Il mio primo tradimento- parte 4 / Il primo Anal non si scorda mai
di
Veronika7
genere
dominazione
Il mio primo tradimento- parte 4
Il primo Anal non si scorda mai!
Ero ormai una Giulia completamente diversa. Potevate davvero dire addio alla vecchia Giulietta. Saranno stati tutti quei pompini nelle campagne romane, o tutti quelle scopate sulla costa. Ma oramai non ero più la stessa. Anche se il vero motivo era solo uno. Edoardo. Ed il suo cazzone al quale pensavo mentre mi stuzzicavo il clitoride e puntualmente mi bagnavo ogni volta. Con Piero a casa non siamo mai stati tanto distanti.
Due sconosciuti. Ognuno alle prese con i proprio interessi.
Lui passava le giornate immerso fra i suoi clienti e le innumerevoli seghe che si faceva da solo in bagno. Sicuramente immaginava di essere anzichè un ricco avvocato, un povero figlio di puttana come Edoardo, con un pisello enorme, che aveva speso tutti i suoi risparmi in un buco nel quale ogni volta si trombava una troia diversa. Ed io non ero altro che una delle tante, anche se il mio più recondito desiderio era diventare l’unica.
Io invece ero rinata. Mi sentivo più sexy ed attraente che mai. Oltre che il corso di yoga, cui andavo solamente per la recondita speranza di incontrare nuovamente la mia fiamma, avevo iniziato a frequentare anche altri corsi. Ero tonica, dimagrita, abbronzata.
Mi ero appena rifatta il guardaroba, vestiti sempre più corti, succinti, attillati, troieggianti.
Ero diventata davvero la classica segreteria sciaquetta porca e provocante.
Si, porca. Come definireste una ragazza la cui occupazione principale è masturbarsi dentro casa solo sul divano pensando al proprio bull proprio come un adolescente?
Il mio culo non era mai stato così sodo, la mia pancia mai così piatta, i seni, bè quelli madre natura me li ha sempre resi prosperosi. Ma oramai avevo un indicibile voglia di bere sperme e di farmi montare da un bel cazzone enorme!
Se Edoardo non si fosse rifatto vivo, avrei sicuramente dato spago ad uno dei miei tanti spasimanti. I miei piedi, bè, non avevo mai speso così tanto in anellini, cavigliere e piedicure. Erano davvero da diva!
Quando meno me l’aspettai incontrai di nuovo Edo al corso.
Ma stavolta decisi di non concedermi subito a lui, ma di fare la sostenuta.
Anche perchè al corso con lui c’era anche la sua compagna, che scoprii chiamarsi Helena.
Evidentemente aveva scoperto qualcosa, dato che non smetteva di tenermi gli occhi addosso. La scrutai per bene. Anche lei era una fighetta per niente male. Viso dolce, pulito, acqua e sapone. Tette enormi, anche più delle mie. Culo sodo. Ed anche lui dei bei piedini curati. Bè, anche Edoardo aveva un suo stile, e si sceglieva le sue zoccolette tutte simili.
Finito il corso lei andò a baciarlo in bocca, quasi violentandolo con la sua piccola lingua da serpe, proprio dinanzi a me. Era sicuramente una sfida.
Edoardo mi fissò con uno sguardo intenso. Capii che doveva essere successo qualcosa fra loro due e che lui mi desiderava ancora ardentemente.
Nonostante ciò, quella sera tornai a casa disperata. Mi stappai da sola tre corona. Piero era fortunatamente a cena fuori.
Probabilmente mi ubriacai sul divano da casa mia, con della birra scadente, come una cessa teen-ager tutta ciccia e brufoli. Ma d’altronde il mio cupo stato d’animo era il medesimo.
Ma quella sera mi servì da lezione. Scoprii nuovi lati nascosti di me. Nuovi lati da voyeur.
Feci una cosa che non avevo mai fatto avuto il bisogno di fare in vita mia, ma che ad esempio Piero faceva sempre, ossia stalkerare gli altri su facebook e instagram.
Una volta saputo che il suo nome era Helena, il gioco era fatto.
Cercai fai i like della palestra e la trovai subito. Spulciai la sua galleria.
Fra i caricamenti c’erano delle foto di quell’estate. Era stata in Sardegna con Edoardo.
