La cameriera (parte 2)

di
genere
dominazione

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Riccardo sapeva che il giorno dopo sarebbe stato difficile. Era abituato ad avere delle ragazze sessualmente sottomesse ma c’era una netta linea rossa fra lavoro e piacere: fra chi lavorava per lui e chi gli dava piacere. Una linea che lui non aveva mai oltrepassato e che non voleva oltrepassare. La sera prima, con Valentina, in un momento di debolezza, quella linea l’aveva oltrepassata. Con i suoi soli 18 anni, con la sua bellezza semplice, col suo corpo perfetto, con la sua sottomissione spontanea, Valentina era irresistibile. Riccardo non aveva resistito. Adesso si aspettava o una pretesa di intimità e confidenza oppure chiusura e imbarazzo da parte di lei: entrambe le cose lo avrebbero messo in difficoltà. Riccardo fu sorpreso, tuttavia, quando, nei giorni che seguirono, in Valentina non trovò alcuna delle due alterazioni. Lei continuava a servirlo con lo stesso contegno, con la stessa naturalezza, con la stessa professionalità e abnegazione di prima. Nessuna pretesa di intimità o confidenza, nessun imbarazzo. Questo fu confermato nelle settimane che seguirono. Come se nulla fosse accaduto. Questo aveva creato in Riccardo nuova eccitazione, e il desiderio di andare oltre; di vedere quali erano i limiti della sua abnegazione.
Ogni ultimo sabato del mese, a mezzanotte, Fabio, un conoscente di Riccardo, organizzava una serata estremamente esclusiva nella sua villa, non troppo distante da quella di Riccardo. A questa serata potevano partecipare solo coppie di amici di Fabio o di loro amici su esplicito invito. Di solito mai più di una dozzina di coppie. Queste serate avevano due sole regole d’oro, che nessuno poteva trasgredire pena l’espulsione a vita: nulla era proibito purché fosse consensuale e fatto con eleganza; nulla di quello che accadeva durante la festa poteva trapelare all’esterno: mai, per nessun motivo, in nessuna forma o misura. Dopo i consueti drinks iniziali, queste serate scivolavano inesorabilmente verso lo scambio di coppia, il sesso di gruppo, il sadomaso (che spesso, ma non necessariamente, veniva praticato nelle cantine della villa dove c’erano ambienti attrezzati), l’umiliazione e più in generale il sesso in ogni sua espressione. Confortati dalla sicurezza e dalla privacy che offrivano quelle feste, gli invitati si lasciavano andare alle loro più intime perversioni senza limiti. Riccardo e Diana erano regolarmente invitati alle feste di Fabio. In quei giorni, avevano l’abitudine di invitare prima a cena una coppia di amici intimi di Riccardo, Claudia e Paolo, per poi proseguire insieme, a mezzanotte, alla villa di Fabio. Claudia era proprietaria di una nota agenzia di modelle. Avendo sentito della rottura fra Riccardo e Diana, propose al primo di portare quella sera a casa di Riccardo, per cena, una modella con cui poi andare insieme alla festa di Fabio, in cui potevano entrare solo coppie. Riccardo disse che non ce ne era bisogno.
“Hai già un’altra fiamma?” disse Claudia.
“Non esattamente” rispose Riccardo. Sapeva che per Valentina una cosa era essere usata da cameriera, all’interno del dominio privato di Riccardo, e una cosa completamente diversa sarebbe stata essere usata in una situazione in cui veniva presentata come la compagna di Riccardo: questa seconda situazione avrebbe reso estremamente difficile per lei, se non impossibile, comportarsi come se nulla fosse accaduto. Inoltre, avendo un’indole sottomessa, nei suoi panni di cameriera era a suo agio. Tuttavia, nei panni della donna del suo Padrone, anche se per una sola sera, si sarebbe sentita completamente fuori dal suo perimetro: estremamente fragile e esposta. Sarebbe molto probabilmente crollata. Dopo, mantenere l’assenza di intimità e l’assoluta mancanza di imbarazzo sarebbe stato quasi impossibile. Questo era il limite che Riccardo voleva mettere alla prova, pur sapendo che quasi nessuno sarebbe stato capace di resistere.
