La cameriera (parte 1)

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dominazione

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Riccardo abitava da solo in una immensa villa ottocentesca, la cui manutenzione richiedeva otto persone di servizio a tempo pieno. Quando la cameriera si licenzio', l'anziano maggiordomo assunse Valentina: una giovane ragazza di 18 anni che gli fece subito un'ottima impressione, soprattutto per la sua consapevolezza del fatto che, a differenza di quello che comunemente si crede, il lavoro di cameriera e' di grande responsabilita' e richiede qualita' specifiche: precisione, attenzione al dettaglio, affidabilita', portamento. Valentina era una ragazza semplice e con poca esperienza ma da subito erano evidenti la sua avidita' di imparare e una dedizione al lavoro quasi di altri tempi.
All'interno della tenuta c'erano altri due edifici. Uno di questi era l'ufficio di Riccardo. L'altro era l'ufficio delle sue segretarie e dei suoi collaboratori. A Riccardo piaceva stare solo.
Il suo ufficio era una struttura su due piani con vetrate immense sul magnifico panorama di dolci colline e boschi. Al piano terra, c'era una grande stanza che fungeva insieme da salotto e da sala riunioni. Al primo piano c'era una stanza altrettanto grande che era l'ufficio di Riccardo.
Il primo giorno che Valentina attraverso' il giardino ovest della villa per servire il pranzo a Riccardo, tremava. Quella sarebbe stata la prima volta che avrebbe visto il Padrone. Quando lo vide, rimase per un attimo senza parole. Nel suo abito di flanella di un colore blu intenso; nella bellezza di tutti gli altri dettagli del suo abbigliamento, che era di una qualita' e raffinatezza a lei completamente sconosciuti; nel suo portamento sicuro e disinvolto, nella sua forza di cinquantenne, Valentina vide una bellezza e un'eleganza maschile che non aveva mai visto prima. Ci mise qualche secondo a ritrovare la parola e la compostezza.
"Buongiorno Signore" disse. "Il suo pranzo".
"Grazie... Mi puo' ricordare il suo nome?"
"Valentina, Signore"
"Grazie Valentina" disse lui in tono sicuro e cortese.
"Posso esserle utile in altro?"
"No grazie, non per il momento"
Da quando Valentina inizio' a lavorare alla villa, Riccardo noto' subito la differenza. Il te' era di migliore qualita' e, a differenza di prima, arrivava alla giusta temperatura: non bollente ne' troppo freddo. Le porcellane e gli argenti erano perfetti, anche nella disposizione. Un piccolo vaso d'argento con dei fiori del giardino sempre diversi e sempre adatti alla situazione era adesso aggiunto al vassoio e il dettaglio della disposizione ne faceva quasi un prodotto artistico. Valentina, soprattutto, era molto meno invasiva della cameriera precedente: quasi non ci si accorgeva della sua presenza. E per quel poco di cui ci si accorgeva di lei era una presenza piacevole, non solo per la discrezione e delicatezza dei movimenti, ma anche per la figura. La giovanissima eta', i lineamenti del viso perfettamente regolari, il corpo snello ne facevano una bellissima ragazza. Riccardo a volte notava gli occhi degli ospiti venuti in riunione soffermarsi un istante piu' del dovuto suoi suoi seni prosperosi, ben coperti dalla sua divisa, o sul suo sedere straordinariamente piccolo e rotondo. A Riccardo la cosa non dava particolarmente fastidio e noto' che anzi i suoi interlocutori, generalmente persone di una certa eta' e a capo di importanti aziende che spesso erano li' per chiudere affari, da quando c'era Valentina erano leggermente piu' ben disposti.
Da quando Valentina era alla villa, non solo il ruolo della cameriera era svolto molto meglio ma anche gli altri lavori erano fatti meglio: le rose del giardino non avevano un solo fiore secco, la villa era pulita piu' in profondita', la cena era preparata con piu' cura, le vetrate erano sempre perfette. Quando un giorno Riccardo si complimento' col Maggiordomo, questi gli disse che era in gran parte merito di Valentina. La nuova ragazza aveva un'abnegazione che lui non aveva mai visto prima. Sembrava tenere al buon funzionamento della villa e al benessere del suo padrone piu' che al suo. Qualsiasi imprecisione o dimenticanza da parte degli altri inservienti la sentiva come un affronto: le segnalava a lui, il maggiordomo, e non smetteva di protestare fino a quando il problema fosse stato risolto. Questo le aveva alienato l'intero staff. Quando il maggiordomo glielo fece notare, lei gli rispose che non se ne curava: che l'unica cosa che le stava a cuore era l'impeccabilita' della villa e la soddisfazione del padrone.
Passarono i mesi e, grazie a Valentina, lo standard del servizio alla villa era aumentato in modo impressionante. In presenza di Riccardo, Valentina cercava di non farsi notare, di servire in silenzio e in modo impeccabile. Dietro le quinte era una leonessa che usava tutta la sua forza per evitare al suo Padrone anche la piu' piccola imperfezione o il piu' insignificante fastidio.