C’era un album intero pieno di scatti. Anche lì era facilmente riconoscibile lo sguardo feticista di lui, dato che tutte le foto ritraevano Helena o in costume, o con i sandali, ma comunque in molte con i piedi in primo piano o in bella vista.
Il nuovo lato che scoprii di me stessa era quello da voyeur.
C’era una loro foto in particolare che stuzzicava la mia fantasia.
Nello scatto c’era Edoardo in secondo piano, con stretta fra le braccia la piccola Helena, ovviamente in uno minuscolo bikini.
Iniziai quindi a sfiorarmi il clitoride. Pensai al suo enorme pene subito dietro il suo culetto.
Il passo successivo fu mettermi un dito in fica, dritta nel mio punto G. Ecco quindi la foto tramutarsi in video, con lui che inizia a baciarla, sempre più voglioso che mai della sua fica, mentre lei brama dalla voglia di cavalcarlo. Aggiungo un secondo dito. Non mi sono mai masturbata con così tanta goduria in vita mia. Lui inizia a baciarla sulle labbra carnose (Si, devo proprio ammetterlo che la mia rivale in amore non è per niente male! Chissà quanti bei bocchini gli ha fatto e quanto sperma ha raccolto su quelle seducenti mucose!) e sul collo.
Dopo di che, m’infilo un terzo dito. Giuro che ne avrei aggiunto anche un quarto se la mia fica fosse stata più grande. Edoardo gli strappa il perizomino e glielo mette in fica.
Squirto. Mi bagno completamente la mano ed anche un pò il divano.
Il giorno dopo, mentre stavo passando nuovamente di lì per caso per uscire di casa, ho spizzato Piero inginocchiarsi ad annusare quel potente odore di fica bagnata.
Coincidenze? Io non credo.
Il corso di yoga era ormai un terreno di guerra. Ed io mi ero scoperta una grande troia voyeur. Cosa avrei dato per poter vedere Edoardo in azione nel suo scannatoio con le tante zoccolette della capitale!
All’improvviso comparve sulla schermata del mio smartphone.
-Ciao Giulietta, non ti sei mica scordata di me?- era ovviamente il mio bull preferito.
Sul momento ero indecisa sul da fare. Scrivergli -Certo che no! Mi masturbo ogni giorno pensando a te!- non mi sembrava essere la mossa più corretta.
Oramai ero divenuta una puttana sofisticata, con un bel pò di esperienza.
Decisi quindi di tenergli testa.
-Buondì Edo. Ovviamente no… ma potevi anche farti sentire ogni tanto…- il dado era tratto.
Tutto il mio corpo era scosso da un brivido di adrenalina. Stavo troieggiando con l’uomo dei miei sogni.
-Hai perfettamente ragione Giulietta. Come posso farmi perdonare?-
-Stasera cena?- proposi ed aggiunsi -Offri tu-.
Oramai ero una zoccola sfrontata. Lui ovviamente accettò. Concordammo per un sushi sul mare ad Ostia.
Avevo poche ore a disposizione per truccarmi al meglio e decidere il mio outfit.
Misi dei sandali nuovi con i tacchi che comprai ai saldi pensando proprio a lui.
Manco a farlo apposta ero andata a fare la pedicure il giorno prima.
I miei piedini con le unghie smaltate di rosa erano più sexy che mai.
Dopo di che andai sul sicuro con un vestitino girofica che risaltava le mie belle bocce e il mio culetto che non era mai stato tanto sodo in vita mia.
Ero indecisa su quale perizoma mettermi. Ma alla fine, dopo esser scesa dal bus che avevo preso per raggiungere il punto d’incontro con Edo, decisi di fare una mattata.
A quella cena sarei andata senza intimo. E così, mi avvicinai ad un cassonetto di fianco ad un senzatetto che sicuramente rimase stupito nel vedermi sfilare e buttare quel perizomino proprio lì, in mezzo la strada sul marciapiede.
Dopo di che mi allontanai, e voltandomi vidi il barbone frugare fra la spazzatura, prendere ed annusare le mie mutandine. Gli uomini! Che grandi porci che sono, proprio tutti uguali!
Riconobbi immediatamente la macchina di Edo.
Ci ero stata talmente tante volte sopra, e ci avevo ingoiato talmente tanto sperma che la consideravo quasi una seconda casa.
Finalmente ero di nuovo lì a bordo, solo con lui, a fianco al suo acre odore vagamente alcolico che tanto mi mandava in estasi.