Cenarono in tre: Riccardo e i suoi due ospiti, Claudia e Paolo. La cena era servita da Valentina, ignara di quello che stava per succederle e come sempre impeccabile.
“Hai cambiato cameriera?” disse Claudia quando Valentina uscì dalla sala da pranzo per andare a prendere gli antipasti “E’ una bambina davvero bellissima. Dovrei denunciarti per impiego di lavoro minorile” proseguì scherzando.
“Parli tu che le modelle della tua agenzia hanno al massimo 16 anni” rispose Riccardo stando allo scherzo “Almeno Valentina è maggiorenne”.
Risero.
“Sarà lei ad accompagnarmi stasera alla festa” disse poi Riccardo.
Claudia e Paolo spalancarono gli occhi. In quel momento entrò Valentina con gli antipasti.
“Ma lei lo sa?” Chiese Claudia sottovoce.
“Ancora no” rispose Riccardo.
Claudia sorrise eccitata e confusa. Sapeva della linea rossa di Riccardo e non riusciva a capire cosa lo avesse spinto a superarla.
La cena proseguì interessante e divertente. Finita la cena, gli ospiti si spostarono nel salone ovest. Quando Valentina entrò con i drinks di fine cena, Riccardo le chiese di restare. Riccardo, Claudia e Paolo erano comodamente seduti sul divano. Valentina era in piedi, composta, al centro della grande stanza.
“Valentina, stasera avrò bisogno di lei” disse Riccardo.
“Certo Signore. A sua disposizione. Come posso servirla?” rispose Valentina, per la prima volta con un certo imbarazzo dovuto agli ospiti.
“Ho bisogno che mi accompagni a una serata un po’ particolare”
Valentina era confusa, non sapeva cosa rispondere.
“Non si preoccupi per l’abito. Le ho preso io diverse soluzioni per l’occasione” disse Riccardo, e indicò la poltrona dove c’erano numerosi abiti e capi di intimo nuovi “La mia amica Claudia l’aiuterà a scegliere la più adatta”.
Claudia era ancora più sorpresa di Valentina, ma, a differenza di quest’ultima, che era intimorita, era estremamente divertita.
Avvicinatesi alla poltrona, la donna e la giovane ragazza vi trovarono dei capi di una qualità e raffinatezza che la ragazza non aveva mai visto prima.
“Spogliati cara” disse Claudia, guardandole il corpo quasi con avidità.
Valentina guardò Riccardo, che fece un leggero cenno del capo. Quindi, dopo qualche secondo di esitazione, si spogliò completamente nuda.
Claudia era una donna di 48 anni portati benissimo: atletica e sensuale. Valentina aveva meno della metà dei suoi anni e avrebbe potuto essere sua figlia.
“Sei davvero bellissima” le disse, accarezzandole il seno e poi dolcemente giù fino al ventre piatto e teso.
“Cominciamo dalle mutandine…” disse Claudia. Scelse un tanga di pizzo nero e molto trasparente; talmente minimale e basso che la pur stretta peluria del pube di Valentina usciva abbondantemente nella parte superiore. “Molto belle. Riccardo ha davvero un gusto impeccabile. Come te le senti?”
“Bene ma…” provò a rispondere Valentina con appena un filo di voce.
“Di solito la prima è sempre quella buona. Ma proviamo queste altre” disse Claudia sollevando e mettendo contro luce delle altre mutandine minimal di pizzo nero: questa volta leggermente più alte delle precedenti ma aperte al centro per consentire la penetrazione. Le sfilo’ il primo tanga e le mise il secondo. Valentina era imbarazzata.
“Che meraviglia” disse Claudia aprendole l’apertura centrale del tanga e sfiorandole delicatamente la vagina col dito esperto “Hai una fighetta così stupenda, tutta rosa e intatta… e guarda…” le disse entrando col dito leggermente dentro “sei già così fradicia… Va assolutamente messa in risalto! Vada per queste!” Disse tutta soddisfatta.
