Squirt Game
di
Sam Booth
genere
etero
Come un fulmine a ciel sereno Martina dopo15 anni dal nostro incontro mi era apparsa in un messaggio su instagram “ciao come stai? Da un pó che non ci si vede!”.
Dopo quasi 15 anni da quell’incontro a tre assieme alla sua amica, ben descritto nel mio racconto “l’amica della sconosciuta” Martina tornava felicemente a farsi viva.
Dopo un lungo scambio di messaggi su varie piattaforme social, finalmente ci demmo appuntamento a casa sua in un pomeriggio di giugno tra un mio appuntamento di lavoro e un altro.
Per Martina erano visibilmente passati gli anni, 2 bambini belli grandi, qualche kilo in più, anzi più di qualche kilo in più ma conservava ancora il suo sorriso malizioso di una che sa come farti venire in pochi secondi. Quando mi aprì la porta credevo di trovarla in costume visto che qualche giorno prima mi aveva mandato un selfie mentre si abbronzava al sole ma invece rimasi deluso trovandola vestita in jeans e maglietta. Mi offrì una birra ichnusa e chiaccherammo diversi minuti. Mi parló delle sue vacanze al mare con i bimbi e quindi alla mia domanda se prendeva il sole in topless si alzó dal divano si allontanó un pó da me e si alzó la maglietta. Era sempre la solita troietta. E no….non prendeva il sole in topless ma aveva le tette bianche. Tornò a sedersi vicino a me ma quando mi avvicinai per guardarle meglio le tette da sopra la maglietta mi mandó via. Dopo poco le chiesi se mi mostrava la casa e cominció dalla sua camera da letto, niente di speciale, poi il bagno con una doccia “sai in quella doccia si puó stare anche a pecorina da quanto grande è” poi mi portó di sopra e mi mostró le camere “prima questa era la mia camera ma era troppo vicina a quella dei bambini e non potevo masturbarmi”.
La zoccola faceva come al suo solito allusioni sessuali e io cominciavo a farmi strani film.
Presi la palla al balzo per chiederle “ ma con cosa ti masturbi?” “Vieni con me” mi disse e scendemmo le scale e mi portó in camera sua, aprì l’armadio e tiró fuori da un cassetto delle cose “queste sono le palline vibranti mentre questo lo uso più spesso e vibra anche lui” tenendo in mano un dildo jelly rosa fucsia. A quel punto l’abbracciai per buttarla sul letto e usare i suoi giocattoli con lei ma anche li si tiró indietro e mi allontanó. “Ma perchè no scusa” e lei “devo farti un disegnino per dirti che non posso in questi giorni?” “Ah ok adesso ho capito” e ci incamminammo verso il salotto. Io ero abbastanza triste per l’accaduto, convinto di andare in gol facilmente. “Sai” mi disse “l’altro giorno ho usato il vibratore e ho fatto un lago sul letto per quello tengo questi asciugamani a portata di mano” indicandomi una pila di asciugamani su un comó. Io sbottai “ la smetti di provocarmi visto che tanto qui non si batte chiodo?” “Bè che c’entra rispose lei “io te lo dico così per dire” “ si certo come no!” risposi.
Tornammo a sederci sul divano e dopo qualche minuto indirizzai la conversazione sulla depilazione maschile “ma tu sei quello che non gli piacciono i peli vero?” “Esattamente, hai una buona memoria” risposi. “ ma sei sempre tutto depilato?” E li presi la palla al balzo e con i due pollici mi abbassai pantaloni e mutande mostrandole il pube tutto rasato “ah” esclamó “ma anche più sotto?”e a quel punto tirai giù tutto e il cazzo sbattè sul mio pube” “mamma mia, così di brutto me lo tiri fuori?” disse lei ridendo “bè cosa devo chiedere un permesso al comune?” ribattei ridendo e lei “no no non serve assolutamente anche perchè ci vorrebbe troppo tempo” e prima di finire la frase me lo strinse tra le mani accarezzandolo per constatarne la lisciezza. “Sei sempre uguale” e lentamente e senza perderlo di vista si abbassó con la bocca aperta sopra al mio cazzo ingoiandomelo. Una bocca calda e bagnata me lo avvolse tutto cercando di andare più a fondo possibile. La stessa scena a distanza di 15 anni si stava ripetendo, questa volta non più con una giovane ragazza studentessa universitaria ma con una milf che dimostrava i suoi 45 anni. Culo un pó grosso, tette un pó cadenti, cosce con qualche smagliatura in più e un filo di pancetta. Ma la sua bocca era sempre uguale. La lasciai spompinarmi per 5 buoni minuti finchè le toccavo le tette bicolore da sotto la tshirt. Ad un certo punto si ritrasse facendo sembrare che fosse in apnea tanto era concentrata sul mio cazzo. Io allora presi l’occasione per sporgermi da lei e alzarle la maglietta e cominciare a succhiarle i capezzoli che erano diventati due bei chiodini tutti da leccare. Ci baciammo un pó ma nemmeno troppo e poi dopo essermi tolto i pantaloni montai in piedi sul divano,le sfilai la maglietta, le presi la testa con due mani e glielo rimisi tutto in bocca finchè lei se ne stava comodamente seduta con le tette fuori.
