Sadico striptease
di
slave75
genere
dominazione
Ero stato scoperto come un idiota.
Sapevo il rischio che correvo, un rischio elevatissimo, ma non ero riuscito a trattenermi quando avevo visto Lei entrare nel grande bagno Padronale e, cercando di fare
meno rumore possibile, mi ero messo a spiarLa dal buco della serratura. Lei, improvvisamente, era sparita dalla mia visuale proprio mentre stava per togliersi il
reggiseno e, ancor più improvvisamente, la porta si era spalancata svelando il mio terribile affronto.
E sapevo anche che il Castigo sarebbe stato mostruoso: Lei aveva il Potere di uccidermi solo per capriccio, ma immaginavo che la mia sofferenza sarebbe stata atroce
perché ammazzarmi velocemente non l'avrebbe soddisfatta, non in quel caso.
In pochi minuti mi ritrovai al centro della "Stanza delle Punizioni", in piedi, completamente nudo, con i polsi imprigionati a una catena che pendeva dal soffitto.
Rimasi in quella posizione per non so quanto tempo, in attesa che Lei arrivasse ed iniziasse a infierire sadicamente sul mio corpo inerme. Poi, potrei dire
finalmente, sentii un piccolo rumore in quel silenzio assordante. Lei, la mia Unica Dea, entrò nel locale con lentezza facendo ticchettare i Suoi altissimi Divini
Tacchi a Spillo. Mi passò davanti in silenzio, con un'aria estremamente gelida. Indossava, come sempre, un raffinato tailleur nero, giacca, camicetta, gonna corta e
aderente, calze nere velate e Scarpe nere lucide con Tacchi vertiginosi a Spillo, le Sue preferite, le Louboutins, quelle che amava calzare quando voleva dominarmi
senza alcuna pietà. Questa volta, notai, portava anche guanti in pelle nera e un foulard nero attorno al collo. E impugnava il Suo Staffile più crudele, quello che,
nella punta, aveva dei piombini che laceravano la pelle solo con pochi colpi leggeri. Ma non mi aspettavo una Punizione leggera, tutt'altro, meritavo una morte
straziante per quello che avevo fatto. Lei, la mia Unica Dea, girò intorno a me un paio di volte, con una calma che preannunciava tempesta. E così fu.
Inaspettatamente sentii un sibilo e prima che potessi capire quello che stava succedendo lo Staffile si stampò violentemente sulla mia schiena nuda, ma non ebbi il
tempo di reagire, perché subito dopo altre 49 Frustate mi colpirono rapidissime. Solo alla cinquantesima Nerbata potei gridare tutto il mio dolore. Ma sapevo
benissimo che eravamo solo all'inizio.
Lei si portò nuovamente davanti a me e, con una lentezza esasperante, si sfilò il guanto sinistro che posò su una seggiola proprio davanti a me. Poi ricominciò a
girarmi attorno facendomi sentire il rumore angosciante dei Suoi Tacchi a Spillo. E, di nuovo, come un lampo che squarciava il buio, altre 50 terribili Frustate su
tutto il mio corpo ma in modo particolare sulla schiena che sentivo già profondamente segnata da lividi dolorosissimi. Lei si sfilò anche il guanto destro che andò a
fare il paio con il gemello sulla sedia.
Altre 50 Frustate e il foulard si aggiunse ai guanti, altre 50 e arrivò la giacca del tailleur poi, sempre accompagnate da 50 Nerbate per volta, sulla seggiola vennero
posate la camicetta e la gonna.
Lei era rimasta in Lingerie di pizzo nero, reggiseno, perizoma, reggicalze, calze nere velate e, naturalmente, le Scarpe. E io oramai restavo appeso alla catena
incapace di stare in piedi dopo 300 sadiche Frustate che mi avevano quasi scorticato. Ma non era ancora finita. Altre 50 Nerbate e cadde il reggiseno, poi altre 50 e
scese il perizoma. Lei indossando soltanto reggicalze, calze e Scarpe si presentò davanti a me per mostrarmi il Suo Corpo perfetto, da Dea Suprema, seminudo, come a
volermi umiliare. Poi arrivarono altre 100, terribili, spietate, atroci Frustate inferte con una furia spaventosa. Svenni per il dolore e, quando, per poco prima di
morire, riuscii a riaprire gli occhi mi trovavo disteso sul freddo pavimento con davanti le magnifiche Scarpe nere lucide che, come mio ultimo atto di sottomissione,
baciai prima di morire.
