiva incontrare qualcuno di più vicino alla sua età. Il secondo bacio le era stato inviato da un altro uomo sulla quarantina, la cui descrizione denotava però un particolare interesse per pratiche come il pissing e la degradazione, che provocavano in Laura un immediato senso di repulsione; decise perciò di non considerarlo. L'ultimo bacio catturò immediatamente l'attenzione di Laura: il messaggio che lo accompagnava era infatti:
“Ciao, ti piacerebbe prendere in giro il mio cazzetto?”
Nonostante la proposta un po' troppo diretta per i suoi gusti, Laura non poté fare a meno di mordersi le labbra all'idea di sottomettere un uomo con un membro di piccole dimensioni, anche perché era sempre stata piuttosto “fortunata” sia negli incontri con partner occasionali sia in relazioni più o meno stabili. Il profilo apparteneva a un ragazzo di 24 anni, il cui nickname era “Small dick energy”. Laura scoppiò in una fragorosa risata. La foto profilo lo ritraeva dal collo alla vita, fermandosi proprio prima di esibire quel membro di cui il ragazzo tanto si vantava, in maniera quasi paradossale secondo l'immaginario comune. Il corpo era molto atletico, con pettorali tonici e un addome scolpito.
“Un palestrato dal cazzo piccolo” pensò Laura, eccitata dall'idea di imporsi come professoressa dominatrice su quella massa di muscoli, che quasi sperava potesse appartenere a un ragazzo non particolarmente brillante.
La città di provenienza era a soli venti minuti di macchina da quella di Laura. La descrizione del profilo mostrava tuttavia perfetta padronanza della lingua e certamente una grande dose di autoironia:
“Ho un cazzo decisamente piccolo, e su questo sito posso finalmente farne un vanto! Non vi do misure precise per non rovinarvi il piacere di scoprirlo di persona ;) Cerco dominatrici che mi diano ordini e soprattutto che mi deridano e si prendano gioco delle mie dimensioni. Amo i giochi di ruolo e mi diverto a interpretare una parte, a patto ovviamente di uscirne deriso e possibilmente soddisfatto! Normalmente cerco incontri da un'unica giornata, ma sono aperto anche a incontri di conoscenza”
Anche le recensioni erano decisamente positive:
“Ottimo sub, molto ubbidiente, autoironico e consapevole delle sue abilità. Vi divertirete”
“Uno dei migliori incontri che io abbia avuto con uno dei cazzi più piccoli che abbia mai visto! Persona piacevolissima e divertente, bravissimo sub”
“Giocare con il suo cazzetto come infermiera è stata un'esperienza unica. Consiglio a tutte di cimentarsi con lui in un gioco di ruolo, il divertimento e il godimento sono assicurati”
Laura non aveva mai pensato all'umiliazione come gioco erotico, ma l'idea la stava decisamente stuzzicando, al punto che quasi senza accorgersene aveva infilato una mano tra le gambe. A convincerla fu proprio il pensiero di un gioco di ruolo, che avrebbe reso l'incontro ancora più eccitante. Senza attendere oltre, ricambiò il bacio. “Small dick energy” non era però online in quel momento, così Laura prese l'iniziativa e inviò il primo messaggio in chat:
“Ciao, grazie della proposta, mi hai molto incuriosita. Mi piacerebbe incontrarti e conoscerti meglio”
Mentre attendeva una risposta, cominciò a fantasticare su quel “cazzetto” e su tutti i modi in cui poteva giocarci. Si immaginò di ridere non appena avesse abbassato le mutande a quel ragazzo, di afferrare il suo membro tra pollice e indice per esaltarne la dimensioni ridicole, di muoverlo fino a ottenere un'erezione che in ogni caso non rendeva onore alla sua definizione di “pene”, di farlo sparire nella sua bocca insieme ai testicoli in scioltezza per umiliarlo ulteriormente, di provare a cavalcarlo per provare a sentire quanto potesse darle piacere, di ridere persino durante l'atto perché era come cavalcare il nulla, di imporgli di leccarla per darle piacere, di sentire la sua lingua sul clitoride ancora, e ancora, e ancora...
Prima di rendersene conto, strinse le cosce e proruppe in un orgasmo che aveva cercato di trattenere invano, di quelli frettolosi ma intensi. Proprio in quel momento arrivò la risposta del ragazzo:
“Ciao, grazie a te di aver accettato! Posso chiederti subito se cerchi incontri singoli o di conoscenza?”
“Per il momento sono interessata a incontri singoli”
“Ottimo, grazie! Mi potresti dire di dove sei di preciso?”
“Sono di B., se per te non è un problema arrivarci farei da me”
“Sì, perfetto! Settimana prossima potrebbe andare bene? Ti avverto che purtroppo la sera venerdì e nei weekend lavoro, quindi preferirei che ci vedessimo di pomeriggio”
“Sabato pomeriggio?”
“Perfetto!”
Come per Andrea, si accordarono per incontrarsi nel parcheggio. Laura spense il computer e sorrise soddisfatta: nella sua testa stavano già prendendo forma i dettagli di quell'appuntamento.
Poco prima delle due e mezza, orario su cui si erano accordati, il ragazzo salì sulla macchina.
“Piacere, Matteo” disse prima di baciarla sulle guance.
“Laura” rispose lei sorridendo.
Questa volta niente fiori né vino, ma un'invitante scatola di cioccolatini. Laura cominciava ad apprezzare quegli omaggi.
“Gentilissimo, grazie” disse.
Nel breve tragitto verso l'appartamento Laura si scusò per quel metodo di incontro un po' furtivo, e Matteo la rassicurò dicendo che la scelta del luogo rischiava sempre di essere problematica: tra chi conviveva, chi era sposato e i prezzi non sempre accessibili degli alberghi, incontrarsi in un parcheggio era decisamente tra le soluzioni più comode che gli fossero capitate.
“Una volta sono finito a farlo all'aperto in piena campagna” disse.
“In ogni caso” continuò “la privacy è probabilmente tra i punti di forza del sito. In due anni non ho letto una singola recensione che lamentasse una violazione delle informazioni personali. C'è grande rispetto di ciò che viene condiviso negli incontri, che siano di un solo giorno o anche più duraturi. Quindi fai pure come preferisci, ricorda soltanto che le informazioni che condividi sono al sicuro”
Raggiunto l'appartamento, Laura gli chiese se volesse un caffè.
“Volentieri” rispose lui.
Mentre preparava la moka, disse:
“A proposito di informazioni personali, posso chiederti cosa fai nella vita?”
“Studio medicina” rispose lui “Purtroppo fuoricorso di un anno, ho dovuto cominciare a lavorare e i ritmi erano troppo impegnativi. La sera consegno le pizze, certo non il lavoro più gratificante del mondo, ma è sufficiente per pagarmi l'affitto in studentato. Tu?”
