Io e l'adulto parte seconda
di
cindy91
genere
gay
Io e l’adulto parte 2
La mattina seguente mi svegliai e subito Andrea in ginocchi con le mani incrociare sulla testa , da schiavo sottomesso mi presentò la bocca perché vi depositassi lo sperma notturno . mentre mi succhiava, con le dita ben strette gli strizzavo selvaggiamente i capezzoli eccitato dal suo grosso cazzo già eretto. Piangeva dal dolore, ma fu attento a non mordermi e quando venni mandò giù tutta la bianca crema e mi sorrise. Lo premiai con un baco sul naso e un calcio ai coglioni che lo fece urlare. Zitto dissi e questa volta dolcemente lo baciai sulla bocca impastata. Poi gli permisi di lavarmi anche nelle parti intime il mio Clito e la fighetta anale perché mi sentivo ancora femmina. Poi facemmo la doccia assieme e ritornai Padrone Domino.
Avevamo prenotato il campo da golf per le 12 , ma prima vista la dispensa vuota decisi di andare con lui al super. Perché si capisse che era un sottomesso, Gli infilai gli anelli ai coglioni e gli misi due quasi invisibili strizzscapezzoli a bacchetta, così i capezzoli gonfi come ciliegine si intravedevano sotto la polo bianca che gli avevo fatto mettere. Nel culo gli infilai un plug corto ma grosso , di quelli che ti fanno sculettare come una troia. Perché fosse chiaro che era uno schiavo, gli feci indossare dei pantaloncini neri stretch da ciclista
Che lasciavano intravedere i coglioni gonfi per gli anelli e la codina del plug infilato nel culo.
Al collo il solito collare da cane. La visita al super mi soddisfò per gli acquisti, ma soprattutto per gli sguardi che le signore davano al membro eretto e gonfio di Andrea, e i sorrisi degli uomini sensibili che indovinavano cosa stringesse i coglioni e cosa nel culo costringesse Andrea ad ancheggiare e sculettare come un finocchio del porto. Tornati a casa, dopo la partita e messo Andrea in libertà , mentre cucinavo decisi di premiarlo. Andrea in ginocchio. Si mise subito in postazione aprendo la bocca. “No, mio sottomesso maschione, sei stato bravo e per premio questo pomeriggio ti porto al bosco dei finocchi e non aggiunsi altro lasciandolo a macerare nella sua curiosità.
Il bosco dei finocchi è una cascina con un parco di100x 100 metri quadrati. Un muro molto alto circonda il tutto con una sola porta di entrata per le macchine. Il parco è una piccola foresta di alberi, che disposti in vario ordine forniscono ombra e angoli isolati. Il parco è in effetti una dark room vegetale.
Il parcheggio macchine piccolo perché non sono previste più di 50 persone, serve anche da spogliatoio. Cosa piacevole perché sei già esposto alla vista dei partecipanti.
Andrea si spogliò subito e alle palle allungate a 16 centimetri grazie ai pesanti anelli che gli avevo fatto indossare attaccai il guinzaglio. Questa volta il suo buchetto era libero e poteva esibirlo. I capezzoli ormai diventati capezzoloni erano senza pinze e lo tirai per le palle col guinzaglio dentro la cascina. Qui riponemmo i vestiti in un armadietto, io mi misi nudo come mamma mi aveva fatto e ci inoltrammo nella darkroom verde. La oscurità dovuta alle fronde era quasi totale e più della vista servivano le mani per conoscersi, Avevo spiegato ad Andrea la regola del silenzio. Accettazione e rifiuto del partner comunicata solo a gesti. “Andrea ” dissi mentre lui aveva iniziato a giocare col mio uccello,” puoi toccare e farti toccare, no a farti inculare , no a prenderlo in bocca . Capito? Poi tirandolo col guinzaglio gli fece percorrere il bosco. Lo toccarono n molti anche ficcando le dita nel suo culetto o ciucciandogli l’uccello. Dopo una mezza ora di eccitamenti, per premio gli permisi di sborrare in bocca a un finocchietto minuto e biondo con un pisellino microscopico che prima di ciucciare Andrea mi aveva chiesto a gesti “inculami padroncino biondo”.
