La mia prof di italiano, che gnocca

di
genere
prime esperienze

Arrivò in una calda giornata di settembre e me ne innamorai letteralmente, subito. Si presentò con tacchi alti, gonna e maglietta scollata, un qualcosa di straordinariamente favoloso. E' una donna di 36 anni, di Putignano, capelli ricci neri, occhi magnetici, sorriso stupendo, due pere da fare invidia a una modella, così come il suo lato b, il vero fiore all'occhiello del suo sinuoso corpo. Grazie alla mia propensione naturale per l'italiano, le diventai immediatamente simpatico e mi consultava sempre, per tutto ciò che riguardava la sua materia. Non nascondo che mi sono fatto le migliori seghe pensando a lei, e ho sempre creduto, a malincuore, che avrei potuto far solo quello. Oltre alle seghe, l'unico altro mio momento di gloria è stato palpare il suo posteriore, senza che lei se ne accorgesse, quando, durante un compito in classe, passò davanti al mio banco. Come già detto prima, la prof abitava a Putignano, celebre sede del carnevale. E quale miglior modo per andare a trovarla? Fortunatamente fu lei a fare il primo passo, invitandoci di persona. Poiché nessuno dei miei compagni di classe aveva voglia di andarci, fui costretto ad andarci da solo, con il pullman. Arrivato a destinazione, fu lei a venirmi ad accogliere, conducendomi a casa sua. Una volta giunti nella sua dimora, notai con piacere che non c'erano né il marito né il figlioletto. Ci sedemmo su un divano e iniziammo a chiacchierare del più e del meno. Ad un certo punto rimasi sorpreso nel constatare che iniziò a sbottonarsi la camicetta, facendomelo indurire come non mai. Rimase solamente con il reggiseno (nero) e la gonna (anch'essa nera). Poiché mi sembrò poco carino iniziarmi a segare, non feci nulla, anzi aspettai le sue prossime mosse. Che arrivarono subito. Si alzò in piedi, mostrando il suo fantastico metro e ottanta, e si abbassò la gonna, rimanendo con le calze a rete e con le mutandine. A questo punto non riuscii più a trattenermi. La presi dai fianchi, iniziai a baciarla con la lingua e a toccare tutto ciò che potevo. Si tolse anche le calze, con movimenti sinuosi che mi facevano pensare sempre più ad una fantastica giornata con lei, e le mutandine, mostrandomi la sua fica bagnata e il suo lato b da paura. Iniziò a segarmi potentemente, facendomi venire dopo pochi minuti. A questo punto si mise sul bracciolo del divano alla pecorina, e non esitai un solo attimo ad infilarglielo interamente in culo. "Continua, continua! Fammi scoppiare, rompimi il culo, dai!" urlava la prof. La inculai per cinque/dieci minuti, inondandole il culo di sperma. In seguito smise di stare alla pecorina, mi girò e fece entrare il mio cazzone nella sua fica, cavalcandomi con foga innata. Mi cavalcava, mi cavalcava e io godevo come un riccio. Le sue tettone ballavano sopra di me ed io ero completamente in loro balia. Le leccai i piedini, il buco del culo e la fica per ore e ore (sto esagerando, chiaramente) e non perdevo occasione per darle qualche altra bottarella, sia avanti sia dietro. Le leccai, naturalmente, anche le tette, mordendole i capezzoli induriti. Dopo un'ora di sesso sfrenato ci rivestimmo, ci baciammo per un altro po' e ci lasciammo, promettendoci di farlo ancora. Con questa prof, poi, l'ho rifatto tante altre volte, ma mi è piaciuto raccontarvi la prima. L'ho amata tantissimo, ora, sfortunatamente, al liceo non ci vado più...
scritto il
2012-04-17
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