Il segreto della professoressa - parte I
di
D'Anal
genere
saffico
“Vorrei proporre un brindisi a tutti i single” disse Laura alzando il calice.
“E a tutti gli ex che non li meritavano” rispose Anna con un sorriso.
Nonostante il carattere così diverso dal suo, Anna era la migliore amica di Laura fin dagli anni del liceo. Si erano avvicinate in maniera completamente casuale, poiché si erano ritrovate vicine di banco il primo giorno, uniche a non conoscere nessun altro all'interno della classe. A discapito di questo avvicinamento forzato però, entrambe impararono presto ad apprezzare l'altra: Laura era la tipica ragazza timida e un po' impacciata, e Anna la aiutava sempre a rompere il ghiaccio quando si trattava di conoscere altre persone, forte di un carattere estroverso e socievole. Ma la sensibilità di Laura le aveva fatto comprendere come Anna, nonostante la disinvoltura, fosse spesso insicura di sé, e questa capacità di capirla meglio di chiunque altro l'aveva resa la sua migliore amica.
Dopo i cinque anni di liceo, scelsero due percorsi universitari completamente diversi: Laura, seguendo la vocazione di diventare insegnante, si iscrisse a lettere moderne, mentre Anna, decisa a diventare medico, entrò a medicina. Fortunatamente, le due università si trovavano nella stessa città, favorendo una decisione: sarebbero andate a vivere insieme.
Trovato un piccolo appartamento con due camere da letto, un bagno e un salotto-cucina, vi trascorsero cinque anni fantastici, nei quali impararono a dividersi i compiti e le spese, ma senza rinunciare al divertimento. In particolare, quando entrambe si ritrovavano single, mettevano in atto un piano “per dimenticare”: uscivano da sole in qualche bar del centro, aspettando le avances di qualche ragazzo, o avvicinando loro stesse una coppia di ragazzi particolarmente carini. In quelle situazioni era sempre Anna a fare da apripista, concentrandosi poi sul più estroverso dei due ragazzi, mentre Laura e il ragazzo più timido sviluppavano una naturale sintonia. Dopo essersi fatte offrire un paio di drink, per non sembrare scortesi nei loro confronti invitavano i ragazzi nel loro appartamento, e dopo un paio di bicchieri di vino concludevano le serate nelle rispettive stanze.
Trovare ragazzi per del sesso occasionale non era mai difficile, soprattutto perché entrambe potevano vantare un aspetto molto attraente: Anna aveva avuto uno sviluppo più precoce, e aveva avuto la sua prima esperienza a sedici anni. Possedeva un seno poco pronunciato, che veniva però largamente compensato da un fisico tonico e da un culetto piccolo e sodo che attirava gli sguardi di tutti i ragazzi, frutto di tanto lavoro in palestra. I lunghi capelli biondi facevano poi da cornice a un paio di seducenti occhi azzurri. Laura aveva raggiunto la propria maturità sessuale più tardi, e aveva perso la verginità a diciotto anni. A differenza di Anna, poteva vantare una terza abbondante di seno, che spesso nascondeva sotto larghi maglioni, ma che non esitava a mettere in mostra con generose scollature quando erano in cerca di ragazzi. Se i capelli castani tagliati a caschetto le conferivano un'aria molto giovanile e ingenua, i suoi occhi verdi esercitavano un'attrazione magnetica su qualsiasi ragazzo incontrassero.
Terminati anche i due anni di magistrale, Laura aveva continuato a vivere con Anna per altri due anni, in attesa di trovare lavoro, finché non riuscì a ottenere una cattedra in un liceo di una città vicina. Inizialmente provò a non trasferirsi, ma il tragitto divenne presto troppo lungo e dispendioso per cinque giorni alla settimana. Decise così di salutare Anna, con la quale però si tenne costantemente in contatto e con la quale si incontrava a ogni occasione disponibile.
Ambientarsi nel nuovo lavoro non fu facile: a ventisei anni era l'insegnante più giovane dell'istituto, e il suo corpo attirava gli sguardi sia dei colleghi che degli studenti. Ma Laura era determinata a non lasciarsi mettere i piedi in testa, e lavorando con grande serietà riuscì a guadagnarsi il rispetto di tutti, ricevendo anche i complimenti della dirigente.
Se il lavoro andava a gonfie vele, lo stesso non si poteva dire per le relazioni personali: oltre a soffrire la solitudine – era la prima volta che viveva completamente sola – Laura era single ormai da un anno, mentre Anna aveva una relazione di quasi due anni, impedendo così di ricorrere alle tradizionali uscite in coppia. La situazione sembrò migliorare a inizio aprile, quando a una festa organizzata da alcune amiche conobbe un ragazzo poco più grande di lei, molto attraente, con il quale sembrò esserci subito una certa sintonia. Lui la invitò a bere qualcosa insieme, e dopo un paio di uscite Laura gli propose di venire da lei. Finirono a letto, ma dopo neanche un mese Laura venne scaricata.
La mattina seguente alla rottura, proprio mentre stava per comunicare ad Anna la notizia, ricevette una sua chiamata.
“Quel pezzo di merda di Lorenzo mi ha mollata ieri” le disse l'amica tra le lacrime “Due anni di relazione buttati nel cesso perché una troia qualsiasi al lavoro evidentemente succhia i cazzi meglio di me”.
Laura non riuscì a trattenere un sorriso, nonostante il dispiacere. Finalmente anche Anna era tornata single, e non vedeva l'ora di potersela spassare un po' con lei.