Intorno al mio schiavo si radunarono alcuni maschioni vogliosi di pomparlo nel culo. Non la permisi e si dovettero accontentare di masturbarsi e venire sulla faccia di Andrea.
Soddisfatto da quella prima uscita dello schiavo, dopo una doccia con la pompa del lavatoio lo feci rivestire e portai a casa. Visto che lo schiavo si comportava bene, decisi che quella sera lo avrei presentato al circolo dei domini. “Andrea” sorrisi sei stato bravo. Ora dormi poi ti preparerò perché questa sera ti presento al circolo dei domini per la conferma della tua sottomissione .
Quel pomeriggio impiegai tutta la mia esperienza di cavallerizza per rendere Andrea fiero, irrequieto e lustro come uno stallone esibito all’asta. Decisi d stare leggera perché volevo che la sua sottomissione fosse dimostrata dall’obbedire con gioia ai miei ordini e non eseguirli per paura. Le unghie dei piedi e delle mani furono laccate di rosso vivo per simboleggiare la femmina in lui. I capezzoli furono stretti da anelli a molla e un grande anello gli fu messo al setto nasale. Lo rasai , unsi e cosparsi tutto il suo corpo con una crema profumata.
Allungai lo scroto sino a 16 centimetri mettendogli ai testicoli 12 pesanti anelli .I capezzoli invece furono stretti da due morsetti in oro che lo fecero ululare di dolore quando messi. Per l’ano avevo in mente qualcosa di speciale così non gli misi il plug. Infine, gli strinsi al collo il collare con guinzaglio. Sino alla macchina gli permisi pantaloncini e maglietta poi in macchina lo misi nudo. Prima di entrare al circolo dei domini gli iniettai uno stimolante nel pene e nel glande. Così il suo membro si allungò sino a19 centimetri on una erezione durissima. Nudo a quattro zampe come un torello con il pene eretto che gli batteva sulla pancia, i coglioni anellati che penzolavano sino a toccare terra e l’anello dello sfintere pulsante per le cinquanta frustate che gli avevo dato facendolo diventare un rosso fiore dai gonfi petali carnosi intorno ad un buchino desideroso di dare piacere, si presentò al domino dei domini he gli chiese chi sei e cosa fai?
Obbediente Andrea recitò “ questo è Andrea schiavo sottomesso di domino Cindy.
Sono il suo giocattolo . sono sottomesso e gioisco di obbedire . suo il mio corpo di cui può disporre a piacimento. Sono un troietto passivo indegno di servire la mia padrona.” Bene disse il Domino dei domini. Cindy lo hai educato bene. Buona scelta, è anche ben dotato. Si mio domino rispose Cindy ,Ora se approvi ti chiedo di accettare il dono della sua bocca e del la sua fighetta anale perché la tua libidine trovi sollievo, e anche quella dei consiglieri ovviamente. Così Andrea per tre volte venne brutalmente stuprato in bocca e nel culo.
Poi mentre in piedi lo schiavo sottomesso si masturbava, Il Domino dei Domini fece un cenno a Cindy che subito gli offri il suo culetto lasciandosi lentamente penetrare. Gemendo di piacere guardò Andrea che capì il messaggio. Ogni Domino è a sua volta sottomesso a un Domino a lui superiore.
Al ritorno , lavati saziati, rilassati entrarono nel letto dove Cindy di nuovo si lasciò essere femmina tra le forti braccia di Andrea. Lei piegata e abbracciata all’albero
Entrambi erano gelosi delle proprie vite , così trovarono un accordo durante a settimana ognuno per sé, salvo quando la voglia li prendeva. Il fine settimana Andrea diventava lo schiavo sottomesso e Cindy la Domina , oppure Cindy il Domino femmino fra le braccio del suo Maschio schiavo e Domino.