“Insegno lettere al liceo”
La reazione fu simile a quella di Andrea, forse nutrita anche dalle sue fantasie sul gioco di ruolo.
“C'è qualcosa di sbagliato nel farlo con un'insegnante?” chiese Laura prendendolo in giro.
“No no, anzi” si affrettò a rispondere lui con un sorriso imbarazzato.
Dopo aver acceso il fornello, Laura lo osservò attentamente per la prima volta: indossava una semplice polo e un paio di jeans neri. La polo premeva contro i pettorali e metteva in risalto i grossi bicipiti. Anche il volto era molto attraente: il viso a diamante era contornato da corti ricci neri e da una barba appena pronunciata. Le labbra erano sottili a il naso perfettamente regolare. Quel volto dal sapore mediterraneo era completato da due occhi color nocciola.
“Semplicemente” riprese Matteo “non me lo sarei mai aspettato, forse per l'aspetto – voglio dire, un paio di shorts e una camicetta estiva sono tra le cose che meno assocerei a un'insegnate – forse anche per il fatto di cercare appuntamenti su un sito, sicuramente bisogna avere un bel po' di coraggio. Ora capisco il bisogno di mantenere più privacy possibile”
“In effetti come insegnante ricopro un ruolo che per certi versi mi limita parecchio. I pregiudizi sul sesso poi sono ancora troppi, per tanti rimane un argomento tabù e si cerca sempre di stigmatizzarlo. E invece bisognerebbe poterlo dire liberamente: anche le maestre e le professoresse scopano, hanno fantasie sessuali come tutti e possono anche decidere di non volere una relazione stabile ma di organizzare rapporti occasionali tramite siti o applicazioni. Ma in attesa che la sessualità diventi un argomento normalizzato e accettato dalla società, devo necessariamente tutelarmi il più possibile”
Mentre serviva il caffè, chiese a Matteo:
“E tu? Come mai sei qui con una mistress più grande di te e non in giro per l'università a fare stragi di cuori con quei bicipiti?”
Lui rise, poi rispose:
“Diciamo che le mie esperienze con i rapporti 'normali' non sono stati proprio idilliaci, per motivi che puoi ben immaginare. Ancora prima di avere il mio primo rapporto, vedevo la differenza di dimensioni tra me e gli altri negli spogliatoi e mi sentivo in soggezione. Quando per la prima volta mi sono spogliato davanti a una ragazza, a 17 anni, non mi si è nemmeno alzato per la tensione. Lei aveva già avuto altre esperienze e si è messa a ridere. Ero distrutto. Mi ci è voluto del tempo prima di provarci di nuovo, e mi sono assicurato che la ragazza questa volta fosse vergine. Sono riuscito ad avere un'erezione, ma durante il rapporto vedevo chiaramente che lei non provava quasi nulla, e ancora una volta mi sono sentito a pezzi. Da lì in poi è stato un continuo saliscendi tra ragazze che cercavano di rassicurarmi ma non riuscivano comunque a nascondere la loro insoddisfazione, e altre che semplicemente mi hanno riso in faccia”
Laura non poté fare a meno di provare grande empatia per quel racconto che le ricordava così tanto le sue travagliate esperienze sessuali.
“Però qualcosa di buono c'era” proseguì Matteo “perché anche prendendomi in giro, pur di provare qualcosa, la maggior parte di loro mi concedeva di penetrarle analmente, spesso per la prima volta in vita loro. E mentre loro ridevano io venivo nel loro culo. Da lì la cosa è cominciata a piacermi, ma alla fine mi sentivo pur sempre umiliato, in qualche modo. La vera svolta è arrivata quando ho scoperto il sito grazie a una gruppo facebook sul BDSM. La prima persona che ho incontrato era una mistress esperta, che in un certo senso mi ha preso sotto la sua ala. Mi ha messo davanti al fatto che con le mie dimensioni difficilmente avrei soddisfatto una ragazza con la penetrazione, così mi ha insegnato a leccarla, a stimolare il clitoride e a godere di un rapporto di dominazione. Grazie a lei ho capito quanto mi eccitasse essere sottomesso, e ho imparato a godere dell'essere umiliato, perché so che si tratta solo di un ruolo che ci si attribuisce. Al di fuori del rapporto ho sempre conosciuto persone gentilissime e premurose”
Laura lo fissava rapita da quella confessione così intima e da quella capacità di raccontarsi in maniera tanto pulita quanto dettagliata.
“Scusami” disse lui ridendo e abbassando lo sguardo “Quando comincio a parlare di me tendo a lasciarmi un po' prendere la mano”
“Hai fatto benissimo” rispose lei sorridendo “Non voglio fare sesso con qualcuno di cui non so assolutamente nulla, e anche se il tempo è poco mi piace sapere il più possibile su chi ho di fronte”
Laura raccontò brevemente le sue sfortunate esperienze, e tra lei e Matteo nacque una naturale complicità.
“Adesso che ci conosciamo meglio” disse poi Laura “posso farti una domanda un po' meno seria? Potrà sembrarti stupida, ma poi capirai”
“Spara” rispose Matteo.
“Che scuola hai fatto?”
“Lo scientifico”
Laura sorrise.
“E come te la cavavi in latino?”
Matteo scoppiò a ridere, poi rispose:
“Ho avuto il debito per due anni, lo detestavo. Mi spiace dovertelo dire ma è così, non ho mai subito il fascino della letteratura di ogni genere”
“Capisco” ripose Laura con calma e finta nonchalance “Quindi non ti farebbe male un bel ripasso di letteratura latina, dico bene?”
Matteo sgranò gli occhi. Stava cominciando a realizzare quale fosse l'idea nella testa di Laura.
“Assolutamente no, mi farebbe decisamente comodo” rispose stando al gioco.
“Bene!” disse Laura con un ampio sorriso mentre si alzava in piedi “Dammi solo un attimo, vado di là a recuperare il libro che ci serve”
Si diresse rapidamente verso la camera da letto e chiuse la porta alle sue spalle. Mentre si spogliava, non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto: il suo piano per quel pomeriggio era pronto ad accendersi.
Quando Laura rientrò in salotto, Matteo stava distrattamente osservando una fotografia che la ritraeva fresca di laurea, con la tradizionale corona di alloro e la tesi in mano, alle sue spalle. Nel voltarsi, per poco non ebbe un sussulto: gli shorts e la camicetta estiva avevano lasciato il posto a una camicia bianca e una minigonna nera aderente, dalla quale spuntavano calze nere di nylon. Le sneakers che portava ai piedi erano diventate eleganti tacchi a spillo, e agli occhi portava un paio di occhiali dalla montatura sottile. Ora aveva davvero l'aspetto della professoressa sexy. In mano aveva un libro di testo e una riga da 50 centimetri, che posò sul tavolo prima di mettersi a sedere.
