L'uomo e il cane, parte 3 - Ciclo M.
di
betaMale
genere
dominazione
Lei: "Ma che bravo il mio cane!"
Disse divertita e avvicinandosi mi accarezzò la testa. Fui molto felice di quel gesto.. vivevo per quel tipo di riconoscimento.
Se avessi avuto una coda in quel momento avrei cominciato a scodinzolare. Mi sentivo più leggero e sereno adesso che avendo fatto il mio dovere la padrona non era più arrabbiata con me.
Dopo la carezza, afferrandomi per il mento mi obbligò a guardarla negli occhi e disse
Lei: "Fidati, se tutto va secondo i piani ci divertiremo un sacco"
Tornammo seri entrambi, continuandoci a fissare.
Io: "Quali piani padrona?"
Lei: "Beh come puoi immaginare queste cose per riuscire devono essere gestite bene. Procederemo a step, vi dovrete conoscere e piano piano col tempo le cose seguiranno il loro naturale percorso.
Lui è il classico maschio alfa, sicuro, forte, indipendente e dominante. Tu sei l'opposto, timido, insicuro, remissivo, hai un carattere che ricorda molto quello di un cane.
Il tuo mondo gira infatti intorno ad una figura che tu stesso erigi a 'guida' e verso la quale assumi naturalmente una posizione subalterna. Sei alla costante ricerca dell'approvazione di questa figura.
Onestamente è un atteggiamento che rivedo solo nel rapporto tra un cane e il suo padrone
e non tra due persone.
Quindi sono sicura che sottometterti a lui ti risulterà molto più naturale di quello che adesso pensi."
Queste parole, che per una persona normale potrebbero sembrare offensive e che forse istintivamente ho trovato offensive anch'io in un primo momento, mi fecero in realtà capire quanto fosse consapevole la mia padrona di quello che stava facendo e di quanto mi conoscesse perfettamente.
Pensai dentro di me quanto fortunato fossi nell'avere una padrona come lei a prendersi cura di me.
Mi sentii in colpa per la mancanza di fiducia che avevo dimostrato quel pomeriggio.
Fui quindi in quel momento travolto da un'euforia che i portò a dire
Io: "Grazie padrona, grazie per tutto ciò che fa per me! Non la deluderò!"
Lei: "Bravo Dobby! Questo è lo spirito" disse ridendo.
A questo punto devo precisare che Dobby era il nome che quasi due anni prima la mia padrona mi aveva dato e ne quale ormai mi riconoscevo più che nel mio nome di battesimo.
Ormai capitava che anche fuori davanti ad altra gente mi chiamasse così, tanto che alcuni suoi amici mi conoscevano solo come Dobby.
Fra questi solo pochi intimi sapevamo il vero tipo di legame che ci univa.
Io: "Quindi? Quale è il primo passo padrona?"
Lei: "Allora innanzitutto devi farti accettare da lui ovviamente"
Io: "Come!?"
Lei: "Beh devi innanzitutto sapere che io gli ho raccontato tutto di noi.
Gli ho detto quindi che il mio coinquilino è un ragazzo che, quando ci siamo incontrati il primo anno di università, ha completamente perso la testa per me ma essendo un timido, sottomesso, remissivo e anche masochista l'unica cosa che è riuscito ad ottenere è stata diventare il mio schiavo personale.
E gli ho quindi raccontato che ti comando a bacchetta, che in questa casa fai tutto te, e che se non righi dritto mi tocca anche punirti. Ed in fine che tutto questo ti eccita."
Io: "e.. e lui?"
Lei: "Ha detto che aveva sentito parlare di persone come te, che però non ne aveva mai incontrata una, e.."
Io: "E??"
Lei: "Beh ha anche aggiunto che quelli come te non li considera uomini, ne persone.. ha detto che sei un maschio mancato."
Dovette portarsi una mano davanti alla bocca per nascondere il fatto che le scappò una risata.
Lei: "Comunque, gli ho spiegato che sbaglia a vederti come una persona.
Per capire quelli come te deve associare la tua figura a quella di un cane.
A quel punto è scoppiato a ridere e ha detto che sei proprio un coglione."
