Un pompino dalla matrigna

di
genere
incesti

La mia matrigna ha 20 anni più di me. Da quando avevo 14 anni che la guardavo con una certa libidine. Poi di anni ne sono passati parecchi, perchè finalmente è de cuius il mio genitore e lei 70 enne ancora mi tirava non poco. Aveva quel "non so che" che ti far venire voglia di metterglielo in bocca. Confesso che una volta che mi sono fatto fare un pompino dalla donna delle pulizie, anche lei non di primo pelo, le avevo fatto indossare un abitino della mia matrigna e sono venuto nella bocca di quella donna, decisamente maialona, perchè se lo fece entrare fino in gola, schizzando ripetutamente; perchè immaginai ad occhi chiusi che a farmi il pompino fosse la mia matrigna. Quell'abitino l'ho conservato per anni ed è stato indossato da tante altre vere troie. Donne non belle, ma disponibilissime a prenderlo in bocca e a ricevere la sborrata. Che veniva copiosa e in meno che non si dica, proprio perchè ero concentrato sempre al pensiero che la bocca a spompinarmi fosse quella della mia matrigna. Nel mio immaginario la matrigna l'ho riempita in bocca centinaia di volte. Rimanendo alla fine un pochino deluso, quando aprivo gli occhi e l'uccello usciva fuori non dalla bocca della mia matrigna, ma da porcone che non erano affatto adatte per scopare, in quanto volgari e sfondate sicuramente in culo e davanti.
Una volta che sono andato a casa paterna a trovarla, lei, era lì a tiro, che quasi quasi me lo sarei fatto fare un pompino.
Però in casa non mi sembrò il caso. Scusate il bisticcio di parole. Uscii con il cazzo dritto e dovetti andare da una puttana, che riceveva in casa, a svuotarmi le palle. Una bella sega e sborrata tra le tette della puttana, pensando ad occhi chiusi di sborrare tra le tette della mia matrigna.
Finchè una sera la mia matrigna mi propose di andare a mangiare la pizza, per farmi un piccolo regalo di compleanno. Mai successo.
Comunque quel che non succede in cento anni, si sa che può succedere un giorno qualsiasi. La sono andata a prendere a casa. Viaggetto alla volta del ristorante. Cenetta eccetera eccetera. Fino che a tarda sera, quantomeno a buio pesto, ci siamo ritrovati a rientrare in macchina. Ha cominciato lei a metterla sul generico: se avessi perso una sera con la mia fidanzata, per portare lei al ristorante. Io subito: non ho perso niente. Di fidanzate ne ho tante, non una. Lei: di tante non combini niente con nessuna. Io: non devo combinare niente. Lei: ci fai sesso? Io: Quando mi va, si, ce lo faccio. Lei: Quando ti va? Io: Dipende, se la femmina me lo fa andare. Lei: io te lo faccio andare? Rispondere, mi sembrava uno stupido gioco di parole e sono passato subito a tirare fuori l'uccello, che nel frattempo, me lo aveva fatto diventare duro, con quell'interrogatorio provocatorio e provocante. Lei in meno che non si dica se lo è infilato in bocca e ha cominciato a fare un rigatone professionale, come solo una donna esperta sa fare. Sentivo i denti e la lingua e che interrompeva sputando da gran maiala sulla cappella e poi reinflandoselo in bocca per darci dentro con più ritmo. L'arrapamento estremo me lo ha dato il suo ansimare col respiro affannoso e cavernoso indicativo che capiva che di li a pochissimo avrei eiaculato. Quando è arrivata la sborrata se lo è fatto arrivare il cazzo fino alle tonsille e ha succhiato come una pompa idrovora, procurandomi una sensazione mai provata prima. Ha finito la spompinata ansimando e mettendosi a cosce scomposte come una maiala. Ho capito che ora voleva venire lei. Ma io avevo sparato tutta la sborrata. Mi ha detto con voce gutturale: ti va di entrami in pancia? Io: che cazzo ti entro che il cazzo me lo hai svuotato come una pompa. INOLTRE ERAVAMO IN MACCHINA E PER MONTARMELA AVREI VOLUTO CHE FOSSE SUL LETTO A GAMBE DIVARICATE E SOLLEVATE. Comunque ce lo avrei voluto avere durissimo. Glielo ho pure detto: senti, il mio sogno è scoparti di brutto e vorrei avercelo grosso come un braccio per sentirti strillare dal dolore. Lei: se mi vuoi sentire strillare come una maiala infilami la mano e poi se hai il coraggio entrami col braccio. Si è messa a gamba larghe sul sedile, si è sollavata la gonna e mi ha chiesto di strapparle le mutande per far presto ad infilarle la mano. Ha tirato fuori dalla borsetta un tubo di pomata luan, se l'è spalmata intorno alla vagina e mi ha imbrattato tutta la mano abbondantemente. Sulle prime sembrava proprio che non poteva entrarci nella sua vagina. Entravano le 5 dita ravvicinate e non osavo spingere. Io stupidamente ho chiesto a lei di farmi vedere come facesse con la sua mano, più piccola, ad entrarsi dentro da sola.
Lei decisamente urtata, mi ha spiegato che a farlo una donna sente un dolore, che non è una passeggiata e ovviamente si ferma. O glielo faccio io di entrarle dentro, o non le restata che tirarsi giù la gonna e chiedermi di riportarla a casa. Al che ho spinto con la mano di brutto, facendole emettere un acuto bestiale. Era entrata la mano. Tentavo di aprirla dentro la sua vagina e lei ci sentiva un gusto tremendo quando lo facevo. Eccitato dal suo eccitamento inimmaginabile (non avrei mai immaginato che fosse tanto arrapante e godereccia, ho finito per entrare su dentro a pugno chiuso. Poi mi sono messo a fare su è giuù col pugno a ritmo sempre più forsennato. Lei spalancava la bocca in modo mai visto per non urlare ma emetteva un suono gutturale che non dimenticherò mai più. Le ero dentro con metà braccio e vedevo la sua pancia che mostrava la forma del mio pugno sempre più in prossibmità dello stomaco. Con la mano sinistra toccavo la sua pancia e sentivo che l'addome si sollevava al ritmo dei miei colpi dentro la pancia. Un'esperienza più unica, che rara. Dopo un po' di quell'infilata in pancia con grosso calibro, l'ho sentita ansimare, che aveva un orgasmo mai immaginato da me. Durato almeno 3 minuti e finito con una colata di liquido dalla sua vagina. Quando ho tirato via la mano a dita aperte ha di nuovo strillato al momento dell'uscita, per l'allargamento dei muscoli vaginali. E' stata la ciliegina sulla torta.
Sfinita si è ricomposta la gonna, le calze e i capelli e asciugata le lacrime, che le avevano fatto colare tutto il trucco sulla faccia. Che una femmina si potesse far fare certe cose, non lo immaginavo. Ingenuamente. Certo, se a 14 anni mi faceva diventare il cazzo dritto, una ragione c'era. Un ragazzino percepisce molto di più di quello che percepisce un adulto. E' stata un'esperienza da confini della realtà, proprio perchè in quei momenti clou, la stavo percependo come me la ricordavo da quattordicenne, che mi ci sono sparato delle seghe poderose, fantasticando quel che poi quella sera, all'uscita dal ristorante, al mio 50° compleanno, è successo davvero.
Ed è successo davvero.
scritto il
2021-04-27
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