Fremevo dalla voglia di mostrargli la mia fica nuda, senza intimo, tutta rasata per lui.
In ristorante ebbi l’occasione giusta quando tornò dopo essersi allontanato per lavarsi le mani. Scavallai le gambe come Sharon Stone in Basic Instinct.
Lo vidi chiaramente avere un erezione. Dovevo assolutamente fargli dimenticare la mia brutta performance dell’altra volta.
La cena non fu altro che uno sbronzarsi e stuzzicarsi con battutine erotiche su come avessimo passato le nostre vacanze a scopare a tutto spiano.
Tra l’altro nel mio caso era vero. E probabilmente anche nel suo. Quanto avrei dato per saperlo! Edo da vero gentleman pagò e mi portò a passeggiare sul pontile.
Secondo me rallentò il passo solamente per ammirare il mio culetto più sodo che mai.
Arrivati sul pontile mi scattò diverse foto. Era semplicemente estasiato dalla mia bellezza, dalle mie forme, dalla mia tonicità e dalla mia abbronzatura.
E non solo lui. Anche gli altri uomini si giravano verso di me rivolgendomi sguardi da maniaci arrapati. Ero più seducente che mai.
Edo fremeva dalla voglia di scoparmi. Ed io di riassaporare il suo cazzone fuori scala un altra volta.
Stavolta non fu sorpresa quando mi portò nuovamente alla garconniere.
Ci baciammo intensamente, cosa che non potemmo fare nè al ristorante, nè sul pontile per paura di sguardi indiscreti.
Lui era lì, in piedi dinanzi a me. Abbassargli i pantaloni e prenderlo in bocca mi venne naturale. Ma dopo qualche minuto, a sorpresa, me lo tirai fuori e sdraiandomi lo diressi verso la mia fica.
Edo era troppo sorpreso per contrariarmi. Il suo enorme membro da toro da monte scivolò quindi nella mia piccola fica bagnata. Stavolta non uscì del sangue, nè provai dolore, ma al contrario una scarica di endorfine mi attraversò la schiena.
Iniziai a gemere, come non avevo mai fatto in vita mia, nè con i bulletti del liceo, nè con Davide. -Ah! Aaah!-. Iniziai a frignare di autentico piacere.
Era la prima volta che mi succedeva. E non riuscivo a farne a meno.
La cosa prese anche Edo alla sprovvista, il quale si trovò più ingrifato che mai, ed iniziò quindi a martellarmi come un martello pneumatico lì, in quella banale posizione del missionario. Dopo aver goduto con un lungo orgasmo, lo colsi nuovamente di sorpresa quando mi spostai sopra di lui per cavalcarlo.
Se il pisello di Davide mi soddisfaceva ogni volta, quello di Edo mi mandava letteralmente in estasi. Inizia a mugulare di piacere.
Edo allora mi disse- L’ultima volta non eri così… cosa ti è successo?-
Risposi con assoluta sincerità -Ho fatto tanta pratica questa estate…-
-Sei stata con tanti uomini?- mi domandò
-Si- risposi, aggiungendo con sincerità -Ma ho sempre pensato a te!- ed inizia a baciarlo sul collo. Edo stava per venire, ed aveva iniziato ad inclinarsi come per scansarmi, ma lo bloccai
-Edo vienimi dentro, prendo la pillola!- non feci nemmeno in tempo a finire la frase che uno tsunami di sborra aveva già travolto la mia fica.
Quel grande stronzo crollò stremato. Dopo qualche minuto, si riprese e scherzò dicendo -Avevi detto che la cosa che ti piaceva di più al mondo era bere la mia sborra!-
-Ma anche sentire che mi vieni dentro non è male…- gli risposi.
-Quanti te ne sei scopata troia?-
-E tu perchè non mi hai scritto?- gli chiesi
-Lo sai benissimo… Helena… l’hai anche conosciuta mi pare…-
-Se vuoi che sia solo tua dobbiamo vederci un pò più spesso…- lo provocai.
-Ah si? Sennò che fai?- il tono di voce di Edo cambiò.
Forse avevo esagerato troppo nel provocarlo.
Mi strinse con una morsa d’acciaio. Sbattè il mio viso sul suo soffice materasso.
Con l’altra mano spinse la mia schiena contro il letto.
-Che fai?- chiesi in un misto fra sorpresa e spavento.