Ricominció a succhiarmelo ma dopo un pó le infilai due dita in bocca, gliela aprì ancor di più e le feci ingoiare pure le palle senza faticare neppure troppo per farcele stare. Martina aveva tutti i miei gioielli in bocca e da come mugolava godeva molto della cosa. Dopo poco si staccó da me come se si stesse soffocando e perse parecchia bava dalla bocca. Ero tutto bagnato e glielo strofinai in faccia per bagnare pure lei, poi mi chinai col viso verso di lei, le sussurrai di aprire la bocca e le sputai in faccia come insegna lo zio Rocco. Lei non si scompose nemmeno un pó e anzi rimase immobile ad aspettarne ancora ma ne approfittai per rimetterglielo in bocca. Dopo qualche minuto di spompinamento non resistetti oltre, lo tirai fuori e glielo appoggiai lungo tutta la sua faccia mentre lei continuava a leccarmi. Dopo qualche secondo arretrai un pó e parti uno schizzo che le colpì la fronte e parte dell’attaccatura dei suoi capelli tinti, poi subito un altro sotto all’occhio sinistro e con l’ultimo riuscì a centrarle la bocca. Basta avevo finito la mia riserva aurea ma Martina me lo riprese in mano e se lo rimise in bocca per aspirare le ultime gocce rimaste. Io sorpreso da tanta ingordigia con un dito le feci scorrere lo schizzo che aveva sotto l’occhio e glielo spinsi fin dentro la bocca. Mi feci succhiare il dito sporco e poi mi ritrassi e mi sedetti sul divano in fianco a lei. Martina era li, con le tette bicolore fuori e il viso bagnato “dove è finito il primo che è partito? Sul divano?” “No veramente lo hai in fronte e un pó sui capelli!” le dissi e lei “cazzo non sui capelli! Sono andata ieri dalla parrucchiera!” “Bè lascialo li e fai finta che sia gel...come sul film “”Tutti pazzi per Mary” ed io esplosi a ridere. Lei era meno felice invece.
Appena uscì dal bagno con la testa avvolta in un asciugamano che le incorniciava il viso e le faceva brillare i suoi occhi verdi io con una scusa di un impegno di lavoro presi su le mie cose e sgattaiolai fuori dalla porta con la promessa di rivederci di nuovo in momenti meno umidi del mese successivo. Dopo qualche giorno scoprì grazie a Facebook che era il suo compleanno, così la chiamai e le dissi che dovevamo vederci per darle il suo regalo, cosa assolutamente falsa visto che non le avevo comprato assolutamente nulla.
Coincidenza volle che andando ad un appuntamento vidi un sexy shop lungo la strada e lì mi scattó un’idea brillante per provare ad esaudire un mio desiderio. Feci un inversione ad U ed entrai nel sexy shop a comprare un vibratore più realistico e più grande di quello che avevo visto nell’armadio di Martina. Con una spesa di 50 euro mi aggiudicai un ottimo regalo per Martina, ma forse più per me.