Io: "E lei?! Non ha detto niente?!"
Lei: "Beh non posso certo dire che coglione non sei!"
Vedendomi un po contrariato riprese subito a dire
Lei: "Ma non ti preoccupare, ha anche detto che deve essere molto utile possedere uno come te e che farebbe comodo anche a lui! Insomma l'ho visto incuriosito."
Io: "Si ok ho capito ma allora perché ancora non è detto che mi 'accetti'??"
Lei: "Dovresti aver capito che tipo di uomo è lui.. L'idea che mi ronzi intorno un altro ragazzo che ha perso la testa per me non gli piace per niente.
Io sono la sua donna e te sei uno che vive con me e che è costantemente arrapato da me."
Io: "E quindi che dovrei fare??"
Lei: "Dimostragli quello che già pensa di te, dagli la conferma che sei solo un coglione, che sei solo il mio cane.
Fagli capire che neanche ti passa per l'anticamera del cervello di competere con lui perché sei già che non avresti la minima chance.
Fagli capire che sei consapevole di essere inferiore a lui. Quando lui ti vedrà come ti vedo io allora sarà fatta."
Io: "Ok padrona.. capisco.. ma come posso farlo?"
Lei: "Non dovrebbe riuscirti troppo difficile ahahaha come ti ho già detto è la vostra natura. Ma comunque se proprio vuoi un consiglio potresti invitarlo alla cena che abbiamo organizzato per venerdì."
Qui devo precisare che per quel venerdì avevamo in programma una cena a casa nostra dove avevamo invitato due amiche della mia padrona e il ragazzo di una di queste.
Queste persone facevano parte di quel ristretto gruppo che conosceva che tipo di rapporto c'era fra me e la padrona, quindi per me erano serate di lavoro vero e proprio
Preparavo la casa, l'aperitivo, la cena, la servivo in tavola, per qualsiasi cosa mi alzavo io ed ovviamente rimettevo io in ordine a cena finita.
Lei: "Gli ho detto che oggi ti avrei parlato e che se tutto fosse andato bene tu gli avresti scritto un messaggio in cui lo invitavi."
Io: "Ok, invitiamolo!"
Lei: "Ahaha bravo Dobby! Poi la cena sarebbe un'ottima occasione per fargli capire sin da subito quello che ti dicevo prima!
Si servile e rispettoso, non ti prendere inizialmente troppe confidenze anche se lui lo farà.
Sii pronto a riempirgli il bicchiere quando lo vedi vuoto. Chiedigli se vuole il bis quando finisce di mangiare. Se chiede una cosa scatta come se te l'avessi ordinata io. Ridi alle sue battute. Non perdere occasione di ringraziarlo.."
Io: "Insomma gli devo leccare il culo.."
Lei: "Hahahaha esatto Dobby, dovrai leccargli il culo. E dovrai essere convincente nel farlo! Ti ricordo che se qualcosa non andrà bene fra voi due quello che verrà scaricato sei tu"
Io: "Ok padrona, darò il massimo. Gli leccherò il culo come non gliel'ha mai leccato nessuno."
Questa mia ultima frase fece scoppiare dalle risate la mia padrona che scuotendo la testa aveva un'espressione che diceva "oddio sei proprio senza speranze".
Una volta ripresa dalle risate disse
Lei: "Bene adesso ti devo punire per la tua reazione di oggi poi manderemo il messaggio. Allora innanzitutto mi sembra di ricordare che ti avrei dovuto togliere la gabbietta di castità per la tua sega settimanale domani giusto?"
Io: "Si.. corretto"
Lei: "Beh questo ovviamente non succederà, scordatelo. Andiamo direttamente a sabato dopo la cena.
Quindi altri 3 giorni di castità e mi riservo il diritto di posticiparla ancora in caso qualcosa durante la cena andasse male."
Sapevo che quella sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto per punirmi.. è sempre la prima cosa..
Lei: "Dopo di che vai a prendere la canna e il paddle. Facciamo 20 colpi di canna sul culo e 10 colpi di paddle sui testicoli."
Devo dire che non subivo spesso punizioni corporali dalla mia padrona (in media succedeva una volta a settimana).
