Una notte in discoteca - Biscie notturne

di
genere
trans

Tunz tunz tunz!
Tunz Tunz Tunz!
Che palle sta musica...
Tunz Tu-Tunz! Tunz Tu-Tunz Pa!
Tunz Tunz Tunz...
Tunz Tunz Tunz...
E che cazzo... Ma perchè sono venuto!
Ah beh sì certo per lei...
È lì ballando, bella più che mai, fregandosene che io non so ballare... Anzi non è che non so ballare, è che sono goffo, mi sento stupido, insomma ballando peggiorerei la mia situazione, che al momento non è delle migliori. Non sono geloso dei ragazzi che se la mangiano con gli occhi, lì intorno mentre balla con il suo completino blu e aderente, perchè lei, si vede, manco li sta calcolando e pensa solo a ballare. Piuttosto guarda me, con un broncio che è tutto un programma, come se fosse colpa mia che lei è lì da sola a ballare (e come se stesse ballando il liscio e ci fosse bisogno di un partner).
Poi a un certo punto la perdo tra la folla, che sembra farsi più intensa tutt'un tratto. Mi agito, poi mi ricordo che ho il cellulare, dopo l'avrei chiamata. Mi rilasso, e nel frattempo mi accorgo che affianco a me c'è una ragazza, probabilmente brasiliana, terribilmente sexy. Sono al bancone del bar, seduto come lei, in una sedia alta e sto bevendo una Caipiroska particolarmente schifosa, mentre lei beve qualche liquore particolarmente liscio e forte che pare piacerli di più che a me. Mi guarda come volesse farmi alzare l'uccello con la forza del pensiero. Che pretese, neanche Cinzia (la mia ragazza) ci riesce sempre... Però l'uccello si alza, e siccome ho dei pantaloni da discotecaro (che non sono, ma li porto comunque bene) e il mio membro è obiettivamente piuttosto grosso (soprattutto molto largo, ma anche lungo in modo più che soddisfacente) lei vede subito l'effetto che mi ha combinato. Io potrei imbarazzarmi e nascondere l'erezione, invece le faccio un sorriso malizioso e poi faccio spallucce. Lei si avvicina e mi dice una frase decisamente poco originale. "Hai un coniglio nella tasca, o sei contento di vedermi?". Mi sorprende, più della frase stupida, la sua voce... Era femminile ma roca, intensa, non comune in una ragazza. Questo la rende ai miei occhi una bella donna aggressiva, e mi sta eccitando parecchio. Penso "Chissà se è spazioso il bagno di questa discoteca", solo che lo pensai a voce alta, e lei mi dice che non lo sa e che possiamo andare a vedere insieme, È un invito che un uomo eccitato non sa rifiutare. Il bagno è praticamente una sala da pranzo, ed era incredibilmente vuoto. Chiude a chiave e mi da un bacio. Bacia bene, e non riesco a distogliermi, sebbene io consideri il bacio riservato alla mia ragazza, quindi scese nel collo mentre mi sbottona i pantaloni. Tira fuori il mio cazzo e rimane sinceramente sbalordita, a bocca aperta, tanto che vedo la sua sicurezza per la prima volta vacillare. Poi comincia succhiarmi la cappella e leccarmi nella fossetta che traccia i confini del glande con il resto del cazzo, io strabuzzo gli occhi perchè quella è la mi parte preferita nei pompini, e lei non so come, forse a fortuna, ci è arrivata subito. Succhia quel che può, ha una bocca carnosa e particolarmente larga, ma oltre la cappella non riesce ad andare. Ci alza un poco la gonna mettendosi a pecora, ha un perizoma finissimo sul culo, un filo interdentale e mi chiede di mettergliela in culo. Ha un culo delizioso, da star, sodo ma non troppo muscoloso, tondo che ha dell'impossibile e il suo buco rasato ha dei contorni violacei da farmi crepare di attacco cardiaco. Li lecco il buchino, che già si dilata a colpi di lingua, fino a farlo umido abbastanza per facilitare un poco l'ingresso del tronchetto di natale, il mio cazzo, che lei mi ha reso duro ed enorme fino all'impossibile (22 cm di lunghezza, 21 di circonferenza). Glielo pianto in culo, piuttosto velocemente, le piace. Si è spostata il perizoma da un lato, la sto inculando e ancora non ho visto la sua figa, vorrei toccargliela ma lei si toglie la maglietta, è senza reggiseno e mi fa toccare le sue tette. La bella mora, brasiliana, alta, magra e popputa, ha un difetto: le tette rifatte, c'era l'inghippo, lo sentivo nell'aria, ma chissene frega, se è tutto qua. Certo le tette vere di Cinzia sono tutta un altra cosa. Gliele stringo, comunque, e le pizzico i capezzoli, mentre la inculo con un impeto da squarciarle l'ano già da una ventina di minuti. Sta urlando, impreca, ma sua voce si fa ancora più grossa, mi dice che è la mia troia, che la sto rompendo, che mi ama (addirittura!) e di non smettere. Però io smetto, perchè a momenti vengo nel suo culo stretto e voglio godermi subito la sua figa. Lei si gira, ha la faccia tra il malizioso e il preoccupato, io mi tolgo la maglietta e le dico che ora le lecco la figa. Lei tentenna, io la prendo tra le braccia, la bacio, lei è eccitatissima e non so perchè obietta.
