Il Lato Oscuro del Piacere (Finale)
di
Pugnette e Gazzosa
genere
dominazione
Era la prima volta che Carlo vedeva casa di Alice.
Pulita, ordinata e spaziosa, proprio come si aspettava.
"Come dicevo, ci serve una parola di sicurezza" disse Alice.
"Una qualsiasi? Mmm...facciamo banana!" le rispose Carlo.
La donna annuì sorridendo.
"Ora abbiamo quello che ci serve per iniziare. Da qui in poi io sarò il tuo padrone e tu la mia schiava. Credo sarà un po' come giocare di ruolo, o recitare se preferisci. Sei pronta?" chiese il ragazzo.
"Certo, dimmi cosa vuoi che faccia."
"Molto bene. Andiamo in camera tua. Ti cambierai e indosserai solo della lingerie."
"Va bene padrone, ti sorprenderò."
Carlo non potè fare a meno di ripensare a quella notte che diede inizio a tutto e le rispose: "Ti ho forse detto che potevi darmi del tu?"
Alice sorrise colpevole. "Mi perdoni padrone. Merito forse una punizione?"
"La meriti eccome! Tutto a suo tempo piccola impertinente" le rispose lui.
Andarono in camera e lei cominciò a spogliarsi lentamente; un piccolo spettacolo omaggio.
Le mutandine avevano ancora una macchia scura di bagnato e quando le lasciò scivolare a terra Carlo se ne accorse.
Nessuno dei due disse nulla, ma i loro sguardi lascivi si incrociarono per un secondo prima che la donna si girò per cercare della lingerie nei cassetti del comodino.
Si piego per afferrare dell'intimo nero e lasciò che Carlo desse una bella occhiata al suo culetto tonico e alle sue grandi labbra.
Alice finì di prepararsi e si accorse di essere riuscita ad eccitare il ragazzo che era nuovamente duro sotto i pantaloni.
"Così vado bene padrone?" chiese lei con aria innocente.
"Molto bene. Ora mettiti sul letto a quattro zampe, come la cagna che sei!" rispose lui mentre si spogliava.
Alice ubbidì.
Carlo pensò di lubrificarsi il cazzo con la saliva, ma di sicuro non doveva certe attenzioni alla sua schiava.
Salì sul letto, dietro alla donna, e con un unico gesto, la penetrò fino in fondo.
Lei gemette e si contrasse per la sorpresa. Un istante dopo le arrivò uno schiaffo sulla natica sinistra.
Contrasse di nuovo l'addome e il culo, ma questa volta per il dolore.
Poi Carlo tirò indietro il cazzo e lo affondò nuovamente con forza. Nello stesso momento un altro schiaffo colpi Alice nello stesso punto del primo.
Ci fu' un terzo affondo, poi un quarto e così via e oguno di essi veniva scandito da una sculacciata.
"Dillo! Dì banana!" pensò lei.
Sentiva il sedere bruciare e stava per cedere. All'improvviso sentì che il godimento e il dolore cominciarono a mischiarsi come in un vrtice e, in un impeto di endorfine, il piacere la travolse.
"Stai forse per venire cagna? Senza chiedermi il persomesso!?" disse Carlo.
"Si, si! Padrone mi lasci venire la prego!" rispose Alice ansimando.
"Molto brava schiava, hai il mio persomesso".
Alice si lasciò andare ad un intenso orgasmo. Gemette forte e gli spasmi le fecero stringere la figa attorno al cazzo di Carlo.
Il ragazzo lo tirò fuori dalla donna e andò al cassetto della biancheria; lo aprì e schizzò il suo sperma su più indumenti possibile.
I due rimasero ad ansimare qualche secondo, poi lui le si avvicinò e le mise il cazzo in bocca per farselo pulire. La mente di Alice era completamente sgombra e si lasciò usare.
Sentì la mano di Carlo appoggiarsi sulla natica destra e strizzargliela delicatamente. Poi la mano scese verso l'ano e un dito si infilò all'interno.
"Ora è il momento della tua punizione!" disse il ragazzo sorridendo.
"Di sicuro una cagna come te avrà qualche giochino che possiamo usare. Vediamo" disse mentre apriva un altro cassetto del comodino.
Carlo vide un oggetto interessante che non seppe riconoscere, così lo prese e chiese: "Questo cos'è? Mi sembra perfetto!"
Alice guardò l'oggetto e rispose: "Quello non è un giocattolo padrone, serve per..."
"Non è quello che ho chiesto schiava! Mi sembra perfetto per il riscaldamento".
"Mi perdoni padrone! Quello è.." Alice venne interrotta dal secondo dito che Carlo le infilò nel culo e si lasciò uscire un piccolo gemito.
"Si così!" penso lei, "usami come vuoi! Dammi di più, voglio godere ancora. Il mio corpo è tuo!"