“B-buongiorno professoressa” balbettò Matteo.
“Buongiorno, Matteo” rispose Laura con fare cordiale “Pronto per un bel ripasso?”
“Speriamo” rispose lui sorridendo.
“Per animarlo un po', ho pensato a una piccola sfida, dato che siamo qui soli. Io ti farò delle domande, a ogni tua risposta corretta io sarò costretta a togliermi un indumento. Ma se dovessi sbagliare risposta, sarai tu a doverti spogliare di un pezzo. Il primo a rimanere nudo dovrà ubbidire completamente agli ordini dell'altro. Ti piace come idea?”
“Certo” rispose Matteo dopo aver deglutito a forza.
“Bene. Parliamo del Satyricon”
L'espressione completamente persa di Matteo fece capire a Laura di aver avuto l'intuizione giusta.
“Chi è l'autore del Satyricon?” fu la sua prima domanda.
“Non saprei” rispose Matteo con fare pensoso “Cicerone?”
“Sbagliato. Petronio”
Matteo si levò la scarpa destra.
“Dove è ambientato?”
“Immagino a Roma”
“Sbagliato. Non è precisato, ma di sicuro è una città del Sud Italia”
La scarpa sinistra si affiancò alla destra.
“Ora parliamo un po' del contenuto: chi è Priapo?”
“Un soldato romano?”
“Sbagliato di nuovo, è una divinità”
Matteo si sfilò il primo dei due calzini.
“Adesso forse te lo ricordi meglio, qual è la caratteristica del dio Priapo?”
“Priapo... mi sembra simile a 'prima', è il dio del tempo?”
Laura sorrise, appoggiò i gomiti sul tavolo e si sporse in avanti. Le sue tette, libere dalla morsa del reggiseno e generosamente scoperte dai tre bottoni slacciati della camicia, danzarono ipnotiche di fronte a Matteo.
“Niente affatto” disse piano “Priapo è il dio della virilità, è il suo tratto distintivo è il suo enorme cazzo. Più o meno così” disse prendendo la riga e tenendola tra i palmi delle mani.
“Ah” rispose Matteo, ancora imbambolato dalla vertiginosa scollatura di Laura, mentre con una mano si levava anche l'altro calzino.
“Ti vedo un po' in difficoltà” disse lei prendendolo in giro “Ti serve forse un bicchiere d'acqua?”
“S-sì, grazie” rispose quasi destandosi da quella visione.
Dopo che ebbe bevuto, Laura passò alla quarta domanda:
“Quale maledizione scaglia Priapo su Encolpio, il protagonista?”
“Be', considerando che è il dio della virilità immagino gli rimpicciolisca il pene o qualcosa del genere”
“Questa volta ci sei andato vicino, ma la risposta è comunque sbagliata. Lo rende semplicemente impotente, niente interventi sulla lunghezza del pene”
Matteo si tolse la maglietta, mettendo in mostra il suo fisico imponente.
Laura si alzò e girò intorno al tavolo fino a trovarsi di fronte a lui. Sollevò la gonna fino ai fianchi, mostrando il tanga nero di pizzo e i gancetti del reggicalze, poi liberatasi della scarpa allungò il piede destro fino ad appoggiarlo sul pacco di Matteo, che ancora una volta rimase impressionato dalla sua sicurezza e sensualità.
“All'inizio dell'opera, Encolpio dove incontra per caso l'amico Ascilto?”
“In piazza?”
“Sbagliato ancora. Lo trova in un bordello”
“Ah, capito” disse Matteo sfilandosi la cintura.
“Chi è Gitone?”
Matteo era ormai allo sbando.
“Il rivale in amore del protagonista?”
“Di nuovo sbagliato. È il ragazzino che Encolpio e Ascilto amano scoparsi e che si contendono per tutto il racconto”
Matteo annuii, poi si sfilò i pantaloni. Laura sollevò il piede e infilò di nuovo la scarpa, poi si accovacciò e cominciò a massaggiare con la mano il membro di Matteo da sopra i boxer neri.
“Ultima possibilità per non rimanere nudo ed essere completamente nelle mie mani: cosa impone la sacerdotessa Quartilla a Encolpio e Ascilto come rito espiatorio per un sacrilegio che avevano compiuto contro Priapo?”
“Una cosa a tre con lei?”
Laura sorrise.
“Questa volta ci sei andato molto vicino, ma la risposta è di nuovo sbagliata. Quartilla costringe Encolpio e Ascilto a prendere parte a una lunga, estenuante orgia” Pronunciò queste ultime parole premendo con vigore sempre maggiore tra le gambe di Matteo.
“Visto che non hai sbagliato di molto, voglio premiarti” aggiunse poi Laura. Così dicendo si alzò e si sbottonò completamente la camicia, per poi sfilarla e gettarla sul divano. Ora il suo seno nudo era completamente alla mercé di Matteo.
“Adesso però” disse tornando ad accovacciarsi “devi rimanere completamente nudo e ubbidire a ogni mio ordine. Alzati in piedi”
Matteo si alzò con le mani dietro la schiena, continuando a guardare Laura che faceva scorrere le mani lungo l'elastico delle sue mutande.
“Mostrami che a differenza di Encolpio tu puoi farmi godere” disse lei con uno sguardo carico di desiderio “Fammi vedere il tuo cazzo”
Con un colpo secco gli abbassò i boxer. Il membro che le si parò davanti era già parzialmente in erezione, ma a occhio e croce non superava un dito medio in lunghezza, e anche la larghezza era drasticamente al di sotto della media.
“Tutto qui?” chiese in direzione di Matteo con l'espressione più delusa che potesse inscenare “Adesso crescerà, voglio sperare. Cos'è, non ti piacciono le mie tette?” chiese stringendo il seno con un braccio e muovendo la mano avanti e indietro lungo quell'asta così corta.
“Certo che mi piacciono” si affrettò a rispondere lui “Però queste sono le mie dimensioni, ecco. Temo non ci sia molto da fare”
Laura interruppe la sega e soppesò il membro con l'indice della mano, quasi a volerlo studiare da vicino come un oggetto del tutto insolito. Afferrò la riga dal tavolo e la posizionò alla base del pene. La punta della cappella corrispondeva a poco più di sette centimetri.
“Sette centimetri” lesse Laura ad alta voce “Io ti ho sedotto, ti ho sbattuto le tette in faccia, mi sono spogliata davanti a te e tu mi ripaghi con sette centimetri? Stai scherzando?”
Matteo teneva la testa bassa con fare di scusa, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
“Ah, ridi anche” lo incalzò Laura “Be', c'è molto poco da ridere! Io volevo un cazzo degno di Priapo e invece mi ritrovo con questa... cosa insignificante. Non penserai mica di metterlo dentro di me, spero. Vieni qui” disse afferrandolo per un polso e trascinandolo in mezzo al salotto.