“Mi dispiace un sacco, davvero” rispose “Non mi crederai ma Paolo mi ha mollato proprio ieri. Praticamente è finita ancora prima di iniziare. Che ne dici di un'uscita come ai vecchi tempi?”
Anna sembrò rifletterci un secondo, poi disse:
“No, non mi va di scopare con uno a caso. Ho bisogno di insultare quello stronzo, mangiare schifezze e piangere davanti a qualche serie”
Laura si disse subito che starle vicino era più importante di sfogare la voglia di sesso repressa:
“Sabato da me?”
Queste erano state le premesse di quel brindisi, che racchiudeva tutta la frustrazione delle due ragazze per le relazioni andate male.
Anna aveva pianto come una fontana per tutta la serata, e Laura aveva fatto del suo meglio per consolarla. Le pizze ordinate a domicilio e le puntate di Friends si erano rivelate comunque un'ottima medicina: avevano guardato tutta la serie insieme durante la convivenza, e vi erano particolarmente affezionate.
Terminata la cena, Laura aveva aperto una bottiglia di vino rosso.
“Ho scelto quello con la gradazione alcolica maggiore” disse strizzando l'occhio all'amica.
“Tu sì che mi conosci” rispose lei con un sorriso.
Dopo aver brindato al loro status di single, Anna disse:
“Scusami, fino ad adesso ho parlato solo di me. Cos'è successo con Paolo?”
“Quello che succede sempre” rispose Laura con un sospiro.
“Il sesso?”
Laura annuì gravemente. Era sempre la solita storia: sembrava andare tutto bene, cominciava a fidarsi del ragazzo in questione, ma quando finalmente riusciva ad aprirsi quello fingeva soltanto di essere comprensivo, quando capiva subito che sarebbe diventato un grosso problema. Ma del resto chi poteva aspettarsi che quella ragazza dal viso elegante e dai modi così pacati potesse provare eccitazione nel sottomettere gli altri?
Aveva sviluppato la passione per la dominazione già dal suo primo rapporto: più che per reale desiderio, aveva deciso di farlo perché quasi tutte le altre ragazze della classe, Anna in primis, avevano già avuto le prime esperienze, e non voleva sentirsi esclusa. Così era finita a letto con un amico di Anna, durante una festa a casa di quest'ultima. Fu un'esperienza terribile: il ragazzo, in parte a causa dell'alcool che in quella serata scorreva a fiumi, non si preoccupò minimamente del piacere di lei, né del dolore che le causava, e dopo essere venuto si rivestì in fretta e uscì dalla stanza. Laura si sentì usata e umiliata, ridotta a un oggetto di piacere: fu uno shock tale da farla desistere da ogni tipo di rapporto sessuale per un anno intero.
L'occasione successiva si presentò dopo tre mesi di relazione con un ragazzo vergine. Proprio la sua totale mancanza di esperienza giocò a vantaggio di Laura: quando infatti lui trovò finalmente il coraggio di sfilarle le mutandine e stava per slacciarsi i pantaloni, gli afferrò il braccio con decisione.
“Leccamela” gli disse guardandolo negli occhi.
Lui assunse un'espressione confusa, non aspettandosi tanta aggressività da parte sua, ma era troppo agitato per replicare, così ubbidì docilmente. Ma da una parta l'ansia stessa, dall'altra la totale mancanza di esperienza fecero sì che nemmeno con le indicazioni di Laura riuscisse a farle provare piacere. Così lei prese definitivamente in mano la situazione: la fece distendere supino, gli abbassò pantaloni e mutande fino alle caviglie e con pochi movimenti della mano si assicurò la sua erezione. Poi si alzò dal letto per prendere un preservativo.
“Non azzardarti a muoverti da lì” lo ammonì con fare convinto. Lui lo scambiò per un gioco erotico e annuì fingendosi spaventato, ma la verità era che Laura era sempre più seria, e soprattutto comandare a bacchetta la stava eccitando da morire.
Infilato il preservativo, si posizionò su di lui, bloccandogli le gambe, e tenendo ferme anche le sue braccia con le mani. Era in pieno controllo della situazione, e questo la faceva sentire come mai prima d'ora. Le bastarono cinque minuti per raggiungere l'orgasmo. Nei momenti di intimità successivi a quello, il ragazzo provò più volte a proporre posizioni che mettessero lui in una posizione attiva, ma Laura lo vietò categoricamente. Sentendosi messo in soggezione da lei, la lasciò poco dopo.
Da quel momento, tutte le relazioni di Laura seguirono la stessa parabola: una volta finiti a letto, per quanto in sintonia potessero essere, finiva sempre per porre come condizione necessaria la sottomissione dell'altro, che spesso lo interpretava inizialmente come un gioco e lo assecondava – così come accadeva durante i suoi rapporti occasionali – ma una volta compresa la vera natura del suo comportamento si sentivano attaccati nel loro ideale di superiorità maschile e la scaricavano. Solo una volta aveva conosciuto un ragazzo che sembrava provare piacere nel lasciarle il controllo della situazione, ma proprio la soddisfazione di aver trovato qualcuno sulla sua lunghezza d'onda l'aveva portata a osare delle proposte eccessive anche per lui, causando l'ennesima rottura.
“Possibile che tutti i ragazzi che trovo abbiano paura di essere sottomessi?” disse versandosi il quarto bicchiere di vino.
“So solo che i ragazzi sono delle gran teste di cazzo e che difficilmente gli togli dalla testa il fatto di essere al centro del mondo” rispose Anna, che aveva appena terminato il suo quinto bicchiere.