Riccardo aveva notato che le parole con cui Valentina si congedava da lui stavano avendo un'evoluzione: dalla frase "posso esserle utile in qualcos'altro?" era passata a "posso servirla in altro modo, Signore?". Dopo il "No grazie" di Riccardo lei rispondeva "Al bisogno non esiti a usarmi come preferisce, Signore". Nella sua espressione non c'era alcuna malizia: solo abnegazione e il bisogno di comunicarla al suo Padrone.
Riccardo aveva cominciato a essere eccitato in presenza di Valentina. Aveva un istinto di dominatore e la natura sottomessa di Valentina, oltre che il suo bellissimo fisico asciutto e giovane, stimolavano la sua fantasia. Sentiva che lei era burro caldo: non si sarebbe opposta a nulla: non per la sua posizione subalterna ma perche' la soddisfazione del suo Padrone, qualunque essa fosse, era diventata la sua. Ma questa di Riccardo era solo una sensazione.
Riccardo aveva una relazione con una trentenne aristocratica, Diana, che veniva alla villa in modo irregolare ma frequente, di solito non trascorrendovi piu' di una sola notte per volta. Diana era sicura di se', o piu' che altro del suo status, e disinvolta. Spesso, a Valentina che portava dei drinks in camera da letto, apriva la porta completamente nuda. Alta, atletica e superba, non salutava mai Valentina ne' le rivolgeva mai parola. Non avendo nulla da obiettare al suo servizio, che era sempre impeccabile in ogni circostanza, un giorno obietto' all'impeccabilita' del suo servizio.
"Questa cameriera e' cosi' perfetta che mi da' sui nervi" disse sprezzante a Riccardo, prendendo una tartina dal vassoio appena portato da Valentina e girandole le spalle.
Senza alterare minimamente la sua espressione ne' il suo contegno, Valentina continuo' il suo servizio e usci' dalla camera. Appena chiusa la porta dietro di se' pote' udire Riccardo che diceva a Diana con voce decisa: "Non farlo mai piu'". Valentina sorrise.
Quella stessa notte, Valentina fu svegliata dallo sbattere della porta della stanza di Riccardo (che peraltro era molto lontana dalla sua) e dall'urlare di Diana mentre se ne andava dalla casa.
Trovo' Riccardo all'ingresso estremamente turbato, che a stento riusciva a contenere la sua rabbia. Sembrava un vulcano in procinto di esplodere.
"Posso servirla in qualcosa, Signore?" disse Valentina.
Riccardo la guardo' fisso negli occhi per alcuni istanti.
"Si" disse lui "Ho bisogno che salga in camera mia"
"Si Signore, certo Signore" disse Valentina.
Salirono le grandi scale in silenzio. Valentina davanti a Riccardo.
Appena entrata in camera di Riccardo, Valentina inizio' a raccogliere i bicchieri e i piattini lasciati in giro.
Riccardo fece qualche passo verso di lei e la fisso' negli occhi.
"Valentina, questa sera ho bisogno di usarla"
"Certo Signore. Al suo servizio Signore"
"Non credo che abbia capito. Questa sera ho bisogno di usare il suo corpo"
"Si Signore. Avevo capito Signore. Il mio corpo è completamente a sua disposizione. Usi ogni parte come preferisce. La sola cosa che desidero e' darle piacere e servirla, Signore, in qualsiasi modo lei ritenga utile"
"Si spogli"
"Subito Signore" e si tolse la divisa in modo composto.
Riccardo si prese il suo tempo per osservare quel corpo giovanissimo, chiedendosi dove trovava il tempo per mantenersi cosi' tanto in forma. Anche se minuto, il corpo di Valentina aveva delle proporzioni perfette. Il ventre era piatto e teso; le gambe slanciate e toniche; le ginocchia e la caviglie fini; la peluria del pube perfettamente rasata in modo da lasciare solo una sottile striscia di pelo scuro.
"Sul tavolo"
Valentina si appoggio' col ventre sul tavolo. Senti' Riccardo dietro di lei che si slacciava la cintura.
Le entro' subito nell'ano. Subito fino in fondo. Valentina emise un grido soffocato. Il suo pene era estremamente duro e molto largo, oltre che lungo. Riccardo rimase immobile dentro di lei, chiudendo gli occhi e respirando in modo profondo. Il modo in cui vi era entrato era quasi disperato: faceva pensare a una persona rimasta sott'acqua quasi fino a morire e che all'ultimo momento trova l'aria della superficie e la respira a pieni polmoni. Cosi' Riccardo continuava a rimanere immobile dentro Valentina, al caldo. Poi comincio' a sodomizzarla, andando avanti e indietro: prima piano e poi sempre piu' forte. La leggerezza del corpo di lei, e quindi la sua maneggiabilita', portava la sua eccitazione allo spasimo.
Si stacco'. Valentina capi' all'istante, come per telepatia, senza bisogno che lui dicesse una parola. Si mise in ginocchio e apri' la bocca. Riccardo le infilo' dentro il suo membro e si svuoto' nella sua gola. Rimase cosi' a lungo, fino a quando il suo pene si affloscio'.
"Rimanga li'"
Lei non si mosse: il pene di Riccardo sempre in gola.
Dopo un po' senti' la sua urina calda entrarle dentro. Quando Riccardo si fu completamente liberato e lei ebbe ingoiato tutto, Riccardo la fisso' negli occhi.
"Rimanga ancora li'"
Valentina, in ginocchio, non si mosse.

(... continua)
scritto il
2021-10-27
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