I boschi della zona offrivano anfratti ben nascosti dove nudi Cindy e Andrea potevano fare sesso.
A Cindy piaceva, nuda, abbassarsi e abbracciare un albero così che il suo culetto sporgesse in fuori e avendo allargato le gambe , fosse alla giusta altezza per essere con forza penetrata dal grosso membro di Andrea. In quella posizione poteva godere in pieno del grosso glande e delle rilevate venature del cazzo.
Un pomeriggio mentre così posseduta, mugolava di piacere , si accorse che qualcuno gli osservava miseramente nascosto da un cespuglio. Fece un cenno d’intesa ad Andrea poi urlo Venite Fuori, Quasi le venne da ridere erano due ragazzini che abbassati i pantaloncini si menavano i piccoli cazzi eretti.
Cindy rise, su ragazzi mettetevi nudi e venite a vedere come un vero maschio incula un femmino e dato che ci siete fatevi una bella sega. Vennero tutti insieme. Andrea fecondò le budelline di Cindy che eccitata spruzzò il suo seme sulle radici dell’albero e i due ragazzini le cui prime eiaculazioni fecero fare al loro sperma una parabola nell’aria Le grida di godimento dei ragazzini si mescolarono agli ululati di piacere di Cindy.
Non fu la sola volta che Cindy e Andrea dettero spettacolo nel bosco.
Tutto procedeva bene, ma Cindy aveva notato una certa stanchezza in Andrea, era meno brillante, meno potente e doveva impiegare più tempo a farlo indurire prendendo la mazza di Andrea in bocca.
Anche si faceva negare quando durante la settimana gli telefonava.
Cindy si fece un esame. No decise, lei dava il meglio di sé stessa sia come Domina sia come femmino.
Che Andrea fosse ricaduto nel vizio e copulasse con delle donne? O forse era quello che desiderava?
Decise che gli avrebbe fatto una sorpresa presentandosi a casa sua come femmina perfetta.
Dedicò la mattinata a lavaggi depilazioni massaggi con creme. Il pomeriggio a smaltarsi le unghie e parrucchiere. Niente parrucca capelli biondi corti, alla maschietto.
L’intimo era da puttanella come aveva visto sulla rivista Femman. Calze nere trattenute da giarrettiere rosse che stringevano le cosce, un tanga di seta nera impreziosito da ricami in oro quasi inesistente e a parure un reggi pettino nero a ricami in oro dove le sue tettine dai capezzoli gonfi per i mini-morsetti si erigevano goni e fieri. Indossò la sua amata minigonna nera che a ogni passo permetteva di ammirare le natiche. Nell’ano si infilò un grosso ovetto vibrante che le eccitò subito lo sfintere e la prostata. La camicetta bianca aperta lasciava intravedere il reggipetto ed i capezzoli simili a ciliegie, Indossò il giacchino di pelle nera e mise in una bustina il regalo per Andrea. Un anello d’or alto cinque centimetri e pesante 200 grammi con la scritta “sono lo schiavo di Domina Cindy” che per sempre avrebbe ornato i suoi grossi coglioni penduli.
Iniziò a godere quando sentì posarsi su suo culetto gli sguardi affamati di maschi vogliosi.
Aveva le chiavi dell’appartamento di Andrea. Aprii la porta lentamente pensando di fargli una sorpresa , ma si fermò quando dalla camera da letto arrivarono i suoni di corpi in amore. Dunque, c’era la donna spalancò la porta pregustando la scenata.
Quello che vide la lasciò basita. Non era una donna quella che Andrea abbracciava ma un uomo e che uomo. Alto come Andrea, di gamba lunga e natiche alte e sode.
Si girò sorrise prendendo sott braccio Andrea.
Cindy ebbe una visione dei bronzi di Riace.