Si liberò rapidamente della gonna e del tanga, rimanendo con il solo completo di calze e reggicalze. Si sedette sul divano e spalancò le gambe.
“Fammi vedere cosa sai fare” disse altera a Matteo “Mi aspetto che con un cazzo del genere tu sappia almeno leccarla a dovere”
Matteo si mise in ginocchio di fronte a lei e docilmente affondò la testa tra le sue cosce.
Laura cercò di non dare a vedere tutto il suo godimento, ma quello era probabilmente il miglior cunnilingus che avesse mai ricevuto. Sapeva dosare con estrema precisione l'ampiezza della leccata e sapeva quali zone stimolare. In appena un paio di minuti raggiunse l'orgasmo.
“Devo dire” disse ansimando “Che te la sei cavata discretamente. Ti sei meritato una possibilità”
Laura fece sedere Matteo sul divano e con una breve sega a due dita lo portò a completa erezione.
“In fondo perché non approfittarne?” disse guardandolo negli occhi, prima di abbassare la testa e accogliere tutta l'asta nella sua bocca, con tanta facilità che aiutandosi con le mani riuscì a includere anche i testicoli. Riemersa da quel deepthroat, si godette l'espressione piena di eccitazione di Matteo mentre continuava a masturbarlo.
“Non penserai che ti lasci venire in bocca” lo ammonì con tono disgustato “Adesso voglio proprio vedere cosa si prova a cavalcare un cazzo così piccolo”
Laura si alzò e recuperò un pacco di preservativi da un cassetto.
“Questa è la misura più piccola che ho” disse. Aveva comprato quei preservativi appositamente per quell'appuntamento, e in ogni caso era ancora dubbiosa sul fatto che potessero calzare. Invece al primo colpo il preservativo scivolò lungo il membro, aderendovi perfettamente. Laura salì sul divano e lo fece scivolare nella sua vagina ancora umida per l'orgasmo raggiunto poco prima. Cominciò a muoversi, e subito si rese conto della differenza di sensazione rispetto a un pene di dimensioni normali: riusciva comunque a percepire degli stimoli, ma erano come ovattati.
“Spero che tu quantomeno stia godendo” disse con aria annoiata dopo un po' “Perché io non sono nemmeno sicura che sia dentro”
La risposta di Matteo a quella provocazione non si lasciò attendere: con una mano, coordinando perfettamente il movimento con quello della penetrazione, cominciò a toccare il clitoride di Laura, che per agevolarlo spostò il busto all'indietro, reggendosi sulle sue ginocchia. Laura si stupì di come, nonostante la frenesia dell'atto, il suo tocco non fosse la classica sfregata ruvida di tanti ragazzi inesperti, ma riuscisse invece a stimolarla con delicatezza ed efficacia allo stesso tempo. Laura ringraziò tra sé e sé la mistress che lo aveva istruito: aveva decisamente fatto un ottimo lavoro.
Mentre Laura sentiva l'orgasmo avvicinarsi, i gemiti di Matteo si facevano più rauchi, e il suo respiro più affannoso. Intuendo che anche lui era vicino al climax, Laura disse:
“Stai per venire, eh? Non so se ti meriti di godere, con tutte le risposte sbagliate che mi hai dato... Potrei anche decidere di alzarmi e lasciarti concludere con una tristissima sega solitaria”
“Ti prego” disse Matteo “Lasciami venire mentre mi cavalchi. Prometto... che ti farò godere tutte le volte che vorrai”
“Di certo non sarà per merito di quello che hai trovi in mezzo alle gambe” lo schernì Laura.
“E va bene” aggiunse poi sbuffando “Ma sappi” concluse sussurrando nel suo orecchio “che lo faccio solo per pietà di quell'inutile cazzetto che ti ritrovi”
Questo per Matteo fu il colpo di grazia: bastarono un paio di affondi e il preservativo si riempì di caldo sperma. Ebbe solo il tempo di sfilarlo prima che Laura gli imponesse di concludere il lavoro: aiutandosi anche con la penetrazione delle dita, Matteo la portò brevemente al secondo orgasmo di quell'appuntamento.
Matteo ripartì alle cinque: fino a quell'ora, i due continuarono a godere e a far godere l'altro, tra una doccia insieme, un 69 e una sveltina in camera da letto. Abbandonato il gioco di ruolo, quei rapporti passavano con naturalezza dal giocoso alla dominazione, alternati da coccole e abbracci, che venivano puntualmente interrotti dalla mano di Laura che giocherellava con il membro flaccido di Matteo fino a ottenere una nuova erezione.
“Sono stata davvero bene con te” disse Laura al momento di salutarsi.
“Anche io” rispose Matteo sorridendo.
Si abbracciarono, e Laura ne approfittò per sussurrargli nell'orecchio:
“Sai, ogni tanto non mi dispiacerebbe vederti di nuovo, per... giocare un po' insieme a te”
Nel concludere la frase, strinse la mano sinistra sul suo pacco. Matteo trasalì, ma Laura era tranquilla: che qualcuno potesse vederla o giudicarla, in quel momento, non le importava affatto. Si sentiva finalmente libera di essere se stessa.
Le ore passate con Andrea avevano riempito Laura di nuova consapevolezza: c'erano uomini pronti a sottomettersi a lei, e la sensazione di poter dirigere il rapporto a suo piacimento con la complicità dell'altro era impagabile.
Rientrata nell'appartamento, approfittando anche del caldo di quella tarda mattinata, si spogliò completamente. Era come se fosse tornata un'adolescente alle prese con le prime esperienze, ma questa volta con dei partner capaci di soddisfarla: stava riscoprendo il suo corpo, la sua sensualità, la sua capacità di sedurre gli uomini. Non si era mai trovata così a suo agio con il suo corpo nudo, che in quel momento le trasmetteva sicurezza e autostima.
Si sedette al tavolo della cucina, e dopo quasi una settimana di assenza tornò sul sito. Subito dopo aver fissato l'appuntamento con Andrea, aveva impedito ad altri utenti di mandarle dei baci, per non essere subissata mentre era impegnata con un altro: preferiva gestire un impegno alla volta. Per prima cosa lasciò una recensione estremamente favorevole al profilo di Andrea, sottolineandone classe, cultura e grandissima disponibilità come sub. Poi decise che questa volta avrebbe solamente aspettato la giusta richiesta, senza cercare profili. Voleva sentirsi desiderata, del resto era lei la regina a cui gli altri si dovevano rivolgere. Sbloccò il profilo e spense il computer, imponendosi di controllare nuovamente solo qualche ora più tardi.
