La bocca sborrata del responsabile Andrea
di
Salumiere69
genere
gay
Il camper di Andrea era parcheggiato nel piazzale della ditta.
Aveva passato il weekend al lago con la moglie e in fretta e furia era rientrato in città. Tutti i colleghi erano andati a casa, la giornata lavorativa volgeva al termine.
L'intera giornata si era consumata tra seghe sul computer e i vani tentativi di corteggiamento alla giovane Anna, una segretaria da poco assunta, molto procace e provocante ma poco disponibile. La moglie di Andrea non provava piacere a scopare col marito, troppo stronzo per avere affetto e amore da una donna.
Le sue uniche passioni? Le motociclette e i film porno con gli animali.
Una volta la figlia lo aveva beccato in bagno mentre si masturbava. Una scena imbarazzante che aveva turbato i rapporti familiari. La donna non gli aveva ancora perdonato quelle porcherie.
- Come fai ad eccitarti a vedere donne che fanno sesso con cani e cavalli? Sei un pervertito.
Andrea non si era mai ripreso del tutto. Soffriva dell'amore perduto, soffriva nel vedere la vergogna negli occhi della figlia che lo considerava un padre degenerato.
Sua madre aveva impedito alla figlia di portare amiche a casa, non voleva vedessero che razza di porco fosse il marito, provava profonda vergogna di quel padre pervertito, di quel marito malato che si ammazzava di seghe con filmini di donne e bestie.
- Se tu fossi uno normale ti segheresti guardando film porno normali. Fai schifo impotente di merda.
Quelle parole lo avevano ferito. Aveva persino provato il suicidio con la moto. Si era lanciato a tutta velocità in autostrada cercando la morte. Si era cagato sotto dalla paura e si era rifugiato da una puttana zozza in un quartiere periferico della città, si era fatto succhiare il cazzo e poi si era divertito a cercare dei trans nelle strade intorno.
Sul lavoro era sempre più indisponente e antipatico. La corte alle segretarie non si era mai trasformata in qualcosa di serio. Ci aveva provato con tutte ma senza successo. Aveva offerto 100 euro ad una ragazza dell'ufficio ma questa aveva mandato il fidanzato a pestarlo. Due giorni dopo era ancora con la faccia gonfia ma diceva a tutti di essere caduto in casa. Il fidanzato della ragazza non si era limitato a riempire Andrea di botte. Gli aveva pure pisciato in faccia per sfregio e gli aveva lasciato 50 euro nella tasca della camicia.
- Offri dei soldi a tua madre per scopare, coglione di merda. Avvicinati ancora alla mia fidanzata e ti ficco un bastone nel culo.
Andrea si era chiuso sempre più a riccio. Il capo gli stava addosso, la produzione continuava a diminuire e le lamentele dei clienti mettevano in difficoltà gli affari.
- Coglione di merda, stiamo perdendo clienti. Se non trovi nuovi clienti ti faccio succhiare il cazzo. Perdente.
Lo stato emotivo di Andrea ne aveva risentito. A casa veniva evitato accuratamente da moglie e figlia. La donna si era trovata un partner per il sesso e lo invitava a casa nel weekend senza preoccuparsi della presenza del marito.
- Senti coglione, mi devo vedere con Roberto. Vai a farti un giro che dobbiamo scopare.
La moglie si chiudeva quindi in camera da letto e lui era costretto a prendere la moto e farsi dei giri per tutta la giornata.
Si era fatto degli amici, dei muratori albanesi che passavano i pomeriggi ad ubriacarsi. Lo avevano preso in simpatia, lo invitavano a stare con loro.
Poi un giorno uno degli omaccioni, ubriaco come una spugna, lo prese con violenza e gli tolse i pantaloni, si sfilò le mutande e gli ficcò il cazzo in culo. Incurante del dolore e delle proteste di Andrea disse agli altri di unirsi al gioco e a turno fecero soffrire il culo di Andrea con una bella inculata collettiva, poi per scaricarsi fecero inginocchiare l'uomo e a turno sborrarono nella sua bocca.
L'ultimo gli fece una bella sborrata sulla faccia e con disprezzo gli fece bere anche la sua piscia.
Lo derisero tutti e continuavano ad insultarlo. Chiamarono altri ubriachi.
- Pisciate in faccia a questo coglione.
Urlavano tutti, si passavano la faccia di Andrea come fosse un bicchiere e a turno gli facevano quel che volevano. Chi sborrava sulla faccia, chi gli ficcava il cazzo in gola, chi spruzzava sulla camicia. Era lercio e puzzolente ma non osava ribellarsi.
- Ora vai da tua moglie coglione e raccontale come succhi il cazzo da ubriaco. Minchione.
Andrea si allontanò dagli albanesi, prese il cellulare, guardò le foto della moglie e della figlia e si mise a piangere.