Due Maschi adulti con i muscoli ben rilevati, senza un filo di grasso con natiche da atleta e pettorali da ginnasta adornati di capezzoli che chiedevano di essere morsicati, I loro membri non ancora eretti nascosti in un nido di neri riccioli facevano da corona alle lunghe gambe che iniziavano dai ventri piatti. I volti sembravano proprio quelli di eroi greci. Quello di Andrea glabro, mentre l’altro era adornato da una piccola da una piccola barba ricciuta. I nasi erano dritti gli occhi separati e per entrambi gli uomini color del mare.
“Cindy, mia Domina” disse Andrea, “questo è Marco il mio amante. Non aver timore, mai ti tradirei con una donna, ma io e Marco siamo sempre stati amanti.”
“Cindy puoi accettarlo?” chiese Marco. Io ero indignata e paralizzata.
Marco guardò Andrea. Andrea sorrise complice a Marco e mi presero tra loro spogliandomi co dolcezza e poi con brutalità.
I loro baci le loro carezze, il loro succhiarmi, il loro penetrarmi tolto l’ovetto, mi precipitarono in un orgasmo che durò tutta la sera. Mi fecero, e mi lasciai fare di tutto, mi sentivo una tenera lesbica violentata da brutali achei vincitori di Troia. Fui messa nella posizione a quattro piedi e a sdraiata sulla schiena penetrata da davanti mentre le mie gambe poggiavano sulle loro spalle. Mi riempirono più volte culo e bocca col loro sperma. Furono brutali mentre io li incitavo da trattarmi da troia quale ero. Ma sapienti avevano evitato di farmi godere.
Quando fummo esausti Marco disse , Cindy, sei fantastica ma devi essere punita per essere entrata di nascosto in casa nostra. Sii puniscimi gridai non immaginando quale fosse la punizione ma sicura che avrei goduto.
Marco mi offrì un bicchiere di rum e poi mi fece inginocchiare tenendo le gambe bene divaricate. Poi presa una crema lubrificante iniziò a massaggiami lo sfintere che era già bello gonfio e desideroso di altre penetrazioni. Andrea Invece si sdraiò prendendo in bocca il mio uccello e stringendo con le mani i testicoli. La stretta ara forte ed a ogni movimento mio, la pressione aumentava. Così rimasi fermo.
Intanto Marco aveva progressivamente aumentato il numero delle dita e ora piano piano mi penetrava progressivamente con tutta la mano. Piangevo per il dolore ma non potevo muovermi altrimenti Andrea mi avrebbe strizzato con forza le palle. Respirai a fondo mentre in dolore iniziava lentamente a mescolarsi con il godimento che la mia libidine anelava.
Infine, brutalmente Marco mi penetrò con la mano sino a dopo il polso. Iniziò a muoversi su e giù . Sentivo lo sfintere come una figa di femmina chiudersi e riaprirsi sulla mano di Marco e poi assaporare il pugno che Marco aveva spinto nel mio culetto.
Ero come impazzito e anche i coglioni strizzati da Andrea non mi impedivano di agitarmi tutto urlando frasi oscene” spaccami, rompimi, sbragami il culo sono la vostra troia, sono un buco da scopare.” Ormai era notte quando, dopo ore di sesso Marco decise che potevo venire. Spinse il braccio dentro il mio culo e mi trovai impalato con mezzo braccio di Maro ne culo. MI costrinse ad alzarmi sempre impalato e con colpi vigorosi mi portò al godimento. “Vengo” urlai. Andrea prese di nuovo in bocca il mio cazzo eretto equando arrivò un lungo e abbondate schizzo di sperma lo ingoiò tutto. Ora soddisfatto piangevo di gioia. Andrea mi tenne in piedi baciandomi teneramente mentre Marco con dolcezza mi sfilava la mano dal culetto. MI portarono allo specchio perché potessi vedere il mio sfintere distrutto che era diventato una immensa rosa dai carnosi petali rossi.
Prima Andrea e poi Marco mi leccarono il buchino calmando i dolori con teneri baci.
Infine, essendo quasi mattino.
Ci sdraiammo nel lettino. Io fra di loro e loro abbracciati e dormimmo felici.
Al risveglio, mi permisero di vedere come si amavano i veri uomini adulti per i quali fottere non era solo sesso, ma rispetto e amicizia.