“Ora passiamo alle calze… Qui c’è sempre il dilemma fra le autoreggenti e il reggicalze. Tu cosa preferisci?” Disse Claudia mentre guardava alle numerose calze scelte da Riccardo.
“Io.. non so…” Disse Valentina sempre più impacciata. Guardò Riccardo in modo estremamente fragile. Lui fece un cenno col capo, appena accennato ma sicuro, guardandola fissa negli occhi. Questo le bastò a rassicurarla.
“Proviamo queste” disse Claudia scartando delle bellissime autoreggenti di pizzo nere con la balza particolarmente alta, molto ben ricamate e col giusto livello di trasparenza. Le mise le autoreggenti accarezzandole delicatamente le cosce, fino all’inguine “Che meraviglia…”
“Sulle scarpe non ho dubbi” disse prendendo con sicurezza delle scarpe nere lucide con tacco dodici.
Valentina non aveva mai indossato dei tacchi così alti. Era estremamente insicura e dava l’impressione di cadere da un momento all’altro. Questo aumentava ancora, se possibile, il suo senso di umiliazione e di imbarazzo.
Claudia non riusciva a distogliere gli occhi dalla sua vagina: “E’ così bella…” disse accarezzandola di nuovo “Ora che abbiamo scelto la base, resta la questione di cosa mettiamo sopra. Vediamo cosa ha scelto Riccardo” disse mentre passava in rassegna i vari capi di abbigliamento.
“Direi che la scelta è fra questi due” disse prendendo in mano un corsetto nero di pizzo e un mini abito nero. Fece indossare a Valentina prima il corsetto. Le coppe erano sufficientemente basse perché uscisse una parte del capezzolo rosa.
“Stupendo, non c’è dubbio. Sicuramente la soluzione che valorizza di più il tuo stupendo corpo di ragazzina. Ma…” proseguì togliendolo.
“Volevo provare anche questo vestitino…”
Si trattava di un mini abito di seta lucida, attillato sotto la vita e che si fermava nella parte alta della coscia. Nella parte superiore del corpo, l’abito proseguiva con due sole strisce leggere che coprivano a malapena i seni, che rimanevano completamente liberi di muoversi all’interno. Sarebbe bastato il semplice movimento di una normale camminata per farli uscire di lato. Le due strisce si ricongiungevano dietro il collo, lasciando la schiena completamente nuda. La scollatura posteriore, o meglio l’attacco della parta posteriore e bassa del mini abito, arrivava al punto da lasciare intravedere l’inizio della fessura del sedere. La scollatura anteriore arrivava appena sopra il pube.
“So che questo è quello preferito da Riccardo. Mi sbaglio?” Disse Claudia girandosi verso Riccardo.
Questi non rispose, ma la sua espressione diceva di si.
“Ci siamo, è pronta” disse Claudia a Riccardo. La coprì con un soprabito. Esitò a chiuderlo: rimase a osservare quel corpo stupendo reso ancora più irresistibile e invitante dalla lingerie e dal vestito appena selezionati. Le ritolse il soprabito “Scusami Riccardo, lo so che potrò usarla alla festa quanto voglio ma non resisto. Apri le gambe piccola…”. Claudia si inginocchiò davanti alla sua vagina. Vi si avvicinò. Ne sentì a lungo l’odore con gli occhi chiusi, sorridendo quasi in estasi. Poi iniziò a leccarle delicatamente il clitoride. Valentina era fradicia. Il suo umore aveva bagnato il tanga. Iniziò a gemere. Sempre di più, in piedi. I muscoli delle sue gambe si contrassero, il gemito si fece più forte. Stava per venire. Claudia si fermò, lasciandola sull’orlo dell’orgasmo.
“No!…” disse Valentina istintivamente quasi urlando e senza voce “La prego… solo qualche secondo di più”
“Andiamo” disse Claudia sorridendo e prendendole la mano.
scritto il
2021-10-31
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