Ero convinta che mi avrebbe scopato in posizione prona, come l’altra volta.
Quando lo faceva Davide mi piaceva molto. Non vedevo l’ora di provarlo di nuovo con un re del sesso estremo come Edo.
Il suo cazzone sfiorò il mio sfintere anale. “Più giù sciocchino!” pensai.
Ma il suo glande non si spostò.
Iniziai a pregarlo -No! No! No!-.
Il sesso anale non era nei miei piani. Mia cugina Sara mi diceva sempre di farsi dei clisteri prima di farlo. Io non avevo neanche idea di quale fosse l'occorrente per eseguirlo.
Sentii un bastone farsi largo nel mio fondoschiena.
Al liceo, il mio ultimo ragazzo, un tipo di Torvaianica che riempivo di bocchini nel bagno degli handicappati una volta infilò un dito nel mio ano a tradimento. Lo trovai si eccitante, ma davvero doloroso. Stavolta era diverso. Non era il ditino di un diciottenne, bensì un bestione che non avrebbe sfigurato fra i pornostar.
-Ahh!- urlai a squarciagola. Quella mazza da baseball si stava facendo strada nel mio sedere. -Piano, piano…- lo implorai, mentre quell’enorme verga mi violentava dietro.
-Basta, basta!- continuai a frignare.
Mi accorsi che più piagnucolavo più Edoardo si eccitava. Oramai era dentro di me.
E stava godendo davvero come un porco. Lo sentivo ansimare come non aveva mai fatto in vita sua. Non avrebbe mai smesso. L’unico modo per terminare quel supplizio era sperare che mi sborrasse nel retto.
-Ahi, ahi!- continuai a frignare. Ma dopo un pò, come in Hellraiser, il dolore divenne piacere.
E mi tornò in mente ciò che diceva mia cugina Sara sul sesso anale, descritto come una droga da cui è impossibile disintossicarsi.
E così il mio lamentoso -Ahi! Ahi!- si tramutò in un piacevole -Vai! Vai!-.
Non avevo mai provato un'emozione tanto intensa in vita mia. Edo con una mano iniziò a palparmi il seno, e con l’altra a masturbarmi il clitoride, mentre ci slinguazzavamo appassionati. Sentire la sua sborra inondare il mio culo fu un piacere indescrivibile|
Il primo Anal non si scorda mai!
Ero ormai una Giulia completamente diversa. Potevate davvero dire addio alla vecchia Giulietta. Saranno stati tutti quei pompini nelle campagne romane, o tutti quelle scopate sulla costa. Ma oramai non ero più la stessa. Anche se il vero motivo era solo uno. Edoardo. Ed il suo cazzone al quale pensavo mentre mi stuzzicavo il clitoride e puntualmente mi bagnavo ogni volta. Con Piero a casa non siamo mai stati tanto distanti.
Due sconosciuti. Ognuno alle prese con i proprio interessi.
Lui passava le giornate immerso fra i suoi clienti e le innumerevoli seghe che si faceva da solo in bagno. Sicuramente immaginava di essere anzichè un ricco avvocato, un povero figlio di puttana come Edoardo, con un pisello enorme, che aveva speso tutti i suoi risparmi in un buco nel quale ogni volta si trombava una troia diversa. Ed io non ero altro che una delle tante, anche se il mio più recondito desiderio era diventare l’unica.
Io invece ero rinata. Mi sentivo più sexy ed attraente che mai. Oltre che il corso di yoga, cui andavo solamente per la recondita speranza di incontrare nuovamente la mia fiamma, avevo iniziato a frequentare anche altri corsi. Ero tonica, dimagrita, abbronzata.
Mi ero appena rifatta il guardaroba, vestiti sempre più corti, succinti, attillati, troieggianti.
Ero diventata davvero la classica segreteria sciaquetta porca e provocante.
Si, porca. Come definireste una ragazza la cui occupazione principale è masturbarsi dentro casa solo sul divano pensando al proprio bull proprio come un adolescente?
Il mio culo non era mai stato così sodo, la mia pancia mai così piatta, i seni, bè quelli madre natura me li ha sempre resi prosperosi. Ma oramai avevo un indicibile voglia di bere sperme e di farmi montare da un bel cazzone enorme!
Se Edoardo non si fosse rifatto vivo, avrei sicuramente dato spago ad uno dei miei tanti spasimanti. I miei piedi, bè, non avevo mai speso così tanto in anellini, cavigliere e piedicure. Erano davvero da diva!