Laura gettò un'occhiata all'orologio: erano le undici e un quarto. Recuperò un libro dalla camera da letto, prese un calice e la bottiglia portata da Andrea. Fino all'ora di pranzo, quella ninfa dal corpo nudo e bellissimo rimase comodamente seduta sul divano, leggendo Di cosa parliamo quando parliamo d'amore e sorseggiando vino bianco.
Intorno alle cinque del pomeriggio, Laura decise di controllare nuovamente il sito. La prima notifica che notò fu la recensione lasciatale da Andrea poche ore prima:
“Mistress giovane ma molto determinata e consapevole. Ragazza di grande bellezza, intelligenza e sensibilità. Una piacevolissima serata e un altrettanto piacevole risveglio. Astenersi vanilla e sub fasulli”
Laura sorrise, poi controllò i sette baci che le erano stati inviati. Il messaggio di Andrea doveva aver sortito l'effetto sperato, perché soltanto un utente le aveva chiesto se fosse interessata a rapporti come sub. Dei sei rimanenti, tre contenevano i tipici messaggi sgrammaticati e approssimativi che facevano immediatamente calare la libido di Laura, mentre gli altri tre provenivano da profili interessanti: il primo le era stato inviato da un uomo di quasi cinquant'anni, con una foto profilo che esibiva un fisico più dedito al divano che alla palestra. I modi sembravano comunque gentili e la descrizione era quella di una persona tutt'altro che rozza. Laura decise però di lasciare in sospeso quella proposta, perché dopo l'esperienza con Andrea preferiva incontrare qualcuno di più vicino alla sua età. Il secondo bacio le era stato inviato da un altro uomo sulla quarantina, la cui descrizione denotava però un particolare interesse per pratiche come il pissing e la degradazione, che provocavano in Laura un immediato senso di repulsione; decise perciò di non considerarlo. L'ultimo bacio catturò immediatamente l'attenzione di Laura: il messaggio che lo accompagnava era infatti:
“Ciao, ti piacerebbe prendere in giro il mio cazzetto?”
Nonostante la proposta un po' troppo diretta per i suoi gusti, Laura non poté fare a meno di mordersi le labbra all'idea di sottomettere un uomo con un membro di piccole dimensioni, anche perché era sempre stata piuttosto “fortunata” sia negli incontri con partner occasionali sia in relazioni più o meno stabili. Il profilo apparteneva a un ragazzo di 24 anni, il cui nickname era “Small dick energy”. Laura scoppiò in una fragorosa risata. La foto profilo lo ritraeva dal collo alla vita, fermandosi proprio prima di esibire quel membro di cui il ragazzo tanto si vantava, in maniera quasi paradossale secondo l'immaginario comune. Il corpo era molto atletico, con pettorali tonici e un addome scolpito.
“Un palestrato dal cazzo piccolo” pensò Laura, eccitata dall'idea di imporsi come professoressa dominatrice su quella massa di muscoli, che quasi sperava potesse appartenere a un ragazzo non particolarmente brillante.
La città di provenienza era a soli venti minuti di macchina da quella di Laura. La descrizione del profilo mostrava tuttavia perfetta padronanza della lingua e certamente una grande dose di autoironia:
“Ho un cazzo decisamente piccolo, e su questo sito posso finalmente farne un vanto! Non vi do misure precise per non rovinarvi il piacere di scoprirlo di persona ;) Cerco dominatrici che mi diano ordini e soprattutto che mi deridano e si prendano gioco delle mie dimensioni. Amo i giochi di ruolo e mi diverto a interpretare una parte, a patto ovviamente di uscirne deriso e possibilmente soddisfatto! Normalmente cerco incontri da un'unica giornata, ma sono aperto anche a incontri di conoscenza”
Anche le recensioni erano decisamente positive:
“Ottimo sub, molto ubbidiente, autoironico e consapevole delle sue abilità. Vi divertirete”
“Uno dei migliori incontri che io abbia avuto con uno dei cazzi più piccoli che abbia mai visto! Persona piacevolissima e divertente, bravissimo sub”
“Giocare con il suo cazzetto come infermiera è stata un'esperienza unica. Consiglio a tutte di cimentarsi con lui in un gioco di ruolo, il divertimento e il godimento sono assicurati”
Laura non aveva mai pensato all'umiliazione come gioco erotico, ma l'idea la stava decisamente stuzzicando, al punto che quasi senza accorgersene aveva infilato una mano tra le gambe. A convincerla fu proprio il pensiero di un gioco di ruolo, che avrebbe reso l'incontro ancora più eccitante. Senza attendere oltre, ricambiò il bacio. “Small dick energy” non era però online in quel momento, così Laura prese l'iniziativa e inviò il primo messaggio in chat:
“Ciao, grazie della proposta, mi hai molto incuriosita. Mi piacerebbe incontrarti e conoscerti meglio”
Mentre attendeva una risposta, cominciò a fantasticare su quel “cazzetto” e su tutti i modi in cui poteva giocarci. Si immaginò di ridere non appena avesse abbassato le mutande a quel ragazzo, di afferrare il suo membro tra pollice e indice per esaltarne la dimensioni ridicole, di muoverlo fino a ottenere un'erezione che in ogni caso non rendeva onore alla sua definizione di “pene”, di farlo sparire nella sua bocca insieme ai testicoli in scioltezza per umiliarlo ulteriormente, di provare a cavalcarlo per provare a sentire quanto potesse darle piacere, di ridere persino durante l'atto perché era come cavalcare il nulla, di imporgli di leccarla per darle piacere, di sentire la sua lingua sul clitoride ancora, e ancora, e ancora...
Prima di rendersene conto, strinse le cosce e proruppe in un orgasmo che aveva cercato di trattenere invano, di quelli frettolosi ma intensi. Proprio in quel momento arrivò la risposta del ragazzo:
“Ciao, grazie a te di aver accettato! Posso chiederti subito se cerchi incontri singoli o di conoscenza?”
“Per il momento sono interessata a incontri singoli”
“Ottimo, grazie! Mi potresti dire di dove sei di preciso?”
“Sono di B., se per te non è un problema arrivarci farei da me”
“Sì, perfetto! Settimana prossima potrebbe andare bene? Ti avverto che purtroppo la sera venerdì e nei weekend lavoro, quindi preferirei che ci vedessimo di pomeriggio”
“Sabato pomeriggio?”
“Perfetto!”
Come per Andrea, si accordarono per incontrarsi nel parcheggio. Laura spense il computer e sorrise soddisfatta: nella sua testa stavano già prendendo forma i dettagli di quell'appuntamento.
Poco prima delle due e mezza, orario su cui si erano accordati, il ragazzo salì sulla macchina.
“Piacere, Matteo” disse prima di baciarla sulle guance.
“Laura” rispose lei sorridendo.
Questa volta niente fiori né vino, ma un'invitante scatola di cioccolatini. Laura cominciava ad apprezzare quegli omaggi.