“A volte avrei solo voglia di poter legare qualcuno, tappargli la bocca e scoparmelo finché non sono esausta”
“Mi offro volontaria io, adoro essere sottomessa e farmi scopare come si deve. E adesso posso finalmente dirlo, fanculo, Lorenzo non scopava nemmeno bene, si fermava ogni due minuti per chiedermi se mi stava facendo male. Scopami e stai zitto, cazzo!”
Laura rise e abbracciò l'amica.
“Adesso voglio solo ubriacarmi e svegliarmi domani senza sapere più chi sono” disse Anna versandosi il sesto bicchiere.
“Ti prometto che la mia parte ligia alle regole e alla misura se ne starà buona buona e ti lascerà bere quanto vuoi” rispose Laura.
Anna scolò il bicchiere d'un fiato, poi si lasciò cadere di lato, sulla spalla di Laura, rovesciandole sul vestito il residuo goccio di vino del bicchiere.
“Merda, scusami” disse Anna.
“Non preoccuparti” rispose dolcemente Laura, che si alzò per cambiarsi. Andò in camera sua, si sfilò il vestito e rimase in biancheria intima. Mentre rovistava tra i cassetti alla ricerca di qualcosa da mettersi, Anna comparve sulla soglia.
“Guarda un po', qualcuno è andato in palestra qui, eh?” le disse ridendo con tono ammiccante.
“Forse” rispose Laura scrollando le spalle con un sorriso altrettanto malizioso.
Anna sembrò rimanere in contemplazione del suo corpo seminudo. Laura finse di continuare a cercare, in realtà stava assecondando quella sorta di gioco di seduzione che si era instaurato con l'amica.
Anna fece qualche passo traballante verso di lei, e come appoggio per stabilizzarsi afferrò la spalla di Laura, che appoggiò le mani sui suoi fianchi, temendo potesse cadere da un momento all'altro.
Si trovarono così praticamente abbracciate, e Laura poteva sentire distintamente l'odore di vino nel respiro di Anna. Squadrò per bene l'amica pensando se non fosse il caso di farla stendere sul divano, ma quella specie di gioco provocatorio la divertiva, anche perché nemmeno lei aveva resistito alla tentazione di concedersi un bicchiere in più.
Anna massaggiò la spalla di Laura, poi fece scorrere le mani sulle coppe del suo reggiseno di pizzo nero.
“Be', se un ragazzo dice di no a tutto questo solo per poter stare sopra, allora è veramente un coglione”
Laura scoppiò a ridere, fingendosi imbarazzata da quel complimento, poi rispose guardandola in modo provocante:
“Stai forse cercando di sedurmi?”
“Forse” rispose piano Anna.
Fu questione di un attimo.
Anna si avventò sulle labbra di Laura, che cercò solo per un attimo di scansarsi in una reazione d'impulso, ma si lasciò presto catturare dalla morbidezza delle labbra dell'amica. Una volta vinta la resistenza di Laura, il bacio di Anna divenne lento e seducente. Le loro lingue si incrociarono, e Anna ne approfittò per insinuare una mano nelle mutandine dell'amica. Laura però le afferrò la mano e interruppe il bacio. Anna sembrò spaesata, come se avesse vissuto un altro tradimento.
“Non mi vuoi?” chiese piano.
Laura sorrise, la baciò e disse:
“Certo che ti voglio, ma ti ricordo che quella che domina qui sono io”
Così dicendo la spinse leggermente, facendola cadere di schiena sul letto, dove la raggiunse subito dopo. Le allentò con calma i bottoni della camicetta e le sganciò il reggiseno, poi la fece girare, abbassò la zip della gonna e la sfilò insieme alle mutandine. Infine si liberò a sua volta della biancheria intima.
Si baciarono di nuovo, questa volta godendosi il contatto tra i loro corpi completamente nudi, toccandosi a vicenda il seno, afferrandosi con delicatezza il collo e stringendosi il culo con passione. Anna fece scivolare di nuovo la mano in mezzo alle gambe di Laura, che questa volta però la lasciò fare:
“Dai, vediamo se riesci a farmi godere” le disse.
“Il tuo piacere è il mio unico compito” rispose Anna piano, in atteggiamento di sottomissione.
Iniziò accarezzando le grandi labbra, per creare un po' di tensione, poi inserì lentamente due dita nella vagina già bagnatissima, strappando all'amica un gemito di piacere. Dopo averla penetrata, si leccò le dita coperte di umori, poi si spostò sul clitoride, che massaggiò con delicatezza facendo impazzire Laura:
“Fanculo i ragazzi, noi sì che sappiamo come farci godere”.
Anna rise, poi disse:
“Direi che non sembra dispiacerti, però forse saresti ancora ancora più comoda se ti sedessi sulla mia faccia, non credi?”
Non se lo fece ripetere: dopo che Anna si fu sdraiata sulla schiena, si inginocchiò all'altezza delle sue labbra. Dopo tanti ragazzi che la leccavano in modo mediocre, la sapienza e la morbidezza della lingua dell'amica regalavano una sensazione ancora più intensa. Dopo un paio di minuti, Laura era già vicinissima all'orgasmo, ma decise di trattenersi. Si alzò, baciò di nuovo Anna e disse piano:
“Non provare a muoverti da qui, adesso ti farò veramente mia”.