"Quello padrone" rispose ansimando " è un uovo da rammendo".
Pulita, ordinata e spaziosa, proprio come si aspettava.
"Come dicevo, ci serve una parola di sicurezza" disse Alice.
"Una qualsiasi? Mmm...facciamo banana!" le rispose Carlo.
La donna annuì sorridendo.
"Ora abbiamo quello che ci serve per iniziare. Da qui in poi io sarò il tuo padrone e tu la mia schiava. Credo sarà un po' come giocare di ruolo, o recitare se preferisci. Sei pronta?" chiese il ragazzo.
"Certo, dimmi cosa vuoi che faccia."
"Molto bene. Andiamo in camera tua. Ti cambierai e indosserai solo della lingerie."
"Va bene padrone, ti sorprenderò."
Carlo non potè fare a meno di ripensare a quella notte che diede inizio a tutto e le rispose: "Ti ho forse detto che potevi darmi del tu?"
Alice sorrise colpevole. "Mi perdoni padrone. Merito forse una punizione?"
"La meriti eccome! Tutto a suo tempo piccola impertinente" le rispose lui.
Andarono in camera e lei cominciò a spogliarsi lentamente; un piccolo spettacolo omaggio.
Le mutandine avevano ancora una macchia scura di bagnato e quando le lasciò scivolare a terra Carlo se ne accorse.
Nessuno dei due disse nulla, ma i loro sguardi lascivi si incrociarono per un secondo prima che la donna si girò per cercare della lingerie nei cassetti del comodino.
Si piego per afferrare dell'intimo nero e lasciò che Carlo desse una bella occhiata al suo culetto tonico e alle sue grandi labbra.
Alice finì di prepararsi e si accorse di essere riuscita ad eccitare il ragazzo che era nuovamente duro sotto i pantaloni.
"Così vado bene padrone?" chiese lei con aria innocente.
"Molto bene. Ora mettiti sul letto a quattro zampe, come la cagna che sei!" rispose lui mentre si spogliava.
Alice ubbidì.
Carlo pensò di lubrificarsi il cazzo con la saliva, ma di sicuro non doveva certe attenzioni alla sua schiava.
Salì sul letto, dietro alla donna, e con un unico gesto, la penetrò fino in fondo.
Lei gemette e si contrasse per la sorpresa. Un istante dopo le arrivò uno schiaffo sulla natica sinistra.
Contrasse di nuovo l'addome e il culo, ma questa volta per il dolore.
Poi Carlo tirò indietro il cazzo e lo affondò nuovamente con forza. Nello stesso momento un altro schiaffo colpi Alice nello stesso punto del primo.
Ci fu' un terzo affondo, poi un quarto e così via e oguno di essi veniva scandito da una sculacciata.
"Dillo! Dì banana!" pensò lei.
Sentiva il sedere bruciare e stava per cedere. All'improvviso sentì che il godimento e il dolore cominciarono a mischiarsi come in un vrtice e, in un impeto di endorfine, il piacere la travolse.
"Stai forse per venire cagna? Senza chiedermi il persomesso!?" disse Carlo.
"Si, si! Padrone mi lasci venire la prego!" rispose Alice ansimando.
"Molto brava schiava, hai il mio persomesso".
Alice si lasciò andare ad un intenso orgasmo. Gemette forte e gli spasmi le fecero stringere la figa attorno al cazzo di Carlo.
Il ragazzo lo tirò fuori dalla donna e andò al cassetto della biancheria; lo aprì e schizzò il suo sperma su più indumenti possibile.
I due rimasero ad ansimare qualche secondo, poi lui le si avvicinò e le mise il cazzo in bocca per farselo pulire. La mente di Alice era completamente sgombra e si lasciò usare.
Sentì la mano di Carlo appoggiarsi sulla natica destra e strizzargliela delicatamente. Poi la mano scese verso l'ano e un dito si infilò all'interno.
"Ora è il momento della tua punizione!" disse il ragazzo sorridendo.
"Di sicuro una cagna come te avrà qualche giochino che possiamo usare. Vediamo" disse mentre apriva un altro cassetto del comodino.
Carlo vide un oggetto interessante che non seppe riconoscere, così lo prese e chiese: "Questo cos'è? Mi sembra perfetto!"
Alice guardò l'oggetto e rispose: "Quello non è un giocattolo padrone, serve per..."
"Non è quello che ho chiesto schiava! Mi sembra perfetto per il riscaldamento".
"Mi perdoni padrone! Quello è.." Alice venne interrotta dal secondo dito che Carlo le infilò nel culo e si lasciò uscire un piccolo gemito.
"Si così!" penso lei, "usami come vuoi! Dammi di più, voglio godere ancora. Il mio corpo è tuo!"
"Quello padrone" rispose ansimando " è un uovo da rammendo".
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