Era proprio un fallito e un miserabile.
Aveva passato il weekend al lago con la moglie e in fretta e furia era rientrato in città. Tutti i colleghi erano andati a casa, la giornata lavorativa volgeva al termine.
L'intera giornata si era consumata tra seghe sul computer e i vani tentativi di corteggiamento alla giovane Anna, una segretaria da poco assunta, molto procace e provocante ma poco disponibile. La moglie di Andrea non provava piacere a scopare col marito, troppo stronzo per avere affetto e amore da una donna.
Le sue uniche passioni? Le motociclette e i film porno con gli animali.
Una volta la figlia lo aveva beccato in bagno mentre si masturbava. Una scena imbarazzante che aveva turbato i rapporti familiari. La donna non gli aveva ancora perdonato quelle porcherie.
- Come fai ad eccitarti a vedere donne che fanno sesso con cani e cavalli? Sei un pervertito.
Andrea non si era mai ripreso del tutto. Soffriva dell'amore perduto, soffriva nel vedere la vergogna negli occhi della figlia che lo considerava un padre degenerato.
Sua madre aveva impedito alla figlia di portare amiche a casa, non voleva vedessero che razza di porco fosse il marito, provava profonda vergogna di quel padre pervertito, di quel marito malato che si ammazzava di seghe con filmini di donne e bestie.
- Se tu fossi uno normale ti segheresti guardando film porno normali. Fai schifo impotente di merda.
Quelle parole lo avevano ferito. Aveva persino provato il suicidio con la moto. Si era lanciato a tutta velocità in autostrada cercando la morte. Si era cagato sotto dalla paura e si era rifugiato da una puttana zozza in un quartiere periferico della città, si era fatto succhiare il cazzo e poi si era divertito a cercare dei trans nelle strade intorno.
Sul lavoro era sempre più indisponente e antipatico. La corte alle segretarie non si era mai trasformata in qualcosa di serio. Ci aveva provato con tutte ma senza successo. Aveva offerto 100 euro ad una ragazza dell'ufficio ma questa aveva mandato il fidanzato a pestarlo. Due giorni dopo era ancora con la faccia gonfia ma diceva a tutti di essere caduto in casa. Il fidanzato della ragazza non si era limitato a riempire Andrea di botte. Gli aveva pure pisciato in faccia per sfregio e gli aveva lasciato 50 euro nella tasca della camicia.
- Offri dei soldi a tua madre per scopare, coglione di merda. Avvicinati ancora alla mia fidanzata e ti ficco un bastone nel culo.
Andrea si era chiuso sempre più a riccio. Il capo gli stava addosso, la produzione continuava a diminuire e le lamentele dei clienti mettevano in difficoltà gli affari.
- Coglione di merda, stiamo perdendo clienti. Se non trovi nuovi clienti ti faccio succhiare il cazzo. Perdente.
Lo stato emotivo di Andrea ne aveva risentito. A casa veniva evitato accuratamente da moglie e figlia. La donna si era trovata un partner per il sesso e lo invitava a casa nel weekend senza preoccuparsi della presenza del marito.
- Senti coglione, mi devo vedere con Roberto. Vai a farti un giro che dobbiamo scopare.
La moglie si chiudeva quindi in camera da letto e lui era costretto a prendere la moto e farsi dei giri per tutta la giornata.
Si era fatto degli amici, dei muratori albanesi che passavano i pomeriggi ad ubriacarsi. Lo avevano preso in simpatia, lo invitavano a stare con loro.
Poi un giorno uno degli omaccioni, ubriaco come una spugna, lo prese con violenza e gli tolse i pantaloni, si sfilò le mutande e gli ficcò il cazzo in culo. Incurante del dolore e delle proteste di Andrea disse agli altri di unirsi al gioco e a turno fecero soffrire il culo di Andrea con una bella inculata collettiva, poi per scaricarsi fecero inginocchiare l'uomo e a turno sborrarono nella sua bocca.
L'ultimo gli fece una bella sborrata sulla faccia e con disprezzo gli fece bere anche la sua piscia.
Lo derisero tutti e continuavano ad insultarlo. Chiamarono altri ubriachi.
- Pisciate in faccia a questo coglione.
Urlavano tutti, si passavano la faccia di Andrea come fosse un bicchiere e a turno gli facevano quel che volevano. Chi sborrava sulla faccia, chi gli ficcava il cazzo in gola, chi spruzzava sulla camicia. Era lercio e puzzolente ma non osava ribellarsi.
- Ora vai da tua moglie coglione e raccontale come succhi il cazzo da ubriaco. Minchione.
Andrea si allontanò dagli albanesi, prese il cellulare, guardò le foto della moglie e della figlia e si mise a piangere.
Era proprio un fallito e un miserabile.
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