Sapevo il rischio che correvo, un rischio elevatissimo, ma non ero riuscito a trattenermi quando avevo visto Lei entrare nel grande bagno Padronale e, cercando di fare
meno rumore possibile, mi ero messo a spiarLa dal buco della serratura. Lei, improvvisamente, era sparita dalla mia visuale proprio mentre stava per togliersi il
reggiseno e, ancor più improvvisamente, la porta si era spalancata svelando il mio terribile affronto.
E sapevo anche che il Castigo sarebbe stato mostruoso: Lei aveva il Potere di uccidermi solo per capriccio, ma immaginavo che la mia sofferenza sarebbe stata atroce
perché ammazzarmi velocemente non l'avrebbe soddisfatta, non in quel caso.
In pochi minuti mi ritrovai al centro della "Stanza delle Punizioni", in piedi, completamente nudo, con i polsi imprigionati a una catena che pendeva dal soffitto.
Rimasi in quella posizione per non so quanto tempo, in attesa che Lei arrivasse ed iniziasse a infierire sadicamente sul mio corpo inerme. Poi, potrei dire
finalmente, sentii un piccolo rumore in quel silenzio assordante. Lei, la mia Unica Dea, entrò nel locale con lentezza facendo ticchettare i Suoi altissimi Divini
Tacchi a Spillo. Mi passò davanti in silenzio, con un'aria estremamente gelida. Indossava, come sempre, un raffinato tailleur nero, giacca, camicetta, gonna corta e
aderente, calze nere velate e Scarpe nere lucide con Tacchi vertiginosi a Spillo, le Sue preferite, le Louboutins, quelle che amava calzare quando voleva dominarmi
senza alcuna pietà. Questa volta, notai, portava anche guanti in pelle nera e un foulard nero attorno al collo. E impugnava il Suo Staffile più crudele, quello che,
nella punta, aveva dei piombini che laceravano la pelle solo con pochi colpi leggeri. Ma non mi aspettavo una Punizione leggera, tutt'altro, meritavo una morte
straziante per quello che avevo fatto. Lei, la mia Unica Dea, girò intorno a me un paio di volte, con una calma che preannunciava tempesta. E così fu.
Inaspettatamente sentii un sibilo e prima che potessi capire quello che stava succedendo lo Staffile si stampò violentemente sulla mia schiena nuda, ma non ebbi il
tempo di reagire, perché subito dopo altre 49 Frustate mi colpirono rapidissime. Solo alla cinquantesima Nerbata potei gridare tutto il mio dolore. Ma sapevo
benissimo che eravamo solo all'inizio.
Lei si portò nuovamente davanti a me e, con una lentezza esasperante, si sfilò il guanto sinistro che posò su una seggiola proprio davanti a me. Poi ricominciò a
girarmi attorno facendomi sentire il rumore angosciante dei Suoi Tacchi a Spillo. E, di nuovo, come un lampo che squarciava il buio, altre 50 terribili Frustate su
tutto il mio corpo ma in modo particolare sulla schiena che sentivo già profondamente segnata da lividi dolorosissimi. Lei si sfilò anche il guanto destro che andò a
fare il paio con il gemello sulla sedia.
Altre 50 Frustate e il foulard si aggiunse ai guanti, altre 50 e arrivò la giacca del tailleur poi, sempre accompagnate da 50 Nerbate per volta, sulla seggiola vennero
posate la camicetta e la gonna.
Lei era rimasta in Lingerie di pizzo nero, reggiseno, perizoma, reggicalze, calze nere velate e, naturalmente, le Scarpe. E io oramai restavo appeso alla catena
incapace di stare in piedi dopo 300 sadiche Frustate che mi avevano quasi scorticato. Ma non era ancora finita. Altre 50 Nerbate e cadde il reggiseno, poi altre 50 e
scese il perizoma. Lei indossando soltanto reggicalze, calze e Scarpe si presentò davanti a me per mostrarmi il Suo Corpo perfetto, da Dea Suprema, seminudo, come a
volermi umiliare. Poi arrivarono altre 100, terribili, spietate, atroci Frustate inferte con una furia spaventosa. Svenni per il dolore e, quando, per poco prima di
morire, riuscii a riaprire gli occhi mi trovavo disteso sul freddo pavimento con davanti le magnifiche Scarpe nere lucide che, come mio ultimo atto di sottomissione,
baciai prima di morire.
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