La ricontattai su Instagram e ci demmo appuntamento al mattino a casa sua perchè i suoi bimbi erano a scuola e lei insegnava solo 2 ore fino le 10:30. Alle 11 suonai il campanello di casa sua. Questa volta mi aprì davvero in canotta e costume giallo. “Credevo arrivassi in ritardo e mi stavo mettendo fuori a prendere il sole!” disse per giustificare quella mise poco elegante per accogliere qualcuno in casa. Dopo i primi convenevoli passai al momento regali di compleanno. Tirai fuori il primo che era un cofanetto di creme, lozioni, smalti da donna e infine quello più importante. Quando Martina vide il pacchetto regalo così lungo fece un sorrisino imbarazzato immaginando già cosa fosse. Lo scartó e tiró fuori un dildo super realista. La sua reazione fu un misto di stupore e imbarazzo. “Ma dai ma scherzi, ma cosa mi hai regalato?” “ bè” dissi io “avevo visto che hai ancora i jelly che sono vecchi di 20 anni fa...la tecnologia ha fatto passi da gigante, prova a sentire questo, sembra davvero un cazzo vero, prova!”
Martina lo tiró fuori dalla scatola e rimase piacevolmente sorpresa “caspita sembra davvero vero! Sembra pelle vera!” “Wow davvero bello ma forse è un pó grande per me?” E io scoppiai a ridere “non credo, penso ti vada benissimo come taglia ma se vuoi possiamo provarlo, dovrebbero esserci già le batterie dentro”
“Ma dai” disse lei “provarlo?” “Ma mi vergogno se mi guardi usarlo” “e perchè mai?” Dissi io “dai non fare la timida, piuttosto laviamolo un po’ prima” e andammo in bagno assieme. Arrivati in bagno Martina cominció a lavarlo e io mi misi dietro di lei a baciarla, poi le passai le mani sulle tette e infine le slacciai i due cordini che le tenevano su il costume. Le passai la lingua in mezzo alle gambe aprendo con le mani le due natiche belle piene e sode.
“Ma dai che fai adesso?” e io “non ti preoccupare” mi alzai, le presi il vibratore dalle mani, lo accesi e cominciai a strofinarglielo tra le gambe. Martina era li in piedi, mani appoggiate sul lavandino e gambe aperte. Io inginocchiato dietro di lei che cercavo di farla bagnare per entrare dentro di lei col mio regalino. Dopo poco si aprì un varco e il vibratore andó dentro con facilità. Martina ebbe un sussulto e cominció a sporgere ancora di più il suo culo verso di me per farlo entrare tutto. Dopo un minuto, stanco di quella posizione, la presi per mano e tenendoglielo dentro con l’altra mano la feci incamminare verso il divano. La sua camminata con il vibratore dentro non era proprio molto elegante ma riuscì comunque ad arrivare al salotto dove la feci sedere, mi misi le sue gambe sulle mie spalle e cominciai a stantuffarglielo dentro girando la rotellina e aumentando la vibrazione al massimo.
“Oh cazzo oh cazzo mi fai venire cosi” urló Martina e non fece a tempo di dirlo che sotto di lei sul divano cominció ad allargarsi una macchia. Allora era vero quello che dicevano in giro, che Martina squirtava. Le tolsi il vibratore da dentro e me la tirai a me per leccargliela e un sapore dolciastro mi inebrió il viso e la bocca.
Mi alzai dalle sue gambe e andai su a baciarla ma lei dopo poco mi scansó e mi aprì i pantaloni. Non era quello che cercavo ma la lasciai divertire un pó col mio cazzo. Nel mentre mi guardavo intorno e vedevo nelle cornici le foto di lei con i bambini a gardaland, la lista della spesa appesa al frigo e una foto del suo ex marito. Un ottimo ritardante.
