Avventure di una famiglia - Capitolo 2: Il doppio del divertimento
di
duecani
genere
incesti
Due mesi dopo che ebbi scoperto le tresche di Laura e Chiara, accadde qualcosa degno di essere raccontato.
La mia figlia minore, Marina, che allora aveva 17 anni, se ne andò per tre giorni in gita scolastica. Ciò voleva dire che, per tre giorni, io e le gemelle avevamo la casa tutta per noi e per le nostre porcate.
La sera in cui se ne andò, vennero a trovarci tre ragazzi. Li accogliemmo abbigliate e truccate con abitini succinti e scarpe con tacco. Dopo molte toccate ed effusioni per riscaldarci, andammo tutti e sei in camera mia, a scopare sul mio lettone. Fu durante questa scopata che invitai il mio uomo a servirsi del mio culo, cosa che lui fece senza farsi ripetere. Entrò senza problemi, essendo il mio culo già bello allenato.
“Fa male?” mi chiese Laura.
“Un po’, ma poi è bello” risposi io.
“Dovremo provare un giorno.” mi rispose mia figlia.
Dopo un po’, feci mettere uno dei tre uomini sdraiato sul letto, gli salii sopra per farmi scopare, e da un altro uomo mi feci inculare.
“Wow, che troia che sei, mamma” commentò Chiara.
“Così ci ruberai tutti i cazzi.” disse Laura.
“Sìììì, sono la più troia e tutti i cazzi sono per me!” risposi io, nel pieno dell’eccitazione.
Dopo tanti orgasmi, congedammo i tre e passammo il resto della serata tra donne. Tutte e tre concordammo che era venuta l’ora che le gemelle dessero via la loro verginità anale.
La mattina dopo mi svegliai presto, andai a fare la spesa in un sexy shop e tornai con un bell’inventario di dildi e plug.
Feci sdraiare sul divano le ragazze, intinsi i loro culi di non poco lubrificante e incominciai ad allargarli. I culi delle gemelle si rilassavano ed accoglievano quelle intrusioni, mentre loro apprezzavano visibilmente. Non che mi fossi aspettata niente di diverso da quelle porcelle delle mie figlie. Passò poco tempo, che incominciarono ad ancheggiare, aiutando la penetrazione. Mi dissero di apprezzare non poco il trattamento. Presi un dildo dalla doppia testa, e lo diedi alle gemelle, suggerendo loro di aprirsi i culi a vicenda. Si scoparono a lungo con quell’oggetto, mentre io guardavo masturbandomi intensamente.
La sera, arrivarono i nostri uomini da noi. Con sorpresa delle mie figlie, ad arrivare non furono solo tre, ma ben sei, poiché ne avevo invitati di più.
Accompagnai tutti quanti nella mia camera, feci stendere le gemelle sul letto. “Ora di rompere i culetti delle mie figlie.” sorrisi io. Per tutta risposta, le gemelle incominciarono a fremere dall’anticipazione. “Ve li sceglierò io, i cazzi. Così vi farete aprire il culo senza neanche sapere da chi, come due brave troie.”
Misi il lubrificante sui due buchetti, presi due uomini a caso e appoggiai i loro cazzi ai buchi. Feci un conto alla rovescia: tre, due, uno… dentro! Mi godetti i volti delle mie figlie, in preda prima al dolore e poi al piacere.
“Sììì! Che bello!” - “Come mi piace!” cominciarono a dire le gemelle. Io mi godetti la scena, ma dopo un po’ di tempo anche al mio, di culo, venne fame, e mi feci inculare accanto a loro.
Finalmente, venne il momento che attendevamo di più: ci mettemmo a triangolo sul letto, ciascuna con un uomo sotto di noi, a farci scopare le fighe, mentre altri tre si godevano i nostri culi. Ciascuna di noi poteva vedere l’espressione delle altre due mentre venivano penetrate in doppia.
“Che bello! Sono piena di cazzo!” disse Laura.
“Sì, sfondatemi il culo! Sbattetemi! Sbatteteci e sfondateci tutte!” fece Chiara.
“Guarda mamma, guarda come siamo troie!”
I nostri uomini godettero, ognuno più di una volta. Per l’occasione, avevo preso un grosso bicchiere, in cui avevo ordinato ai maschi di godere. Alla fine dell’orgia, era bello pieno. Presi tre bicchierini più piccoli e suddivisi in essi tutta quella bella sborra. Io e le gemelle ci guardammo con aria da vere laide, facemmo un cin cin e la bevemmo tutta in un solo sorso, ricevendo un piccolo applauso dai maschi.