Tornò alla cassettiera, aprì il terzo cassetto dall'alto e sollevò il coperchio della grossa scatola rossa contenuta al suo interno. La sua collezione di sex toys le si parò di fronte: un grosso dildo nero, un ovetto vibrante che usava per eccitarsi mentre era in pubblico, un vibratore che stimolava il clitoride e un vibratore anale. Oltre a questi oggetti, che usava esclusivamente da sola, poiché metterli in mano a un ragazzo avrebbe significato dargli il controllo del suo piacere, se ne trovava uno che aveva invece acquistato proprio con l'idea di usarlo con un ragazzo: uno strap-on viola, di medie dimensioni. Aveva preferito non esagerare nelle misure per non spaventare i partner, ma l'unico ragazzo che sembrava essere davvero disposto a essere sottomesso a letto era scappato alla sola proposta di violare il suo ano.
“Be', fottetevi” pensò Laura “Non avete voluto usarlo? Adesso se lo godrà soltanto la mia migliore amica. Vi faccio vedere cosa vi siete persi”
Con questo tipo di pensieri in testa si montò l'imbragatura, poi si voltò verso Anna e disse:
“Mettiti a novanta”
L'amica ubbidì docilmente.
Laura montò sul letto, si leccò la mano e la portò tra le gambe di Anna.
“Vedo che essere la mia schiava ti eccita molto” disse sentendo quanto era bagnata.
“Cazzo, sì” rispose Anna “Ti prego, scopami”
Laura non se lo fece ripetere: afferrò il dildo, lo sistemò alla giusta altezza e scivolò lentamente dentro di lei. L'amica si lasciò sfuggire un gemito di piacere, eccitando ancora di più Laura, che nel frattempo cercava il ritmo giusto con cui muoversi. Si sentiva in controllo come non mai, perché stava avendo un rapporto con una persona che si era volontariamente sottomessa a lei, che l'avrebbe ascoltata in qualsiasi suo desiderio e che l'aveva pregata di penetrarla da dietro. In preda all'eccitazione, le tirò una forte sculacciata, facendola sussultare. Sporgendosi in avanti mentre continuava a penetrarla, sussurrò nell'orecchio di Anna:
“Ti piace essere sculacciata, eh? Sei proprio una brava schiavetta”
“Ti supplico, fallo di nuovo”
Laura le tirò un altro schiaffo sui glutei, poi un altro e un altro ancora. A ognuno di questi seguiva un gemito di piacere da parte di Anna. Laura si mordeva le labbra, incapace di controllare l'eccitazione di essere in pieno controllo della situazione. Sentiva che le sarebbe bastato sfiorarsi tra le gambe per esplodere nell'orgasmo più intenso che avesse mai provato. Afferrò i fianchi dell'amica per controllare meglio la penetrazione e spingere più a fondo, incitata anche dalle richieste di Anna di andare più veloce.
Poco dopo decise di cambiare posizione per potersi muovere più liberamente, così sfilò il dildo e ordinò all'amica di voltarsi. Voleva toccarsi e godere a sua volta, ma prima doveva far venire Anna: le sollevò le gambe per agevolarsi, poi penetrò nuovamente dentro di lei. La baciò con foga sulle labbra, poi con la lingua, mentre Anna incrociava le gambe intorno alla sua schiena per stringerla a sé. Staccandosi da quel bacio così intenso, Laura afferrò con delicatezza il collo dell'amica: era un gesto che la faceva sentire pienamente dominante, e infatti Anna aveva lo sguardo della serva che chiede al proprio padrone di non essere violento con lei, anche se intimamente eccitata da quei rapporti così selvaggi.
“Dimmi che vuoi venire” le disse Laura guardandola negli occhi con altezzosità mista a magnanimità.
“Ti prego, ci sono quasi” rispose Anna ansimando “Non ti fermare. Continua a scoparmi finché non vengo”
Laura si sporse con la testa sul suo collo e le lasciò impresso un vistoso succhiotto.
“Così ti ricorderai di chi ti ha fatto godere” disse con un sorriso superbo. Il suo lato da dominatrice si era completamente impossessato di lei. Raccolse le forze residue e aumentò il ritmo per l'ultima volta: non si aspettava che quella posizione potesse essere così dispendiosa a livello fisico, ma non poteva fermarsi quando l'amica era vicinissima al culmine del piacere.
Infatti passarono solo una manciata di secondi prima che Anna la stringesse a sé con le gambe, inarcasse la schiena e prorompesse in un intensissimo orgasmo. Non appena il suo respiro tornò regolare, Laura sfilò il dildo, si liberò dello strap-on e finalmente si toccò, iniziando a masturbarsi con foga di fronte all'amica sfinita da quella scopata così istintiva e passionale. Impiegò meno di un minuto a raggiungere il climax a sua volta, sfogando tutta l'eccitazione accumulata durante il rapporto.
Crollò al fianco di Anna, nella quale il fervore stava lasciando spazio al torpore.
“Posso fermarmi a dormire?” chiese a Laura con un tono in cerca di rassicurazione.
“Ma certo” rispose lei baciandola sulla fronte “Io dormo sul divano, se vuoi posso prestarti un pigiama”
“Non preoccuparti, dormo in biancheria”
Laura annuii. Si alzò, raccolse la biancheria di Anna e la poggiò sul letto, poi raccolse la sua, prese una coperta da un armadio e si avviò verso il salotto.
“Ti lascio riposare” disse sorridendo ad Anna, che la salutò con la mano.
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, si guardò intorno. Vide sul tavolo la bottiglia di vino; senza neanche pensarci e prima ancora di vestirsi, si sedette sul divano, si versò un bicchiere e lo scolò tutto d'un fiato. Altri due bicchieri dopo, l'alcool ebbe la meglio su di lei, e si addormentò dopo aver infilato al volo reggiseno e mutandine ed essersi gettata la coperta sulle spalle.