La mattina seguente mi svegliai e subito Andrea in ginocchi con le mani incrociare sulla testa , da schiavo sottomesso mi presentò la bocca perché vi depositassi lo sperma notturno . mentre mi succhiava, con le dita ben strette gli strizzavo selvaggiamente i capezzoli eccitato dal suo grosso cazzo già eretto. Piangeva dal dolore, ma fu attento a non mordermi e quando venni mandò giù tutta la bianca crema e mi sorrise. Lo premiai con un baco sul naso e un calcio ai coglioni che lo fece urlare. Zitto dissi e questa volta dolcemente lo baciai sulla bocca impastata. Poi gli permisi di lavarmi anche nelle parti intime il mio Clito e la fighetta anale perché mi sentivo ancora femmina. Poi facemmo la doccia assieme e ritornai Padrone Domino.
Avevamo prenotato il campo da golf per le 12 , ma prima vista la dispensa vuota decisi di andare con lui al super. Perché si capisse che era un sottomesso, Gli infilai gli anelli ai coglioni e gli misi due quasi invisibili strizzscapezzoli a bacchetta, così i capezzoli gonfi come ciliegine si intravedevano sotto la polo bianca che gli avevo fatto mettere. Nel culo gli infilai un plug corto ma grosso , di quelli che ti fanno sculettare come una troia. Perché fosse chiaro che era uno schiavo, gli feci indossare dei pantaloncini neri stretch da ciclista
Che lasciavano intravedere i coglioni gonfi per gli anelli e la codina del plug infilato nel culo.
Al collo il solito collare da cane. La visita al super mi soddisfò per gli acquisti, ma soprattutto per gli sguardi che le signore davano al membro eretto e gonfio di Andrea, e i sorrisi degli uomini sensibili che indovinavano cosa stringesse i coglioni e cosa nel culo costringesse Andrea ad ancheggiare e sculettare come un finocchio del porto. Tornati a casa, dopo la partita e messo Andrea in libertà , mentre cucinavo decisi di premiarlo. Andrea in ginocchio. Si mise subito in postazione aprendo la bocca. “No, mio sottomesso maschione, sei stato bravo e per premio questo pomeriggio ti porto al bosco dei finocchi e non aggiunsi altro lasciandolo a macerare nella sua curiosità.
Il bosco dei finocchi è una cascina con un parco di100x 100 metri quadrati. Un muro molto alto circonda il tutto con una sola porta di entrata per le macchine. Il parco è una piccola foresta di alberi, che disposti in vario ordine forniscono ombra e angoli isolati. Il parco è in effetti una dark room vegetale.
Il parcheggio macchine piccolo perché non sono previste più di 50 persone, serve anche da spogliatoio. Cosa piacevole perché sei già esposto alla vista dei partecipanti.
Andrea si spogliò subito e alle palle allungate a 16 centimetri grazie ai pesanti anelli che gli avevo fatto indossare attaccai il guinzaglio. Questa volta il suo buchetto era libero e poteva esibirlo. I capezzoli ormai diventati capezzoloni erano senza pinze e lo tirai per le palle col guinzaglio dentro la cascina. Qui riponemmo i vestiti in un armadietto, io mi misi nudo come mamma mi aveva fatto e ci inoltrammo nella darkroom verde. La oscurità dovuta alle fronde era quasi totale e più della vista servivano le mani per conoscersi, Avevo spiegato ad Andrea la regola del silenzio. Accettazione e rifiuto del partner comunicata solo a gesti. “Andrea ” dissi mentre lui aveva iniziato a giocare col mio uccello,” puoi toccare e farti toccare, no a farti inculare , no a prenderlo in bocca . Capito? Poi tirandolo col guinzaglio gli fece percorrere il bosco. Lo toccarono n molti anche ficcando le dita nel suo culetto o ciucciandogli l’uccello. Dopo una mezza ora di eccitamenti, per premio gli permisi di sborrare in bocca a un finocchietto minuto e biondo con un pisellino microscopico che prima di ciucciare Andrea mi aveva chiesto a gesti “inculami padroncino biondo”.