Quando meno me l’aspettai incontrai di nuovo Edo al corso.
Ma stavolta decisi di non concedermi subito a lui, ma di fare la sostenuta.
Anche perchè al corso con lui c’era anche la sua compagna, che scoprii chiamarsi Helena.
Evidentemente aveva scoperto qualcosa, dato che non smetteva di tenermi gli occhi addosso. La scrutai per bene. Anche lei era una fighetta per niente male. Viso dolce, pulito, acqua e sapone. Tette enormi, anche più delle mie. Culo sodo. Ed anche lui dei bei piedini curati. Bè, anche Edoardo aveva un suo stile, e si sceglieva le sue zoccolette tutte simili.
Finito il corso lei andò a baciarlo in bocca, quasi violentandolo con la sua piccola lingua da serpe, proprio dinanzi a me. Era sicuramente una sfida.
Edoardo mi fissò con uno sguardo intenso. Capii che doveva essere successo qualcosa fra loro due e che lui mi desiderava ancora ardentemente.
Nonostante ciò, quella sera tornai a casa disperata. Mi stappai da sola tre corona. Piero era fortunatamente a cena fuori.
Probabilmente mi ubriacai sul divano da casa mia, con della birra scadente, come una cessa teen-ager tutta ciccia e brufoli. Ma d’altronde il mio cupo stato d’animo era il medesimo.
Ma quella sera mi servì da lezione. Scoprii nuovi lati nascosti di me. Nuovi lati da voyeur.
Feci una cosa che non avevo mai fatto avuto il bisogno di fare in vita mia, ma che ad esempio Piero faceva sempre, ossia stalkerare gli altri su facebook e instagram.
Una volta saputo che il suo nome era Helena, il gioco era fatto.
Cercai fai i like della palestra e la trovai subito. Spulciai la sua galleria.
Fra i caricamenti c’erano delle foto di quell’estate. Era stata in Sardegna con Edoardo.
C’era un album intero pieno di scatti. Anche lì era facilmente riconoscibile lo sguardo feticista di lui, dato che tutte le foto ritraevano Helena o in costume, o con i sandali, ma comunque in molte con i piedi in primo piano o in bella vista.
Il nuovo lato che scoprii di me stessa era quello da voyeur.
C’era una loro foto in particolare che stuzzicava la mia fantasia.
Nello scatto c’era Edoardo in secondo piano, con stretta fra le braccia la piccola Helena, ovviamente in uno minuscolo bikini.
Iniziai quindi a sfiorarmi il clitoride. Pensai al suo enorme pene subito dietro il suo culetto.
Il passo successivo fu mettermi un dito in fica, dritta nel mio punto G. Ecco quindi la foto tramutarsi in video, con lui che inizia a baciarla, sempre più voglioso che mai della sua fica, mentre lei brama dalla voglia di cavalcarlo. Aggiungo un secondo dito. Non mi sono mai masturbata con così tanta goduria in vita mia. Lui inizia a baciarla sulle labbra carnose (Si, devo proprio ammetterlo che la mia rivale in amore non è per niente male! Chissà quanti bei bocchini gli ha fatto e quanto sperma ha raccolto su quelle seducenti mucose!) e sul collo.
Dopo di che, m’infilo un terzo dito. Giuro che ne avrei aggiunto anche un quarto se la mia fica fosse stata più grande. Edoardo gli strappa il perizomino e glielo mette in fica.
Squirto. Mi bagno completamente la mano ed anche un pò il divano.
Il giorno dopo, mentre stavo passando nuovamente di lì per caso per uscire di casa, ho spizzato Piero inginocchiarsi ad annusare quel potente odore di fica bagnata.
Coincidenze? Io non credo.
Il corso di yoga era ormai un terreno di guerra. Ed io mi ero scoperta una grande troia voyeur. Cosa avrei dato per poter vedere Edoardo in azione nel suo scannatoio con le tante zoccolette della capitale!
All’improvviso comparve sulla schermata del mio smartphone.
-Ciao Giulietta, non ti sei mica scordata di me?- era ovviamente il mio bull preferito.
Sul momento ero indecisa sul da fare. Scrivergli -Certo che no! Mi masturbo ogni giorno pensando a te!- non mi sembrava essere la mossa più corretta.