Ora peró era venuto il momento di esaudire il mio desiderio. Mi distesi a terra e le dissi di accucciarsi sopra di me a gambe aperte, davanti al mio viso. Martina obbedì capendo già le mie intenzioni, ripresi in mano il vibratore e con delicatezza glielo rinfilai dentro, lo accesi e lei sussultó di nuovo. Aveva la sua patatina a pochi centimetri da me. Continuavo a masturbarla e lei nel mentre quando non si teneva alla tavola da pranzo per non cadere si toccava le tette e cercava di leccarsi i capezzoli. Io aumentai la velocità e Martina cominció a saltare sopra al vibratore in maniera sempre più energica. Quando sentì che stava per arrivare al culmine le sfilai il vibratore. Lei spiazzata e sul punto di esplodere mi tolse di mano il vibratore e con la punta cominció a toccarsi il clitoride gonfio. Dopo qualche secondo un copioso liquido caldo mi bagnó la faccia. Aprì la bocca per assaggiarlo e un secondo getto mi centró in gola tra le urla di piacere di Martina che mi si sedette sopra il petto. Io ne volevo ancora, avrei voluto affogare in quel nettare di godimento e un terzo spruzzo mi colpì in viso. Spinsi verso di me Martina e me la sedetti sopra il mio viso e cominciai a leccargliela. Ero completamente bagnato dal petto in su e intanto mi strofinavo la sua fighetta in faccia. Martina si distese sopra di me e andó a cercare il mio cazzo con la bocca ma la posizione supina non le permetteva di giocarci come avrebbe voluto quindi con molta cautela si alzó da me e ai mise a 69 rimettendola di nuovo davanti alla mia bocca. Io cominciai a salire anche più su con la lingua soffermandomi in maniera decisa sul suo buchetto. La cosa mi sembrava piacerle. Intanto lei se lo ingoiava tutto e dopo qualche minuto capitolai irrorandole di sperma la sua gola. Da brava pompinara Martina non ne perse una goccia e tiró su con rumorosi risucchi anche quello che le stava uscendo dalla bocca. Si mise a carponi sopra di me e mi venne a baciare. Io ricambiai con qualche freddo bacio poichè ero esausto.
“Ehi mi stavi facendo annegare!” esclamai “ehm lo so” disse lei “ forse avrei dovuto avvertirti che avrei fatto un lago” “no nessun problema la prossima volta mi porto gli occhialini da piscina” e scoppiammo entrambi a ridere. Stanchi ma felici.
Le lasciai sul tavolo da pranzo vicino alla fruttiera il vibratore. Mi bació e ci demmo appuntamento per la settimana successiva. Presi in mano il telefono e trovai due telefonate di mia moglie e una del mio capo. Era meglio tornare subito verso casa a fare una doccia finchè ero in tempo o qualcuno avrebbe annusato sicuramente qualcosa.
Ogni tanto Martina mi mandava qualche messaggio con scritto “grazie, ti ho pensato” che era un modo gentile per dirmi che aveva utilizzato il mio regalo. Ma ora dovevo pensare a qulcosa di più.
Alla prossima.
Dopo quasi 15 anni da quell’incontro a tre assieme alla sua amica, ben descritto nel mio racconto “l’amica della sconosciuta” Martina tornava felicemente a farsi viva.
Dopo un lungo scambio di messaggi su varie piattaforme social, finalmente ci demmo appuntamento a casa sua in un pomeriggio di giugno tra un mio appuntamento di lavoro e un altro.
Per Martina erano visibilmente passati gli anni, 2 bambini belli grandi, qualche kilo in più, anzi più di qualche kilo in più ma conservava ancora il suo sorriso malizioso di una che sa come farti venire in pochi secondi. Quando mi aprì la porta credevo di trovarla in costume visto che qualche giorno prima mi aveva mandato un selfie mentre si abbronzava al sole ma invece rimasi deluso trovandola vestita in jeans e maglietta. Mi offrì una birra ichnusa e chiaccherammo diversi minuti. Mi parló delle sue vacanze al mare con i bimbi e quindi alla mia domanda se prendeva il sole in topless si alzó dal divano si allontanó un pó da me e si alzó la maglietta. Era sempre la solita troietta. E no….non prendeva il sole in topless ma aveva le tette bianche. Tornò a sedersi vicino a me ma quando mi avvicinai per guardarle meglio le tette da sopra la maglietta mi mandó via. Dopo poco le chiesi se mi mostrava la casa e cominció dalla sua camera da letto, niente di speciale, poi il bagno con una doccia “sai in quella doccia si puó stare anche a pecorina da quanto grande è” poi mi portó di sopra e mi mostró le camere “prima questa era la mia camera ma era troppo vicina a quella dei bambini e non potevo masturbarmi”.
La zoccola faceva come al suo solito allusioni sessuali e io cominciavo a farmi strani film.