Questo perché col tempo e grazie alla disciplina della padrona ero diventato molto bravo nel mio lavoro, ricordo i primi tempi succedeva quasi tutti i giorni.
Le punizioni mi venivano di solito inflitte in camera mia, legandomi alla struttura del letto e tappandomi la bocca con un bavaglio.
La padrona infatti non le mandava a dire. Le punizioni corporali con lei non erano affatto simboliche.
"Purtroppo i cani, soprattutto quelli della sua razza, capiscono solo il bastone..
Il cane ubbidiente è quello che ha paura del suo padrone, l'ho imparato con lui..
Sono animali inferiori, hanno bisogno di una guida forte..
Fidatevi, più siete duri con loro e più vi saranno fedeli e grati..
Il dolore è l'unica cosa tramite la quale può imparare qualcosa.."
Queste sono solo alcune delle frasi che ripeteva spesso ai suoi amici con i quali era più in confidenza riferendosi a me.
E quando le diceva anche in mia presenza stavo zitto e annuivo.. perché in fondo era vero.
Anche quella sera non si smentì. Mi colpi talmente forte le natiche che per giorni ho fatto fatica a sedermi.
Se mi aveste visto in aula all'università ero quello infondo, in piedi, appoggiato con la schiena contro il muro.
E i testicoli mi facevano talmente tanto male che il giorno dopo camminavo strano, come se fossi zoppo.
Una delle sue più care amiche, che seguiva dei corsi con me, vedendomi non poté fare a meno di ridere di me e dire "mi ha raccontato tutto.. speriamo ti serva di lezione ahahah"
Dopo che ebbe finito di ridermi in faccia non potei far altro che rispondere con un sorriso di cortesia e dire
Io: "Già hai ragione.. Me la sono proprio cercata ahaha"
Tornando a quella sera, dopo avermi disciplinato a dovere riprese fiato per qualche secondo ed infine disse
Lei: "Uff che fatica.. adesso sono proprio stanca.. ti slego domani Dobby adesso non ho voglia."
Mentre lasciava la stanza girai la testa solo per dirle
Io: "Buonanotte padrona, grazie."
Disse divertita e avvicinandosi mi accarezzò la testa. Fui molto felice di quel gesto.. vivevo per quel tipo di riconoscimento.
Se avessi avuto una coda in quel momento avrei cominciato a scodinzolare. Mi sentivo più leggero e sereno adesso che avendo fatto il mio dovere la padrona non era più arrabbiata con me.
Dopo la carezza, afferrandomi per il mento mi obbligò a guardarla negli occhi e disse
Lei: "Fidati, se tutto va secondo i piani ci divertiremo un sacco"
Tornammo seri entrambi, continuandoci a fissare.
Io: "Quali piani padrona?"
Lei: "Beh come puoi immaginare queste cose per riuscire devono essere gestite bene. Procederemo a step, vi dovrete conoscere e piano piano col tempo le cose seguiranno il loro naturale percorso.
Lui è il classico maschio alfa, sicuro, forte, indipendente e dominante. Tu sei l'opposto, timido, insicuro, remissivo, hai un carattere che ricorda molto quello di un cane.
Il tuo mondo gira infatti intorno ad una figura che tu stesso erigi a 'guida' e verso la quale assumi naturalmente una posizione subalterna. Sei alla costante ricerca dell'approvazione di questa figura.
Onestamente è un atteggiamento che rivedo solo nel rapporto tra un cane e il suo padrone
e non tra due persone.
Quindi sono sicura che sottometterti a lui ti risulterà molto più naturale di quello che adesso pensi."
Queste parole, che per una persona normale potrebbero sembrare offensive e che forse istintivamente ho trovato offensive anch'io in un primo momento, mi fecero in realtà capire quanto fosse consapevole la mia padrona di quello che stava facendo e di quanto mi conoscesse perfettamente.
Pensai dentro di me quanto fortunato fossi nell'avere una padrona come lei a prendersi cura di me.
Mi sentii in colpa per la mancanza di fiducia che avevo dimostrato quel pomeriggio.