“E a tutti gli ex che non li meritavano” rispose Anna con un sorriso.
Nonostante il carattere così diverso dal suo, Anna era la migliore amica di Laura fin dagli anni del liceo. Si erano avvicinate in maniera completamente casuale, poiché si erano ritrovate vicine di banco il primo giorno, uniche a non conoscere nessun altro all'interno della classe. A discapito di questo avvicinamento forzato però, entrambe impararono presto ad apprezzare l'altra: Laura era la tipica ragazza timida e un po' impacciata, e Anna la aiutava sempre a rompere il ghiaccio quando si trattava di conoscere altre persone, forte di un carattere estroverso e socievole. Ma la sensibilità di Laura le aveva fatto comprendere come Anna, nonostante la disinvoltura, fosse spesso insicura di sé, e questa capacità di capirla meglio di chiunque altro l'aveva resa la sua migliore amica.
Dopo i cinque anni di liceo, scelsero due percorsi universitari completamente diversi: Laura, seguendo la vocazione di diventare insegnante, si iscrisse a lettere moderne, mentre Anna, decisa a diventare medico, entrò a medicina. Fortunatamente, le due università si trovavano nella stessa città, favorendo una decisione: sarebbero andate a vivere insieme.
Trovato un piccolo appartamento con due camere da letto, un bagno e un salotto-cucina, vi trascorsero cinque anni fantastici, nei quali impararono a dividersi i compiti e le spese, ma senza rinunciare al divertimento. In particolare, quando entrambe si ritrovavano single, mettevano in atto un piano “per dimenticare”: uscivano da sole in qualche bar del centro, aspettando le avances di qualche ragazzo, o avvicinando loro stesse una coppia di ragazzi particolarmente carini. In quelle situazioni era sempre Anna a fare da apripista, concentrandosi poi sul più estroverso dei due ragazzi, mentre Laura e il ragazzo più timido sviluppavano una naturale sintonia. Dopo essersi fatte offrire un paio di drink, per non sembrare scortesi nei loro confronti invitavano i ragazzi nel loro appartamento, e dopo un paio di bicchieri di vino concludevano le serate nelle rispettive stanze.
Trovare ragazzi per del sesso occasionale non era mai difficile, soprattutto perché entrambe potevano vantare un aspetto molto attraente: Anna aveva avuto uno sviluppo più precoce, e aveva avuto la sua prima esperienza a sedici anni. Possedeva un seno poco pronunciato, che veniva però largamente compensato da un fisico tonico e da un culetto piccolo e sodo che attirava gli sguardi di tutti i ragazzi, frutto di tanto lavoro in palestra. I lunghi capelli biondi facevano poi da cornice a un paio di seducenti occhi azzurri. Laura aveva raggiunto la propria maturità sessuale più tardi, e aveva perso la verginità a diciotto anni. A differenza di Anna, poteva vantare una terza abbondante di seno, che spesso nascondeva sotto larghi maglioni, ma che non esitava a mettere in mostra con generose scollature quando erano in cerca di ragazzi. Se i capelli castani tagliati a caschetto le conferivano un'aria molto giovanile e ingenua, i suoi occhi verdi esercitavano un'attrazione magnetica su qualsiasi ragazzo incontrassero.
Terminati anche i due anni di magistrale, Laura aveva continuato a vivere con Anna per altri due anni, in attesa di trovare lavoro, finché non riuscì a ottenere una cattedra in un liceo di una città vicina. Inizialmente provò a non trasferirsi, ma il tragitto divenne presto troppo lungo e dispendioso per cinque giorni alla settimana. Decise così di salutare Anna, con la quale però si tenne costantemente in contatto e con la quale si incontrava a ogni occasione disponibile.
Ambientarsi nel nuovo lavoro non fu facile: a ventisei anni era l'insegnante più giovane dell'istituto, e il suo corpo attirava gli sguardi sia dei colleghi che degli studenti. Ma Laura era determinata a non lasciarsi mettere i piedi in testa, e lavorando con grande serietà riuscì a guadagnarsi il rispetto di tutti, ricevendo anche i complimenti della dirigente.
Se il lavoro andava a gonfie vele, lo stesso non si poteva dire per le relazioni personali: oltre a soffrire la solitudine – era la prima volta che viveva completamente sola – Laura era single ormai da un anno, mentre Anna aveva una relazione di quasi due anni, impedendo così di ricorrere alle tradizionali uscite in coppia. La situazione sembrò migliorare a inizio aprile, quando a una festa organizzata da alcune amiche conobbe un ragazzo poco più grande di lei, molto attraente, con il quale sembrò esserci subito una certa sintonia. Lui la invitò a bere qualcosa insieme, e dopo un paio di uscite Laura gli propose di venire da lei. Finirono a letto, ma dopo neanche un mese Laura venne scaricata.
La mattina seguente alla rottura, proprio mentre stava per comunicare ad Anna la notizia, ricevette una sua chiamata.
“Quel pezzo di merda di Lorenzo mi ha mollata ieri” le disse l'amica tra le lacrime “Due anni di relazione buttati nel cesso perché una troia qualsiasi al lavoro evidentemente succhia i cazzi meglio di me”.
Laura non riuscì a trattenere un sorriso, nonostante il dispiacere. Finalmente anche Anna era tornata single, e non vedeva l'ora di potersela spassare un po' con lei.
“Mi dispiace un sacco, davvero” rispose “Non mi crederai ma Paolo mi ha mollato proprio ieri. Praticamente è finita ancora prima di iniziare. Che ne dici di un'uscita come ai vecchi tempi?”