Oramai ero divenuta una puttana sofisticata, con un bel pò di esperienza.
Decisi quindi di tenergli testa.
-Buondì Edo. Ovviamente no… ma potevi anche farti sentire ogni tanto…- il dado era tratto.
Tutto il mio corpo era scosso da un brivido di adrenalina. Stavo troieggiando con l’uomo dei miei sogni.
-Hai perfettamente ragione Giulietta. Come posso farmi perdonare?-
-Stasera cena?- proposi ed aggiunsi -Offri tu-.
Oramai ero una zoccola sfrontata. Lui ovviamente accettò. Concordammo per un sushi sul mare ad Ostia.
Avevo poche ore a disposizione per truccarmi al meglio e decidere il mio outfit.
Misi dei sandali nuovi con i tacchi che comprai ai saldi pensando proprio a lui.
Manco a farlo apposta ero andata a fare la pedicure il giorno prima.
I miei piedini con le unghie smaltate di rosa erano più sexy che mai.
Dopo di che andai sul sicuro con un vestitino girofica che risaltava le mie belle bocce e il mio culetto che non era mai stato tanto sodo in vita mia.
Ero indecisa su quale perizoma mettermi. Ma alla fine, dopo esser scesa dal bus che avevo preso per raggiungere il punto d’incontro con Edo, decisi di fare una mattata.
A quella cena sarei andata senza intimo. E così, mi avvicinai ad un cassonetto di fianco ad un senzatetto che sicuramente rimase stupito nel vedermi sfilare e buttare quel perizomino proprio lì, in mezzo la strada sul marciapiede.
Dopo di che mi allontanai, e voltandomi vidi il barbone frugare fra la spazzatura, prendere ed annusare le mie mutandine. Gli uomini! Che grandi porci che sono, proprio tutti uguali!
Riconobbi immediatamente la macchina di Edo.
Ci ero stata talmente tante volte sopra, e ci avevo ingoiato talmente tanto sperma che la consideravo quasi una seconda casa.
Finalmente ero di nuovo lì a bordo, solo con lui, a fianco al suo acre odore vagamente alcolico che tanto mi mandava in estasi.
Fremevo dalla voglia di mostrargli la mia fica nuda, senza intimo, tutta rasata per lui.
In ristorante ebbi l’occasione giusta quando tornò dopo essersi allontanato per lavarsi le mani. Scavallai le gambe come Sharon Stone in Basic Instinct.
Lo vidi chiaramente avere un erezione. Dovevo assolutamente fargli dimenticare la mia brutta performance dell’altra volta.
La cena non fu altro che uno sbronzarsi e stuzzicarsi con battutine erotiche su come avessimo passato le nostre vacanze a scopare a tutto spiano.
Tra l’altro nel mio caso era vero. E probabilmente anche nel suo. Quanto avrei dato per saperlo! Edo da vero gentleman pagò e mi portò a passeggiare sul pontile.
Secondo me rallentò il passo solamente per ammirare il mio culetto più sodo che mai.
Arrivati sul pontile mi scattò diverse foto. Era semplicemente estasiato dalla mia bellezza, dalle mie forme, dalla mia tonicità e dalla mia abbronzatura.
E non solo lui. Anche gli altri uomini si giravano verso di me rivolgendomi sguardi da maniaci arrapati. Ero più seducente che mai.
Edo fremeva dalla voglia di scoparmi. Ed io di riassaporare il suo cazzone fuori scala un altra volta.
Stavolta non fu sorpresa quando mi portò nuovamente alla garconniere.
Ci baciammo intensamente, cosa che non potemmo fare nè al ristorante, nè sul pontile per paura di sguardi indiscreti.
Lui era lì, in piedi dinanzi a me. Abbassargli i pantaloni e prenderlo in bocca mi venne naturale. Ma dopo qualche minuto, a sorpresa, me lo tirai fuori e sdraiandomi lo diressi verso la mia fica.
Edo era troppo sorpreso per contrariarmi. Il suo enorme membro da toro da monte scivolò quindi nella mia piccola fica bagnata. Stavolta non uscì del sangue, nè provai dolore, ma al contrario una scarica di endorfine mi attraversò la schiena.
Iniziai a gemere, come non avevo mai fatto in vita mia, nè con i bulletti del liceo, nè con Davide. -Ah! Aaah!-. Iniziai a frignare di autentico piacere.