“Gentilissimo, grazie” disse.
Nel breve tragitto verso l'appartamento Laura si scusò per quel metodo di incontro un po' furtivo, e Matteo la rassicurò dicendo che la scelta del luogo rischiava sempre di essere problematica: tra chi conviveva, chi era sposato e i prezzi non sempre accessibili degli alberghi, incontrarsi in un parcheggio era decisamente tra le soluzioni più comode che gli fossero capitate.
“Una volta sono finito a farlo all'aperto in piena campagna” disse.
“In ogni caso” continuò “la privacy è probabilmente tra i punti di forza del sito. In due anni non ho letto una singola recensione che lamentasse una violazione delle informazioni personali. C'è grande rispetto di ciò che viene condiviso negli incontri, che siano di un solo giorno o anche più duraturi. Quindi fai pure come preferisci, ricorda soltanto che le informazioni che condividi sono al sicuro”
Raggiunto l'appartamento, Laura gli chiese se volesse un caffè.
“Volentieri” rispose lui.
Mentre preparava la moka, disse:
“A proposito di informazioni personali, posso chiederti cosa fai nella vita?”
“Studio medicina” rispose lui “Purtroppo fuoricorso di un anno, ho dovuto cominciare a lavorare e i ritmi erano troppo impegnativi. La sera consegno le pizze, certo non il lavoro più gratificante del mondo, ma è sufficiente per pagarmi l'affitto in studentato. Tu?”
“Insegno lettere al liceo”
La reazione fu simile a quella di Andrea, forse nutrita anche dalle sue fantasie sul gioco di ruolo.
“C'è qualcosa di sbagliato nel farlo con un'insegnante?” chiese Laura prendendolo in giro.
“No no, anzi” si affrettò a rispondere lui con un sorriso imbarazzato.
Dopo aver acceso il fornello, Laura lo osservò attentamente per la prima volta: indossava una semplice polo e un paio di jeans neri. La polo premeva contro i pettorali e metteva in risalto i grossi bicipiti. Anche il volto era molto attraente: il viso a diamante era contornato da corti ricci neri e da una barba appena pronunciata. Le labbra erano sottili a il naso perfettamente regolare. Quel volto dal sapore mediterraneo era completato da due occhi color nocciola.
“Semplicemente” riprese Matteo “non me lo sarei mai aspettato, forse per l'aspetto – voglio dire, un paio di shorts e una camicetta estiva sono tra le cose che meno assocerei a un'insegnate – forse anche per il fatto di cercare appuntamenti su un sito, sicuramente bisogna avere un bel po' di coraggio. Ora capisco il bisogno di mantenere più privacy possibile”
“In effetti come insegnante ricopro un ruolo che per certi versi mi limita parecchio. I pregiudizi sul sesso poi sono ancora troppi, per tanti rimane un argomento tabù e si cerca sempre di stigmatizzarlo. E invece bisognerebbe poterlo dire liberamente: anche le maestre e le professoresse scopano, hanno fantasie sessuali come tutti e possono anche decidere di non volere una relazione stabile ma di organizzare rapporti occasionali tramite siti o applicazioni. Ma in attesa che la sessualità diventi un argomento normalizzato e accettato dalla società, devo necessariamente tutelarmi il più possibile”
Mentre serviva il caffè, chiese a Matteo:
“E tu? Come mai sei qui con una mistress più grande di te e non in giro per l'università a fare stragi di cuori con quei bicipiti?”
Lui rise, poi rispose:
“Diciamo che le mie esperienze con i rapporti 'normali' non sono stati proprio idilliaci, per motivi che puoi ben immaginare. Ancora prima di avere il mio primo rapporto, vedevo la differenza di dimensioni tra me e gli altri negli spogliatoi e mi sentivo in soggezione. Quando per la prima volta mi sono spogliato davanti a una ragazza, a 17 anni, non mi si è nemmeno alzato per la tensione. Lei aveva già avuto altre esperienze e si è messa a ridere. Ero distrutto. Mi ci è voluto del tempo prima di provarci di nuovo, e mi sono assicurato che la ragazza questa volta fosse vergine. Sono riuscito ad avere un'erezione, ma durante il rapporto vedevo chiaramente che lei non provava quasi nulla, e ancora una volta mi sono sentito a pezzi. Da lì in poi è stato un continuo saliscendi tra ragazze che cercavano di rassicurarmi ma non riuscivano comunque a nascondere la loro insoddisfazione, e altre che semplicemente mi hanno riso in faccia”
Laura non poté fare a meno di provare grande empatia per quel racconto che le ricordava così tanto le sue travagliate esperienze sessuali.
“Però qualcosa di buono c'era” proseguì Matteo “perché anche prendendomi in giro, pur di provare qualcosa, la maggior parte di loro mi concedeva di penetrarle analmente, spesso per la prima volta in vita loro. E mentre loro ridevano io venivo nel loro culo. Da lì la cosa è cominciata a piacermi, ma alla fine mi sentivo pur sempre umiliato, in qualche modo. La vera svolta è arrivata quando ho scoperto il sito grazie a una gruppo facebook sul BDSM. La prima persona che ho incontrato era una mistress esperta, che in un certo senso mi ha preso sotto la sua ala. Mi ha messo davanti al fatto che con le mie dimensioni difficilmente avrei soddisfatto una ragazza con la penetrazione, così mi ha insegnato a leccarla, a stimolare il clitoride e a godere di un rapporto di dominazione. Grazie a lei ho capito quanto mi eccitasse essere sottomesso, e ho imparato a godere dell'essere umiliato, perché so che si tratta solo di un ruolo che ci si attribuisce. Al di fuori del rapporto ho sempre conosciuto persone gentilissime e premurose”
Laura lo fissava rapita da quella confessione così intima e da quella capacità di raccontarsi in maniera tanto pulita quanto dettagliata.
“Scusami” disse lui ridendo e abbassando lo sguardo “Quando comincio a parlare di me tendo a lasciarmi un po' prendere la mano”
“Hai fatto benissimo” rispose lei sorridendo “Non voglio fare sesso con qualcuno di cui non so assolutamente nulla, e anche se il tempo è poco mi piace sapere il più possibile su chi ho di fronte”
Laura raccontò brevemente le sue sfortunate esperienze, e tra lei e Matteo nacque una naturale complicità.
“Adesso che ci conosciamo meglio” disse poi Laura “posso farti una domanda un po' meno seria? Potrà sembrarti stupida, ma poi capirai”
“Spara” rispose Matteo.
“Che scuola hai fatto?”
“Lo scientifico”
Laura sorrise.
“E come te la cavavi in latino?”