Anna sembrò rifletterci un secondo, poi disse:
“No, non mi va di scopare con uno a caso. Ho bisogno di insultare quello stronzo, mangiare schifezze e piangere davanti a qualche serie”
Laura si disse subito che starle vicino era più importante di sfogare la voglia di sesso repressa:
“Sabato da me?”
Queste erano state le premesse di quel brindisi, che racchiudeva tutta la frustrazione delle due ragazze per le relazioni andate male.
Anna aveva pianto come una fontana per tutta la serata, e Laura aveva fatto del suo meglio per consolarla. Le pizze ordinate a domicilio e le puntate di Friends si erano rivelate comunque un'ottima medicina: avevano guardato tutta la serie insieme durante la convivenza, e vi erano particolarmente affezionate.
Terminata la cena, Laura aveva aperto una bottiglia di vino rosso.
“Ho scelto quello con la gradazione alcolica maggiore” disse strizzando l'occhio all'amica.
“Tu sì che mi conosci” rispose lei con un sorriso.
Dopo aver brindato al loro status di single, Anna disse:
“Scusami, fino ad adesso ho parlato solo di me. Cos'è successo con Paolo?”
“Quello che succede sempre” rispose Laura con un sospiro.
“Il sesso?”
Laura annuì gravemente. Era sempre la solita storia: sembrava andare tutto bene, cominciava a fidarsi del ragazzo in questione, ma quando finalmente riusciva ad aprirsi quello fingeva soltanto di essere comprensivo, quando capiva subito che sarebbe diventato un grosso problema. Ma del resto chi poteva aspettarsi che quella ragazza dal viso elegante e dai modi così pacati potesse provare eccitazione nel sottomettere gli altri?
Aveva sviluppato la passione per la dominazione già dal suo primo rapporto: più che per reale desiderio, aveva deciso di farlo perché quasi tutte le altre ragazze della classe, Anna in primis, avevano già avuto le prime esperienze, e non voleva sentirsi esclusa. Così era finita a letto con un amico di Anna, durante una festa a casa di quest'ultima. Fu un'esperienza terribile: il ragazzo, in parte a causa dell'alcool che in quella serata scorreva a fiumi, non si preoccupò minimamente del piacere di lei, né del dolore che le causava, e dopo essere venuto si rivestì in fretta e uscì dalla stanza. Laura si sentì usata e umiliata, ridotta a un oggetto di piacere: fu uno shock tale da farla desistere da ogni tipo di rapporto sessuale per un anno intero.
L'occasione successiva si presentò dopo tre mesi di relazione con un ragazzo vergine. Proprio la sua totale mancanza di esperienza giocò a vantaggio di Laura: quando infatti lui trovò finalmente il coraggio di sfilarle le mutandine e stava per slacciarsi i pantaloni, gli afferrò il braccio con decisione.
“Leccamela” gli disse guardandolo negli occhi.
Lui assunse un'espressione confusa, non aspettandosi tanta aggressività da parte sua, ma era troppo agitato per replicare, così ubbidì docilmente. Ma da una parta l'ansia stessa, dall'altra la totale mancanza di esperienza fecero sì che nemmeno con le indicazioni di Laura riuscisse a farle provare piacere. Così lei prese definitivamente in mano la situazione: la fece distendere supino, gli abbassò pantaloni e mutande fino alle caviglie e con pochi movimenti della mano si assicurò la sua erezione. Poi si alzò dal letto per prendere un preservativo.
“Non azzardarti a muoverti da lì” lo ammonì con fare convinto. Lui lo scambiò per un gioco erotico e annuì fingendosi spaventato, ma la verità era che Laura era sempre più seria, e soprattutto comandare a bacchetta la stava eccitando da morire.
Infilato il preservativo, si posizionò su di lui, bloccandogli le gambe, e tenendo ferme anche le sue braccia con le mani. Era in pieno controllo della situazione, e questo la faceva sentire come mai prima d'ora. Le bastarono cinque minuti per raggiungere l'orgasmo. Nei momenti di intimità successivi a quello, il ragazzo provò più volte a proporre posizioni che mettessero lui in una posizione attiva, ma Laura lo vietò categoricamente. Sentendosi messo in soggezione da lei, la lasciò poco dopo.
Da quel momento, tutte le relazioni di Laura seguirono la stessa parabola: una volta finiti a letto, per quanto in sintonia potessero essere, finiva sempre per porre come condizione necessaria la sottomissione dell'altro, che spesso lo interpretava inizialmente come un gioco e lo assecondava – così come accadeva durante i suoi rapporti occasionali – ma una volta compresa la vera natura del suo comportamento si sentivano attaccati nel loro ideale di superiorità maschile e la scaricavano. Solo una volta aveva conosciuto un ragazzo che sembrava provare piacere nel lasciarle il controllo della situazione, ma proprio la soddisfazione di aver trovato qualcuno sulla sua lunghezza d'onda l'aveva portata a osare delle proposte eccessive anche per lui, causando l'ennesima rottura.
“Possibile che tutti i ragazzi che trovo abbiano paura di essere sottomessi?” disse versandosi il quarto bicchiere di vino.
“So solo che i ragazzi sono delle gran teste di cazzo e che difficilmente gli togli dalla testa il fatto di essere al centro del mondo” rispose Anna, che aveva appena terminato il suo quinto bicchiere.