Presi la palla al balzo per chiederle “ ma con cosa ti masturbi?” “Vieni con me” mi disse e scendemmo le scale e mi portó in camera sua, aprì l’armadio e tiró fuori da un cassetto delle cose “queste sono le palline vibranti mentre questo lo uso più spesso e vibra anche lui” tenendo in mano un dildo jelly rosa fucsia. A quel punto l’abbracciai per buttarla sul letto e usare i suoi giocattoli con lei ma anche li si tiró indietro e mi allontanó. “Ma perchè no scusa” e lei “devo farti un disegnino per dirti che non posso in questi giorni?” “Ah ok adesso ho capito” e ci incamminammo verso il salotto. Io ero abbastanza triste per l’accaduto, convinto di andare in gol facilmente. “Sai” mi disse “l’altro giorno ho usato il vibratore e ho fatto un lago sul letto per quello tengo questi asciugamani a portata di mano” indicandomi una pila di asciugamani su un comó. Io sbottai “ la smetti di provocarmi visto che tanto qui non si batte chiodo?” “Bè che c’entra rispose lei “io te lo dico così per dire” “ si certo come no!” risposi.
Tornammo a sederci sul divano e dopo qualche minuto indirizzai la conversazione sulla depilazione maschile “ma tu sei quello che non gli piacciono i peli vero?” “Esattamente, hai una buona memoria” risposi. “ ma sei sempre tutto depilato?” E li presi la palla al balzo e con i due pollici mi abbassai pantaloni e mutande mostrandole il pube tutto rasato “ah” esclamó “ma anche più sotto?”e a quel punto tirai giù tutto e il cazzo sbattè sul mio pube” “mamma mia, così di brutto me lo tiri fuori?” disse lei ridendo “bè cosa devo chiedere un permesso al comune?” ribattei ridendo e lei “no no non serve assolutamente anche perchè ci vorrebbe troppo tempo” e prima di finire la frase me lo strinse tra le mani accarezzandolo per constatarne la lisciezza. “Sei sempre uguale” e lentamente e senza perderlo di vista si abbassó con la bocca aperta sopra al mio cazzo ingoiandomelo. Una bocca calda e bagnata me lo avvolse tutto cercando di andare più a fondo possibile. La stessa scena a distanza di 15 anni si stava ripetendo, questa volta non più con una giovane ragazza studentessa universitaria ma con una milf che dimostrava i suoi 45 anni. Culo un pó grosso, tette un pó cadenti, cosce con qualche smagliatura in più e un filo di pancetta. Ma la sua bocca era sempre uguale. La lasciai spompinarmi per 5 buoni minuti finchè le toccavo le tette bicolore da sotto la tshirt. Ad un certo punto si ritrasse facendo sembrare che fosse in apnea tanto era concentrata sul mio cazzo. Io allora presi l’occasione per sporgermi da lei e alzarle la maglietta e cominciare a succhiarle i capezzoli che erano diventati due bei chiodini tutti da leccare. Ci baciammo un pó ma nemmeno troppo e poi dopo essermi tolto i pantaloni montai in piedi sul divano,le sfilai la maglietta, le presi la testa con due mani e glielo rimisi tutto in bocca finchè lei se ne stava comodamente seduta con le tette fuori.
Ricominció a succhiarmelo ma dopo un pó le infilai due dita in bocca, gliela aprì ancor di più e le feci ingoiare pure le palle senza faticare neppure troppo per farcele stare. Martina aveva tutti i miei gioielli in bocca e da come mugolava godeva molto della cosa. Dopo poco si staccó da me come se si stesse soffocando e perse parecchia bava dalla bocca. Ero tutto bagnato e glielo strofinai in faccia per bagnare pure lei, poi mi chinai col viso verso di lei, le sussurrai di aprire la bocca e le sputai in faccia come insegna lo zio Rocco. Lei non si scompose nemmeno un pó e anzi rimase immobile ad aspettarne ancora ma ne approfittai per rimetterglielo in bocca. Dopo qualche minuto di spompinamento non resistetti oltre, lo tirai fuori e glielo appoggiai lungo tutta la sua faccia mentre lei continuava a leccarmi. Dopo qualche secondo arretrai un pó e parti uno schizzo che le colpì la fronte e parte dell’attaccatura dei suoi capelli tinti, poi subito un altro sotto all’occhio sinistro e con l’ultimo riuscì a centrarle la bocca. Basta avevo finito la mia riserva aurea ma Martina me lo riprese in mano e se lo rimise in bocca per aspirare le ultime gocce rimaste. Io sorpreso da tanta ingordigia con un dito le feci scorrere lo schizzo che aveva sotto l’occhio e glielo spinsi fin dentro la bocca. Mi feci succhiare il dito sporco e poi mi ritrassi e mi sedetti sul divano in fianco a lei. Martina era li, con le tette bicolore fuori e il viso bagnato “dove è finito il primo che è partito? Sul divano?” “No veramente lo hai in fronte e un pó sui capelli!” le dissi e lei “cazzo non sui capelli! Sono andata ieri dalla parrucchiera!” “Bè lascialo li e fai finta che sia gel...come sul film “”Tutti pazzi per Mary” ed io esplosi a ridere. Lei era meno felice invece.