Matteo scoppiò a ridere, poi rispose:
“Ho avuto il debito per due anni, lo detestavo. Mi spiace dovertelo dire ma è così, non ho mai subito il fascino della letteratura di ogni genere”
“Capisco” ripose Laura con calma e finta nonchalance “Quindi non ti farebbe male un bel ripasso di letteratura latina, dico bene?”
Matteo sgranò gli occhi. Stava cominciando a realizzare quale fosse l'idea nella testa di Laura.
“Assolutamente no, mi farebbe decisamente comodo” rispose stando al gioco.
“Bene!” disse Laura con un ampio sorriso mentre si alzava in piedi “Dammi solo un attimo, vado di là a recuperare il libro che ci serve”
Si diresse rapidamente verso la camera da letto e chiuse la porta alle sue spalle. Mentre si spogliava, non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto: il suo piano per quel pomeriggio era pronto ad accendersi.
Quando Laura rientrò in salotto, Matteo stava distrattamente osservando una fotografia che la ritraeva fresca di laurea, con la tradizionale corona di alloro e la tesi in mano, alle sue spalle. Nel voltarsi, per poco non ebbe un sussulto: gli shorts e la camicetta estiva avevano lasciato il posto a una camicia bianca e una minigonna nera aderente, dalla quale spuntavano calze nere di nylon. Le sneakers che portava ai piedi erano diventate eleganti tacchi a spillo, e agli occhi portava un paio di occhiali dalla montatura sottile. Ora aveva davvero l'aspetto della professoressa sexy. In mano aveva un libro di testo e una riga da 50 centimetri, che posò sul tavolo prima di mettersi a sedere.
“B-buongiorno professoressa” balbettò Matteo.
“Buongiorno, Matteo” rispose Laura con fare cordiale “Pronto per un bel ripasso?”
“Speriamo” rispose lui sorridendo.
“Per animarlo un po', ho pensato a una piccola sfida, dato che siamo qui soli. Io ti farò delle domande, a ogni tua risposta corretta io sarò costretta a togliermi un indumento. Ma se dovessi sbagliare risposta, sarai tu a doverti spogliare di un pezzo. Il primo a rimanere nudo dovrà ubbidire completamente agli ordini dell'altro. Ti piace come idea?”
“Certo” rispose Matteo dopo aver deglutito a forza.
“Bene. Parliamo del Satyricon”
L'espressione completamente persa di Matteo fece capire a Laura di aver avuto l'intuizione giusta.
“Chi è l'autore del Satyricon?” fu la sua prima domanda.
“Non saprei” rispose Matteo con fare pensoso “Cicerone?”
“Sbagliato. Petronio”
Matteo si levò la scarpa destra.
“Dove è ambientato?”
“Immagino a Roma”
“Sbagliato. Non è precisato, ma di sicuro è una città del Sud Italia”
La scarpa sinistra si affiancò alla destra.
“Ora parliamo un po' del contenuto: chi è Priapo?”
“Un soldato romano?”
“Sbagliato di nuovo, è una divinità”
Matteo si sfilò il primo dei due calzini.
“Adesso forse te lo ricordi meglio, qual è la caratteristica del dio Priapo?”
“Priapo... mi sembra simile a 'prima', è il dio del tempo?”
Laura sorrise, appoggiò i gomiti sul tavolo e si sporse in avanti. Le sue tette, libere dalla morsa del reggiseno e generosamente scoperte dai tre bottoni slacciati della camicia, danzarono ipnotiche di fronte a Matteo.
“Niente affatto” disse piano “Priapo è il dio della virilità, è il suo tratto distintivo è il suo enorme cazzo. Più o meno così” disse prendendo la riga e tenendola tra i palmi delle mani.
“Ah” rispose Matteo, ancora imbambolato dalla vertiginosa scollatura di Laura, mentre con una mano si levava anche l'altro calzino.
“Ti vedo un po' in difficoltà” disse lei prendendolo in giro “Ti serve forse un bicchiere d'acqua?”
“S-sì, grazie” rispose quasi destandosi da quella visione.
Dopo che ebbe bevuto, Laura passò alla quarta domanda:
“Quale maledizione scaglia Priapo su Encolpio, il protagonista?”
“Be', considerando che è il dio della virilità immagino gli rimpicciolisca il pene o qualcosa del genere”
“Questa volta ci sei andato vicino, ma la risposta è comunque sbagliata. Lo rende semplicemente impotente, niente interventi sulla lunghezza del pene”
Matteo si tolse la maglietta, mettendo in mostra il suo fisico imponente.
Laura si alzò e girò intorno al tavolo fino a trovarsi di fronte a lui. Sollevò la gonna fino ai fianchi, mostrando il tanga nero di pizzo e i gancetti del reggicalze, poi liberatasi della scarpa allungò il piede destro fino ad appoggiarlo sul pacco di Matteo, che ancora una volta rimase impressionato dalla sua sicurezza e sensualità.
“All'inizio dell'opera, Encolpio dove incontra per caso l'amico Ascilto?”
“In piazza?”
“Sbagliato ancora. Lo trova in un bordello”
“Ah, capito” disse Matteo sfilandosi la cintura.
“Chi è Gitone?”
Matteo era ormai allo sbando.
“Il rivale in amore del protagonista?”
“Di nuovo sbagliato. È il ragazzino che Encolpio e Ascilto amano scoparsi e che si contendono per tutto il racconto”
Matteo annuii, poi si sfilò i pantaloni. Laura sollevò il piede e infilò di nuovo la scarpa, poi si accovacciò e cominciò a massaggiare con la mano il membro di Matteo da sopra i boxer neri.
“Ultima possibilità per non rimanere nudo ed essere completamente nelle mie mani: cosa impone la sacerdotessa Quartilla a Encolpio e Ascilto come rito espiatorio per un sacrilegio che avevano compiuto contro Priapo?”
“Una cosa a tre con lei?”
Laura sorrise.
“Questa volta ci sei andato molto vicino, ma la risposta è di nuovo sbagliata. Quartilla costringe Encolpio e Ascilto a prendere parte a una lunga, estenuante orgia” Pronunciò queste ultime parole premendo con vigore sempre maggiore tra le gambe di Matteo.
“Visto che non hai sbagliato di molto, voglio premiarti” aggiunse poi Laura. Così dicendo si alzò e si sbottonò completamente la camicia, per poi sfilarla e gettarla sul divano. Ora il suo seno nudo era completamente alla mercé di Matteo.
“Adesso però” disse tornando ad accovacciarsi “devi rimanere completamente nudo e ubbidire a ogni mio ordine. Alzati in piedi”
Matteo si alzò con le mani dietro la schiena, continuando a guardare Laura che faceva scorrere le mani lungo l'elastico delle sue mutande.
“Mostrami che a differenza di Encolpio tu puoi farmi godere” disse lei con uno sguardo carico di desiderio “Fammi vedere il tuo cazzo”
Con un colpo secco gli abbassò i boxer. Il membro che le si parò davanti era già parzialmente in erezione, ma a occhio e croce non superava un dito medio in lunghezza, e anche la larghezza era drasticamente al di sotto della media.