Intorno al mio schiavo si radunarono alcuni maschioni vogliosi di pomparlo nel culo. Non la permisi e si dovettero accontentare di masturbarsi e venire sulla faccia di Andrea.
Soddisfatto da quella prima uscita dello schiavo, dopo una doccia con la pompa del lavatoio lo feci rivestire e portai a casa. Visto che lo schiavo si comportava bene, decisi che quella sera lo avrei presentato al circolo dei domini. “Andrea” sorrisi sei stato bravo. Ora dormi poi ti preparerò perché questa sera ti presento al circolo dei domini per la conferma della tua sottomissione .
Quel pomeriggio impiegai tutta la mia esperienza di cavallerizza per rendere Andrea fiero, irrequieto e lustro come uno stallone esibito all’asta. Decisi d stare leggera perché volevo che la sua sottomissione fosse dimostrata dall’obbedire con gioia ai miei ordini e non eseguirli per paura. Le unghie dei piedi e delle mani furono laccate di rosso vivo per simboleggiare la femmina in lui. I capezzoli furono stretti da anelli a molla e un grande anello gli fu messo al setto nasale. Lo rasai , unsi e cosparsi tutto il suo corpo con una crema profumata.
Allungai lo scroto sino a 16 centimetri mettendogli ai testicoli 12 pesanti anelli .I capezzoli invece furono stretti da due morsetti in oro che lo fecero ululare di dolore quando messi. Per l’ano avevo in mente qualcosa di speciale così non gli misi il plug. Infine, gli strinsi al collo il collare con guinzaglio. Sino alla macchina gli permisi pantaloncini e maglietta poi in macchina lo misi nudo. Prima di entrare al circolo dei domini gli iniettai uno stimolante nel pene e nel glande. Così il suo membro si allungò sino a19 centimetri on una erezione durissima. Nudo a quattro zampe come un torello con il pene eretto che gli batteva sulla pancia, i coglioni anellati che penzolavano sino a toccare terra e l’anello dello sfintere pulsante per le cinquanta frustate che gli avevo dato facendolo diventare un rosso fiore dai gonfi petali carnosi intorno ad un buchino desideroso di dare piacere, si presentò al domino dei domini he gli chiese chi sei e cosa fai?
Obbediente Andrea recitò “ questo è Andrea schiavo sottomesso di domino Cindy.
Sono il suo giocattolo . sono sottomesso e gioisco di obbedire . suo il mio corpo di cui può disporre a piacimento. Sono un troietto passivo indegno di servire la mia padrona.” Bene disse il Domino dei domini. Cindy lo hai educato bene. Buona scelta, è anche ben dotato. Si mio domino rispose Cindy ,Ora se approvi ti chiedo di accettare il dono della sua bocca e del la sua fighetta anale perché la tua libidine trovi sollievo, e anche quella dei consiglieri ovviamente. Così Andrea per tre volte venne brutalmente stuprato in bocca e nel culo.
Poi mentre in piedi lo schiavo sottomesso si masturbava, Il Domino dei Domini fece un cenno a Cindy che subito gli offri il suo culetto lasciandosi lentamente penetrare. Gemendo di piacere guardò Andrea che capì il messaggio. Ogni Domino è a sua volta sottomesso a un Domino a lui superiore.
Al ritorno , lavati saziati, rilassati entrarono nel letto dove Cindy di nuovo si lasciò essere femmina tra le forti braccia di Andrea. Lei piegata e abbracciata all’albero
Entrambi erano gelosi delle proprie vite , così trovarono un accordo durante a settimana ognuno per sé, salvo quando la voglia li prendeva. Il fine settimana Andrea diventava lo schiavo sottomesso e Cindy la Domina , oppure Cindy il Domino femmino fra le braccio del suo Maschio schiavo e Domino.
I boschi della zona offrivano anfratti ben nascosti dove nudi Cindy e Andrea potevano fare sesso.