Appena uscì dal bagno con la testa avvolta in un asciugamano che le incorniciava il viso e le faceva brillare i suoi occhi verdi io con una scusa di un impegno di lavoro presi su le mie cose e sgattaiolai fuori dalla porta con la promessa di rivederci di nuovo in momenti meno umidi del mese successivo. Dopo qualche giorno scoprì grazie a Facebook che era il suo compleanno, così la chiamai e le dissi che dovevamo vederci per darle il suo regalo, cosa assolutamente falsa visto che non le avevo comprato assolutamente nulla.
Coincidenza volle che andando ad un appuntamento vidi un sexy shop lungo la strada e lì mi scattó un’idea brillante per provare ad esaudire un mio desiderio. Feci un inversione ad U ed entrai nel sexy shop a comprare un vibratore più realistico e più grande di quello che avevo visto nell’armadio di Martina. Con una spesa di 50 euro mi aggiudicai un ottimo regalo per Martina, ma forse più per me.
La ricontattai su Instagram e ci demmo appuntamento al mattino a casa sua perchè i suoi bimbi erano a scuola e lei insegnava solo 2 ore fino le 10:30. Alle 11 suonai il campanello di casa sua. Questa volta mi aprì davvero in canotta e costume giallo. “Credevo arrivassi in ritardo e mi stavo mettendo fuori a prendere il sole!” disse per giustificare quella mise poco elegante per accogliere qualcuno in casa. Dopo i primi convenevoli passai al momento regali di compleanno. Tirai fuori il primo che era un cofanetto di creme, lozioni, smalti da donna e infine quello più importante. Quando Martina vide il pacchetto regalo così lungo fece un sorrisino imbarazzato immaginando già cosa fosse. Lo scartó e tiró fuori un dildo super realista. La sua reazione fu un misto di stupore e imbarazzo. “Ma dai ma scherzi, ma cosa mi hai regalato?” “ bè” dissi io “avevo visto che hai ancora i jelly che sono vecchi di 20 anni fa...la tecnologia ha fatto passi da gigante, prova a sentire questo, sembra davvero un cazzo vero, prova!”
Martina lo tiró fuori dalla scatola e rimase piacevolmente sorpresa “caspita sembra davvero vero! Sembra pelle vera!” “Wow davvero bello ma forse è un pó grande per me?” E io scoppiai a ridere “non credo, penso ti vada benissimo come taglia ma se vuoi possiamo provarlo, dovrebbero esserci già le batterie dentro”
“Ma dai” disse lei “provarlo?” “Ma mi vergogno se mi guardi usarlo” “e perchè mai?” Dissi io “dai non fare la timida, piuttosto laviamolo un po’ prima” e andammo in bagno assieme. Arrivati in bagno Martina cominció a lavarlo e io mi misi dietro di lei a baciarla, poi le passai le mani sulle tette e infine le slacciai i due cordini che le tenevano su il costume. Le passai la lingua in mezzo alle gambe aprendo con le mani le due natiche belle piene e sode.
“Ma dai che fai adesso?” e io “non ti preoccupare” mi alzai, le presi il vibratore dalle mani, lo accesi e cominciai a strofinarglielo tra le gambe. Martina era li in piedi, mani appoggiate sul lavandino e gambe aperte. Io inginocchiato dietro di lei che cercavo di farla bagnare per entrare dentro di lei col mio regalino. Dopo poco si aprì un varco e il vibratore andó dentro con facilità. Martina ebbe un sussulto e cominció a sporgere ancora di più il suo culo verso di me per farlo entrare tutto. Dopo un minuto, stanco di quella posizione, la presi per mano e tenendoglielo dentro con l’altra mano la feci incamminare verso il divano. La sua camminata con il vibratore dentro non era proprio molto elegante ma riuscì comunque ad arrivare al salotto dove la feci sedere, mi misi le sue gambe sulle mie spalle e cominciai a stantuffarglielo dentro girando la rotellina e aumentando la vibrazione al massimo.