Fui quindi in quel momento travolto da un'euforia che i portò a dire
Io: "Grazie padrona, grazie per tutto ciò che fa per me! Non la deluderò!"
Lei: "Bravo Dobby! Questo è lo spirito" disse ridendo.
A questo punto devo precisare che Dobby era il nome che quasi due anni prima la mia padrona mi aveva dato e ne quale ormai mi riconoscevo più che nel mio nome di battesimo.
Ormai capitava che anche fuori davanti ad altra gente mi chiamasse così, tanto che alcuni suoi amici mi conoscevano solo come Dobby.
Fra questi solo pochi intimi sapevamo il vero tipo di legame che ci univa.
Io: "Quindi? Quale è il primo passo padrona?"
Lei: "Allora innanzitutto devi farti accettare da lui ovviamente"
Io: "Come!?"
Lei: "Beh devi innanzitutto sapere che io gli ho raccontato tutto di noi.
Gli ho detto quindi che il mio coinquilino è un ragazzo che, quando ci siamo incontrati il primo anno di università, ha completamente perso la testa per me ma essendo un timido, sottomesso, remissivo e anche masochista l'unica cosa che è riuscito ad ottenere è stata diventare il mio schiavo personale.
E gli ho quindi raccontato che ti comando a bacchetta, che in questa casa fai tutto te, e che se non righi dritto mi tocca anche punirti. Ed in fine che tutto questo ti eccita."
Io: "e.. e lui?"
Lei: "Ha detto che aveva sentito parlare di persone come te, che però non ne aveva mai incontrata una, e.."
Io: "E??"
Lei: "Beh ha anche aggiunto che quelli come te non li considera uomini, ne persone.. ha detto che sei un maschio mancato."
Dovette portarsi una mano davanti alla bocca per nascondere il fatto che le scappò una risata.
Lei: "Comunque, gli ho spiegato che sbaglia a vederti come una persona.
Per capire quelli come te deve associare la tua figura a quella di un cane.
A quel punto è scoppiato a ridere e ha detto che sei proprio un coglione."
Io: "E lei?! Non ha detto niente?!"
Lei: "Beh non posso certo dire che coglione non sei!"
Vedendomi un po contrariato riprese subito a dire
Lei: "Ma non ti preoccupare, ha anche detto che deve essere molto utile possedere uno come te e che farebbe comodo anche a lui! Insomma l'ho visto incuriosito."
Io: "Si ok ho capito ma allora perché ancora non è detto che mi 'accetti'??"
Lei: "Dovresti aver capito che tipo di uomo è lui.. L'idea che mi ronzi intorno un altro ragazzo che ha perso la testa per me non gli piace per niente.
Io sono la sua donna e te sei uno che vive con me e che è costantemente arrapato da me."
Io: "E quindi che dovrei fare??"
Lei: "Dimostragli quello che già pensa di te, dagli la conferma che sei solo un coglione, che sei solo il mio cane.
Fagli capire che neanche ti passa per l'anticamera del cervello di competere con lui perché sei già che non avresti la minima chance.
Fagli capire che sei consapevole di essere inferiore a lui. Quando lui ti vedrà come ti vedo io allora sarà fatta."
Io: "Ok padrona.. capisco.. ma come posso farlo?"
Lei: "Non dovrebbe riuscirti troppo difficile ahahaha come ti ho già detto è la vostra natura. Ma comunque se proprio vuoi un consiglio potresti invitarlo alla cena che abbiamo organizzato per venerdì."
Qui devo precisare che per quel venerdì avevamo in programma una cena a casa nostra dove avevamo invitato due amiche della mia padrona e il ragazzo di una di queste.
Queste persone facevano parte di quel ristretto gruppo che conosceva che tipo di rapporto c'era fra me e la padrona, quindi per me erano serate di lavoro vero e proprio
Preparavo la casa, l'aperitivo, la cena, la servivo in tavola, per qualsiasi cosa mi alzavo io ed ovviamente rimettevo io in ordine a cena finita.
Lei: "Gli ho detto che oggi ti avrei parlato e che se tutto fosse andato bene tu gli avresti scritto un messaggio in cui lo invitavi."