Era la prima volta che mi succedeva. E non riuscivo a farne a meno.
La cosa prese anche Edo alla sprovvista, il quale si trovò più ingrifato che mai, ed iniziò quindi a martellarmi come un martello pneumatico lì, in quella banale posizione del missionario. Dopo aver goduto con un lungo orgasmo, lo colsi nuovamente di sorpresa quando mi spostai sopra di lui per cavalcarlo.
Se il pisello di Davide mi soddisfaceva ogni volta, quello di Edo mi mandava letteralmente in estasi. Inizia a mugulare di piacere.
Edo allora mi disse- L’ultima volta non eri così… cosa ti è successo?-
Risposi con assoluta sincerità -Ho fatto tanta pratica questa estate…-
-Sei stata con tanti uomini?- mi domandò
-Si- risposi, aggiungendo con sincerità -Ma ho sempre pensato a te!- ed inizia a baciarlo sul collo. Edo stava per venire, ed aveva iniziato ad inclinarsi come per scansarmi, ma lo bloccai
-Edo vienimi dentro, prendo la pillola!- non feci nemmeno in tempo a finire la frase che uno tsunami di sborra aveva già travolto la mia fica.
Quel grande stronzo crollò stremato. Dopo qualche minuto, si riprese e scherzò dicendo -Avevi detto che la cosa che ti piaceva di più al mondo era bere la mia sborra!-
-Ma anche sentire che mi vieni dentro non è male…- gli risposi.
-Quanti te ne sei scopata troia?-
-E tu perchè non mi hai scritto?- gli chiesi
-Lo sai benissimo… Helena… l’hai anche conosciuta mi pare…-
-Se vuoi che sia solo tua dobbiamo vederci un pò più spesso…- lo provocai.
-Ah si? Sennò che fai?- il tono di voce di Edo cambiò.
Forse avevo esagerato troppo nel provocarlo.
Mi strinse con una morsa d’acciaio. Sbattè il mio viso sul suo soffice materasso.
Con l’altra mano spinse la mia schiena contro il letto.
-Che fai?- chiesi in un misto fra sorpresa e spavento.
Ero convinta che mi avrebbe scopato in posizione prona, come l’altra volta.
Quando lo faceva Davide mi piaceva molto. Non vedevo l’ora di provarlo di nuovo con un re del sesso estremo come Edo.
Il suo cazzone sfiorò il mio sfintere anale. “Più giù sciocchino!” pensai.
Ma il suo glande non si spostò.
Iniziai a pregarlo -No! No! No!-.
Il sesso anale non era nei miei piani. Mia cugina Sara mi diceva sempre di farsi dei clisteri prima di farlo. Io non avevo neanche idea di quale fosse l'occorrente per eseguirlo.
Sentii un bastone farsi largo nel mio fondoschiena.
Al liceo, il mio ultimo ragazzo, un tipo di Torvaianica che riempivo di bocchini nel bagno degli handicappati una volta infilò un dito nel mio ano a tradimento. Lo trovai si eccitante, ma davvero doloroso. Stavolta era diverso. Non era il ditino di un diciottenne, bensì un bestione che non avrebbe sfigurato fra i pornostar.
-Ahh!- urlai a squarciagola. Quella mazza da baseball si stava facendo strada nel mio sedere. -Piano, piano…- lo implorai, mentre quell’enorme verga mi violentava dietro.
-Basta, basta!- continuai a frignare.
Mi accorsi che più piagnucolavo più Edoardo si eccitava. Oramai era dentro di me.
E stava godendo davvero come un porco. Lo sentivo ansimare come non aveva mai fatto in vita sua. Non avrebbe mai smesso. L’unico modo per terminare quel supplizio era sperare che mi sborrasse nel retto.
-Ahi, ahi!- continuai a frignare. Ma dopo un pò, come in Hellraiser, il dolore divenne piacere.
E mi tornò in mente ciò che diceva mia cugina Sara sul sesso anale, descritto come una droga da cui è impossibile disintossicarsi.
E così il mio lamentoso -Ahi! Ahi!- si tramutò in un piacevole -Vai! Vai!-.
Non avevo mai provato un'emozione tanto intensa in vita mia. Edo con una mano iniziò a palparmi il seno, e con l’altra a masturbarmi il clitoride, mentre ci slinguazzavamo appassionati. Sentire la sua sborra inondare il mio culo fu un piacere indescrivibile|
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