“Oh cazzo oh cazzo mi fai venire cosi” urló Martina e non fece a tempo di dirlo che sotto di lei sul divano cominció ad allargarsi una macchia. Allora era vero quello che dicevano in giro, che Martina squirtava. Le tolsi il vibratore da dentro e me la tirai a me per leccargliela e un sapore dolciastro mi inebrió il viso e la bocca.
Mi alzai dalle sue gambe e andai su a baciarla ma lei dopo poco mi scansó e mi aprì i pantaloni. Non era quello che cercavo ma la lasciai divertire un pó col mio cazzo. Nel mentre mi guardavo intorno e vedevo nelle cornici le foto di lei con i bambini a gardaland, la lista della spesa appesa al frigo e una foto del suo ex marito. Un ottimo ritardante.
Ora peró era venuto il momento di esaudire il mio desiderio. Mi distesi a terra e le dissi di accucciarsi sopra di me a gambe aperte, davanti al mio viso. Martina obbedì capendo già le mie intenzioni, ripresi in mano il vibratore e con delicatezza glielo rinfilai dentro, lo accesi e lei sussultó di nuovo. Aveva la sua patatina a pochi centimetri da me. Continuavo a masturbarla e lei nel mentre quando non si teneva alla tavola da pranzo per non cadere si toccava le tette e cercava di leccarsi i capezzoli. Io aumentai la velocità e Martina cominció a saltare sopra al vibratore in maniera sempre più energica. Quando sentì che stava per arrivare al culmine le sfilai il vibratore. Lei spiazzata e sul punto di esplodere mi tolse di mano il vibratore e con la punta cominció a toccarsi il clitoride gonfio. Dopo qualche secondo un copioso liquido caldo mi bagnó la faccia. Aprì la bocca per assaggiarlo e un secondo getto mi centró in gola tra le urla di piacere di Martina che mi si sedette sopra il petto. Io ne volevo ancora, avrei voluto affogare in quel nettare di godimento e un terzo spruzzo mi colpì in viso. Spinsi verso di me Martina e me la sedetti sopra il mio viso e cominciai a leccargliela. Ero completamente bagnato dal petto in su e intanto mi strofinavo la sua fighetta in faccia. Martina si distese sopra di me e andó a cercare il mio cazzo con la bocca ma la posizione supina non le permetteva di giocarci come avrebbe voluto quindi con molta cautela si alzó da me e ai mise a 69 rimettendola di nuovo davanti alla mia bocca. Io cominciai a salire anche più su con la lingua soffermandomi in maniera decisa sul suo buchetto. La cosa mi sembrava piacerle. Intanto lei se lo ingoiava tutto e dopo qualche minuto capitolai irrorandole di sperma la sua gola. Da brava pompinara Martina non ne perse una goccia e tiró su con rumorosi risucchi anche quello che le stava uscendo dalla bocca. Si mise a carponi sopra di me e mi venne a baciare. Io ricambiai con qualche freddo bacio poichè ero esausto.
“Ehi mi stavi facendo annegare!” esclamai “ehm lo so” disse lei “ forse avrei dovuto avvertirti che avrei fatto un lago” “no nessun problema la prossima volta mi porto gli occhialini da piscina” e scoppiammo entrambi a ridere. Stanchi ma felici.
Le lasciai sul tavolo da pranzo vicino alla fruttiera il vibratore. Mi bació e ci demmo appuntamento per la settimana successiva. Presi in mano il telefono e trovai due telefonate di mia moglie e una del mio capo. Era meglio tornare subito verso casa a fare una doccia finchè ero in tempo o qualcuno avrebbe annusato sicuramente qualcosa.
Ogni tanto Martina mi mandava qualche messaggio con scritto “grazie, ti ho pensato” che era un modo gentile per dirmi che aveva utilizzato il mio regalo. Ma ora dovevo pensare a qulcosa di più.
Alla prossima.
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