“Tutto qui?” chiese in direzione di Matteo con l'espressione più delusa che potesse inscenare “Adesso crescerà, voglio sperare. Cos'è, non ti piacciono le mie tette?” chiese stringendo il seno con un braccio e muovendo la mano avanti e indietro lungo quell'asta così corta.
“Certo che mi piacciono” si affrettò a rispondere lui “Però queste sono le mie dimensioni, ecco. Temo non ci sia molto da fare”
Laura interruppe la sega e soppesò il membro con l'indice della mano, quasi a volerlo studiare da vicino come un oggetto del tutto insolito. Afferrò la riga dal tavolo e la posizionò alla base del pene. La punta della cappella corrispondeva a poco più di sette centimetri.
“Sette centimetri” lesse Laura ad alta voce “Io ti ho sedotto, ti ho sbattuto le tette in faccia, mi sono spogliata davanti a te e tu mi ripaghi con sette centimetri? Stai scherzando?”
Matteo teneva la testa bassa con fare di scusa, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
“Ah, ridi anche” lo incalzò Laura “Be', c'è molto poco da ridere! Io volevo un cazzo degno di Priapo e invece mi ritrovo con questa... cosa insignificante. Non penserai mica di metterlo dentro di me, spero. Vieni qui” disse afferrandolo per un polso e trascinandolo in mezzo al salotto.
Si liberò rapidamente della gonna e del tanga, rimanendo con il solo completo di calze e reggicalze. Si sedette sul divano e spalancò le gambe.
“Fammi vedere cosa sai fare” disse altera a Matteo “Mi aspetto che con un cazzo del genere tu sappia almeno leccarla a dovere”
Matteo si mise in ginocchio di fronte a lei e docilmente affondò la testa tra le sue cosce.
Laura cercò di non dare a vedere tutto il suo godimento, ma quello era probabilmente il miglior cunnilingus che avesse mai ricevuto. Sapeva dosare con estrema precisione l'ampiezza della leccata e sapeva quali zone stimolare. In appena un paio di minuti raggiunse l'orgasmo.
“Devo dire” disse ansimando “Che te la sei cavata discretamente. Ti sei meritato una possibilità”
Laura fece sedere Matteo sul divano e con una breve sega a due dita lo portò a completa erezione.
“In fondo perché non approfittarne?” disse guardandolo negli occhi, prima di abbassare la testa e accogliere tutta l'asta nella sua bocca, con tanta facilità che aiutandosi con le mani riuscì a includere anche i testicoli. Riemersa da quel deepthroat, si godette l'espressione piena di eccitazione di Matteo mentre continuava a masturbarlo.
“Non penserai che ti lasci venire in bocca” lo ammonì con tono disgustato “Adesso voglio proprio vedere cosa si prova a cavalcare un cazzo così piccolo”
Laura si alzò e recuperò un pacco di preservativi da un cassetto.
“Questa è la misura più piccola che ho” disse. Aveva comprato quei preservativi appositamente per quell'appuntamento, e in ogni caso era ancora dubbiosa sul fatto che potessero calzare. Invece al primo colpo il preservativo scivolò lungo il membro, aderendovi perfettamente. Laura salì sul divano e lo fece scivolare nella sua vagina ancora umida per l'orgasmo raggiunto poco prima. Cominciò a muoversi, e subito si rese conto della differenza di sensazione rispetto a un pene di dimensioni normali: riusciva comunque a percepire degli stimoli, ma erano come ovattati.
“Spero che tu quantomeno stia godendo” disse con aria annoiata dopo un po' “Perché io non sono nemmeno sicura che sia dentro”
La risposta di Matteo a quella provocazione non si lasciò attendere: con una mano, coordinando perfettamente il movimento con quello della penetrazione, cominciò a toccare il clitoride di Laura, che per agevolarlo spostò il busto all'indietro, reggendosi sulle sue ginocchia. Laura si stupì di come, nonostante la frenesia dell'atto, il suo tocco non fosse la classica sfregata ruvida di tanti ragazzi inesperti, ma riuscisse invece a stimolarla con delicatezza ed efficacia allo stesso tempo. Laura ringraziò tra sé e sé la mistress che lo aveva istruito: aveva decisamente fatto un ottimo lavoro.
Mentre Laura sentiva l'orgasmo avvicinarsi, i gemiti di Matteo si facevano più rauchi, e il suo respiro più affannoso. Intuendo che anche lui era vicino al climax, Laura disse:
“Stai per venire, eh? Non so se ti meriti di godere, con tutte le risposte sbagliate che mi hai dato... Potrei anche decidere di alzarmi e lasciarti concludere con una tristissima sega solitaria”
“Ti prego” disse Matteo “Lasciami venire mentre mi cavalchi. Prometto... che ti farò godere tutte le volte che vorrai”
“Di certo non sarà per merito di quello che hai trovi in mezzo alle gambe” lo schernì Laura.
“E va bene” aggiunse poi sbuffando “Ma sappi” concluse sussurrando nel suo orecchio “che lo faccio solo per pietà di quell'inutile cazzetto che ti ritrovi”
Questo per Matteo fu il colpo di grazia: bastarono un paio di affondi e il preservativo si riempì di caldo sperma. Ebbe solo il tempo di sfilarlo prima che Laura gli imponesse di concludere il lavoro: aiutandosi anche con la penetrazione delle dita, Matteo la portò brevemente al secondo orgasmo di quell'appuntamento.
Matteo ripartì alle cinque: fino a quell'ora, i due continuarono a godere e a far godere l'altro, tra una doccia insieme, un 69 e una sveltina in camera da letto. Abbandonato il gioco di ruolo, quei rapporti passavano con naturalezza dal giocoso alla dominazione, alternati da coccole e abbracci, che venivano puntualmente interrotti dalla mano di Laura che giocherellava con il membro flaccido di Matteo fino a ottenere una nuova erezione.
“Sono stata davvero bene con te” disse Laura al momento di salutarsi.
“Anche io” rispose Matteo sorridendo.
Si abbracciarono, e Laura ne approfittò per sussurrargli nell'orecchio:
“Sai, ogni tanto non mi dispiacerebbe vederti di nuovo, per... giocare un po' insieme a te”
Nel concludere la frase, strinse la mano sinistra sul suo pacco. Matteo trasalì, ma Laura era tranquilla: che qualcuno potesse vederla o giudicarla, in quel momento, non le importava affatto. Si sentiva finalmente libera di essere se stessa.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il segreto della professoressa, parte III - Andrearacconto sucessivo
Il segreto della professoressa, parte V - Consapevolezza
Commenti dei lettori al racconto erotico