Colpo di scena, le tolgo le mutande e la figa non c'è. Al suo posto c'è un cazzo, mulatto quasi nero, più di lei, retto che non so come posso non essermene accorto prima, con la cappella rosea e dura che svetta di fronte a me. Come ho già raccontato nel mio precedente racconto, con un cazzo ho già avuto a che fare, ma non di quelle dimensioni. È lungo più del mio (sarà un 27 cm) anche se decisamente più stretto. Una biscia nera con la testa rosa. Ammetto che la sorpresa mi eccita subito, ma la mia prima reazione è falsamente contrariata e conformista. "Che cazzo di scherzo è questo?" le chiesi: "Sei una trans, ti sei fatta inculare senza dirmelo e ora cosa pretendi? Che ti faccia un pompino?". Lei di tutta risposta mi sorride, e mi dice sì con la testa, mettendomi una mano su quel meraviglioso bastone carnoso e pesante, che ora pulsa tra le mie dita, e il mio cazzo tradisce ogni finzione. È durissimo ed eccitatissimo, lo succhio con avidità, con troppa foga, poi mi riprendo e faccio esattamente quello che mi piace che mi sia fatto, quello che prima lei ha fatto a me, quello che non avevo proprio mai fatto a nessuno (non avevo mai preso in bocca un uccello, sebbene avessi provato con piacere la sodomia).
Ha un sapore marittimo quasi buono quanto quello della figa, e mi piace succhiarlo, ci rimango fino a che non mi ferma lei. Sia io che lei siamo arrivati all'orlo dell'orgasmo e l'avevamo fermato. Ora lei vuole incularmi, rompermi come io ho fatto con lei. Ora: la sensazione dovrebbe essere diversa, vista la differenza notevole tra i nostri cazzi, lei andrà più in profondità e io sicuramente l'ho aperta molto più di quanto lei possa fare a me. Ma comunque credo godrò molto, con dentro quel lungo stelo nero, venoso e pulsante, pronto per esplodermi dentro.
E infatti la sensazione di lei che, dopo avermi lubrificato con un elegante sputo, mi infila con velocità e voracità il suo cazzo nero dentro il culo è stupenda. Mi sento dominato, mi sento una puttana e lei lo sa, me lo dice. "Ora non fai più il gradasso eh? Il tuo cazzone ora non serve più, puttana, serve solo a rimbalzare sulle palle mentre ti fotto il tuo culo sfondato!". In effetti la mia proboscite ad occhi esterni apparirebbe proprio come un inutile attrezzo enorme che, splendidamente, rimbalza qua e là. È rimasto duro senza esitazione e sto per venire, quando mi toglie il suo cazzone dal culo. Si sdraia per terra (che schifo, vabbè) e mi prende il cazzo in bocca, mettendomi con forza il suo nella mia. Sborra con tre colpi di lingua, e mi inonda la bocca. Di getto la sputo in terra, tossendo incazzato, ma in fondo mi è piaciuto. Lei invece, continua a succhiarlo ancora qualche minuto, fino a farmi sborrare. Ingoia tutto e non fa uscire nulla, è una maga del pompino. Siamo un po' sporchi ma non troppo, ci rivestiamo, apriamo la porta, lei è tornata una gran figa insospettabilmente trans, io c'ho una faccia post-scopata e fuori si è formata una piccola fila. Non sono lì da molto, perchè nessuno s'incazza, anzi uno mi dice pure: "Te la sei scopata quella bella figa? Beato te!" e io sorrido con un occhiolino pensando che sì, me la sono scopata, sì è veramente bella... ma figa proprio no!
Dopo 5 minuti chiamo Cinzia al cell e me la trovo vicina, al bar, stremata. Ha ballato tutta la notte, sono le 5. Mi guarda e mi dice: "Hai scopato bene? Ora torniamo a casa e mi racconti eh?" ... Mi sorride e come al solito, mi lascia un po' interdetto. Tornati a casa, 6 del mattino, una scopata veloce, ma intensa e poi a letto. Qualche giorno dopo, le ho raccontato nei dettagli e lei, in tutta risposta, s'è eccitata, mi ha messo un dito in culo e si è fatta scopare.
scritto il
2012-03-16
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