“A volte avrei solo voglia di poter legare qualcuno, tappargli la bocca e scoparmelo finché non sono esausta”
“Mi offro volontaria io, adoro essere sottomessa e farmi scopare come si deve. E adesso posso finalmente dirlo, fanculo, Lorenzo non scopava nemmeno bene, si fermava ogni due minuti per chiedermi se mi stava facendo male. Scopami e stai zitto, cazzo!”
Laura rise e abbracciò l'amica.
“Adesso voglio solo ubriacarmi e svegliarmi domani senza sapere più chi sono” disse Anna versandosi il sesto bicchiere.
“Ti prometto che la mia parte ligia alle regole e alla misura se ne starà buona buona e ti lascerà bere quanto vuoi” rispose Laura.
Anna scolò il bicchiere d'un fiato, poi si lasciò cadere di lato, sulla spalla di Laura, rovesciandole sul vestito il residuo goccio di vino del bicchiere.
“Merda, scusami” disse Anna.
“Non preoccuparti” rispose dolcemente Laura, che si alzò per cambiarsi. Andò in camera sua, si sfilò il vestito e rimase in biancheria intima. Mentre rovistava tra i cassetti alla ricerca di qualcosa da mettersi, Anna comparve sulla soglia.
“Guarda un po', qualcuno è andato in palestra qui, eh?” le disse ridendo con tono ammiccante.
“Forse” rispose Laura scrollando le spalle con un sorriso altrettanto malizioso.
Anna sembrò rimanere in contemplazione del suo corpo seminudo. Laura finse di continuare a cercare, in realtà stava assecondando quella sorta di gioco di seduzione che si era instaurato con l'amica.
Anna fece qualche passo traballante verso di lei, e come appoggio per stabilizzarsi afferrò la spalla di Laura, che appoggiò le mani sui suoi fianchi, temendo potesse cadere da un momento all'altro.
Si trovarono così praticamente abbracciate, e Laura poteva sentire distintamente l'odore di vino nel respiro di Anna. Squadrò per bene l'amica pensando se non fosse il caso di farla stendere sul divano, ma quella specie di gioco provocatorio la divertiva, anche perché nemmeno lei aveva resistito alla tentazione di concedersi un bicchiere in più.
Anna massaggiò la spalla di Laura, poi fece scorrere le mani sulle coppe del suo reggiseno di pizzo nero.
“Be', se un ragazzo dice di no a tutto questo solo per poter stare sopra, allora è veramente un coglione”
Laura scoppiò a ridere, fingendosi imbarazzata da quel complimento, poi rispose guardandola in modo provocante:
“Stai forse cercando di sedurmi?”
“Forse” rispose piano Anna.
Fu questione di un attimo.
Anna si avventò sulle labbra di Laura, che cercò solo per un attimo di scansarsi in una reazione d'impulso, ma si lasciò presto catturare dalla morbidezza delle labbra dell'amica. Una volta vinta la resistenza di Laura, il bacio di Anna divenne lento e seducente. Le loro lingue si incrociarono, e Anna ne approfittò per insinuare una mano nelle mutandine dell'amica. Laura però le afferrò la mano e interruppe il bacio. Anna sembrò spaesata, come se avesse vissuto un altro tradimento.
“Non mi vuoi?” chiese piano.
Laura sorrise, la baciò e disse:
“Certo che ti voglio, ma ti ricordo che quella che domina qui sono io”
Così dicendo la spinse leggermente, facendola cadere di schiena sul letto, dove la raggiunse subito dopo. Le allentò con calma i bottoni della camicetta e le sganciò il reggiseno, poi la fece girare, abbassò la zip della gonna e la sfilò insieme alle mutandine. Infine si liberò a sua volta della biancheria intima.
Si baciarono di nuovo, questa volta godendosi il contatto tra i loro corpi completamente nudi, toccandosi a vicenda il seno, afferrandosi con delicatezza il collo e stringendosi il culo con passione. Anna fece scivolare di nuovo la mano in mezzo alle gambe di Laura, che questa volta però la lasciò fare:
“Dai, vediamo se riesci a farmi godere” le disse.
“Il tuo piacere è il mio unico compito” rispose Anna piano, in atteggiamento di sottomissione.
Iniziò accarezzando le grandi labbra, per creare un po' di tensione, poi inserì lentamente due dita nella vagina già bagnatissima, strappando all'amica un gemito di piacere. Dopo averla penetrata, si leccò le dita coperte di umori, poi si spostò sul clitoride, che massaggiò con delicatezza facendo impazzire Laura:
“Fanculo i ragazzi, noi sì che sappiamo come farci godere”.
Anna rise, poi disse:
“Direi che non sembra dispiacerti, però forse saresti ancora ancora più comoda se ti sedessi sulla mia faccia, non credi?”
Non se lo fece ripetere: dopo che Anna si fu sdraiata sulla schiena, si inginocchiò all'altezza delle sue labbra. Dopo tanti ragazzi che la leccavano in modo mediocre, la sapienza e la morbidezza della lingua dell'amica regalavano una sensazione ancora più intensa. Dopo un paio di minuti, Laura era già vicinissima all'orgasmo, ma decise di trattenersi. Si alzò, baciò di nuovo Anna e disse piano:
“Non provare a muoverti da qui, adesso ti farò veramente mia”.