Io: "Ok, invitiamolo!"
Lei: "Ahaha bravo Dobby! Poi la cena sarebbe un'ottima occasione per fargli capire sin da subito quello che ti dicevo prima!
Si servile e rispettoso, non ti prendere inizialmente troppe confidenze anche se lui lo farà.
Sii pronto a riempirgli il bicchiere quando lo vedi vuoto. Chiedigli se vuole il bis quando finisce di mangiare. Se chiede una cosa scatta come se te l'avessi ordinata io. Ridi alle sue battute. Non perdere occasione di ringraziarlo.."
Io: "Insomma gli devo leccare il culo.."
Lei: "Hahahaha esatto Dobby, dovrai leccargli il culo. E dovrai essere convincente nel farlo! Ti ricordo che se qualcosa non andrà bene fra voi due quello che verrà scaricato sei tu"
Io: "Ok padrona, darò il massimo. Gli leccherò il culo come non gliel'ha mai leccato nessuno."
Questa mia ultima frase fece scoppiare dalle risate la mia padrona che scuotendo la testa aveva un'espressione che diceva "oddio sei proprio senza speranze".
Una volta ripresa dalle risate disse
Lei: "Bene adesso ti devo punire per la tua reazione di oggi poi manderemo il messaggio. Allora innanzitutto mi sembra di ricordare che ti avrei dovuto togliere la gabbietta di castità per la tua sega settimanale domani giusto?"
Io: "Si.. corretto"
Lei: "Beh questo ovviamente non succederà, scordatelo. Andiamo direttamente a sabato dopo la cena.
Quindi altri 3 giorni di castità e mi riservo il diritto di posticiparla ancora in caso qualcosa durante la cena andasse male."
Sapevo che quella sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto per punirmi.. è sempre la prima cosa..
Lei: "Dopo di che vai a prendere la canna e il paddle. Facciamo 20 colpi di canna sul culo e 10 colpi di paddle sui testicoli."
Devo dire che non subivo spesso punizioni corporali dalla mia padrona (in media succedeva una volta a settimana).
Questo perché col tempo e grazie alla disciplina della padrona ero diventato molto bravo nel mio lavoro, ricordo i primi tempi succedeva quasi tutti i giorni.
Le punizioni mi venivano di solito inflitte in camera mia, legandomi alla struttura del letto e tappandomi la bocca con un bavaglio.
La padrona infatti non le mandava a dire. Le punizioni corporali con lei non erano affatto simboliche.
"Purtroppo i cani, soprattutto quelli della sua razza, capiscono solo il bastone..
Il cane ubbidiente è quello che ha paura del suo padrone, l'ho imparato con lui..
Sono animali inferiori, hanno bisogno di una guida forte..
Fidatevi, più siete duri con loro e più vi saranno fedeli e grati..
Il dolore è l'unica cosa tramite la quale può imparare qualcosa.."
Queste sono solo alcune delle frasi che ripeteva spesso ai suoi amici con i quali era più in confidenza riferendosi a me.
E quando le diceva anche in mia presenza stavo zitto e annuivo.. perché in fondo era vero.
Anche quella sera non si smentì. Mi colpi talmente forte le natiche che per giorni ho fatto fatica a sedermi.
Se mi aveste visto in aula all'università ero quello infondo, in piedi, appoggiato con la schiena contro il muro.
E i testicoli mi facevano talmente tanto male che il giorno dopo camminavo strano, come se fossi zoppo.
Una delle sue più care amiche, che seguiva dei corsi con me, vedendomi non poté fare a meno di ridere di me e dire "mi ha raccontato tutto.. speriamo ti serva di lezione ahahah"
Dopo che ebbe finito di ridermi in faccia non potei far altro che rispondere con un sorriso di cortesia e dire
Io: "Già hai ragione.. Me la sono proprio cercata ahaha"
Tornando a quella sera, dopo avermi disciplinato a dovere riprese fiato per qualche secondo ed infine disse
Lei: "Uff che fatica.. adesso sono proprio stanca.. ti slego domani Dobby adesso non ho voglia."
Mentre lasciava la stanza girai la testa solo per dirle
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