L'uomo e il cane, parte 1 - Ciclo M.

di
genere
dominazione

Io: "Cosa?! No dai, ma come? Perché dovrei??"

Lei: "Perché te lo sto chiedendo io! No anzi, non te lo sto chiedendo"

Io: "Ma io non voglio! Non voglio sottomettermi a lui, è una cosa che non abbiamo mai fatto! Li conosci i miei limiti!"

Ormai infatti li avrebbe dovuti conoscere bene i miei limiti. Erano due anni che ero al suo servizio, da quando ci incontrammo durante il primo anno di università.

Per me fu amore a prima vista. Lei invece, con la stessa velocità, capii subito quanto fossi un maschio beta e infatti ci mise pochissimo a sottomettermi.

Col tempo e con maestria mi portò ad essere quello che sono ora e cioè il suo maggiordomo, cuoco, autista, bancomat, cagnolino e qualunque altra cosa di cui avrebbe avuto bisogno.

Da un paio di mesi addirittura conviviamo. Siamo entrambi studenti fuori sede e dopo quasi due anni a girovagare tra case fatiscenti finalmente trovai un appartamento decente con due camere. Non ci pensai due volte e le proposi di convivere, lei accettò e mi riempì il cuore di gioia.

Io: "Che ha questo tizio di speciale?! Perché non possiamo fare come facciamo sempre? Lei lo frequenta, mi presenta a lui semplicemente come il suo coinquilino e gli nascondiamo la verità!"

Lei: "Perché stavolta è speciale! Ormai è un po' di tempo che ci frequentiamo e sento che la cosa sta diventando seria. Non ho intenzione ne di mentirgli ne di nascondergli nulla!"

Ogni volta che la mia Padrona cominciava a frequentarsi con un ragazzo per me era una tragedia. Mi trascurava e in casa dovevamo far finta di niente.

Io: "Ok quindi mi vuole dire che è pronta a rischiare?? Se dovesse scappare una volta che le ha confidato che tipo di 'rapporto' c'è tra di noi?"

Lei: "Beh.. direi che questo pericolo non c'è.."

Io: "Che vuol dire???"

Lei: "Beh.. ecco.. io.. gli ho già accennato di noi due"

Io: "CHE COSA?! Sei impazzita!! Perché cazzo l'hai fatto? Questi non sono i patti!"

Lei mi pietrificò con lo sguardo. Conoscevo quello sguardo, era quello che faceva quando esageravo. Subito mi si gelò il sangue nelle vene, smisi di parlare perché il nodo alla gola che mi era venuto me lo impediva.

Lei: "Come cazzo ti permetti di rivolgerti a me così? Come ti permetti di mettere in dubbio il mio giudizio? Se gliene ho parlato è perché so che mi posso fidare!"

Fece una pausa in cui aprii la bocca ma non uscì nessun suono.

Lei: "Te dovresti solo ringraziarmi perché invece di abbandonarti sul ciglio di una strada sto cercando di far in modo che il nostro 'rapporto', come lo chiami te, possa convivere col mio rapporto con lui!"

Lei: "Lui sa di noi perché non voglio nascondergli niente e inoltre comincerà sempre più a frequentare casa nostra. Sin da subito voglio chiarezza, serenità e rispetto dei ruoli!"

Abbasso lo sguardo, rimango in silenzio. Lei continua a fissarmi, sento il suo sguardo severo e arrabbiato su di me.

Io: "Non so se riuscirò.." ammetto alla fine.

Lei, dopo un sospiro: "Ok.. posso capire. Ma sappi che se mi stai chiedendo di decidere tra te e lui, beh.. non ho dubbi a scegliere lui. Lui è il mio uomo, tu sei il mio cane."

Non risposi, era vero.. lo sapeva lei e lo sapevo io. Anche se un minimo ne fui ferito, dopo due anni in cui avevo fatto tutto per lei non avrebbe avuto dubbi a cestinarmi per un ragazzo con cui si frequenta da poco.

Lei: "Adesso devo uscire, mi vedo con delle amiche. Stasera se ti sei calmato ne riparliamo. Vai a prendere la macchina e aspettami sotto casa. Cosa hai da fare questo pomeriggio?"

Io: "Devo fare la spesa, poi vado alle poste per pagarle la multa che ha preso ieri l'altro e se mi rimane tempo volevo provare a lavare quei suoi due maglioncini a mano.. il tessuto sembra delicato e non vorrei si sciupassero il lavatrice."

Lei: "Hai fatto benzina?"

Io: "Certo!"

Lei: "Bene, adesso vai!"

Scatto sempre con la testa bassa e piena di pensieri.
scritto il
2024-03-26
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