A Cindy piaceva, nuda, abbassarsi e abbracciare un albero così che il suo culetto sporgesse in fuori e avendo allargato le gambe , fosse alla giusta altezza per essere con forza penetrata dal grosso membro di Andrea. In quella posizione poteva godere in pieno del grosso glande e delle rilevate venature del cazzo.
Un pomeriggio mentre così posseduta, mugolava di piacere , si accorse che qualcuno gli osservava miseramente nascosto da un cespuglio. Fece un cenno d’intesa ad Andrea poi urlo Venite Fuori, Quasi le venne da ridere erano due ragazzini che abbassati i pantaloncini si menavano i piccoli cazzi eretti.
Cindy rise, su ragazzi mettetevi nudi e venite a vedere come un vero maschio incula un femmino e dato che ci siete fatevi una bella sega. Vennero tutti insieme. Andrea fecondò le budelline di Cindy che eccitata spruzzò il suo seme sulle radici dell’albero e i due ragazzini le cui prime eiaculazioni fecero fare al loro sperma una parabola nell’aria Le grida di godimento dei ragazzini si mescolarono agli ululati di piacere di Cindy.
Non fu la sola volta che Cindy e Andrea dettero spettacolo nel bosco.
Tutto procedeva bene, ma Cindy aveva notato una certa stanchezza in Andrea, era meno brillante, meno potente e doveva impiegare più tempo a farlo indurire prendendo la mazza di Andrea in bocca.
Anche si faceva negare quando durante la settimana gli telefonava.
Cindy si fece un esame. No decise, lei dava il meglio di sé stessa sia come Domina sia come femmino.
Che Andrea fosse ricaduto nel vizio e copulasse con delle donne? O forse era quello che desiderava?
Decise che gli avrebbe fatto una sorpresa presentandosi a casa sua come femmina perfetta.
Dedicò la mattinata a lavaggi depilazioni massaggi con creme. Il pomeriggio a smaltarsi le unghie e parrucchiere. Niente parrucca capelli biondi corti, alla maschietto.
L’intimo era da puttanella come aveva visto sulla rivista Femman. Calze nere trattenute da giarrettiere rosse che stringevano le cosce, un tanga di seta nera impreziosito da ricami in oro quasi inesistente e a parure un reggi pettino nero a ricami in oro dove le sue tettine dai capezzoli gonfi per i mini-morsetti si erigevano goni e fieri. Indossò la sua amata minigonna nera che a ogni passo permetteva di ammirare le natiche. Nell’ano si infilò un grosso ovetto vibrante che le eccitò subito lo sfintere e la prostata. La camicetta bianca aperta lasciava intravedere il reggipetto ed i capezzoli simili a ciliegie, Indossò il giacchino di pelle nera e mise in una bustina il regalo per Andrea. Un anello d’or alto cinque centimetri e pesante 200 grammi con la scritta “sono lo schiavo di Domina Cindy” che per sempre avrebbe ornato i suoi grossi coglioni penduli.
Iniziò a godere quando sentì posarsi su suo culetto gli sguardi affamati di maschi vogliosi.
Aveva le chiavi dell’appartamento di Andrea. Aprii la porta lentamente pensando di fargli una sorpresa , ma si fermò quando dalla camera da letto arrivarono i suoni di corpi in amore. Dunque, c’era la donna spalancò la porta pregustando la scenata.
Quello che vide la lasciò basita. Non era una donna quella che Andrea abbracciava ma un uomo e che uomo. Alto come Andrea, di gamba lunga e natiche alte e sode.
Si girò sorrise prendendo sott braccio Andrea.
Cindy ebbe una visione dei bronzi di Riace.
Due Maschi adulti con i muscoli ben rilevati, senza un filo di grasso con natiche da atleta e pettorali da ginnasta adornati di capezzoli che chiedevano di essere morsicati, I loro membri non ancora eretti nascosti in un nido di neri riccioli facevano da corona alle lunghe gambe che iniziavano dai ventri piatti. I volti sembravano proprio quelli di eroi greci. Quello di Andrea glabro, mentre l’altro era adornato da una piccola da una piccola barba ricciuta. I nasi erano dritti gli occhi separati e per entrambi gli uomini color del mare.