Tornò alla cassettiera, aprì il terzo cassetto dall'alto e sollevò il coperchio della grossa scatola rossa contenuta al suo interno. La sua collezione di sex toys le si parò di fronte: un grosso dildo nero, un ovetto vibrante che usava per eccitarsi mentre era in pubblico, un vibratore che stimolava il clitoride e un vibratore anale. Oltre a questi oggetti, che usava esclusivamente da sola, poiché metterli in mano a un ragazzo avrebbe significato dargli il controllo del suo piacere, se ne trovava uno che aveva invece acquistato proprio con l'idea di usarlo con un ragazzo: uno strap-on viola, di medie dimensioni. Aveva preferito non esagerare nelle misure per non spaventare i partner, ma l'unico ragazzo che sembrava essere davvero disposto a essere sottomesso a letto era scappato alla sola proposta di violare il suo ano.
“Be', fottetevi” pensò Laura “Non avete voluto usarlo? Adesso se lo godrà soltanto la mia migliore amica. Vi faccio vedere cosa vi siete persi”
Con questo tipo di pensieri in testa si montò l'imbragatura, poi si voltò verso Anna e disse:
“Mettiti a novanta”
L'amica ubbidì docilmente.
Laura montò sul letto, si leccò la mano e la portò tra le gambe di Anna.
“Vedo che essere la mia schiava ti eccita molto” disse sentendo quanto era bagnata.
“Cazzo, sì” rispose Anna “Ti prego, scopami”
Laura non se lo fece ripetere: afferrò il dildo, lo sistemò alla giusta altezza e scivolò lentamente dentro di lei. L'amica si lasciò sfuggire un gemito di piacere, eccitando ancora di più Laura, che nel frattempo cercava il ritmo giusto con cui muoversi. Si sentiva in controllo come non mai, perché stava avendo un rapporto con una persona che si era volontariamente sottomessa a lei, che l'avrebbe ascoltata in qualsiasi suo desiderio e che l'aveva pregata di penetrarla da dietro. In preda all'eccitazione, le tirò una forte sculacciata, facendola sussultare. Sporgendosi in avanti mentre continuava a penetrarla, sussurrò nell'orecchio di Anna:
“Ti piace essere sculacciata, eh? Sei proprio una brava schiavetta”
“Ti supplico, fallo di nuovo”
Laura le tirò un altro schiaffo sui glutei, poi un altro e un altro ancora. A ognuno di questi seguiva un gemito di piacere da parte di Anna. Laura si mordeva le labbra, incapace di controllare l'eccitazione di essere in pieno controllo della situazione. Sentiva che le sarebbe bastato sfiorarsi tra le gambe per esplodere nell'orgasmo più intenso che avesse mai provato. Afferrò i fianchi dell'amica per controllare meglio la penetrazione e spingere più a fondo, incitata anche dalle richieste di Anna di andare più veloce.
Poco dopo decise di cambiare posizione per potersi muovere più liberamente, così sfilò il dildo e ordinò all'amica di voltarsi. Voleva toccarsi e godere a sua volta, ma prima doveva far venire Anna: le sollevò le gambe per agevolarsi, poi penetrò nuovamente dentro di lei. La baciò con foga sulle labbra, poi con la lingua, mentre Anna incrociava le gambe intorno alla sua schiena per stringerla a sé. Staccandosi da quel bacio così intenso, Laura afferrò con delicatezza il collo dell'amica: era un gesto che la faceva sentire pienamente dominante, e infatti Anna aveva lo sguardo della serva che chiede al proprio padrone di non essere violento con lei, anche se intimamente eccitata da quei rapporti così selvaggi.
“Dimmi che vuoi venire” le disse Laura guardandola negli occhi con altezzosità mista a magnanimità.
“Ti prego, ci sono quasi” rispose Anna ansimando “Non ti fermare. Continua a scoparmi finché non vengo”
Laura si sporse con la testa sul suo collo e le lasciò impresso un vistoso succhiotto.
“Così ti ricorderai di chi ti ha fatto godere” disse con un sorriso superbo. Il suo lato da dominatrice si era completamente impossessato di lei. Raccolse le forze residue e aumentò il ritmo per l'ultima volta: non si aspettava che quella posizione potesse essere così dispendiosa a livello fisico, ma non poteva fermarsi quando l'amica era vicinissima al culmine del piacere.
Infatti passarono solo una manciata di secondi prima che Anna la stringesse a sé con le gambe, inarcasse la schiena e prorompesse in un intensissimo orgasmo. Non appena il suo respiro tornò regolare, Laura sfilò il dildo, si liberò dello strap-on e finalmente si toccò, iniziando a masturbarsi con foga di fronte all'amica sfinita da quella scopata così istintiva e passionale. Impiegò meno di un minuto a raggiungere il climax a sua volta, sfogando tutta l'eccitazione accumulata durante il rapporto.
Crollò al fianco di Anna, nella quale il fervore stava lasciando spazio al torpore.
“Posso fermarmi a dormire?” chiese a Laura con un tono in cerca di rassicurazione.
“Ma certo” rispose lei baciandola sulla fronte “Io dormo sul divano, se vuoi posso prestarti un pigiama”
“Non preoccuparti, dormo in biancheria”
Laura annuii. Si alzò, raccolse la biancheria di Anna e la poggiò sul letto, poi raccolse la sua, prese una coperta da un armadio e si avviò verso il salotto.
“Ti lascio riposare” disse sorridendo ad Anna, che la salutò con la mano.
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, si guardò intorno. Vide sul tavolo la bottiglia di vino; senza neanche pensarci e prima ancora di vestirsi, si sedette sul divano, si versò un bicchiere e lo scolò tutto d'un fiato. Altri due bicchieri dopo, l'alcool ebbe la meglio su di lei, e si addormentò dopo aver infilato al volo reggiseno e mutandine ed essersi gettata la coperta sulle spalle.
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