Da quella sera in poi, prendemmo l’abitudine, quando andavamo a farci scopare insieme, di invitare sempre sei maschi: sei cazzi per sei buchi affamati.
La mia figlia minore, Marina, che allora aveva 17 anni, se ne andò per tre giorni in gita scolastica. Ciò voleva dire che, per tre giorni, io e le gemelle avevamo la casa tutta per noi e per le nostre porcate.
La sera in cui se ne andò, vennero a trovarci tre ragazzi. Li accogliemmo abbigliate e truccate con abitini succinti e scarpe con tacco. Dopo molte toccate ed effusioni per riscaldarci, andammo tutti e sei in camera mia, a scopare sul mio lettone. Fu durante questa scopata che invitai il mio uomo a servirsi del mio culo, cosa che lui fece senza farsi ripetere. Entrò senza problemi, essendo il mio culo già bello allenato.
“Fa male?” mi chiese Laura.
“Un po’, ma poi è bello” risposi io.
“Dovremo provare un giorno.” mi rispose mia figlia.
Dopo un po’, feci mettere uno dei tre uomini sdraiato sul letto, gli salii sopra per farmi scopare, e da un altro uomo mi feci inculare.
“Wow, che troia che sei, mamma” commentò Chiara.
“Così ci ruberai tutti i cazzi.” disse Laura.
“Sìììì, sono la più troia e tutti i cazzi sono per me!” risposi io, nel pieno dell’eccitazione.
Dopo tanti orgasmi, congedammo i tre e passammo il resto della serata tra donne. Tutte e tre concordammo che era venuta l’ora che le gemelle dessero via la loro verginità anale.
La mattina dopo mi svegliai presto, andai a fare la spesa in un sexy shop e tornai con un bell’inventario di dildi e plug.
Feci sdraiare sul divano le ragazze, intinsi i loro culi di non poco lubrificante e incominciai ad allargarli. I culi delle gemelle si rilassavano ed accoglievano quelle intrusioni, mentre loro apprezzavano visibilmente. Non che mi fossi aspettata niente di diverso da quelle porcelle delle mie figlie. Passò poco tempo, che incominciarono ad ancheggiare, aiutando la penetrazione. Mi dissero di apprezzare non poco il trattamento. Presi un dildo dalla doppia testa, e lo diedi alle gemelle, suggerendo loro di aprirsi i culi a vicenda. Si scoparono a lungo con quell’oggetto, mentre io guardavo masturbandomi intensamente.
La sera, arrivarono i nostri uomini da noi. Con sorpresa delle mie figlie, ad arrivare non furono solo tre, ma ben sei, poiché ne avevo invitati di più.
Accompagnai tutti quanti nella mia camera, feci stendere le gemelle sul letto. “Ora di rompere i culetti delle mie figlie.” sorrisi io. Per tutta risposta, le gemelle incominciarono a fremere dall’anticipazione. “Ve li sceglierò io, i cazzi. Così vi farete aprire il culo senza neanche sapere da chi, come due brave troie.”
Misi il lubrificante sui due buchetti, presi due uomini a caso e appoggiai i loro cazzi ai buchi. Feci un conto alla rovescia: tre, due, uno… dentro! Mi godetti i volti delle mie figlie, in preda prima al dolore e poi al piacere.
“Sììì! Che bello!” - “Come mi piace!” cominciarono a dire le gemelle. Io mi godetti la scena, ma dopo un po’ di tempo anche al mio, di culo, venne fame, e mi feci inculare accanto a loro.
Finalmente, venne il momento che attendevamo di più: ci mettemmo a triangolo sul letto, ciascuna con un uomo sotto di noi, a farci scopare le fighe, mentre altri tre si godevano i nostri culi. Ciascuna di noi poteva vedere l’espressione delle altre due mentre venivano penetrate in doppia.
“Che bello! Sono piena di cazzo!” disse Laura.
“Sì, sfondatemi il culo! Sbattetemi! Sbatteteci e sfondateci tutte!” fece Chiara.
“Guarda mamma, guarda come siamo troie!”
I nostri uomini godettero, ognuno più di una volta. Per l’occasione, avevo preso un grosso bicchiere, in cui avevo ordinato ai maschi di godere. Alla fine dell’orgia, era bello pieno. Presi tre bicchierini più piccoli e suddivisi in essi tutta quella bella sborra. Io e le gemelle ci guardammo con aria da vere laide, facemmo un cin cin e la bevemmo tutta in un solo sorso, ricevendo un piccolo applauso dai maschi.
Da quella sera in poi, prendemmo l’abitudine, quando andavamo a farci scopare insieme, di invitare sempre sei maschi: sei cazzi per sei buchi affamati.
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