“Cindy, mia Domina” disse Andrea, “questo è Marco il mio amante. Non aver timore, mai ti tradirei con una donna, ma io e Marco siamo sempre stati amanti.”
“Cindy puoi accettarlo?” chiese Marco. Io ero indignata e paralizzata.
Marco guardò Andrea. Andrea sorrise complice a Marco e mi presero tra loro spogliandomi co dolcezza e poi con brutalità.
I loro baci le loro carezze, il loro succhiarmi, il loro penetrarmi tolto l’ovetto, mi precipitarono in un orgasmo che durò tutta la sera. Mi fecero, e mi lasciai fare di tutto, mi sentivo una tenera lesbica violentata da brutali achei vincitori di Troia. Fui messa nella posizione a quattro piedi e a sdraiata sulla schiena penetrata da davanti mentre le mie gambe poggiavano sulle loro spalle. Mi riempirono più volte culo e bocca col loro sperma. Furono brutali mentre io li incitavo da trattarmi da troia quale ero. Ma sapienti avevano evitato di farmi godere.
Quando fummo esausti Marco disse , Cindy, sei fantastica ma devi essere punita per essere entrata di nascosto in casa nostra. Sii puniscimi gridai non immaginando quale fosse la punizione ma sicura che avrei goduto.
Marco mi offrì un bicchiere di rum e poi mi fece inginocchiare tenendo le gambe bene divaricate. Poi presa una crema lubrificante iniziò a massaggiami lo sfintere che era già bello gonfio e desideroso di altre penetrazioni. Andrea Invece si sdraiò prendendo in bocca il mio uccello e stringendo con le mani i testicoli. La stretta ara forte ed a ogni movimento mio, la pressione aumentava. Così rimasi fermo.
Intanto Marco aveva progressivamente aumentato il numero delle dita e ora piano piano mi penetrava progressivamente con tutta la mano. Piangevo per il dolore ma non potevo muovermi altrimenti Andrea mi avrebbe strizzato con forza le palle. Respirai a fondo mentre in dolore iniziava lentamente a mescolarsi con il godimento che la mia libidine anelava.
Infine, brutalmente Marco mi penetrò con la mano sino a dopo il polso. Iniziò a muoversi su e giù . Sentivo lo sfintere come una figa di femmina chiudersi e riaprirsi sulla mano di Marco e poi assaporare il pugno che Marco aveva spinto nel mio culetto.
Ero come impazzito e anche i coglioni strizzati da Andrea non mi impedivano di agitarmi tutto urlando frasi oscene” spaccami, rompimi, sbragami il culo sono la vostra troia, sono un buco da scopare.” Ormai era notte quando, dopo ore di sesso Marco decise che potevo venire. Spinse il braccio dentro il mio culo e mi trovai impalato con mezzo braccio di Maro ne culo. MI costrinse ad alzarmi sempre impalato e con colpi vigorosi mi portò al godimento. “Vengo” urlai. Andrea prese di nuovo in bocca il mio cazzo eretto equando arrivò un lungo e abbondate schizzo di sperma lo ingoiò tutto. Ora soddisfatto piangevo di gioia. Andrea mi tenne in piedi baciandomi teneramente mentre Marco con dolcezza mi sfilava la mano dal culetto. MI portarono allo specchio perché potessi vedere il mio sfintere distrutto che era diventato una immensa rosa dai carnosi petali rossi.
Prima Andrea e poi Marco mi leccarono il buchino calmando i dolori con teneri baci.
Infine, essendo quasi mattino.
Ci sdraiammo nel lettino. Io fra di loro e loro abbracciati e dormimmo felici.
Al risveglio, mi permisero di vedere come si amavano i veri uomini adulti per i quali fottere non era solo sesso, ma rispetto e amicizia.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico